vinniem
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Si infatti a Parigi hanno preso i due "cecchini" qualche giorno dopo. A tunisi sia al bardo che all'hotel sulla spiaggia i terroristi sono stati uccisi in poco tempo. Immagina durante l'Angelus in piazza San Pietro quanti morti può fare in pochissimo tempo un terrorista armato di uzi, altro che tempi di reazione. Brevik in norvegia armato di un fucile fece una mattanza con oltre 60 morti prima di essere preso e aveva messo anche l'autobomba vicino ai palazzi del governo in piena zona turistica, 8 morti e per fortuna i passeggeri di MSC Orchestra erano già rientrati in nave per lasciare il porto.
Esatto Hornet. Concordo.
In realtà, inutile negarlo, anche se le autorità ci dicono che "il livello di allerta è massimo", che la situazione è "monitorata", che le Forze dell'Ordine sono in codice giallo, rosso o qualsiasi altro colore si voglia utilizzare per dire che il livello di guardia è alto, la cruda verità dei fatti è che NON esiste alcuna possibilità di prevedere un attentato né c'è alcun Paese del mondo in cui ci si possa ritenere ragionevolmente al sicuro da tale rischio. Italia compresa. Lasciatevelo dire da un addetto ai lavori...
E gli esempi citati proprio da Hornet (e da me stesso in un post precedente) sono lì a dimostrarlo. Perché prendere l'attentatore il giorno dopo, o magari anche subito, è ben magra consolazione. Specie dopo che costui magari ha fatto una mattanza di poveri innocenti. D'altra parte, se alcuni anni fa un tizio di nome Ali Agca riuscì a permettersi il lusso di sparare addirittura al Papa (!!), figurarsi come stiamo messi quanto a sicurezza in Italia e nel mondo. Per non parlare dei vari servizi giornalistici (vedi "Striscia la notizia", le "Iene" e quant'altro) che hanno a più riprese dimostrato che portare su un aereo o all'interno della Basilica di S. Pietro un'arma o addirittura uno zaino pieno di esplosivo, sia cosa estremamente semplice...!
Mi ripeto: certi eventi sono e rimangono imprevedibili: inutile illudersi.
Purtroppo, aggiungo io...
Certo, come dice sacrosantamente qualcuno, la situazione politica precaria che esiste in alcuni paesi, ovviamente peggiora (e di molto!) le cose. Per cui, come dice altrettanto giustamente Rodolfo, è persino un tantino assurdo andare a ficcarsi coscientemente nella "bocca del leone". Tuttavia, pur ammettendo che prendere una decisione saggia o trovare una soluzione condivisa in questi casi sia davvero cosa ardua, non credo che la decisione di Costa verrà seguita da altre compagnie (beninteso: a meno che non succeda qualcosa di veramente grosso in zona nel prossimo futuro, tipo un colpo di Stato, una guerra civile, una invasione del Paese da parte dell'ISIS o similia...).
D'altra parte, neanche la Farnesina, sulla pagina informativa del Ministero, sconsiglia ufficialmente di recarsi in Turchia: http://www.viaggiaresicuri.it/paesi/dettaglio/turchia.html?no_cache=1
Al contrario, al massimo consiglia ai turisti di fare attenzione e di evitare caserme di Polizia ed assembramenti.
Inoltre, tengo a sottolineare che le zone maggiormente a rischio, sono considerate quelle del confine orientale e sud-orientale della Turchia, non quelle della costa occidentale. Quindi NON Smirne e Istanbul (dove pure si sono registrati alcuni eventi non certo rassicuranti), consueti scali turistici e crocieristici.
Insomma, in sintesi, dopo essere stato uno dei pochi pazzoidi ad essere partito per gli Stati Uniti esattamente il giorno dopo l'attacco alle Torri Gemelle (!!), fosse per me io tornerei ad Istanbul anche subito. E questo per un motivo molto semplice: perché in questo preciso momento storico la zona gode di una sorveglianza maggiore del solito. Ma questo è solo un mio modestissimo parere e mi rendo conto che altri (probabilmente la maggioranza) possano essere di un parere diametralmente opposto.
Poi, per carità di Dio: come si dice al mio paese, "siamo sotto il cielo". E nessuno può ragionevolmente prevedere cosa potrebbe succedere domani.
Qui o altrove che sia.
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