Ragazzi, rieccomi dopo una lunga pausa di ferie.
Dorina, non c'è nessuno che ti batta come destinazioni visitate! L'avventura accennata mi è capitata, invece, nel villaggio di Kroeung in Cambogia e sulle montagne dello Sri Lanka, nel lontano 2002!
Loredana, grazie per le tue belle parole! Hai fatto bene a postare la foto che ho intitolato in inglese "ombre e fantasmi". A pensare che è il risultato di un papocchio. Concedimi il termine!
Marilù e Cirellina, quanto mi piacerebbe ancora potervi deliziare con altre foto!...prima però mi toccherà partire per un altro viaggio!
A voi l'ultima parte del diario!
Il mio arrivederci con il Viet-Nam è sancito con una promessa di ritorno e siglato da una miriadi di palloncini multicolore, liberati in cielo ai tre fischi della nave, da ragazze in abito tradizionale che ci salutano dal molo.
E’ una partenza speciale, come lo sono tutte le partenze dai porti per i vecchi nostalgici, ma questa di oggi porta con sé un nonsochè di indicibile, di magico e malinconico al contempo. I colorati palloncini si contrappongono ad un minaccioso cielo plumbeo, la letizia affronta la nostalgia in una gara che vede soltanto noi sopraffatti.
L’oro e i sorrisi di Bangkok e la strabiliante modernità della multiculturale Singapore non riusciranno, nei prossimi giorni, a velare il vivido ricordo di questa terra incantevole.
L’immensa fiancata della Classica si stacca impercettibilmente dalla banchina. E’ un distacco lento, inesorabile e quasi sofferto, come quegli addii che vivono gli innamorati prima del commiato.
Lo skyline della città svanisce sotto l’orizzonte carico di pioggia e poco dopo ci ritroviamo a percorrere a ritroso le acque del Saigon, fino ad arrivare in mare aperto.
E’ qui che sento, per la prima volta, gli effetti deleteri dell’onda lunga. Guardo l’oceano dall’oblò. Nonostante le acque sembrino stranamente calme, la nave cerca di trovare, invano, un equilibrio per annullare il nauseante rollio.
Sembra che l’unico posto in cui io riesca a stare bene sia in cabina, distesa sul mio letto.
In serata, con l’ostinazione di un tenace Odisseo, decido di uscire per incontrare i compagni di viaggio, presso il salone Navona, ma solo per restarci poco tempo.
Infatti, da lì a poco, con l’impeto di un vulcano rabbioso, mi piego in avanti e pago il mio indesiderato “tributo”.
Subito dopo, come se nulla fosse accaduto, gli amici mi ritrovano a gironzolare felice per la nave e sbigottiti mi chiedono:
“Ma non stavi male?”
Durante l’ultimo giorno di navigazione, mi godo l’atmosfera rétro e amichevole che solo una nave di piccole dimensioni può offrire.
Mi diverte un mio commensale che lamenta continuamente la presenza del burro nelle pietanze a base di pesce e che, infastidito per l’ennesima sgradita sorpresa, chiede al maître con aria rassegnata e con un marcato accento pescarese:
“Dove l’avete trovato ‘sto cuoco, al McDonald’s?”
Una fragorosa risata, da parte di noi tutti, è più che lecita, dopo tale divertente intervento. Ride anche il maître, poverino, che si fa in quattro per gli ospiti italiani e spiega che è difficile accontentare tutti e che è inevitabile che qualcuno resti scontento per il gusto di alcuni piatti.
Il mio volo notturno parte da Singapore e mi condurrà nel grigio invernale delle nostre “civilissime” città europee. Fissando il piccolo monitor che ho di fronte e che indica la rotta dell’aereo, ripenso agli splendidi momenti vissuti in questi giorni.
Sprofondo nella mia poltrona e, senza rendermene conto, mi addormento.
Mi sveglio poi all’improvviso, nel cuore della notte, al richiamo di una dolce e stridula vocina che fa: “Madaaam, madaaam! Uàn dolaaar!”. Mi guardo intorno, tutti i passeggeri dormono. E’ solo uno splendido sogno!