matteov
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Grosseto - «Dopo l’incidente della Concordia, la Costa ha reso obbligatorio per i comandanti delle sue navi di fare un test con lo psicologo». Lo ha riferito al processo di Grosseto Maurizio Campagnoli, “industrial and employees relations director” di Costa Crociere e componente dell’ufficio legale della compagnia di navigazione, testimoniando oggi al processo. Quella che era una prassi in uso nella compagnia, è stato spiegato dal teste, è diventata una procedura obbligatoria che i capitani di nave devono osservare periodicamente.
Anche Campagnoli ha riferito della riunione dell’unità di crisi alla sede della Costa a Genova la sera del 13 gennaio 2012, mentre era in corso il naufragio all’Isola del Giglio. «Arrivai all’unità di crisi intorno alle 23 - ha raccontato -, c’erano Ferrarini e Parodi e chiesi immediatamente cosa fosse successo. Mi dissero che sulla Costa Concordia c’era stato un black out». Inoltre «Parodi disse che la nave poteva essere riparata» ha proseguito Campagnoli che vide «Ferrarini che tramite auricolare stava parlando con Schettino, ma non sentivo quello che diceva al comandante. Mi ricordo quello che confermò Ferrarini, cioè che era stata da poco data l’emergenza generale».
Fonte www.themeditelegraph.it
Anche Campagnoli ha riferito della riunione dell’unità di crisi alla sede della Costa a Genova la sera del 13 gennaio 2012, mentre era in corso il naufragio all’Isola del Giglio. «Arrivai all’unità di crisi intorno alle 23 - ha raccontato -, c’erano Ferrarini e Parodi e chiesi immediatamente cosa fosse successo. Mi dissero che sulla Costa Concordia c’era stato un black out». Inoltre «Parodi disse che la nave poteva essere riparata» ha proseguito Campagnoli che vide «Ferrarini che tramite auricolare stava parlando con Schettino, ma non sentivo quello che diceva al comandante. Mi ricordo quello che confermò Ferrarini, cioè che era stata da poco data l’emergenza generale».
Fonte www.themeditelegraph.it