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Costa Deliziosa 21/11/2025-11/04/2026 Giro del Mondo.

Dove Roberto non era mai stato, o ricordo male?
Mi spiace per Roberto, ci teneva tanto a visitare l'Ecuador.
Era prevedibile questa cancellazione: la situazione là è tutt'altro che tranquilla. Non posso dire che non me lo aspettassi, però in fondo speravo di riuscire ad andarci...
Mi consolo con il pensiero che avremo un overnight a Lima e uno ad Arica... in fondo non mi dispiace...
 
"C'erano giorni, sull’Atlantico, senza una nuvola all'orizzonte, in cui il mare e il cielo erano dello stesso azzurro profondo. In quei giorni un sole tagliente illuminava masse d'acqua in tumulto, le creste candide delle onde si strappavano in brandelli di schiuma, la nave rollava su quelle enormi montagne d'acqua e un vento implacabile sollevava un pulviscolo di spruzzi che accendeva fugaci arcobaleni attorno alla prua. Era quel genere di giorni per cui certe persone sarebbero pronte, sia pure in senso figurato, a dare la vita. Ma che la maggioranza darebbe qualsiasi cosa per evitare, non fosse altro che per paura della morte. O della vita".

Björn Larsson, Il porto dei sogni incrociati, incipit del cap. I.

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L'Atlantico continua a essere generoso con noi: a parte un lieve accenno di onda lunga in qualche momento, ha sempre voluto mostrarci la sua faccia migliore.
Niente vento, niente tempeste come nel brano di Larsson.
Mi sono chiesto però: io a quale gruppo di persone apparterrei? a quelli che darebbero la vita per l'adrenalina di una tempesta? oppure alla maggioranza che darebbe tutto per evitarla?
Credo che apparterrei comunque alla seconda.
Anche se indubbiamente la tempesta mi attrae e mi affascina. Ma non la eviterei per paura della morte... o della vita. Forse la eviterei soltanto per quella fatica, quella spossatezza che mi assale quando la sferzata di energia dovuta all'adrenalina gradualmente se ne va. Non so se anche altri provano la mia stessa sensazione, ma subito dopo l'esaltazione del momento in me prevale la stanchezza, la fatica di fare qualunque cosa...
La tempesta è affascinante. A suo modo mi attrae. Se arriva la vivo con positività, la accetto e la rispetto, la affronto con curiosità e interesse. Prendo quello che di buono mi può dare.
Ma non la cerco...
Mi è capitato, più di una volta, di imbattermi in tempeste: la più intensa, molti anni fa, in inverno nel mare di Norvegia.
Sono esperienze che hanno lasciato un segno forte in me, che ricordo con piacere, che, a volte, addirittura mi mancano, ma che non ho mai voluto o cercato...
Mi capiterà di nuovo? Chissà...
Se si, affronterò di nuovo quella fatica, che conosco, e sentirò di nuovo quell'energia che ti scorre dentro... ma che dura poco...
A rimanere sarà sicuramente un altro bel ricordo...
 
"C'erano giorni, sull’Atlantico, senza una nuvola all'orizzonte, in cui il mare e il cielo erano dello stesso azzurro profondo. In quei giorni un sole tagliente illuminava masse d'acqua in tumulto, le creste candide delle onde si strappavano in brandelli di schiuma, la nave rollava su quelle enormi montagne d'acqua e un vento implacabile sollevava un pulviscolo di spruzzi che accendeva fugaci arcobaleni attorno alla prua. Era quel genere di giorni per cui certe persone sarebbero pronte, sia pure in senso figurato, a dare la vita. Ma che la maggioranza darebbe qualsiasi cosa per evitare, non fosse altro che per paura della morte. O della vita".

Björn Larsson, Il porto dei sogni incrociati, incipit del cap. I.

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L'Atlantico continua a essere generoso con noi: a parte un lieve accenno di onda lunga in qualche momento, ha sempre voluto mostrarci la sua faccia migliore.
Niente vento, niente tempeste come nel brano di Larsson.
Mi sono chiesto però: io a quale gruppo di persone apparterrei? a quelli che darebbero la vita per l'adrenalina di una tempesta? oppure alla maggioranza che darebbe tutto per evitarla?
Credo che apparterrei comunque alla seconda.
Anche se indubbiamente la tempesta mi attrae e mi affascina. Ma non la eviterei per paura della morte... o della vita. Forse la eviterei soltanto per quella fatica, quella spossatezza che mi assale quando la sferzata di energia dovuta all'adrenalina gradualmente se ne va. Non so se anche altri provano la mia stessa sensazione, ma subito dopo l'esaltazione del momento in me prevale la stanchezza, la fatica di fare qualunque cosa...
La tempesta è affascinante. A suo modo mi attrae. Se arriva la vivo con positività, la accetto e la rispetto, la affronto con curiosità e interesse. Prendo quello che di buono mi può dare.
Ma non la cerco...
Mi è capitato, più di una volta, di imbattermi in tempeste: la più intensa, molti anni fa, in inverno nel mare di Norvegia.
Sono esperienze che hanno lasciato un segno forte in me, che ricordo con piacere, che, a volte, addirittura mi mancano, ma che non ho mai voluto o cercato...
Mi capiterà di nuovo? Chissà...
Se si, affronterò di nuovo quella fatica, che conosco, e sentirò di nuovo quell'energia che ti scorre dentro... ma che dura poco...
A rimanere sarà sicuramente un altro bel ricordo...
Apprezzero’ il Giro del Mondo anche senza tempeste! Non ho paura della tempesta in se’, ma dello star male.
Finora il mare si e’ dimostrato benevolo nei nostri confronti…i giorni da trascorrere in navigazione sono ancora moltissimi…mi auguro che il trend “ tranquillo “ continui!
Molto prosaicamente direi che il mare brutto gioverebbe alla dieta, visto che passerei le giornate steso a letto!
 
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