Costa Fortuna - Sapori esotici e paesaggi lunari -25 maggio/8 giugno 2025

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Il mulino per il miglio in cima al giardino, è uno degli ultimi ancora in piedi sull'isola. Uno sguardo all'interno illustra l'arte della macinazione del grano e del gofio (farina tostata) – durante il XIX secolo.




Un particolare della scala interna e del lampadario che l’attraversa, visto da due posizioni, verso l’alto e verso il basso.

 

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Il "lampadario"mi ricorda quello visto nella Costa Smeralda,c 'entrerà qualcosa?


La zona vicina al mulino.


I gradoni che percorrono tutt’attorno il giardino in un percorso irregolare.


Terminata la visita si torna verso l’imbarco, in nave…


… e si riprendono le attività rilassanti del pomeriggio/sera.

 

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La giornata si chiude con uno sguardo al mare, al cielo e alle luci lontane dell’isola che incorniciano la notte.


Domani una nuova isola ci aspetta…

 

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Stesso pensiero, può essere.

 

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Ore 6.30, è ancora buio e la nave ha da poco attraccato al porto.


Dopo pochi minuti, vedo la pilotina allontanarsi.


Nuovo giorno e …nuova avventura!


In programma oggi…

 

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La nostra posizione di oggi.


Per meglio seguire le escursioni alle isole Canarie, in una libreria avevamo acquistato, prima di partire, una guida con informazioni generali sulle isole.

L’escursione di oggi inizia tardi e valutiamo la possibilità di utilizzare le informazioni che troviamo nella guida, per una passeggiata in autonomia, a Porto del Rosario.

Leggiamo che in precedenza si chiamava Puerto de Cabras (porto delle capre) successivamente in conformità alla propria ampia insenatura, adatta all’attracco delle navi da crociera, è diventata una località turistica, sostituendo dal 1860 Betancuria il precedente capoluogo, posto al centro dell’isola.

Il turismo ha conquistato questo luogo che ha saputo anche dare spazio ad iniziative di tipo culturale.

Puerto del Rosario è diventata famosa per le sculture, se ne trovano 100 sparse dovunque.

Nella zona vecchia c’è la bella Iglesia de Nuesra Segnora del Rosario.

Ore 9.15 Scendiamo e costeggiamo il lungo mare

 

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Incontriamo le prime sculture.

 

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Vediamo lungo la strada, un ufficio turistico dove troviamo una piantina che ci aiuterà a seguire il percorso che desideriamo fare.




Iniziamo la nostra passeggiata e riconosciamo alcuni edifici indicati .

 

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l'Ayuntamiento (Municipio) di Puerto del Rosario.


Chiesa di Nuestra Señora del Rosario (Nostra Signora del Rosario)

 

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La statua raffigura la Vergine Maria, vestita di scuro con un ampio mantello, in una posa che suggerisce dolore o contemplazione, tipica della "Madonna Addolorata" o "Nuestra Señora de la Soledad".



Un’altra opera artistica, incontrata lungo la strada...




…..Plaza de Toros e arena, ora non più utilizzata per le corride ma per ospitare eventi culturali.


Un edificio governativo che fa parte della Delegación del Gobierno nella Comunità Autonoma delle Canarie.
L'edificio svolge funzioni amministrative e rappresenta il governo centrale sull'isola.

 

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La scultura : la "Rotonda de las Culonas" (o "Monumento a la Fecundidad").


Una scultura in pietra situata nei pressi di una rotatoria.


La passeggiata continua tranquilla tra strade, vie e piazzette, poco animate, luoghi dal fascino tranquillo.

 

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Il classico trenino che porta i turisti in giro per la città.


Vediamo "Il Pensatore" (Le Penseur), una celebre opera bronzea dell'artista francese Auguste Rodin.




Osserviamo aspetti caratteristici delle case.


Incontriamo una casa con terrazza adibita a palestra.

 

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E’ già ora di ritornare e ci dirigiamo verso il mare…




Per raggiungere il porto scendiamo la scala che separa la parte alta del paese dalla costa e si collega al lungo mare.




Ripercorriamo il lungo mare….

 

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…fino a raggiungere la nave e torniamo a bordo.


Scegliamo di utilizzare la hamburgheria per uno spuntino veloce e poter uscire presto in tempo per l’escursione, dobbiamo trovarci a teatro alle 13.15.



Eccoci nuovamente in strada.
In bus raggiungiamo il territorio interno dell’isola.





Il paesaggio si presenta brullo, arido…

 

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...fino a raggiungere il museo del formaggio.

 

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Entriamo in un bel giardino tropicale, all’interno di un’area attrezzata e composta da vari edifici.








Il complesso ripropone la tipologia della casa Majorera.

Ci stanno aspettando con una degustazione di formaggio di capra Majorero

Insieme ci viene offerto l’assaggio del liquore locale, ottimo abbinato al gusto “intenso “del formaggio.

Una parte del negozio è dedicato ad altri prodotti dell’isola come l’aloe ed elaborati artigianali di vario genere.

Ci sono poi mostre interattive con informazioni sul bestiame e sulla cultura casearia.

 

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La temperatura è gradevole ma il sole è molto forte, si percepisce sulla pelle.
Leggo dal telefono che l’indice UV è indicato come “estremo” e con valore 11, fortunatamente in borsa avevo una bustina di crema, di quelle che si ricevono in omaggio nei negozi di prodotti cosmetici, con protezione 50 e l’abbiamo utilizzata, ho poi approfittato delle creme di aloe, trovate in negozio, per comprare anche un prodotto adatto alle scottature solari, meglio essere prudenti.
La forte luminosità, mi ha impedito di accorgermi di avere “il dito ”nell’immagine in un paio di foto scattate in quella situazione.







Un mulino a vento e un giardino di cactus sono parte dell’accogliente area esterna.


Lasciamo il museo e proseguiamo …

Il territorio riflette una tipologia di tipo africano, arido ma anche punteggiato di “macchie” di un verde intenso.
In lontananza si vedono parecchie montagne.
Ci stiamo inoltrando nella parte centrale dell’isola.

 

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Arriviamo in un complesso di case contadine, si tratta di un eco-museo che utilizza alcuni degli edifici rimasti nel territorio, per ricostruire la tipologia dei fabbricati, raggruppati in “villaggi autosufficienti”.

Fino a pochi decenni fa, costituivano una modalità di vita comunitaria, molto diversa dalla tipologia delle località costiere, dalle quali si sentivano “distanti”.

Gli spostamenti tra interno e costa erano rari, con poche possibilità di contatto e scambio, anche con distanze non realmente significative.

Forse ostacolati anche da un territorio particolarmente montagnoso e da un attaccamento alla terra e alle tradizioni.

In questo modo è stata preservata a lungo, una tipologia di vita autoctona che in seguito è andata comunque perdendosi.

Questa esperienza si inserisce nelle iniziative dell’attuale amministrazione locale che utilizza risorse stanziate dal governo spagnolo, all’interno di un più ampio programma di riqualificazione delle località turistiche.

La “casa contadina “ci porta all’interno di una realtà che sembra lontana nel tempo e nello spazio.


Macchie di fiori colorati si vedono tra erbe secche e sassi.

 

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Gli edifici sono aperti e consentono, entrando in ognuno, di riconoscere attrezzi e oggetti di uso comune della vita di campagna.

 

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