LENTAMENTE AFFONDA...
(capodanno 2013 ai Caraibi con Costa Mediterranea)
Abbiamo fatto la nostra prima esperienza in crociera lo scorso anno, poco dopo la tragedia della Costa Concordia. Eravamo convinti che un errore o una disgrazia potessero capitare a chiunque, pertanto abbiamo dato fiducia alla Costa e abbiamo prenotato usufruendo di un'ottima offerta. L'esperienza è stata molto positiva, persino superiore alle attese; a conquistarci è stata soprattutto la cura meticolosa per il servizio alla clientela, la gentilezza e il sorriso di tutto lo staff, il trattamento di altissimo livello offerto a tutti gli ospiti.
Così, questo Capodanno abbiamo deciso di ripartire con Costa; purtroppo, questa volta l'esperienza è stata di segno opposto, e proprio sul piano della cura verso i clienti. Non solo il servizio era decisamente approssimativo (sia in camera che al ristorante), la qualità del cibo mediocre, la reception praticamente sorda a qualsiasi richiesta ed esigenza. Il peggio è che abbiamo vissuto personalmente e osservato diffusamente attorno a noi una collezione di episodi di disservizio spesso sconfinanti nella pura scortesia.
Tra i tanti episodi, eccone uno come esempio: il primo giorno, ad una passeggera anziana ed invalida, imbarcata alle 20,30, viene contestato il diritto ad avere la cena perché il suo turno era alle 19,30; sotto i nostri occhi increduli, il maitre la ha invitata ad alzarsi e liberare il tavolo.
Un altro esempio, meno eclatante, capitato a noi personalmente: abbiamo dovuto insistere 5 giorni per ottenere... il sapone in camera (tanto che andavamo a lavarci alle docce "pubbliche" della palestra).
La nostra impressione è che in questi mesi la Costa abbia messo in atto una strategia di recupero delle perdite economiche e dei mancati profitti conseguenti all'affare Concordia. Una strategia che a noi è parsa selvaggia e scriteriata, di risparmio sui costi (personale di bordo, soste in porto) e di speculazione su tutte quelle spese "extra" che esulano dal costo della crociera (bevande, giochi d'azzardo, escursioni).
Questa impressione deriva da tanti piccoli indizi. Ad esempio, abbiamo notato che il nostro cameriere al ristorante serviva ben 24 coperti, mentre nella precedente crociera ne serviva 16, col risultato che stavolta il servizio durava sempre due ore mentre l'altra volta durava poco più di un'ora. Oppure, ci siamo accorti che molto spesso la velocità di navigazione era ridotta al minimo (soprattutto nelle ore notturne la nave era quasi ferma), quasi a voler aumentare i tempi di permanenza sulla nave e ridurre le soste in porto. O ancora, ci ha colpito l'insistenza e la ripetitività degli annunci relativi alle attività a pagamento (ad esempio il bingo, immancabile nei giorni di navigazione). O il fatto che ci fosse un canale tv "interno" esclusivamente dedicato alla pubblicità h24 di una catena di gioiellerie presente in tutti i porti e presumibilmente affiliata alla Costa. Siamo rimasti stupiti dal constatare che i numerosi clienti che avevano acquistato il pacchetto-bevande a 20€ al giorno a testa di fatto si vedevano negare alcuni servizi, non avevano l'accesso ad alcuni dei bar, potevano avere a tavola solo il vino "della casa" al bicchiere, oppure dovevano pagare le bottiglie a parte. E potremmo continuare a lungo; il succo è che si ricavava la spiacevole sensazione di non essere considerati dei graditi ospiti a bordo se non nelle occasioni in cui c'erano da sostenere spese extra.
Chiudiamo con un ultimo esempio eclatante, che ha riguardato tutti ed ha suscitato grande scontento. L'ultimo giorno, la colazione viene anticipata alle 6,30 del mattino, dopo di che, anche chi ha acquistato un pacchetto con il volo in tarda serata (il nostro era alle 23), entro le 10 viene sbarcato con tutti i bagagli. Nessun servizio di cortesia, nemmeno un deposito bagagli al porto di Miami: niente di niente. Ci si sente scaricati, come ospiti indesiderati. La tappa che apre e chiude la crociera esiste solo nominalmente, dato che all'inizio della crociera si viene imbarcati di sera e alla fine ti spediscono all'aeroporto in mattinata. E' un giorno a perdere, venduto sia a chi arriva sia a chi parte e non usufruito da nessuno. Per godere di quel giorno bisogna essere disposti a spendere altri 120€ e acquistare l'escursione, che comunque finisce entro le 2 del pomeriggio. Noi abbiamo proposto varie alternative, tra cui di sbarcare autonomamente rinunciando al transfer per l'aereoporto, ma non c'è stato assolutamente niente da fare: siamo stati sbarcati per ultimi e portati all'aereoporto con una tappa forzata ad un centro commerciale del porto convenzionato con Costa; in pratica abbiamo perso comunque tutta la mattinata.
In conclusione, ad un anno dalla tragedia della Concordia, quel relitto ancora incagliato a pochi metri dall'isola del Giglio è solo il più visibile ed ingombrante dei problemi di Costa Crociere. I clienti, soprattutto quelli più affezionati e fedeli, si sono già dimostrati pronti a perdonare e a lasciarsi alle spalle l'accaduto. Ma se adesso, magari in nome di una politica di risanamento dei danni economici subiti, viene a mancare quella cura del cliente che è stato il fiore all'occhiello della Costa Crociere, allora quel naufragio ha fatto danni peggiori di quello che si vede. Sì, perché per recuperare in fretta gli utili dei propri azionisti la Costa rischia di perdere di vista il suo vero patrimonio, che non è la flotta: siamo noi.
(capodanno 2013 ai Caraibi con Costa Mediterranea)
Abbiamo fatto la nostra prima esperienza in crociera lo scorso anno, poco dopo la tragedia della Costa Concordia. Eravamo convinti che un errore o una disgrazia potessero capitare a chiunque, pertanto abbiamo dato fiducia alla Costa e abbiamo prenotato usufruendo di un'ottima offerta. L'esperienza è stata molto positiva, persino superiore alle attese; a conquistarci è stata soprattutto la cura meticolosa per il servizio alla clientela, la gentilezza e il sorriso di tutto lo staff, il trattamento di altissimo livello offerto a tutti gli ospiti.
Così, questo Capodanno abbiamo deciso di ripartire con Costa; purtroppo, questa volta l'esperienza è stata di segno opposto, e proprio sul piano della cura verso i clienti. Non solo il servizio era decisamente approssimativo (sia in camera che al ristorante), la qualità del cibo mediocre, la reception praticamente sorda a qualsiasi richiesta ed esigenza. Il peggio è che abbiamo vissuto personalmente e osservato diffusamente attorno a noi una collezione di episodi di disservizio spesso sconfinanti nella pura scortesia.
Tra i tanti episodi, eccone uno come esempio: il primo giorno, ad una passeggera anziana ed invalida, imbarcata alle 20,30, viene contestato il diritto ad avere la cena perché il suo turno era alle 19,30; sotto i nostri occhi increduli, il maitre la ha invitata ad alzarsi e liberare il tavolo.
Un altro esempio, meno eclatante, capitato a noi personalmente: abbiamo dovuto insistere 5 giorni per ottenere... il sapone in camera (tanto che andavamo a lavarci alle docce "pubbliche" della palestra).
La nostra impressione è che in questi mesi la Costa abbia messo in atto una strategia di recupero delle perdite economiche e dei mancati profitti conseguenti all'affare Concordia. Una strategia che a noi è parsa selvaggia e scriteriata, di risparmio sui costi (personale di bordo, soste in porto) e di speculazione su tutte quelle spese "extra" che esulano dal costo della crociera (bevande, giochi d'azzardo, escursioni).
Questa impressione deriva da tanti piccoli indizi. Ad esempio, abbiamo notato che il nostro cameriere al ristorante serviva ben 24 coperti, mentre nella precedente crociera ne serviva 16, col risultato che stavolta il servizio durava sempre due ore mentre l'altra volta durava poco più di un'ora. Oppure, ci siamo accorti che molto spesso la velocità di navigazione era ridotta al minimo (soprattutto nelle ore notturne la nave era quasi ferma), quasi a voler aumentare i tempi di permanenza sulla nave e ridurre le soste in porto. O ancora, ci ha colpito l'insistenza e la ripetitività degli annunci relativi alle attività a pagamento (ad esempio il bingo, immancabile nei giorni di navigazione). O il fatto che ci fosse un canale tv "interno" esclusivamente dedicato alla pubblicità h24 di una catena di gioiellerie presente in tutti i porti e presumibilmente affiliata alla Costa. Siamo rimasti stupiti dal constatare che i numerosi clienti che avevano acquistato il pacchetto-bevande a 20€ al giorno a testa di fatto si vedevano negare alcuni servizi, non avevano l'accesso ad alcuni dei bar, potevano avere a tavola solo il vino "della casa" al bicchiere, oppure dovevano pagare le bottiglie a parte. E potremmo continuare a lungo; il succo è che si ricavava la spiacevole sensazione di non essere considerati dei graditi ospiti a bordo se non nelle occasioni in cui c'erano da sostenere spese extra.
Chiudiamo con un ultimo esempio eclatante, che ha riguardato tutti ed ha suscitato grande scontento. L'ultimo giorno, la colazione viene anticipata alle 6,30 del mattino, dopo di che, anche chi ha acquistato un pacchetto con il volo in tarda serata (il nostro era alle 23), entro le 10 viene sbarcato con tutti i bagagli. Nessun servizio di cortesia, nemmeno un deposito bagagli al porto di Miami: niente di niente. Ci si sente scaricati, come ospiti indesiderati. La tappa che apre e chiude la crociera esiste solo nominalmente, dato che all'inizio della crociera si viene imbarcati di sera e alla fine ti spediscono all'aeroporto in mattinata. E' un giorno a perdere, venduto sia a chi arriva sia a chi parte e non usufruito da nessuno. Per godere di quel giorno bisogna essere disposti a spendere altri 120€ e acquistare l'escursione, che comunque finisce entro le 2 del pomeriggio. Noi abbiamo proposto varie alternative, tra cui di sbarcare autonomamente rinunciando al transfer per l'aereoporto, ma non c'è stato assolutamente niente da fare: siamo stati sbarcati per ultimi e portati all'aereoporto con una tappa forzata ad un centro commerciale del porto convenzionato con Costa; in pratica abbiamo perso comunque tutta la mattinata.
In conclusione, ad un anno dalla tragedia della Concordia, quel relitto ancora incagliato a pochi metri dall'isola del Giglio è solo il più visibile ed ingombrante dei problemi di Costa Crociere. I clienti, soprattutto quelli più affezionati e fedeli, si sono già dimostrati pronti a perdonare e a lasciarsi alle spalle l'accaduto. Ma se adesso, magari in nome di una politica di risanamento dei danni economici subiti, viene a mancare quella cura del cliente che è stato il fiore all'occhiello della Costa Crociere, allora quel naufragio ha fatto danni peggiori di quello che si vede. Sì, perché per recuperare in fretta gli utili dei propri azionisti la Costa rischia di perdere di vista il suo vero patrimonio, che non è la flotta: siamo noi.