Questa volta vorrei condividere con Voi qualche riga di appunti sull’ultima esperienza crocieristica appena vissuta, con l’intento che possano servire come spunto su aspetti secondo me molto importanti nella scelta di una crociera.
1.La minicrociera.
La durata della crociera è determinante sotto molti aspetti.
E’ evidente che solo una crociera di almeno 11 notti consente lo svolgimento, con i giusti tempi, di tutte quelle attività che, unite all’integrazione nella vita di bordo, rendono la crociera un’esperienza di vacanza ineguagliabile per varietà e coinvolgimento emotivo.
Fatte le dovute rinunce soprattutto in tema di riposo, e presi taluni accorgimenti soprattutto in ordine all’itinerario da scegliere, anche le crociere di una settimana consentono di provare tutte le sensazioni che si vanno cercando. Ma una mini, come la si deve considerare?
Io sono rimasto scottato da una minicrociera di cinque giorni con Costa Mediterranea (periodo di ponte del 25 aprile) del 2010, nave stracolma e non di mio gusto, personale di servizio in grossa difficoltà, tappe troppo brevi, passeggeri iper-eccitati e code ovunque. Quella volta dissi mai più una minicrociera. Poi, l’anno scorso, ci sono ricascato con quella di posizionamento di Costa Victoria, da Trieste (per nebbia) a Savona, nel mesedi novembre: nave meravigliosa, equipaggio ben rodato dopo la stagione estiva, pochissimi passeggeri a bordo, clima spettacolare per la stagione autunnale. Mi sono dovuto ricredere. Cinque giorni, se ben fatti, possono essere anche meglio di sette.
Con questo spirito abbiamo scelto la minicrociera su Costa neoRomantica e anche perché, nell’ordine:
- la nave è un gioiello. Ci sono stato ad aprile e non vedevo l’ora di tornare a bordo;
- il cibo è ottimo, di livello superiore a tutte le altre navi su cui sono stato;
- il porto di imbarco è solo quello di origine, per cui a bordo le persone son sempre quelle;
- le soste nei porti permettevano di pranzare a bordo e non erano eccessivamente corte;
- tutte le località erano già ben conosciute, e io non avevo dunque il consueto impellente bisogno di scendere per primo dalla nave, zaino in spalla e cartina in mano;
- una simile crociera “in pantofole”, infine, ben si prestava al test dell’all inclusive (mitico extra package).
Ebbene, è andata proprio previsto. E’ stata una bellissima esperienza dove, in piccolo, abbiamo gustato tutte quelle cose che ci fanno apprezzare le crociere, quelle “vere”, che non sempre, per vari motivi, ci si può permettere di fare. La conclusione è che, se ci sarà in futuro l’opportunità di una minicrociera con determinati requisiti, non me la lascerò scappare per un questione di un giorno in più o in meno. Infatti, allo stesso prezzo avrei potuto imbarcarmi su Costa Fortuna per una mini di sei giorni ma, per quanto sopra, non ci ho pensato neppure un momento e non me ne sono pentito.
2. La nave.
Costa neoRomantica è unica nella flotta Costa. E nemmeno MSC ha nulla di paragonabile.
Molte foto di interni ed esterni le avete già viste pubblicate in altri diari, tra cui il mio di aprile. In alcuni suoi particolari, sia esterni che interni, a mio parere non ha nulla da invidiare alle navi di lusso di Silversea, Azamara e Seabourn che ho visto in fotografia, sui cataloghi e in porto.
La nave, forse, non è proprio adatta ai gusti di tutti i clienti Costa e spesso ci sono aspettative che rimangono insoddisfatte. Il teatro, ad esempio, a me non manca (agli spettacoli sono sempre riuscito a trovare posto, pur arrivando tardi, seduto al bancone del bar) ma a molti sì, e lo capisco. Anche la scelta di costruire un forno a legna da pizza su una nave, l’unico al mondo e dotato di tecnologie spaziali, è alquanto bizzarra se si considera che i più si lamentavano perché non trovavano pizza gratis a tutte le ore. Da parte mia, io cinque giorni senza pizza posso anche restare, ma capisco pure questo.
Venendo però alle cose importanti, quelle che distinguono una crociera da un’abbuffata di cibo e la rendono un viaggio per mare, vi mostro la vista dal balcone della mia cabina al ponte 6.
Incredibile!
Si vede il mare, lì, quasi a portata di mano. Si sentono il rumore e i profumi del mare. E arrivano pure gli schizzi!
Durante la prima notte, in cui la nave ballava dolcemente abbozzando un inchino al golfo del Leone, mi sono affacciato alla finestra: il vetro era bagnato. Allora travestito da nostromo (quello del tonno, non il simpatico forumista) con la cerata sul pigiama e il cappello in testa sono uscito sul balcone a prendermi qualche secchiata d’acqua. Che soddisfazione direte voi! Io avevo però la sensazione piena di essere finalmente su una nave. Cosa che spesso mi capita di non avere.
Il comportamento di cui sopra, lo ammetto, è un po’ stravagante, ma assai di meno lo è quello di affacciarsi al mattino dal balcone e, appena alzati, godersi il primo sole ricevendo sul viso qualche goccia di acqua salata. In fondo, io sono lì per quello. Anche se la colazione in cabina non è più compresa nel prezzo ma solo a pagamento.
Le cabine con balcone al ponte 6 sono, per i motivi di cui sopra, fortemente consigliate.
3. l’all inclusive, “EXTRA PACKAGE”.
Cinque miseri giorni e soste con pranzi e cene sempre a bordo mi hanno fatto decidere che l’esperimento poteva essere fatto. Le perplessità circa la sua convenienza non erano certo per me, che sono abituato a bere vino ai pasti e che, in vacanza, l’aperitivo lo prenderei volentieri ma piuttosto per chi viaggia con me, che è totalmente astemia. E che, pur ingurgitando acqua come un cammello, non apprezza le marche servite in bottiglia sulla nave… e preferisce il dispenser. Ma se qui non c’è cosa ne posso io!!!! Stavolta però abbiamo provato, e la foto dimostra la quantità di scontrini prodotta da noi due in soli cinque giorni. E mancano pure quelli del giorno dello sbarco.
A titolo di esempio (i conti li potete fare voi):
- è bello uscire dalla cabina e fiondarsi al bar centrale per un caffè e una spremuta d’arancio gustando quei bei minipasticcini. E poi, con calma, solo se è il caso, spostarsi al ristorante (sempre con un servizio impeccabile) per la colazione per proseguire, ma già ben riallineati con il mondo.
- una cocacola a metà mattina mentre si prende il sole la si può anche bere e magari dell’acqua;
- se fa tanto caldo anche una birretta, magari prima dell’aperitivo. Qui ci si può veramente sbizzarrire con la scelta…. ma lei prendeva solo il succo di pomodoro. Bah!
- naturalmente a pranzo e a cena birra o vino (quest’ultimo al bicchiere, non di gran qualità naturalmente) e acqua sono d’obbligo (bastava esibire la tessera e niente scontrini. Ecco perché son così pochi in foto!);
- caffè dopo i pasti al bar, e anche a metà pomeriggio all’aperto;
- un primo aperitivo prima di tornare in cabina a cambiarsi e poi un prosecco, magari vedendo la fine dello spettacolo;
- dopo cena venivano le dolenti note: dopo il caffè, per accompagnare un buon sigaro toscano, la gentilissima cameriera del cigar lounge portava una grappetta ….e poi la frutta dalla cascata di cioccolato …e una sera pure la torta sacher mi son mangiato.
Non è corretto farne dunque una sola questione di costi, ma anche di circonferenza addominale e di fegato… cinque giorni così vanno ancora bene, di più non lo so.
Quello che è certo è che l’EXTRA mi ha cambiato l’approccio alla nave. Diversamente dal solito ho frequentano i vari bar ai diversi orari del giorno, anche solo per il caffè o la spremuta, e così ho fatto conoscenza con i baristi, molto bravi a reggere a veri assalti negli orari di punta (molti erano quelli con l’A.I.) che si sono meritati una piccola mancia sin dai primi giorni.
Sapere di poter prendere ciò che si desidera senza starne a guardare il costo rende la crociera più rilassante. Basta non eccedere e stressarsi a calcolare quanto si è consumato durante il giorno per capire se il pacchetto conviene o no, e magari strafogarsi oltre che di cibo pure di liquidi, perché altrimenti siamo punto e a capo!
4. i ristoranti.
La prima sera al ristorante principale. Il tavolo è da quattro ma i nostri commensali creano una barriera invisibile: va bene essere riservati, ma uno sforzo per rispondere al saluto e fare almeno un sorriso… trattasi di sconfitta epocale per la mia “attaccatrice di bottoni” preferita, che stavolta ha miseramente fallito. Questa volta fortunatamente, dico io. All’educazione non si può rinunciare.
Al ristorante, per pranzo, abbiamo invece sempre incontrato persone assai piacevoli e della cui compagnia avremmo fatto tesoro, ma stavolta è andata così. Gli utenti del forum a bordo non hanno aderito all’invito per un incontro. Peccato.
Seconda sera al Club. Bellissima la sala con cucina a vista. Ottimo il cibo. Servizio lento e troppo elaborato: con tanti commensali il personale è insufficiente e i tempi si dilatano.
Terza sera, di gala, al ristorante giardino. Molti sono i tavoli da due, il nostro era vicino alla vetrata con vista sulla scia. Peccato che abbiamo cenato alle sette per finire presto e vedere la partita di calcio, per cui il sole era ancora bello alto e la candela accesa non faceva la sua figura. La cena è stata ottima come sempre.
Per goderci la serata italiana siamo dovuti tornare ai nostri posti di combattimento al ristorante. Nessun segnale di miglioramento se non un “sarve” a denti stretti. Ottimo spettacolo e grande partecipazione di pubblico ai famigerati trenini. Ovviamente hanno fatto eccezione i nostri due vicini, che se ne sono andati ben prima dell’inizio dei festeggiamenti…
Ultima sera, dopo il cocktail del Costa Club (foto con comandante in persona!) durante il quale è stato premiato l’imbattibile socio con oltre 1780 giorni di crociera – una sorta di figura mitologica metà uomo e metà ciminiera gialla con la C – siamo andati ancora al Giardino, con tavolo da due e servizio ancora una volta impeccabile. L’opportunità di cenare con lo stesso menu del ristorante principale in questo splendido salone con la vista sul mare è veramente un lusso che, in certi casi, non ha prezzo.
Siamo piccoli noi, ma tutto è relativo
5. Le tappe. Brevemente:
Barcelona.
Troppo breve la sosta. Siamo scesi con molta calma per prendere il bus del terminal. Con una passeggiata abbiamo raggiunto il Born, la zona che più amo della città e poi da un mercato all’altro per completare il pomeriggio con un piatto di jamon bellota da Clemen’s, al mercato della Boqueria. Ultimamente si sono moltiplicati i posti che offrono cibo ai turisti e che hanno rimpiazzato gli storici banchi del mercato Lui è da anni il nostro riferimento per un bocadillo ristoratore e lo è anche per molti che lavorano al mercato. Si trova in fondo a sinistra, consigliato.
Ritorno a piedi, con visita curiosa a una nuova attrattiva aperta in fondo alla Ramblas: un mega sexy shop che sembra una specie di ikea del sesso. Io mi sono anche un po’ vergognato… ma dovevo pur documentare.
Tranquilli sapendo che c’è lui a vegliare sui tipici borseggiatori della Ramblas
Azamara Quest e Pullmantour a Barcellona, c’era con noi anche una RCCL, mi pare Liberty of the Seas
Palma
Un bel sole ci attende, è domenica mattina e scendiamo con calma per dirigerci in spiaggia. Si sale a Porto Pi, chiuso come tutti gli altri negozi, e con 5 fermate di linea 20 siamo a Cala Mayor. Una mattina tra acqua, sabbia e sole ci voleva proprio. Ritorno in nave con il 3 e… pronti con aperitivo e pranzo al ristorante.
Ajaccio
Si scende dopo una mattina al sole e un bel pranzetto. Alla fame, si sa, non si comanda.
Almeno un contenuto culturale in tutta la crociera ci deve essere, e allora ci dirigiamo subito al Museé Fesch. Veramente interessante la collezione esposta. Mostre temporanee altrettanto considerevoli. Lo spunto è nato da una puntata di Passepartout vista su Rai 5 qualche tempo fa ed è stata un’ottima scelta. Poi lo svago ha avuto il sopravvento e ci siamo fatti un bel bagno nella spiaggia dietro la fortezza.
Ajaccio regala sempre insegne simpatiche
e tramonti coinvolgenti
Peccato che le isole sanguinarie al tramonto di sanguinare non ne volevano sapere, mi sa che per vederle insanguinate le si deve guardare da terra…
Marsiglia.
Per la prima volta in tredici crociere non sono sceso dalla nave in un porto. O meglio, sono sceso per fare acquisti ma non essendoci più i negozietti nel terminal sono risalito immediatamente. Non per la città, che a me personalmente piace girare, ma proprio per quell’approccio diverso alla crociera che ci ha fatto preferire una mattina sul ponte tra piscina (acqua gelida, ma ero praticamente da solo), sole, bibite e tranquillità che solo questa nave ha saputo regalare. Insomma, questa volta Marsiglia nulla ha potuto contro neoromantica, se in più ci mettiamo che il prezzo della navetta a 9 euro è eccessivo... sarà per la prossima volta.
Un delitto perdersi gli ultimi giorni d’estate
Insomma, in cinque giorni non abbiamo acquistato niente! Neanche un misero ricordino!
Spese a bordo: solo le mance (e tre mostruosi addobbi natalizi, residuati delle crociere del nordeuropea, in mega saldo a 0,76 euro il tris, che proprio non potevamo farci sfuggire).
L’ultima notte con i caratteristici, sinistri presagi.
La sparizione delle foto dei crocieristi
I Saloni deserti
Solo i musici e il barista che ci fanno compagnia
Noi non vogliamo tornare in cabina perché sappiamo perfettamente cosa troveremo sul letto:l’ARRIVEDERCI a SAVONA (Ufff!)
Savona
Sarà forse perché ho speso troppo poco a bordo che non volevano farmi scendere? A parte gli scherzi, a causa della registrazione manuale della carta di credito e di un malinteso (non mi hanno detto che sarei dovuto ripassare a firmare) mi sono trovato bloccato all’uscita. Prima per una signora davanti a me che risultava nella black-list (e io ridevo) e poi perché pure io risultavo essere un “ricercato”.
Ci sono voluti circa quindici minuti per definire l’addebito sulla carta ma alla fine ho potuto raggiungere la libertà e l’altra “titolare di costa card” per cui ho saldato il conto, che, lei, se l’era svignata! Sarà, ma io sarei rimasto volentieri a bordo fino a Dubai, e in più avevo ancora l’AI per tutta la mattina…
Si ritorna a casa con una stanchezza inverosimile: ci vorranno due giorni di dormite e dieta quasi ferrea per ritornare ad essere in condizioni accettabili.
In conclusione.
Avete capito da quel poco che ho scritto che sono già in attesa del ritorno a Savona della mia nave preferita e che insieme a Victoria se ne starà un bel po’ lontana.
Ah! Poterle raggiungere!
Alla prossima
Ciao
F.
1.La minicrociera.
La durata della crociera è determinante sotto molti aspetti.
E’ evidente che solo una crociera di almeno 11 notti consente lo svolgimento, con i giusti tempi, di tutte quelle attività che, unite all’integrazione nella vita di bordo, rendono la crociera un’esperienza di vacanza ineguagliabile per varietà e coinvolgimento emotivo.
Fatte le dovute rinunce soprattutto in tema di riposo, e presi taluni accorgimenti soprattutto in ordine all’itinerario da scegliere, anche le crociere di una settimana consentono di provare tutte le sensazioni che si vanno cercando. Ma una mini, come la si deve considerare?
Io sono rimasto scottato da una minicrociera di cinque giorni con Costa Mediterranea (periodo di ponte del 25 aprile) del 2010, nave stracolma e non di mio gusto, personale di servizio in grossa difficoltà, tappe troppo brevi, passeggeri iper-eccitati e code ovunque. Quella volta dissi mai più una minicrociera. Poi, l’anno scorso, ci sono ricascato con quella di posizionamento di Costa Victoria, da Trieste (per nebbia) a Savona, nel mesedi novembre: nave meravigliosa, equipaggio ben rodato dopo la stagione estiva, pochissimi passeggeri a bordo, clima spettacolare per la stagione autunnale. Mi sono dovuto ricredere. Cinque giorni, se ben fatti, possono essere anche meglio di sette.
Con questo spirito abbiamo scelto la minicrociera su Costa neoRomantica e anche perché, nell’ordine:
- la nave è un gioiello. Ci sono stato ad aprile e non vedevo l’ora di tornare a bordo;
- il cibo è ottimo, di livello superiore a tutte le altre navi su cui sono stato;
- il porto di imbarco è solo quello di origine, per cui a bordo le persone son sempre quelle;
- le soste nei porti permettevano di pranzare a bordo e non erano eccessivamente corte;
- tutte le località erano già ben conosciute, e io non avevo dunque il consueto impellente bisogno di scendere per primo dalla nave, zaino in spalla e cartina in mano;
- una simile crociera “in pantofole”, infine, ben si prestava al test dell’all inclusive (mitico extra package).
Ebbene, è andata proprio previsto. E’ stata una bellissima esperienza dove, in piccolo, abbiamo gustato tutte quelle cose che ci fanno apprezzare le crociere, quelle “vere”, che non sempre, per vari motivi, ci si può permettere di fare. La conclusione è che, se ci sarà in futuro l’opportunità di una minicrociera con determinati requisiti, non me la lascerò scappare per un questione di un giorno in più o in meno. Infatti, allo stesso prezzo avrei potuto imbarcarmi su Costa Fortuna per una mini di sei giorni ma, per quanto sopra, non ci ho pensato neppure un momento e non me ne sono pentito.
2. La nave.
Costa neoRomantica è unica nella flotta Costa. E nemmeno MSC ha nulla di paragonabile.
Molte foto di interni ed esterni le avete già viste pubblicate in altri diari, tra cui il mio di aprile. In alcuni suoi particolari, sia esterni che interni, a mio parere non ha nulla da invidiare alle navi di lusso di Silversea, Azamara e Seabourn che ho visto in fotografia, sui cataloghi e in porto.
La nave, forse, non è proprio adatta ai gusti di tutti i clienti Costa e spesso ci sono aspettative che rimangono insoddisfatte. Il teatro, ad esempio, a me non manca (agli spettacoli sono sempre riuscito a trovare posto, pur arrivando tardi, seduto al bancone del bar) ma a molti sì, e lo capisco. Anche la scelta di costruire un forno a legna da pizza su una nave, l’unico al mondo e dotato di tecnologie spaziali, è alquanto bizzarra se si considera che i più si lamentavano perché non trovavano pizza gratis a tutte le ore. Da parte mia, io cinque giorni senza pizza posso anche restare, ma capisco pure questo.
Venendo però alle cose importanti, quelle che distinguono una crociera da un’abbuffata di cibo e la rendono un viaggio per mare, vi mostro la vista dal balcone della mia cabina al ponte 6.
Incredibile!
Si vede il mare, lì, quasi a portata di mano. Si sentono il rumore e i profumi del mare. E arrivano pure gli schizzi!
Durante la prima notte, in cui la nave ballava dolcemente abbozzando un inchino al golfo del Leone, mi sono affacciato alla finestra: il vetro era bagnato. Allora travestito da nostromo (quello del tonno, non il simpatico forumista) con la cerata sul pigiama e il cappello in testa sono uscito sul balcone a prendermi qualche secchiata d’acqua. Che soddisfazione direte voi! Io avevo però la sensazione piena di essere finalmente su una nave. Cosa che spesso mi capita di non avere.
Il comportamento di cui sopra, lo ammetto, è un po’ stravagante, ma assai di meno lo è quello di affacciarsi al mattino dal balcone e, appena alzati, godersi il primo sole ricevendo sul viso qualche goccia di acqua salata. In fondo, io sono lì per quello. Anche se la colazione in cabina non è più compresa nel prezzo ma solo a pagamento.
Le cabine con balcone al ponte 6 sono, per i motivi di cui sopra, fortemente consigliate.
3. l’all inclusive, “EXTRA PACKAGE”.
Cinque miseri giorni e soste con pranzi e cene sempre a bordo mi hanno fatto decidere che l’esperimento poteva essere fatto. Le perplessità circa la sua convenienza non erano certo per me, che sono abituato a bere vino ai pasti e che, in vacanza, l’aperitivo lo prenderei volentieri ma piuttosto per chi viaggia con me, che è totalmente astemia. E che, pur ingurgitando acqua come un cammello, non apprezza le marche servite in bottiglia sulla nave… e preferisce il dispenser. Ma se qui non c’è cosa ne posso io!!!! Stavolta però abbiamo provato, e la foto dimostra la quantità di scontrini prodotta da noi due in soli cinque giorni. E mancano pure quelli del giorno dello sbarco.
A titolo di esempio (i conti li potete fare voi):
- è bello uscire dalla cabina e fiondarsi al bar centrale per un caffè e una spremuta d’arancio gustando quei bei minipasticcini. E poi, con calma, solo se è il caso, spostarsi al ristorante (sempre con un servizio impeccabile) per la colazione per proseguire, ma già ben riallineati con il mondo.
- una cocacola a metà mattina mentre si prende il sole la si può anche bere e magari dell’acqua;
- se fa tanto caldo anche una birretta, magari prima dell’aperitivo. Qui ci si può veramente sbizzarrire con la scelta…. ma lei prendeva solo il succo di pomodoro. Bah!
- naturalmente a pranzo e a cena birra o vino (quest’ultimo al bicchiere, non di gran qualità naturalmente) e acqua sono d’obbligo (bastava esibire la tessera e niente scontrini. Ecco perché son così pochi in foto!);
- caffè dopo i pasti al bar, e anche a metà pomeriggio all’aperto;
- un primo aperitivo prima di tornare in cabina a cambiarsi e poi un prosecco, magari vedendo la fine dello spettacolo;
- dopo cena venivano le dolenti note: dopo il caffè, per accompagnare un buon sigaro toscano, la gentilissima cameriera del cigar lounge portava una grappetta ….e poi la frutta dalla cascata di cioccolato …e una sera pure la torta sacher mi son mangiato.
Non è corretto farne dunque una sola questione di costi, ma anche di circonferenza addominale e di fegato… cinque giorni così vanno ancora bene, di più non lo so.
Quello che è certo è che l’EXTRA mi ha cambiato l’approccio alla nave. Diversamente dal solito ho frequentano i vari bar ai diversi orari del giorno, anche solo per il caffè o la spremuta, e così ho fatto conoscenza con i baristi, molto bravi a reggere a veri assalti negli orari di punta (molti erano quelli con l’A.I.) che si sono meritati una piccola mancia sin dai primi giorni.
Sapere di poter prendere ciò che si desidera senza starne a guardare il costo rende la crociera più rilassante. Basta non eccedere e stressarsi a calcolare quanto si è consumato durante il giorno per capire se il pacchetto conviene o no, e magari strafogarsi oltre che di cibo pure di liquidi, perché altrimenti siamo punto e a capo!
4. i ristoranti.
La prima sera al ristorante principale. Il tavolo è da quattro ma i nostri commensali creano una barriera invisibile: va bene essere riservati, ma uno sforzo per rispondere al saluto e fare almeno un sorriso… trattasi di sconfitta epocale per la mia “attaccatrice di bottoni” preferita, che stavolta ha miseramente fallito. Questa volta fortunatamente, dico io. All’educazione non si può rinunciare.
Al ristorante, per pranzo, abbiamo invece sempre incontrato persone assai piacevoli e della cui compagnia avremmo fatto tesoro, ma stavolta è andata così. Gli utenti del forum a bordo non hanno aderito all’invito per un incontro. Peccato.
Seconda sera al Club. Bellissima la sala con cucina a vista. Ottimo il cibo. Servizio lento e troppo elaborato: con tanti commensali il personale è insufficiente e i tempi si dilatano.
Terza sera, di gala, al ristorante giardino. Molti sono i tavoli da due, il nostro era vicino alla vetrata con vista sulla scia. Peccato che abbiamo cenato alle sette per finire presto e vedere la partita di calcio, per cui il sole era ancora bello alto e la candela accesa non faceva la sua figura. La cena è stata ottima come sempre.
Per goderci la serata italiana siamo dovuti tornare ai nostri posti di combattimento al ristorante. Nessun segnale di miglioramento se non un “sarve” a denti stretti. Ottimo spettacolo e grande partecipazione di pubblico ai famigerati trenini. Ovviamente hanno fatto eccezione i nostri due vicini, che se ne sono andati ben prima dell’inizio dei festeggiamenti…
Ultima sera, dopo il cocktail del Costa Club (foto con comandante in persona!) durante il quale è stato premiato l’imbattibile socio con oltre 1780 giorni di crociera – una sorta di figura mitologica metà uomo e metà ciminiera gialla con la C – siamo andati ancora al Giardino, con tavolo da due e servizio ancora una volta impeccabile. L’opportunità di cenare con lo stesso menu del ristorante principale in questo splendido salone con la vista sul mare è veramente un lusso che, in certi casi, non ha prezzo.
Siamo piccoli noi, ma tutto è relativo
5. Le tappe. Brevemente:
Barcelona.
Troppo breve la sosta. Siamo scesi con molta calma per prendere il bus del terminal. Con una passeggiata abbiamo raggiunto il Born, la zona che più amo della città e poi da un mercato all’altro per completare il pomeriggio con un piatto di jamon bellota da Clemen’s, al mercato della Boqueria. Ultimamente si sono moltiplicati i posti che offrono cibo ai turisti e che hanno rimpiazzato gli storici banchi del mercato Lui è da anni il nostro riferimento per un bocadillo ristoratore e lo è anche per molti che lavorano al mercato. Si trova in fondo a sinistra, consigliato.
Ritorno a piedi, con visita curiosa a una nuova attrattiva aperta in fondo alla Ramblas: un mega sexy shop che sembra una specie di ikea del sesso. Io mi sono anche un po’ vergognato… ma dovevo pur documentare.
Tranquilli sapendo che c’è lui a vegliare sui tipici borseggiatori della Ramblas
Azamara Quest e Pullmantour a Barcellona, c’era con noi anche una RCCL, mi pare Liberty of the Seas
Palma
Un bel sole ci attende, è domenica mattina e scendiamo con calma per dirigerci in spiaggia. Si sale a Porto Pi, chiuso come tutti gli altri negozi, e con 5 fermate di linea 20 siamo a Cala Mayor. Una mattina tra acqua, sabbia e sole ci voleva proprio. Ritorno in nave con il 3 e… pronti con aperitivo e pranzo al ristorante.
Ajaccio
Si scende dopo una mattina al sole e un bel pranzetto. Alla fame, si sa, non si comanda.
Almeno un contenuto culturale in tutta la crociera ci deve essere, e allora ci dirigiamo subito al Museé Fesch. Veramente interessante la collezione esposta. Mostre temporanee altrettanto considerevoli. Lo spunto è nato da una puntata di Passepartout vista su Rai 5 qualche tempo fa ed è stata un’ottima scelta. Poi lo svago ha avuto il sopravvento e ci siamo fatti un bel bagno nella spiaggia dietro la fortezza.
Ajaccio regala sempre insegne simpatiche
e tramonti coinvolgenti
Peccato che le isole sanguinarie al tramonto di sanguinare non ne volevano sapere, mi sa che per vederle insanguinate le si deve guardare da terra…
Marsiglia.
Per la prima volta in tredici crociere non sono sceso dalla nave in un porto. O meglio, sono sceso per fare acquisti ma non essendoci più i negozietti nel terminal sono risalito immediatamente. Non per la città, che a me personalmente piace girare, ma proprio per quell’approccio diverso alla crociera che ci ha fatto preferire una mattina sul ponte tra piscina (acqua gelida, ma ero praticamente da solo), sole, bibite e tranquillità che solo questa nave ha saputo regalare. Insomma, questa volta Marsiglia nulla ha potuto contro neoromantica, se in più ci mettiamo che il prezzo della navetta a 9 euro è eccessivo... sarà per la prossima volta.
Un delitto perdersi gli ultimi giorni d’estate
Insomma, in cinque giorni non abbiamo acquistato niente! Neanche un misero ricordino!
Spese a bordo: solo le mance (e tre mostruosi addobbi natalizi, residuati delle crociere del nordeuropea, in mega saldo a 0,76 euro il tris, che proprio non potevamo farci sfuggire).
L’ultima notte con i caratteristici, sinistri presagi.
La sparizione delle foto dei crocieristi
I Saloni deserti
Solo i musici e il barista che ci fanno compagnia
Noi non vogliamo tornare in cabina perché sappiamo perfettamente cosa troveremo sul letto:l’ARRIVEDERCI a SAVONA (Ufff!)
Savona
Sarà forse perché ho speso troppo poco a bordo che non volevano farmi scendere? A parte gli scherzi, a causa della registrazione manuale della carta di credito e di un malinteso (non mi hanno detto che sarei dovuto ripassare a firmare) mi sono trovato bloccato all’uscita. Prima per una signora davanti a me che risultava nella black-list (e io ridevo) e poi perché pure io risultavo essere un “ricercato”.
Ci sono voluti circa quindici minuti per definire l’addebito sulla carta ma alla fine ho potuto raggiungere la libertà e l’altra “titolare di costa card” per cui ho saldato il conto, che, lei, se l’era svignata! Sarà, ma io sarei rimasto volentieri a bordo fino a Dubai, e in più avevo ancora l’AI per tutta la mattina…
Si ritorna a casa con una stanchezza inverosimile: ci vorranno due giorni di dormite e dieta quasi ferrea per ritornare ad essere in condizioni accettabili.
In conclusione.
Avete capito da quel poco che ho scritto che sono già in attesa del ritorno a Savona della mia nave preferita e che insieme a Victoria se ne starà un bel po’ lontana.
Ah! Poterle raggiungere!
Alla prossima
Ciao
F.