Benissimo, perfetto...non volevo fare lo sbruffone, beninteso, solo non mi andava di perdere tempo, ma se a qualcuno interessa continuo con piacere!
Eravamo rimasti a Safaga, il porto dal quale siamo partiti per Luxor e Valle dei re. Per chi dovesse fare questa escursione ricordi e si programmi 4 ore di pullman all'anda e altrettanto alla rianda...e anche toste!
Da Safaga siamo ripartiti tornando un po' indietro, infatti siamo risaliti verso nord entrando nel golfo di Aqaba. Al fondo di questo stretto golfo e nel giro di pochissimi chilometri si trovano le frontiere di ben 4 stati, tra l'altro non molto.....omogenei tra loro (!): Egitto, Israele, Giordania e Arabia Saudita. In particolare il fondo del golfo, una sorta di
cul de sac è rappresentato da due città, praticamente unite tra loro, ma in realtà assai distanti.....Ei Lat, israeliana e Aqaba, giordana. Attracchiamo ad Ei Lat dove si trovano stoccate migliaia di auto nuove provenienti da Giappone e Corea in attesa di essere reimbarcate per il Mediterraneo. Da Ei Lat partiamo per l'escursione a Masada e Mar Morto che io ho trovato magnifica. Masada, in sintesi, è una rocca dove nel 74 d.C. vivevano poco meno di 1000 ebrei tenuti sotto assedio dai Romani. Quando questi ultimi riuscirono a forzare l'assedio e a penetrare le mura di Masada trovarono unoi spettacolo tremendo: tuta la popolazione si era sottoposta ad un incredibile suicidio collettivo pur di non consegnarsi loro. Alla rocca si accede, oggi, con una comoda funivia.
Le modalità del suicidio di massa furono queste: vennero sorteggiati i nomi di 10 uomini che avrebbero ucciso tutti gli altri togliendosi, alla fine, anche le loro vite. Il sorteggio fu effettuato scrivendo tutti i nomi su cocci rotti di vasi. Questi sono copie, ma al museo ci sono gli originali:
Dopo la visita a Masada siamo andati a fare un tuffo nel Mar Morto (non ho foto) o meglio ci hanno raccomandato di non fare tuffi per non prendere schizzi negli occhi. Io, solo per essermi strusciato con le mani, ho avuto un bruciore agli occhi tremendo, oltre al sapore amarissimo che non è descrivibile. Comunque è divertente questa ipergalleggiabilità. In effetti la cosa più difficile nel fare il morto nel Mar Morto è buttare giù le gambe che non ne vogliono assolutamente sapere e tendono a tornare in su!
Abbiamo passato la notte ad Ei Lat e la mattina dopo la nave ha fatto una bella navigazione di circa un miglio (!) per attraccare ad Aqaba. Da li partenza per Petra, la cui bellezza è assolutamente indescrivibile. Abbiamo conosciuto Petra in una situazione un po' particolare....con un freddo birbone. Per arrivare si attraversa un passo a 1500 mt di altezza dove i pullman hanno fatto una sosta e dove centinaia di persone si sono precipitate nel bazaar alla ricerca di indumenti pesanti. Freddo e nebbia erano terribili. Arrivati a Petra niente nebbia ma vento freddissimo che si incanalava lungo il Sik, il profondo canyon lungo circa 1300 metri che conduce al Tesoro di petra.
Anche qui ci sono state una serie di polemiche con addirittura la richiesta di firme per una petizione scritta, affinchè ci fossero resi i soldi dell'escursione in quanto non avvertiti del freddo. Ora, nel today del giorno precedente c'erno scritte le previsioni min. e max. di temperatura, si faceva riferimento al fatto che avremmo superato un passo a 1500 metri d'altezza, se la gente è venuta in pantaloni corti e maglietta, non c'è che dire....sono dei veri ed autentici co....ni!
Si parte da Aqaba la sera con direzione sud, si traversa il golfo omonimo entrando in Mar Rosso che percorreremo tutto con davanti a noi 5 bellissimi giorni di relax balneare. Ecco mia moglie che si uccide dalla fatica...
Ecco dei particolari poco consueti: per molti giorni, tutti quelli occorrenti a percorrere il Mar Rosso e quelli occorrenti a costeggiare Yemen e Oman, la nave ha viaggiato in regime di semioscuramento notturno (che dispiacere vedere il fumaiolone giallo spento e non avere il gran pavese...) e con le manichette stese e in pressione al ponte lance.
Attracciamo dopo 5 giorni nella prima delle tre soste fatte in Oman. L'ultima era imprevista, ma aggiunta visto il cambio al quale ho fatto riferimento.
L'Oman è stato la vera sorpresa di questo viaggio. Le altre mete sono giustamente famose per la loro arcinota bellezza, mentre questa nazione è ancora del tutto sconosciuta. Sarebbe lungo raccontare cosa è successo laggiù dal 1970, ma conviene fare un piccolo riassunto: fino al '70 l'Oman era nella più completa e totale desolazione, gli unici prodotti venduti erano incenso e datteri. La popolazione era soggetta al coprifuoco notturno, non esistevano ne radio ne televisione, i chilometri di strada asfaltata in tutta la nazione (grande come l'Italia) erano 8 (si...proprio otto!!) e i posti letto in ospedale, sempre in tutta la nazione non arrivavano a venti, le scuole erano tre! Il sultano non voleva che esistesse la benché minima apertura con l'Occidente nè con altri stati in genere. Nel '70 il figlio del Sultano rovescia il padre e lo esilia, da quel momento tutto cambia, ovviamente mercé il petrolio ma anche per la guida assolutamente illuminata di quest'uomo che è assolutamente venerato e a cui tutto è intestato (anche il porto si chiama "Porto Sultan Kabooz") Sono state fatte strade, scuole, università, si è provveduto a costruire enormi impianti di dissalazione dell'acqua, sono state regalate le case ai meno abbienti ecc. ecc. In più è stato da poco fondato il Ministero del Turismo e quest'ultimo sta divenendo una risorsa non indifferente per l'economia Omanita. Ecco l'arrivo a Salalah, importante porto commerciale dove, tra l'altro, facciamo bunkeraggio (qui il carburante costa poco.....)
Andiamo a vedere un pezzo di costa Omanita, stupenda:
Un giusto e garbatissimo monito dedicato ai turisti:
Sarei curioso di sapere quanti sanno cosa sia questo stento alberello