Riduzioni di qua e riduzioni di la (foto a parte), rendono meno costose e più accessibili le crociere, ma possono anche ridurre gli investimenti per nuove future costruzioni o portare al collasso quelle esistenti. Se poi guardiamo qualcuna delle piccole in difficoltà economica, come riportato in altro argomento, siamo sicuri sarà una via percorribile a lungo termine o solo legata ad una questione contingente di sopravvivenza? La parola a Felix.
Rodolfo, mi sopravvaluti.
Ci provo.
Oggi a soffrire sono soprattutto le compagnie piccole di fascia low/Mass (cannibalizzate dalle grandi che sono in grado di fornire ciò che il crocierista di "nuova generazione" chiede, balconi e navi grandi) con navi di una certà età e compagnie con forte connotazione locale (Spagna, Portogallo ma anche Grecia e Cipro).
Avendo un naviglio vetusto, dovrebbero investire, ma non hanno le risorse. Destinate a sopravvivere, morire o a venir comprate.
Per le major mass-market (Costa-Msc-Royal etc.), la competizione sarà sempre più basata sul prezzo. Non torneranno mai ai livelli di marginalità di prima (non in termini di valore, ma come margine/letto), il processo è ormai irreversibile. Le aragoste non torneranno più su una nave da crociera mass.
Non vuol dire sopravvivere, ma vuol dire essere ancora più attenti ai costi (ed anche le ultime pubblicazioni, vedi quelle postate da Dr.Pianale, ma anche tanti pareri di utenti del forum dicono questo), ed essere "condannati" alla crescita.
Ciò non precluderà gli investimenti futuri (ma non al ritmo degli anni precedenti) perchè innovare e costruire nuove navi è ormai parte della competizione vera e propria.
Tutti sono alla conquista dell'Europa (che, a differenza di quello Americano, non è un mercato saturo), ma l'Europa stessa attraversa un momento difficile.
Ma anche noi andremo sempre più verso un mercato "americanizzato", con una vita media per nave più bassa di quella attuale in Europa.
Premium: stiamo assistendo ad un "potenziale" appiattimento verso le mass. Non in termini di servizio, ma di prezzo. Questo nel breve, ma nel lungo e' un rischio. Hanno navi medio-grandi, e devono riempirle anche loro, pur nel contesto attuale. Attenzione a non perdere identità, ed ai rischi nel perdere marginalità.
Lux: alti e bassi, ma è un segmento che non và in crisi quasi mai, e non ha problemi di posizionamento e d'identità.
Nel caso di Ibero, se tagli il prezzo delle escursioni del 40%, o la vendi da un punto di vista comunicazionale come promozione temporanea, oppure è difficile riportarle in futuro, dopo 2 o 3 anni, ad un +40%.
Su Ibero, la vedo come una contingenza per la sopravvivenza (mamma Carnival non può provvedere all'infinito). Una mossa difensiva per ora. Più eclatante sicuramente di altre piccole mosse gestionali da parte di altri che sono meno percepibili.
In Spagna si vive letteralmente alla giornata (e non solo li), Royal ne sa qualcosa (oltre ad Ibero).
In definitiva Rodolfo, in sintesi, rispondo alla tua domanda: boh!

Ma, osservando la realtà, sono portato a pensarla come ho scritto.
Scenario ottimistico, ma più competitivo, più "aspro", scenario nettamente diverso da quello che chi va in crociera da 30 anni era abituato a vedere, e che già non vede più.
Post nettamente OT, lo riconosco (da almeno 7 punti di penalità), per cui mi scuso ed approfitto per salutare tutti, ci vediamo alla scadenza del ban!
Un saluto