Epilogo.
Chiudo piano la porta di quella che, per diciotto giorni, è stata la nostra camera.
La nostra casa direi, visto che è stato il luogo in cui abbiamo potuto riordinare i pensieri alla fine di ogni giornata.
Ho lo sguardo basso, premo con la mano sulla maniglia e chiudo. Penso a quante camere d'hotel e cabine di navi ho chiuso in una intera vita.
Momento per me particolarmente sofferto.
Perché comunque sia andato il viaggio, quella porta che si chiude, che chiudo, diviene sempre il simbolo della fine di un capitolo di questa mia vita terrena.
Sento la solita stretta allo stomaco.
Chiudo gli occhi per un istante, e quell' istate si riempie subito di immagini, colori, sorrisi regalati e ricambiati. Di sole e di freddo. Di neve e di pioggia. Di oceani e ghiaccio, di cieli e vento. E di odori, quelli che mi riporteranno meglio, a distanza di anni, a questi luoghi, quelli che, in qualsiasi parte io mi troverò in futuro, appena li risentirò, mi catapulteranno in questo viaggio, in questo tempo, questa nostra incredibile illusione.
Ho la sensazione di essere partita mille giorni fa, e allo stesso tempo di non essere mai partita ma di essere naturalmente parte di ogni dove.
...Pioggia si...come quella di oggi a New York, che cade fitta come lacrime che spesso scorrono sul mio viso quando l'emozione è tanta, e non è più possibile descriverla a parole.
E torno a casa.
Ed ogni volta che torno peso un po' di più.
Di cibo buono che mi sono concessa, di terre nuove su cui ho camminato, di mani strette di altri popoli. Di occhi belli che hanno incrociato i miei, occhi di ogni forma e colore.
Di labbra che si sono schiuse in una conversazione o in una sonora risata che mi ha fatto rinascere bambina.
Perché c'è tanta gente bellissima al mondo, che crede nei miracoli delle cose buone, uno scambio energetico dei cuori che ti rinvigorisce più di mille caffè bevuti tutti insieme.
È un peccato che tutto questo, spesso, passi inosservato.
Non per me che osservo l'impossibile di ciò che ognuno ha dentro. Allora non mi accorgo delle scarpe, dei vestiti, ma vedo bene il colore dell'anima di ognuno, e amo fidarmi di ciò che sento.
Mi arriva puntuale l'universo.
Allora tutto diviene immenso.
Si espande.
Sento che da sempre io abito tutto il mondo, la gente che incontro, gli animali che amo e che ogni volta mi riempiono il cuore.
Io sono il mondo. Ne sono certa, lo respiro.
Torno a casa...ancora una volta mi percepisco cambiata, che viaggiare vuol dire percorrere chilometri ma camminare te stesso.
La pellicola di questo viaggio scorre rapida dall'inizio. A quando tutto questo sembrava impossibile. Ad adesso, che tutto si è compiuto.
Mi giro indietro, camminando veloce tra bagagli e persone che cercano la propria strada, dopo averne percorsa un tratto insieme.
In questo caos bellissimo sorrido, guardo il cielo, e nel profondo silenzio di me stessa ringrazio Dio, qualsiasi Dio esso sia, di avermi concesso il coraggio di guardare nell' ignoto e di essermici buttata dentro senza alcun rimpianto.
Adesso tutto diviene preghiera.
Islanda, Groenlandia, Canada, New York
Settembre 2023
Grazie a tutti per averci seguito.