Eccomi! Inizio col dire che questa volta il forum non mi è stato molto d’aiuto per pianificare i nostri giorni di vacanza. La sezione riservata agli scali è poco aggiornata e non contiene un alto numero di informazioni. Spesso, purtroppo, sono anche sbagliate. Cercherò di integrare, per quanto possibile. Ho letto però un paio di interessanti diari di viaggio e completato il tutto grazie a San Google. Reperire informazioni per questi scali non è decisamente cosa facile, soprattutto se si parla di trasporti. Non mancherà un capitolo riservato ai miei giudizi sulla nave, non preoccupatevi.
Anyway, l'attesa non è stata molta. Prenotato il viaggio circa 10 giorni prima della partenza in super last minute in combinazione volo + crociera. Volo Alitalia da Milano Malpensa su Fiumicino e poi diretto su Buenos Aires. Comfort Alitalia praticamente inesistente. 13 ore e mezza dopo la partenza da Roma (senza poter usufruire dello schermo posto davanti al sedile del nostro A330, causa malfunzionamento) siamo giunti a destinazione. L'aeroporto internazionale di Buenos Aires (Ministro Pistarini) è situato a circa 22km dal centro città. Il raggruppamento è stato abbastanza, per non dire molto, caotico. 3 o 4 aerei sono arrivati quasi in contemporanea, una sola persona a smistare la gente per nazionalità. Ogni autobus aveva una guida. Considerato il traffico dell'ora di punta ed il mini giro panoramico abbiamo impiegato circa 50 minuti per arrivare al terminal crociere. Per chi volesse comprare il volo in autonomia c'è da considerare che l'aeroporto non è servito perfettamente con il centro città. Sono ovviamente presenti i taxi fuori dalla struttura ma so di per certo che esiste almeno un autobus che con circa 10 dollari vi preleva e vi porta in centro. Non avendo necessità in questo senso non mi sono informato con precisione. Gli argentini parlano spagnolo, se ne trovate uno che parla un minimo di inglese tenetevelo stretto (questa è una costante che ci ha accompagnato per tutto il viaggio, soprattutto in Brasile).
Visto il tipo di itinerario ed il numero di giorni, il target per questa crociera era ed è riservato in prevalenza ad arzilli pensionati di età minima compresa tra i 65 ed i 75 anni con picchi riservati a Gold Pearl di età vicina o superiore ad 85 anni. Famiglie poche e giovani ancora meno. Ci siamo aggregati agli animatori. Ragazzi che non ci hanno nascosto lo stupore (e la contentezza) nel vederci imbarcati su una nave che pareva, testuali parole, una casa di riposo! Nazionalità differenti. Come al solito presenti i soliti tedeschi e spagnoli. Un minimo numero di americani. La maggior parte dei clienti proveniva dall’Argentina e dal Brasile. Noi italiani eravamo circa 400 su 2800 ospiti imbarcati. Nave decisamente NON a pieno carico, meglio per noi.
Fortunatamente siamo arrivati tra i primi al terminal. Non erano presenti i dispenser di bevande, pochi tavoli a disposizione. Il posto a sedere non mancava, l'area è nuova e ben strutturata. Prelevato il tagliando numero 3 non abbiamo dovuto aspettare molto per imbarcarci. Il trasporto dal terminal alla nave viene effettuato mediante una serie di autobus che fanno avanti e indietro gratuitamente. Sono ex autobus di linea che riutilizzano a questo scopo all'interno del porto. Favolosa ci aspettava in mezzo ai container. Notevole cornice che ha come sfondo il quartiere nuovo della Capitale. Dai ponti alti della nave si riesce infatti a vedere Puerto Madero.
La camera non era pronta. Abbiamo approfittato per andare al buffet al ponte 9 a pranzare e riservare il pacchetto Samsara per tutti e 21 i giorni di crociera (scriverò un capitolo a parte per questo servizio, capirete in seguito il perché). Cambio veloce di vestiti e subito fuori per goderci a pieno il primo giorno in terra straniera. Ci aspettavano clima ventilato, un bel sole e circa 23°C di media. Altri 2 ragazzi si sono voluti unire a noi, si fa da subito amicizia.
Circa 800 metri (a piedi) separano il terminal da Retiro, una delle stazioni dei treni di linea (e della metropolitana) presenti in città. Ci siamo subito resi conto del fatto che necessitavamo di moneta locale. Difficilmente accettano carte di credito (a dire il vero quasi mai). Ci siamo quindi diretti verso Calle Florida, una delle vie principali della città, lunga circa un km. Impressionante il numero di persone che cercano di cambiare pesos con euro\dollari. Tra questi, sono sicuramente presenti i soliti truffatori, ma mi è stato detto che è una pratica molto diffusa anche dalla gente comune da quando è stata svalutata la moneta per cercare di rialzare l'economia del posto. Il cambio viene infatti effettuato alla luce del sole e davanti alla polizia senza alcun problema.
Nonostante non venga riportato nulla per quanto riguarda la sicurezza in questa parte della città, conviene tenere, come in tutte le parti del mondo, gli occhi bene aperti. Purtroppo noi europei siamo bersagli facili e capita spesso di sentirsi osservati. Se per caso vi trovate a passare in una via piena di negozi e negozietti (in gran parte souvenir) con gente a destra e a manca che urla "cambio, cambio,... casa de cambio", state pur certi che vi trovate in Calle Florida. Per evitare problemi ci siamo affidati ad un cambio ufficiale. Richiedono il passaporto che però ci è stato requisito appena entrati in nave (e riconsegnato con l'arrivo in Europa). Fortunatamente avevamo dietro una fotocopia che "garantiva" per noi. Entrati in possesso di qualche pesos abbiamo continuato a passeggiare fino ad arrivare a Plaza de Mayo. Davanti a noi, la Casa Rosada, sede centrale del potere esecutivo della Repubblica Argentina.
Da qui, diretti verso l’obelisco per prendere la linea C della metropolitana (5 pesos a ticket per persona, per viaggio) in direzione Costituciòn. La metro è ben servita. Tante linee, treni ogni 5 minuti. Le carrozze vecchie, il caldo afoso e la concentrazione di persone non ci hanno fatto godere a pieno i 15 minuti che ci separavano dalla nostra destinazione. Occhi MOLTO aperti. Portafoglio nelle tasche interne e macchine fotografiche in borsa, NON siamo a New York. Da Costituciòn (non un bel quartiere devo dire), a piedi verso la nostra prossima tappa, La Boca!
Ci siamo accorti che pur parlando spagnolo la gente evita il contatto. Spesso e volentieri, pur volendo chiedere una semplice informazione, bisogna in qualche modo insistere ed in alcuni casi rincorrere le persone. Fortunatamente abbiamo trovato un signore (manco a dirlo, di origine italiana) gentilissimo, che in un primo momento ci ha sconsigliato di andare vista l’ora, ed in seconda battuta ha deciso di accompagnarci. Una grande gioia per noi in quanto si è rivelata una guida di tutto rispetto. Incontri che danno un valore aggiunto al viaggio.
In poco tempo ci siamo trovati davanti alla Bombonera, lo stadio del Club Atlético Boca Juniors, squadra che ha dato fama a El Pibe de Oro, Diego Armando Maradona. Grazie al nostro cicerone siamo riusciti ad entrare, una vera chicca per chi è appassionato di calcio.
Abbiamo poi proseguito verso il Caminito. La strada\museo che caratterizza questa zona. E’ una via pedonale, da qui il nome. Particolarmente interessante per le case colorate che compongono il quartiere. Davanti al famoso locale omonimo spesso si balla il tango. La vernice usata per colorare le case era la stessa che usavano per le barche del porto sul quale finisce la via. Quest’ultimo non ha più scopi commerciali, viene usato per lo più da privati. Il distretto è stato creato dagli immigrati europei, in maggior numero genovesi. Nel tempo si sono susseguite diverse etnie, specialmente dell’est europa.
Attualmente è un quartiere abitato da sud americani provenienti in gran parte da Ecuador, Bolivia,Uruguay,… Fino alle 3 del pomeriggio la zona è molto turistica, complice la luce del sole. Da una certa ora in poi il quartiere cambia faccia ed il degrado si nota vistosamente. Le strade si svuotano, i locali chiudono e gente non proprio raccomandabile gira per le vie. Imperdibile tappa in ogni caso se si passa da queste parti.
Mi rendo conto che le foto postate non rendono giustizia; purtroppo siamo arrivati al tramonto. Sono convinto che se visitata di mattina sia tutta un’altra cosa (buona scusa per tornare). Il tempo è volato. L’intenzione era quella di riprendere la metro per tornare alla base ma vista l’ora abbiamo optato per un (radio) taxi (50 pesos, divisi tra 4 persone).
Quella stessa sera abbiamo conosciuto il nostro cabin steward Lucas, un ragazzo brasiliano di 26 anni con già moglie e figlio di 3 anni a carico. Veramente un numero uno. Sempre sorridente, sempre disposto a parlare con gli ospiti. Davvero sprecato per il lavoro che fa in quanto parla perfettamente l’inglese e molto bene spagnolo ed italiano (oltre ovviamente al portoghese). Ci ha raccontato che alla sera, quando finisce il suo turno, che già di per sé è massacrante, torna in cabina e studia le lingue, la sua vera passione. Davvero un ragazzo da ammirare, spero abbia la possibilità di emergere in qualche modo e passare di livello perché se lo merita.
Il primo di una serie di spettacoli..
Il giorno dopo mi sono svegliato di buon’ora, appena in tempo per fotografare l’alba.
Il nostro itinerario prevedeva Calle Florida per cartoline e magneti, il palazzo del congresso e Puerto Madero. Percorrendo l’Avenida de Mayo siamo riusciti a dare un’occhiata al Gran Cafè Tortoni e fare una sosta fotografica al monumento dedicato alle cascate Iguazú. Il palazzo del congresso è imponente. Ricorda, in piccolo, quello di Washington. Belle anche le fontane davanti alla struttura.
Dietrofront verso la nuova zona commerciale. Il quartiere in questione è stato completamente bonificato. Il tassista ci ha raccontato che non molto più di 20 anni fa si doveva girare con il fucile per esser sicuri. Attualmente rappresenta la parte più ricca e moderna della città. Grattacieli, ristoranti, l’università pubblica. Davvero un’altra faccia rispetto ai quartieri storici. Abbiamo potuto vedere il Ponte de la Mujer (del famoso architetto Calatrava) e la Fregata Sarmiento.
Il nostro tempo è terminato. Metropolitana in direzione Retiro e via verso Favolosa. Pranzo e partenza. Totale della spesa per i trasporti, per 2 persone (esclusi souvenir), 5 euro!
Siamo rimasti particolarmente colpiti da Buenos Aires. Non viene pubblicizzata abbastanza ed abbastanza bene. Per molti aspetti mi ha ricordato Città del Messico. Merita decisamente qualche giornata in più rispetto alla toccata e fuga offerta dalla crociera. Ritorneremo sicuramente!
Un giorno di navigazione e poi quella che doveva essere la tappa più importante: Rio de Janeiro.
A presto,
Marco