Andiamo con ordine, gli spunti di riflessione che scaturiscono da quello che scrivi sono interessanti, ma complessi da spiegare.
Parliamo di borsa, e cerchiamo di capire, partendo dalla citazione sopra, il perchè è utile che ci sia e i motivi per cui non è detto che sia la "vera colpevole" della situazione di crisi ed instabilità.
Un'azienda, per finanziare la propria crescita o semplicemente per finanziare un'idea innovativa, in assenza di capitali propri si rivolge al "mercato dei capitali".
I principali attori di questo mercato, semplificando, sono banche (tramite prestiti), obbligazionisti (sempre tramite prestiti onerosi, ma qui, al contrario della singola banca, ci sono una pluralità di soggetti), ed azionisti (attraverso il mercato borsistico, ed a loro volta possono essere risparmiatori, banche, aziende etc.)).
Le differenze sono sostanziali. Nel primo caso e nel secondo, il rapporto è semplicemente tra creditore e debitore, il creditore valuta l'affidabilità di chi gli sta chiedendo i soldi, decide di erogare il prestito (che può essere con garanzie, ipoteche etc.) a fronte di un ritorno, dilazionato nel tempo, ad un certo tasso di interesse. Il creditore in questi casi non entra nel merito delle strategie aziendali, a lui interessa recuperare il capitale investito e che questo sia adeguatamente remunerato nel tempo attraverso il tasso d'interesse. Ovviamente, per il debitore che riceve i soldi, tutto ciò che è "ricavo" per il creditore (interesse), diventa per lui un costo.
Quindi indebitarsi COSTA.
Un'azienda che invece decide di quotarsi in borsa, di fatto, cerca soci. Che vuol dire? Vuol dire che gli azionisti che compreranno una quota di capitale diventeranno "proprietari" dell'azienda in proporzione alla quota acquisita. Questo cosa comporta? Comporta la partecipazione attraverso gli organi societari (assemblea dei soci, elezione Consiglio d'Amministrazione etc.) alla vita stessa dell'azienda. Dove sta il guadagno per l'azionista? oltre ad avere uno "status giuridico" ben diverso rispetto all'obbligazionista, il guadagno potenziale sta’ nella ripartizione degli utili (dividendi) che l'azienda genererà nel tempo grazie all'apporto del capitale. Svantaggi? All'azionista fà capo "il rischio d'impresa" (può rimetterci tutto sostanzialmente...). Vantaggi e svantaggi per l'azienda che si quota? Finanziare a COSTO ZERO la propria crescita, a fronte però di una ripartizione degli utili generati. Ed in presenza di scelte strategiche azzeccate, si intuisce che i vantaggi ricadrebbero su una pluralità di soggetti ben più ampia (l'effetto opposto è che anche gli effetti negativi come le perdite avrebbero ripercussioni negative "a tappeto").
Di base, più opzioni si hanno all'interno del mercato dei capitali, meglio è per le aziende: avendo più scelte, possono ottimizzarle in relazione alle loro esigenze. E dietro c'è comunque una strategia, la produzione o lo sviluppo di qualcosa di concreto, che non solo può generare dividendi, ma anche occupazione e benessere.
Quindi, i principi di base dell’esistenza delle borse sono assolutamente benefici e positivi.
Ma la borsa non è solo questo.
La borsa è un mercato dove si eseguono scambi e transazioni, il cui scopo non è solo il dividendo, ma anche la realizzazione dei cosidetti "capital gains". Oggi compro azioni a 100, dopodomani le rivendo a 110. E qui diventa evidente lo scopo "speculativo" (che è, attenzione, comunque legittimo), quello più slegato all'economia reale, quello che, secondo me, è più esposto a vuoti normativi, ad umori, ad asimmetrie informative (mancanza di un'informazione condivisa fra i vari "attori" presenti nel mercato).
Nel mondo perfetto, la quotazione di un'azione dovrebbe rappresentare in ogni momento l'effettivo valore dell'azienda quotata. In realtà non è così.
Manlio, hai citato Tiscali. Giusto. Cosa è accaduto? E' accaduto che per una serie di circostanze, il titolo ha cominciato a lievitare. Perchè? Perchè c'era un'"euforia" legata alla new economy, pompata dai giornali ed assecondata dalla sorpresa di un utilizzo sempre più diffuso di un nuovo e potente strumento come internet integrato alla telefonia finalmente libera da monopoli, che ha fatto percepire (ma solo percepire) come questa potesse essere una "nuova ed illimitata età dell'oro". Tiscali a sua volta ha cominciato a comprare (indebitandosi) vari internet operator in giro per il mondo, gli operatori entusiasti facevano incetta di azioni pregustando ricavi futuri alle stelle, ma quando questo non si è verificato, tutto è crollato, e sono rimasti i debiti, ed un valore delle azioni irrisorio rispetto a quanto investito inizialmente. Boom, la bolla era scoppiata causando numerose vittime.
Ma allora, partendo dalle tue riflessioni Manlio, possiamo veramente affermare che "è tutta colpa della borsa" la situazione attuale? La crisi del 2008 (e quella attuale che ne è figlia), è dipesa dalla Borsa?
Per illustrarti la mia opinione, ipotizziamo uno scenario (totalmente teorico, semplificato ed a tratti "estremo") .
Siamo a Milano, ed io sono uno stagista che guadagna 700 euro al mese in un'azienda edile, quotata in borsa, con 1.000 dipendenti e che lavora principalmente con Enti Pubblici.
Bene. Ad un certo punto, si sparge la voce in città che una certa banca concede prestiti agli stagisti per l'acquisto di una casa, chiedendo in garanzia la casa stessa, ma senza particolari vincoli reddituali o di "status lavorativo". Peraltro, il piano di rimborso è molto conveniente, con le prime rate bassissime...certo...poi subiranno un forte incremento nel tempo...ma ci penserò, sarà un problema futuro! Alla fine quindi, da stagista, mi compro la casa!!
Ma come me, tantissimi stagisti di Milano faranno la stessa cosa, ci sarà una forte domanda di case che ne innalzeranno repentinamente il prezzo, ma la nostra banca amica sarà sempre lì a finanziare ogni acquisto. Nel frattempo, vista l'assenza di regolamentazione in materia, questa sorta di mutui vengono "cartolarizzati", e la nostra amica banca decide di rivenderli creando di fatto un mercato di scambio. E questi mutui cartolarizzati (cosiddetti "derivati"), vengono comprati dalla banca della mia azienda a Milano, da quella di La76 a Genova, dalla tua Manlio a Roma, e da quella di Tano in Germania.
Bene. Successivamente, io stagista a 700 euro al mese con una bella casa di proprietà, comincio ad avere difficoltà nel far fronte all'innalzamento delle rate. Ed è ovviamente così anche per tutti i miei colleghi stagisti di Milano.
La banca amica, comincia ad andare in crisi di liquidità perchè i soldi che aveva prestato cominciano a non rientrare più, ma non solo la ei, anche la banca della mia azienda, quella di La76, di Manlio e di Tano che nel frattempo avevano comprato i mutui cartolarizzati.
Ed ora che succede? Succede che la banca amica, smette di concedere "prestiti facili" (e quindi diventa ex-amica) perchè non se lo può più permettere, ma è titolare di un'ipoteca sulla mia bellissima casa, per cui mi caccia e la mette in vendita per far rientrare il suo investimento. E non lo farà solo con me, lo farà con tutti i miei colleghi stagisti di Milano, ed anche la banca della mia azienda, quella di La76, di Manlio e di Tano metteranno in vendita gli immobili di chi non è più in grado di pagare le rate.
Ma allora nel mercato immobiliare ci sarà un eccesso di offerta di case, la bolla speculativa immobiliare generata dalla facilità dei prestiti implode velocemente e scoppia, perchè per riuscire a vendere tutte quelle case, i prezzi crollano in picchiata, tante rimangono invendute, e la banca ex-amica e tutte le altre coinvolte, perdono definitivamente tutti i soldi che hanno prestato agli stagisti per l'acquisto delle loro case (ad un prezzo gonfiato dall'incremento della domanda).
A loro volta, le banche per far fronte a questa crisi, "chiudono i rubinetti". cioè? vediamo...
- La banca della mia azienda, smette di fare credito alla mia azienda, che peraltro lavora principalmente con Enti pubblici, e quindi con tempi di incasso superiori ai 250 giorni. La mia azienda non è più in grado di pagare i dipendenti ed i fornitori, chiude i battenti e licenzia tutti i 1.000 dipendenti (che a loro volta avevano mutui da pagare, figli da mantenere, auto da cambiare, crociere da fare etc. etc. etc.). Io, oltre a perdere la casa, perdo anche il lavoro
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In più, in Borsa, crollano le quotazioni della mia azienda, con un danno enorme per risparmiatori, operatori finanziari etc. etc.
- La76, che ha un lavoro stabile e si deve comprare una casa a Genova, và dalla sua banca, che aveva a sua volta comprato i "titoli infetti" rimettendoci, e chiede un prestito, ma si sente rispondere: "Signorina, ci scusi, ma in questo momento non abbiamo disponibilità, o forse si, ma al tasso del 15%. faccia una cosa, torni fra 5 o 6 anni e, se saremo ancora qui, le faremo sapere".
- Manlio, ha un'idea geniale, inventa un rasoio multilama a propulsione nucleare (Manlio, so che la tua attività professionale è ben più "nobile", ma pensa anche a me, io in questa storiella ho perso sia il lavoro che la casa!!) che gli farà guadagnare un sacco di soldi. Non solo, potrà assumere 300 operai per la produzione ed ha già promesso a Felix, disoccupato, che gli farà un contratto di stage a 300 euro (sfruttatore!!) per tenere la contabilità dell'azienda.
Per cominciare l'attività, servono capitali, ma l'idea è geniale, Manlio non ha dubbi che la sua banca gli concederà un prestito, ma si sente rispondere:"Egregio Ingegnere, bella la sua idea, ma ci scusi, non abbiamo soldi. Torni fra otto anni". Ed io, ovviamente, rimango disoccupato. E senza casa. Manlio non assumerà più 300 operai e si dovrà tenere solo per se il suo rasoio a propulsione nucleare
- Tano è un vero portento nella sua attività, i suoi prodotti hanno raggiunto una fama tale che decide di aprire tre punti vendita nuovi a Dortmund, Monaco e Francoforte, con l'assunzione di nuova forza lavoro. Ma quando si reca presso la sua banca, si ripete la stessa storia:"Egregio Tano, potessimo darle i soldi!! Non ne abbiamo. Su, non faccia così, si consoli con una bella Crociera con Costa e torni fra 5 anni!!"
Qual'è il risultato finale? Che una finanza "non accorta" ha prima generato una bolla speculativa sul mercato immobiliare grazie all’illusione monetaria generata dai “prestiti facili”, poi si è inventata il mercato dei prodotti "derivati" infettando il sistema, e quando la bolla speculativa è implosa gli effetti si sono riversati nell'economia reale, attraverso disoccupazione, fallimenti e mancati investimenti (e quindi ulteriore minore occupazione)
Attenzione, quella che ho raccontato è una storiellina inventata, ma vi assicuro che non è molto distante da quello che è accaduto realmente nella crisi del 2008, ed i principi dell'effetto "domino" sono gli stessi (certo, io per spiegarmi ho dovuto semplificare ed estremizzarne molti aspetti...)
In definitiva Manlio, ma è veramente tutta colpa delle borse???
Mi riservo di rispondere più in là sulla questione Europea (anch'essa molto interessante...), direi che ho scritto e vi ho annoiato già abbastanza.
Un saluto