Re: Halifax (Nova Scotia)
per questo scalo riporto un estratto del nostro diario di crociera:
Lo scalo è in banchina con un piccolo ma vivace terminal crocieristico.
Il Pier 21 di Halifax, ora Museo, ha rappresentato per il Canada, quello che è Ellis Island per gli USA, quando tra il 1928 ed il 1971 più di un milione di emigranti, rifugiati, spose di guerra e bambini hanno cominciato la loro vita come Canadesi.
Halifax è la più antica città di lingua inglese del Canada ed è rimasta per molto tempo il caposaldo britannico nel Nuovo mondo, tenuto conto della sua costruzione al fine di limitare la presenza francese sulla costa orientale. Quando furono cacciati i francesi e deportati nell’America del Sud ed altrove, anche per i loro stretti rapporti con i nativi Mi’kmaq, la zona fu ripopolata dai lealisti del Regno Unito che avevano abbandonato la lotta durante la rivoluzione americana, insieme ad un gruppo di schiavi africani di proprietà dei lealisti ed anche alcuni lealisti neri affrancati, mentre nella Nova Scotia settentrionale arrivarono ondate di scozzesi delle Higland sradicati dalle loro terre dalle cosiddette “clearances”, spopolamenti forzati; questo spiega la grande quantità di cognomi con il Mac o il Mc iniziale! Nel 1749 venne creato questo centro urbano di 4 ettari con strade a scacchiera sui pendii fra la riva e la collina. Halifax il cui nome originario Che-book-took - nella lingua dei nativi Mi’kmac significa “il porto più grande” essendo un immenso porto naturale - è stata da sempre una importante base navale.
La città nel 1917, a causa di una collisione fra due navi (una trasportava tritolo e benzolo) subì una terribile esplosione, la più grande provocata dall’uomo prima delle bombe atomiche. Vennero distrutte 1600 case, persero la vita 1900 persone, con una quantità inimmaginabile di feriti e con la parte settentrionale della città rasa al suolo.
La provincia è molto conservatrice, anche se si sta allentando pur essendo ancora l’unica provincia che vieta l’apertura dei negozi la domenica. I ritmi di vita sono molto ragionevoli e la presenza di tre università rende vivace la vita cittadina.
Seguendo le indicazioni delle guide cartacee più note abbiamo deciso di prenotare dall’Italia una macchina con autista per poter sfruttare al massimo le ore di sosta, vedere il villaggio di Peggy’s Cove senza i tempi imposti dell’escursione arrivando prima della 10.00, quando i pullman giungono a frotte e creano ingorghi stradali.
Le escursioni proposta dalla Compagnia di Navigazione erano infatti la visita al Peggy’s Cove o un tranquillo tour del centro storico di Halifax. In realtà veniva proposto anche il tour fino al villaggio dei pescatori con una Limousine ad un prezzo veramente assurdo, ma da alcuni è stato prenotato!!
All'uscita del terminal abbiamo trovato la Lincoln Navigator con l’autista .. un armadio a quattro ante ex giocatore di hockey, che raccontandoci la storia della zona e passando per strade e stradine ci ha portato in poco tempo al Villaggio, fondato nel 1811 e che conta appena 60 residenti.
Peggy’s Cove è una terra arida dove gli elementi della natura hanno messo a dura prova i pochi abitanti che sfidano freddo vento ghiaccio per molti mesi l’anno! Ci sono macigni di granito erosi dai ghiacciai, e flagellati dall’oceano, non ci sono alberi ma un pugno di coloratissime casette di legno e baracche da pesca aggrappate sulle acque del porticciolo con un faro che da solo vale la giornata l’aria è fresca, ci sono panni stesi al sole, i residenti escono dalle case e ci salutano, ci sembra quasi un sacrilegio rovinare questa tranquillità da favola! E’ già arrivato qualche pullman e cerchiamo di curiosare per il villaggio prima della grande ressa!
La pesca resta l’attività principale almeno compatibilmente con il tempo ma la fortuna odierna del luogo è essere ammirato ed effettivamente ne vale proprio la pena .
Rientrando in città costeggiamo gli Halifax Public Gardens, considerati i più bei giardini vittoriani del Nord America, anche se duramente colpiti da un uragano del settembre 2003, preso sottogamba dai residenti. Arriviamo prima delle dodici alla Cittadella che sorge in cima alla collina e con il caratteristico aspetto a stella, perché a mezzogiorno in punto (come al Gianicolo a Roma) viene caricato a salve il cannone e il boato risuona su tutta la città cui segue il cambio della guardia con i soldati rigorosamente in kilt! La collina è anche la sede del Town Clock fatto erigere dal Principe Edoardo duca di Kent che aveva notato un rapporto elastico con gli orari dai parte dei cittadini. I quadranti est e nord che guardano la città sono più grandi e meglio visibili, ma sembra che la soluzione non abbia avuto effetto sulla puntualità dei cittadini. Guardando l’orologio ci accorgiamo che il tempo è tiranno e facendo ancora un altro itinerario cittadino il nostro prestante autista ci conduce in porto.