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Il mondo delle crociere diventa sempre più "piccolo".

Rodolfo

Super Moderatore
In questi ultimi stiamo assistendo ad una continua cancellazione di scali sia per motivi di natura politica che di movimenti di contestazione al turismo di massa. Il Mediterraneo lentamente si sta "restringendo"; ormai non si contano più le località cancellate dagli abituali percorsi delle navi da crociera. Turchia, Tunisia, Egitto sono ormai "restricted area"; altre località stanno prendendo provvedimenti o sono in procinto di realizzarli, per limitare il flusso di turisti. Venezia, Santorini, Barcellona, Baleari stanno correndo ai ripari.

Venezia non solo per il gigantismo delle navi, ma per l'incapacità di "ospitare" un numero così elevato di turisti. La polemica corre tutti i giorni sulle pagine dei quotidiani non solo locali e il "numero chiuso" da tanto auspicato, sembra sempre più vicino.

Santorini dal 2017 introdurrà il numero chiuso per i passeggeri che potranno sbarcare dalle navi.

Il neoeletto Sindaco di Barcellona, ha dichiarato di non voler che la città subisca la stessa sorte di Venezia, e anche lì i movimenti "No Navi" stanno prendendo piede.

Anche per le Baleari stessi problemi, legati al sovraffollamento e alla carenza di acqua nella stagione estiva.

Altre località risentono del turismo di massa portato dalle navi; i Comuni delle Cinque Terre chiedono il numero chiuso, Dubrovnik, che "scoppia" di crocieristi, e in molte altre località del Mare Nostrum, stanno sorgendo comitati e proteste per i disagi che i cittadini sono costretti a sopportare nei giorni dell'arrivo navi.

E così si stravolgono le abituali mete, con concentrazioni di scali in altri porti logisticamente inadatti, di scarso interesse turistico, che a loro volta diventeranno intasati e non potranno garantire l'accoglienza dei visitatori; giorni di mare in più per la cancellazione improvvisa di scali. Oltretutto la situazione non sembra destinata a migliorare ma a ingarbugliarsi ulteriormente.

E nel resto del mondo le cose non vanno tanto meglio per alcune località abituali mete delle crociere. Fino quando può durare questo continuo incremento di navi ma soprattutto di meganavi che devono essere continuamente riempite ma che trovano sempre più difficoltà lungo le loro rotte?
 
Hai detto bene Rodolfo, soprattutto di Meganavi..

L'abitante si vede arrivare un gigante che sforna migliaia di persone, quelle persone stanno li per una giornata, ben poche mangiano in loco, le spese le fanno, ma non incredibili..

Magari riempiono strade, spiagge, strutture famose, poi se ne vanno verso sera..

L'impressione è che ci sia tanto movimento, confusione, e poco 'costrutto' in moneta..

E quindi la nave diviene 'nemico' invece che amico..

Sarò vero? Probabilmente no.. ma la percezione spesso conta più della realtà..

Le tanto vituperate piccole navi avrebbero potuto muoversi in modo diverso, e magari portare in gioco scelte come Korcula, Itea (da cui andare a Delfi) e tante altre ed essere ben accolte..

Ma ovviamente, anche se l'offerta sarebbe stata di livello, il guadagno per l'armatore sicuramente non paragonabile..

Forse la risposta sarà tenere meno navi in Europa, comunque grandi navi, ed andare sempre più in Cina, Australia ecc.

Un salutone!
Manlio
 
La questione è decisamente spinosa.
L'indotto economico non deriva solo dalle bancarelle aperte o da chi si ferma a mangiare dal ristoratore di turno, ma anche da soldi versati alle autorità portuali che a loro volta pagano dei dipendenti, dai fornitori di derrate e di altre mille cose necessarie alla nave, dagli addetti nei palacrociere alle guide, autisti, tassisti, tour operator privati che organizzano escursioni...etc. etc. Tantissime persone. Ed aziende.
Sono ricavi occulti, meno visibili, ma che creano occupazione.

Certo, a tutto questo ci deve essere un limite. Un limite imposto in primis dalla tutela paesaggistica del luogo di scalo, ma non solo...anche di vivibilità, sopratutto se si parla di "spazi ristretti" come lo è Santorini, Venezia, Le cinque terre etc.
Una soluzione potrebbe essere certamente la limitazione degli sbarchi in termini numerici.... Anzi, direi quasi un obbligo.

Tutto questo al "netto" di pregiudiziali strumentalizzazioni di natura politica ed ideologica, sulle quali è bene sorvolare, ma che hanno comunque il loro peso nella questione.
 
Sono ricavi occulti, meno visibili, ma che creano occupazione.

E' tutto li, sono ricavi che non si vedono, ma è la percezione ad orientare le scelte delle persone e di chi le rappresenta..

Poi credo sia verissimo che un'isola come Santorini, una città come Venezia ed altre mete particolari abbiamo problemi legati al sovraffollamento..

Ma non penso, per esempio, che Barcellona sia tra questi luoghi..

Un saluto
Manlio
 
Francamente Barcellona non la capisco. Una città moderna, enorme, nella quale non si rovina proprio niente... Chissà quante città dell'interno auspicherebbero ad un aumento dei turisti. Le Cinque Terre...sono appena arrivate le navi a La Spezia e poche sono quelle di Livorno e già gli danno fastidio?
Per me chi ha pane non ha i denti e viceversa.
 
Sì, forse è così, ma i problemi sembra esistano anche per Barcellona, dove si son viste le prime contestazione stile Venezia. Ma i problemi si riscontrano anche in molte altre realtà mondiali.

Vedi Alaska, Antartide, Galapagos, aeree barriere coralline in genere, veri Santuari della Natura o aree del Mar del Nord da sempre all'avanguardia nella tutela dell'ambiente, dove è impensabile poter rovesciare il traffico delle navi sottratte ad altre zone e dove tutti chiedono un contingentamento turistico.

E poi le zone di instabilità politica, o quelle bersaglio di continui crimini nei confronti dei passeggeri e da tempo ormai sconsigliate dai vari Dipartimenti per la Sicurezza, alcune cancellate per i troppi rischi che possono correre i turisti.

Senza considerare altre estemporanee cancellazioni legate ai tristi avvenimenti di questi ultimi giorni; non è che il panorama sia particolarmente roseo.

Io vedo, nelle statistiche prodotte dal CLIA o in occasione degli incontri del Seatrade, numeri e percentuali in costante incremento nel traffico crocieristico: ma sarà veramente così? Forse sulla carta, in base al continuo incremento dei posti letto, ma nella realtà dei fatti la crescita continuerà inesorabile?

Rimane poi sempre un altro aspetto, ma è una mia paura, quella legata ad un eclatante atto terroristico nei confronti di una nave.
 
Bello ed interessante questo argomento...ne approfitto per esternare anche alcune mie considerazioni:...
In alcuni frangenti, ho vissuto il mio essere crocierista a terra, con un senso di intima contraddizione: mi piaceva ma disapprovavo quello che facevo: è stato bellissimo conoscere, grazie alle crociere, i deliziosi villaggi di Santorini o camminare per i vicoli vecchi di Dubrovnik...ma era proprio brutto vedere questi luoghi invasi da un'orda umana...di cui anch'io facevo parte! E lo dico non per presa di posizione ideologica...ma per puro sentimentalismo...! Certo, oltre il sentimentalismo c'è anche la riflessione concreta, quella dei vantaggi dell'indotto di cui parlava Max...ma, nella mia ignoranza mi chiedo che peso economico ciò possa avere...magari un peso notevole per Katakolon , ma per le altre realtà urbane? Specie quelle in cui il turismo già frutta di suo a prescindere da quello crocieristico...e in maniera meno invasiva?! Insomma, il gioco vale la candela?
Infine, mi viene da fare una constatazione che potrebbe essere contraddittoria...e cioè che, più si ingigantiscono le navi...più si restringono gli orizzonti...ma il tutto si concilia lo stesso! In fondo, una mega nave, dove la crociera può diventare "vacanza sul mare" e basta...potrebbe benissimo fare il giro dell'oca partendo e tornando al via senza fermarsi...!
Alla fine comunque, sarebbe bello poter discutere di questi argomenti, considerando solo fattori economici, ambientalisti e quant'altro...e poter tralasciare quello che è invece il movente più tragico responsabile del nuovo assetto...e cioè il dilagante terrorismo, fattuale e ideologico...che ci compromette non solo il programma di viaggio, ma peggio ancora lo spirito, la voglia, la libertà e l'idea stessa di farlo...un viaggio
 
Crociere di sola navigazione sarebbero per me le scelte più coerenti .
In fondo in crociera ci si va per navigare, stare per mare e vivere la vita di bordo . Almeno per me è principalmente cosi .
Per me la nave può partire da Civitavecchia per esempio e fare 7 giorni di navigazione a 4 nodi nel mediterraneo e starei benissimo cosi .

Per i luoghi turistici che lamentano esubero di turismo di massa farei pagare una tassa turistica alta per chi vuole sbarcare e visitare il posto .
Le tasse andrebbero a beneficio di tutti gli abitanti del luogo che subiscono passivamente il turismo di massa , magari diminuendo le tasse locali a loro carico. Forse potrebbe essere una motivazione per accettare di buon grando il turismo di massa.
 
Le tendenze a mio giudizio dovrebbero essere più o meno tre.
Scali di più giorni, che già alcune compagnie fanno abitualmente, uniti a pernottamenti a terra che consentono di visitare luoghi interni altrimenti inaccessibili. Qualcosa di simile lo fa NCL in Perù per esempio per visitare il Machu Picchu. E potrebbe essere fatto per Mosca da S. Pietroburgo o Madrid da Barcellona etc.
Navi grandi (prezzi mediamente bassi per clientela "di massa" e margine sulla quantità e sugli extra) sempre più prossime a parchi tematici autosufficienti, per cui la crociera è vacanza in sé a prescindere dagli scali che possono anche non esistere.
Navi piccole (prezzi mediamente alti per clientela "premium") adatte a raggiungere scali di minori dimensioni molto interessanti dal punto di vista turistico o naturalistico.
Il mercato è già più o meno di questo tipo: grandi compagnie con sempre più mega-navi "di massa" e agli antipodi piccole compagnie con pacchetti d'elite per poche persone. Si tratta di trovare una via di mezzo per acquisire anche le quote di mercato intermedio.
 
Soluzione assai improbabile per il Machu Picchu che soffre degli stessi problemi di altre località storico/turistiche dove il numero chiuso trova soluzione anche per queste insediamento archeologico, patrimonio dell'Umanità.
 
In questi ultimi stiamo assistendo ad una continua cancellazione di scali sia per motivi di natura politica che di movimenti di contestazione al turismo di massa. Il Mediterraneo lentamente si sta "restringendo"; ormai non si contano più le località cancellate dagli abituali percorsi delle navi da crociera. Turchia, Tunisia, Egitto sono ormai "restricted area"; altre località stanno prendendo provvedimenti o sono in procinto di realizzarli, per limitare il flusso di turisti. Venezia, Santorini, Barcellona, Baleari stanno correndo ai ripari.

Venezia non solo per il gigantismo delle navi, ma per l'incapacità di "ospitare" un numero così elevato di turisti. La polemica corre tutti i giorni sulle pagine dei quotidiani non solo locali e il "numero chiuso" da tanto auspicato, sembra sempre più vicino.

Santorini dal 2017 introdurrà il numero chiuso per i passeggeri che potranno sbarcare dalle navi.

Il neoeletto Sindaco di Barcellona, ha dichiarato di non voler che la città subisca la stessa sorte di Venezia, e anche lì i movimenti "No Navi" stanno prendendo piede.

Anche per le Baleari stessi problemi, legati al sovraffollamento e alla carenza di acqua nella stagione estiva.

Altre località risentono del turismo di massa portato dalle navi; i Comuni delle Cinque Terre chiedono il numero chiuso, Dubrovnik, che "scoppia" di crocieristi, e in molte altre località del Mare Nostrum, stanno sorgendo comitati e proteste per i disagi che i cittadini sono costretti a sopportare nei giorni dell'arrivo navi.

E così si stravolgono le abituali mete, con concentrazioni di scali in altri porti logisticamente inadatti, di scarso interesse turistico, che a loro volta diventeranno intasati e non potranno garantire l'accoglienza dei visitatori; giorni di mare in più per la cancellazione improvvisa di scali. Oltretutto la situazione non sembra destinata a migliorare ma a ingarbugliarsi ulteriormente.

E nel resto del mondo le cose non vanno tanto meglio per alcune località abituali mete delle crociere. Fino quando può durare questo continuo incremento di navi ma soprattutto di meganavi che devono essere continuamente riempite ma che trovano sempre più difficoltà lungo le loro rotte?

IO penso che con la crisi che c'è certi posti dovrebbero essere ben lieti di ospitare turismo che porta soldi e lavoro invece di lagnarsi. NOn si dovrebbero eliminare gli scali, ma organizzarli.. per es. evitando che le navi attracchino contemporaneamente oppure creando dei moli crocieristici all'imbocco del porto.
Si sta davvero esagerando.
 
Non salirei mai su una nave che non facesse scali. Per me la crociera è un mezzo di trasporto comodo che mi consente di raggiungere mete che mi interessano.
Per conoscenza , un tempo Costa proponeva la visita di Mosca dal porto di Odessa. Nostri conoscenti lo hanno fatto.
 
Io prediligo l'itinerario alla nave. Penso che si possa controllare l'afflusso di turisti limitando il numero di navi in porto e di conseguenza il numero di persone a terra. Dove, anche per i croceristi risulta più semplice l'utilizzo dei servizi presenti nello scalo
 
Le tendenze a mio giudizio dovrebbero essere più o meno tre.
Scali di più giorni, che già alcune compagnie fanno abitualmente, uniti a pernottamenti a terra che consentono di visitare luoghi interni altrimenti inaccessibili. Qualcosa di simile lo fa NCL in Perù per esempio per visitare il Machu Picchu. E potrebbe essere fatto per Mosca da S. Pietroburgo o Madrid da Barcellona etc.
Navi grandi (prezzi mediamente bassi per clientela "di massa" e margine sulla quantità e sugli extra) sempre più prossime a parchi tematici autosufficienti, per cui la crociera è vacanza in sé a prescindere dagli scali che possono anche non esistere.
Navi piccole (prezzi mediamente alti per clientela "premium") adatte a raggiungere scali di minori dimensioni molto interessanti dal punto di vista turistico o naturalistico.
Il mercato è già più o meno di questo tipo: grandi compagnie con sempre più mega-navi "di massa" e agli antipodi piccole compagnie con pacchetti d'elite per poche persone. Si tratta di trovare una via di mezzo per acquisire anche le quote di mercato intermedio.
Condivido! Aggiungerei che se le soste nei porti fossero più lunghe , si potrebbe gustare la crociera in modo migliore invece per risparmiare sul costo dell'attracco ti fanno restare 6/8 ore dove potresti stare 12 ore e poi fanno viaggiare la nave a 14/15 nodi per
perdere tempo.
 
C' è anche da aggiungere una cosa di notevole importanza per le compagnie di crociera. Più la nave resta ferma in porto, più loro non vendono..nel senso che : casinò, negozi , bar , restano chiusi. Forse è anche per questo che le soste, stringi stringi si sono accorciate. Ricordo che prima c' era più margine in uno scalo, ora è tutto un mordi e fuggi !!

Per ultimo, concordo con molti di voi, sarebbe auspicabile in alcuni scali, una regolamentazione del flusso di persone. Questo per tutto , ma soprattutto per l' ambiente, in alcuni casi molto fragile , doveroso preservarlo.

Un saluto.
 
Condivido! Aggiungerei che se le soste nei porti fossero più lunghe , si potrebbe gustare la crociera in modo migliore invece per risparmiare sul costo dell'attracco ti fanno restare 6/8 ore dove potresti stare 12 ore e poi fanno viaggiare la nave a 14/15 nodi per
perdere tempo.

Sei sicuro che più sosti più paghi?

Io prediligo l'itinerario alla nave. Penso che si possa controllare l'afflusso di turisti limitando il numero di navi in porto e di conseguenza il numero di persone a terra. Dove, anche per i croceristi risulta più semplice l'utilizzo dei servizi presenti nello scalo

Ed è proprio da qui che nasce uno dei problemi; dalla limitazione. Vedi, ad esempio, Santorini.
 
Non salirei mai su una nave che non facesse scali. Per me la crociera è un mezzo di trasporto comodo che mi consente di raggiungere mete che mi interessano.
Per conoscenza , un tempo Costa proponeva la visita di Mosca dal porto di Odessa. Nostri conoscenti lo hanno fatto.

mai non lo so... ma anche per me la crociera è il modo più bello per vedere posti che altrimenti non potrei vedere e poi, ove mi piacciano davvero, tornarci una settimana in seguito... cosa che intendo fare per Santorini e sicuramente per Barcellona.

Inoltre ho notato pure io che le tappe crocieristiche stanno diminuendo e peggiorando...
 
Con quello che sta succedendo in giro, le minacce di nuovi attentati è normale che gli scali si impoveriscono. Tolta la Turchia, Egitto , Israele e se vogliamo possiamo aggiungere anche la Tunisia...cosa rimane ? Grecia , Croazia , Spagna ...Francia col punto di domanda, perché è capitato lo scalo chiuso all' improvviso....parlando del Mediterraneo.

È anche vero che, molti non sanno apprezzare le bellezze del nostro paese e su questo , gli stranieri ci contano!
 
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