pmanlio
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Non so quanto fosse solo una forma di "comunicazione" per ottenere comprensione
sbaglierò, ma ci leggo molta, molta solitudine, nonostante, o forse proprio per, l'incessante parlantina...
Rodolfo, anche la mia chiave di lettura è questa..
Premesso che la persona parlava per via ipotetica, e che ha sicuramente una logica pensare che in caso di malattia incurabile sia possibile una soluzione simile, non credo però che chi lo voglia fare davvero lo vada a dire in giro, anche se ad uno sconosciuto, quindi per certi versi alla persona più adatta a cui fare un confidenza..
E tra l'altro, quando decidi di lasciare la valle di lacrime, lo fai senza versarne nemmeno una.
Non credo sia così scontato, occorre vedere perchè prendi questa decisione, se lo fai per solitudine, per affetti mancati, è una cosa, per evitare una fine senza dignità e piena di dolore, e per evitarla a chi ti è vicino, è un'altra..
Sai, Manlio, queste tue considerazioni mi fanno esternare un pensiero strano, che ho costruito nelle prime crociere effettuate.
[..]
penso sia una cosa che in moltissimi, se non tutti, hanno provato..
Come dice anche Elena riferendosi a se stessa:
Forse è l'attrazione verso il vuoto, Zarina, o forse è il senso di solitudine che (parlo per me) capita a volte di provare di fronte all'immensità: di uno strapiombo in montagna o del mare, specialmente nel buio. Sono sensazioni che ho provato a volte anche io, con le stesse conclusioni.
e già il titolo di Rodolfo echeggia questa 'fascinazione'
Mi manca infinitamente, ma non mi è passato mai per la testa, neanche per un secondo, di giudicare la sua scelta. La rispetto.
Luciana, hai totalmente ragione, io mi stupisco invece di quanta gente si sente in dovere di alzare un ditino e giudicare..
Un saluto
Manlio