Giorno otto: Miami
Giorno otto: Miami
Settimo giorno
Il settimo giorno è un giorno di navigazione, durante il quale provo il ristorante cinese gratuito Shangai's. Questo ristorante è uno dei più frequentati della nave, tanto che pur essendo da solo all'ingresso mi prospettano 40 minuti di attesa. Come negli altri ristoranti senza prenotazione, per gestire le attese viene consegnato un segnalatore che permette suona quando è arrivato il proprio turno, così che non sia necessario stare fermi in fila per tutto il tempo di attesa. Nel mio caso, il posto si libera molto prima del previsto, tanto che il dispositivo suona mentre sono da tutt'altra parte della nave e mi devo affrettare per tornare. Il ristorante con cucina a vista ha un menù piuttosto limitato composto da noodles, piatti di riso, ravioli e antipasti come gli involtini primavera, però sono buoni ed è possibile provare diverse cose, perché le porzioni sono piccole. Credo che Shangai's sia molto gettonato anche perché non è facile trovare sulle navi ristoranti di cucina etnica tra quelli gratuiti.
Ottavo giorno
Oggi è l'ultimo giorno di vacanza. La nave attracca presto, così ho modo di scattare una affascinante foto dell'alba sul porto.
Se ci fosse una nuova edizione del concorso per il calendario di Crocieristi.it, potrei sicuramente candidarmi!
Il mio volo per Milano parte dopo le 17, perciò ho avuto la possibiltà di prenotare un'escursione con bus Hop on Hop off per vedere altre zone della città oltre a Miami Beach che ho visitato prima della partenza. Come al solito, l'organizzazione delle escursioni da parte di Norwegian non brilla e pur avendo il biglietto in mano, non è affatto facile capire da che parte andare una volta usciti dal porto e superati i relativi controlli, anche perché non ci sono guide. A quanto pare, il bagaglio va caricato su un furgone che lo porta ad un centro commerciale che è la tappa finale del bus. Trattandosi di un Hop on Hop off, è possibile scendere alle fermate indicate su una piantina e risalire al passaggio successivo, ogni mezz'ora, ma bisogna stare attenti a calcolare i tempi per tornare al centro commerciale prima che parta la navetta che conduce all'aeroporto.
La prima tappa che decido di fare è il quartiere di Wynwood Walls, la guida del bus ci spiega che fino a qualche decennio fa era un quartiere popolare abitato da portoricani, poi diversi artisti lo hanno trasformato in un museo a cielo aperto con centinaia di murales e graffiti e diverse gallerie d'arte.
Nonostante questo, l'atmosfera del quartiere rimane piuttosto semplice e popolare, senza locali o alberghi di lusso. Ho preso una limonata all'ibisco in una panetteria molto rustica, dove la produzione avviene alla vista dei clienti: atmosfere lontanissime dalla mondanità di Miami Beach.
La seconda tappa dove decido di scendere è Cocconut Cove, uno dei più vecchi quartieri residenziali da ricchi della città. In effetti la domenica mattina non è il momento migliore per apprezzare la vita mondana, così Cocconut Cove mi appare quasi deserto e decisamente poco pittoresco. La parte più interessante è una piccola chiesa moderna che è sede del vescovo locale. In Europa le sedi dei vescovi sono grandi cattedrali o chiese antiche, ma il cattolicesimo negli Stati Uniti è minoritario, perciò le cose sono diverse. Bisogna dire che Miami, essendo popolata da tantissimi ispanici, ha comunque una presenza cattolica maggiore rispetto ad altre città americane.
La mia terza tappa lungo il percorso del bus è Calle Ocho, nel quartiere cubano di Little Havana.
Questa lunga strada rettilinea è costellata di ristoranti e negozi gestiti dai numerosi cubani di Miami, in alcuni di essi si suona dal vivo musica tipica. Mi fermo a prendere un gelato in una gelateria consigliata dalla guida, ma a parte il prezzo assurdo di cinque dollari per due palline, non mi pare migliore della gelateria del mio paese che costa la metà. Purtroppo a Miami la vita è molto cara e me ne accorgo ancora una volta in aereoporto, dove un hamburger, per quanto molto ricco, mi costa più di 30$, con sovrapprezzi pure per la foglia di insalata .
Questa vacanza oltreoceano, la seconda della mia vita, è finita, ma già sto pensando alla terza!
Giorno otto: Miami
Settimo giorno
Il settimo giorno è un giorno di navigazione, durante il quale provo il ristorante cinese gratuito Shangai's. Questo ristorante è uno dei più frequentati della nave, tanto che pur essendo da solo all'ingresso mi prospettano 40 minuti di attesa. Come negli altri ristoranti senza prenotazione, per gestire le attese viene consegnato un segnalatore che permette suona quando è arrivato il proprio turno, così che non sia necessario stare fermi in fila per tutto il tempo di attesa. Nel mio caso, il posto si libera molto prima del previsto, tanto che il dispositivo suona mentre sono da tutt'altra parte della nave e mi devo affrettare per tornare. Il ristorante con cucina a vista ha un menù piuttosto limitato composto da noodles, piatti di riso, ravioli e antipasti come gli involtini primavera, però sono buoni ed è possibile provare diverse cose, perché le porzioni sono piccole. Credo che Shangai's sia molto gettonato anche perché non è facile trovare sulle navi ristoranti di cucina etnica tra quelli gratuiti.
Ottavo giorno
Oggi è l'ultimo giorno di vacanza. La nave attracca presto, così ho modo di scattare una affascinante foto dell'alba sul porto.
Se ci fosse una nuova edizione del concorso per il calendario di Crocieristi.it, potrei sicuramente candidarmi!
Il mio volo per Milano parte dopo le 17, perciò ho avuto la possibiltà di prenotare un'escursione con bus Hop on Hop off per vedere altre zone della città oltre a Miami Beach che ho visitato prima della partenza. Come al solito, l'organizzazione delle escursioni da parte di Norwegian non brilla e pur avendo il biglietto in mano, non è affatto facile capire da che parte andare una volta usciti dal porto e superati i relativi controlli, anche perché non ci sono guide. A quanto pare, il bagaglio va caricato su un furgone che lo porta ad un centro commerciale che è la tappa finale del bus. Trattandosi di un Hop on Hop off, è possibile scendere alle fermate indicate su una piantina e risalire al passaggio successivo, ogni mezz'ora, ma bisogna stare attenti a calcolare i tempi per tornare al centro commerciale prima che parta la navetta che conduce all'aeroporto.
La prima tappa che decido di fare è il quartiere di Wynwood Walls, la guida del bus ci spiega che fino a qualche decennio fa era un quartiere popolare abitato da portoricani, poi diversi artisti lo hanno trasformato in un museo a cielo aperto con centinaia di murales e graffiti e diverse gallerie d'arte.
Nonostante questo, l'atmosfera del quartiere rimane piuttosto semplice e popolare, senza locali o alberghi di lusso. Ho preso una limonata all'ibisco in una panetteria molto rustica, dove la produzione avviene alla vista dei clienti: atmosfere lontanissime dalla mondanità di Miami Beach.
La seconda tappa dove decido di scendere è Cocconut Cove, uno dei più vecchi quartieri residenziali da ricchi della città. In effetti la domenica mattina non è il momento migliore per apprezzare la vita mondana, così Cocconut Cove mi appare quasi deserto e decisamente poco pittoresco. La parte più interessante è una piccola chiesa moderna che è sede del vescovo locale. In Europa le sedi dei vescovi sono grandi cattedrali o chiese antiche, ma il cattolicesimo negli Stati Uniti è minoritario, perciò le cose sono diverse. Bisogna dire che Miami, essendo popolata da tantissimi ispanici, ha comunque una presenza cattolica maggiore rispetto ad altre città americane.
La mia terza tappa lungo il percorso del bus è Calle Ocho, nel quartiere cubano di Little Havana.
Questa lunga strada rettilinea è costellata di ristoranti e negozi gestiti dai numerosi cubani di Miami, in alcuni di essi si suona dal vivo musica tipica. Mi fermo a prendere un gelato in una gelateria consigliata dalla guida, ma a parte il prezzo assurdo di cinque dollari per due palline, non mi pare migliore della gelateria del mio paese che costa la metà. Purtroppo a Miami la vita è molto cara e me ne accorgo ancora una volta in aereoporto, dove un hamburger, per quanto molto ricco, mi costa più di 30$, con sovrapprezzi pure per la foglia di insalata .
Questa vacanza oltreoceano, la seconda della mia vita, è finita, ma già sto pensando alla terza!