Re: " La mia vita da uomo di mare"
Riporto infine un discorso pronunciato in occasione della presentazione del libro dal Sindaco Brothel, avvenuta il 28 novembre al Giglio:
Sono particolarmente lieto di partecipare oggi in Grosseto alla presentazione del libro La mia vita da uomo di mare del Comandante Mario Terenzio Palombo, che offre un’occasione d’incontro per parlare di mare e di navi, di marittimi e di lavoro, di costume e di vita marinara, sull’onda continua del ricordo.
Vorrei fare subito un elogio a Mario per la completezza e la dovizia di particolari nel descrivere le navi e insieme l'epoca, mettendo in evidenza, dopo le caratteristiche tecniche, gli aspetti umani dei viaggi effettuati in tutto il mondo al comando di quei "giganti".
Aggiungo pure che il libro è una bella testimonianza di vita marinara, con notizie, foto, resoconti e cronache tra le più varie. Una fonte di ricordi, ma anche prezioso documento di informazione.
Lo ringrazio per il prestigio che ha dato all’Isola del Giglio con la sua grandissima professionalità, il suo impegno , la passione e l’attenzione nello svolgere bene il proprio ruolo, tanto da meritare sempre la massima fiducia ed il massimo rispetto degli armatori con i quali ha prestato la propria opera e per me è motivo di orgoglio poterti confermare, a nome di tutta la collettività gigliese che rappresento, i sentimenti di affettuosa amicizia e di sincera gratitudine.
Tanti argomenti interessanti ed importanti spiegati sempre con tanta passione ed estrema chiarezza che cattura l’attenzione dei lettori, sui quali primeggia senza ombra di dubbio il grande amore per la moglie Giovanna – alla quale il libro è dedicato, a testimonianza della fedeltà coniugale e poi il grande senso della famiglia : i genitori, le figlie, il fratello e la sorella che hanno tanto sofferto e che non sono più tra noi . Un legame fortissimo, inossidabile e determinato dal carattere e dalla lontananza forzata degli affetti familiari.
Sono certo che Mario Palombo , per come lo conosco, per come ha raccontato la storia della sua vita di uomo di mare, non sia stato affatto un Comandante invadente, ma certamente attento , per dovere e responsabilità, per garantire la massima sicurezza ed il buon andamento dei servizi di bordo , adottando le decisioni più opportune, avvalendosi del contributo dei più stretti collaboratori e quindi sempre tanta responsabilità e pressione in ogni situazione.
Posso solo immaginare quanti legami e tanti vivi ricordi, anche a distanza di molti anni, poiché ritengo che la nave non è soltanto un posto di lavoro: è il luogo di tante fatiche, di disagi, d'apprensioni, di paure, di temporali, di solitudine esagerata, di struggente nostalgia della famiglia lontana, di rapporti difficili con gli altri per la lunga convivenza coatta, ma è anche il luogo d'orizzonti infiniti, di giornate luminose e di notti stellate e d'amicizie sincere; sulla nave per mesi e mesi si mangia, si dorme, si vive tutti nello stesso “guscio”.
In questa occasione mi piace evidenziare come, per valutare il valore di un uomo di mare, la dedizione al dovere, la tenacia e l’importanza della collaborazione tra uomini di mare, da qualche parte d’Italia c’è un detto che afferma : per fare un uomo di mare ce ne vogliono dieci di terra.
Desidero concludere prendendo a prestito una poesia di Charles Baudelaire dal titolo : “ L'Uomo e il Mare”, che ben si attaglia all’autore e che così recita :
“Sempre il mare, uomo libero, amerai! Perché il mare è il tuo specchio; tu contempli nell'infinito svolgersi dell'onda l'anima tua, e un abisso è il tuo spirito non meno amaro.
Godi nel tuffarti in seno alla tua immagine; l'abbracci con gli occhi e con le braccia, e a volte il cuore si distrae dal suo suono al suon di questo selvaggio ed indomabile lamento.
Discreti e tenebrosi ambedue siete: uomo, nessuno ha mai sondato il fondo dei tuoi abissi; nessuno ha conosciuto, mare, le tue più intime ricchezze, tanto gelosi siete d'ogni vostro segreto.
Ma da secoli infiniti senza rimorso né pietà lottate fra voi, talmente grande è il vostro amore per la strage e la morte, o lottatori eterni, o implacabili fratelli!”
Grosseto, lì 29 novembre 2008
Fonte: Isoladelgiglio.net