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L'alternativa "de noiartri" al "TAG" di Apple

Blueyes

Well-known member
Un paio di settimane fa ne scherzavo in un thread che parlava della perdita delle valigie, ma ho passato qualche ora a documentarmi sui TAG, quei "cosi" piccolini di varia forma, di solito tipo monetona bucata o tessera che utilizzando un protocollo bluetooth specifico a basso consumo che hanno lo scopo di sfruttare le comunità (penso lobbies, scrivo comunità) di Iphonisti, Smartsunghisti, ecc. ovviamente con tanto sventolata crittazione del dato end-to-end.
Lo scopo è geolocalizzare qualcosa che si è perso, dal mazzo di chiavi al telefonino, dalla bici al trattore, dalla valigia al cane.
Manco a dirla, la fa da padrona Apple con i suoi Airtag. Per ora.

Anticipo subito che ognuno di quei cosi maledetti ha protocolli differenti, quindi manco pensare di usare un Airtag Apple su una comunità Samsung o Motorola.
Tutti i nomi di apparati anche compatibili sono registrati e sotto copyright "as is", quindi nomi simili possono avere scopi diversi, occorre tenerne presente durante l'eventuale acquisto.

Però, in mezzo a questa marea di "club" da poco si è fatta avanti Google (non Android!), la differenza è che Goggle è la lobby per eccellenza, Android un (fu) sistema libero derivato da Linux dove tutti i produttori possono affiancare proprie app e coltivare un orticello (Vedi Samsung e i suoi tag).
Per anni Google ha chiesto ad Apple di implementare delle specifiche di sicurezza (HIC!) per implementare dei nuovi "aggeggi" insieme su un protocollo che dovrebbe essere libero e quando (come sempre) Apple ha sentito odore di avvocati e spese pantagrueliche ha ceduto.
La tecnologia è sempre la stessa: Utilizzare una app per riconoscere i dispositivi attorno al telefonino e comunicarne la posizione ad un server che i proprietari del tag "perso" interrogano.

Ebbene, vengo al dunque.
Da inizio anno esiste un protocollo di Google che permette l'utilizzo avanzato del geotagging, per ora ci sono specifiche stringenti per la privacy (da recupero di apparati persi allo stalking il passo è breve).

Se avete un telefonino Android recente la funzione base c'è ed è abilitata da anni:
E' una estensione del "find my phone" , potete googoleggiare "find my device", clikkare su llink ed entrare con user id (email) e passord dell'account del vostro telefonino.
E non si parla di una comunità ristretta come Apple....si parla di una miliardata di telefonini attivi in tutto il mondo....cosa che da una parte dovrebbe garantire una maggiore copertura in aree poco densamente popolate, ma dall'altra mi spaventa un po sia per la privacy che per l'inquinamento elettromagnetico.
Ora, il bello.
Anticipo che è ancora tutto embrionale, ma ci sono apparati che vi permettono una volta registrati su una app google, che bisogna installare nel telefonino aggratis tanto gli fate solo un favore comunicanto gli spostamenti non solo di voi con il telefonino ma anche di quelllo che possedete, di essere rintracciati.
Costano dai 25€ in su, vanno dalla solita monetina alla smartcard anche ricaricabili fino a cuffie (!) e auricolari (!).
Quindi qualsiasi telefonino abilitato che vi passa "a tiro di bluetooth" (ma anche oltre...c'è chi dice 500ft, oltre 100 metri) può trasmettere a casa madre la posizione del tuo telefono, delle chiavi di casa, ecc ecc.
Per ora, ripeto non siamo al livello di Apple, ma... stay tuned, del resto queste poche righe manco sono la punta dell'iceberg... ho visto in vendita interi tomi sulla cosa.

Mi soffermo su un brand che per ora sembra andare per la maggiore, Chipolo... se lo "Amazonate" noterete che ce ne sono per tutte le comunità e pure a prezzi differenti (!!!!), vanno dai 34€ per Google e app trova il mio dispositivo a 25€ per lo stesso ma "figlio di una comunità minore". Indovinate a chi va la differenza...
 
Thread interessante, Blue...
con il BT 5 ( ora 5.3) si arriva in teoria a 240 mt in bassa emissione....
praticamente tipo torrent.. ma condividendo la propria posizione invece che byte..... :)
 
Una particolarità su cui non ho posto l'accento sufficentemente è che questi "cosi" hanno una batteria interna in quanto al bluetooth serve energia, anche se poca, per funzionare (a differenza di teconologie tipo RFD che, però, "tirano" pochi centimetri).
Eh si, Massimo, il paragone calza; il "coso" in realtà non sa dove si trova, lo sa lo smartphone che fa da ponte verso il server di raccolta posizionamento nel web.
Mi chiedo anche se funzioni a zone... ossia io che perdo una valigia a Tulum e la cerco da Venezia... la troverò? Per ricerche su milioni di oggetti, la cosa non è scontata...
 
Da inizio anno esiste un protocollo di Google che permette l'utilizzo avanzato del geotagging, per ora ci sono specifiche stringenti per la privacy (da recupero di apparati persi allo stalking il passo è breve).
(...) ci sono apparati che vi permettono una volta registrati su una app google, che bisogna installare nel telefonino aggratis tanto gli fate solo un favore comunicando gli spostamenti non solo di voi con il telefonino ma anche di quelllo che possedete, di essere rintracciati. (...) Quindi qualsiasi telefonino abilitato che vi passa "a tiro di bluetooth" (ma anche oltre...c'è chi dice 500ft, oltre 100 metri) può trasmettere a casa madre la posizione del tuo telefono, delle chiavi di casa, ecc ecc.

con il BT 5 ( ora 5.3) si arriva in teoria a 240 mt in bassa emissione....

Aiutooooooo... E' inquietante!!!
Premesso che io non corro pericolo in quanto detentrice di cellulare dell'Ottocento, che peraltro non uso neanche.
Ma preferirei perdere il telefono, che essere spiata e geolocalizzata H24 da non si sa chi (e non sempre con buone intenzioni, i rischi sono veramente troppo alti).
 
Ultima modifica:
@Blueyes
Permettimi, ma il post sembra uscito da una discussione tra comari di Facebook!

Hai sicuramente messo in fila un sacco di informazioni, ma a tratti sembra più un mosaico di teorie e supposizioni che una visione della realtà. Provo a fare qualche esempio:

  1. Le “lobby”: evocare lobby e complotti tra Apple, Google e compagnia bella sembra più una sparata narrativa che una spiegazione tecnica come invece il preambolo vorrebbe far intendere. Questi sistemi funzionano perché c’è un mercato e perché rispondono a esigenze reali (tipo ritrovare il mazzo di chiavi). Fine.
  2. Interoperabilità: ogni sistema ha i suoi limiti, ma la collaborazione tra aziende per standardizzare i protocolli è già in corso come d’altronde hai riportato. Ma non c’è nessun “odore di avvocati”, semplicemente ci vuole tempo per mettere d’accordo colossi.
  3. Privacy: questo è l’unico punto su cui non si può fare altro che darti ragione; è un tema cruciale che però non può essere ridotto a una grande macchina per spiarci. Le misure di sicurezza che già ci sono non le hanno messe per caso. E, soprattutto, se Apple o Samsung sanno già che hai il telefono in mano, dove sei, come lo usi… quale sarebbe il valore aggiunti di sapere che hai dimenticato le chiavi in ufficio?
  4. Inquinamento elettromagnetico: questo è l’asso pigliatutto, il classico argomento jolly per insinuare vaghe paure. Il Bluetooth a basso consumo è studiato proprio per non essere invasivo e, ad oggi, non c’è un singolo studio che corrobori i problemi che paventi.
Non voglio certo sminuire il tuo sforzo di approfondire questo argomento che certamente è interessante, specie per chi viaggia. Ma il risultato mi sembra un mix tra tecnologia e complottismo. Forse vale la pena leggere qualche fonte più tecnica prima di lanciarsi in teorie che fanno più scena che sostanza. 😊
 
Aiutooooooo... E' inquietante!!!
Premesso che io non corro pericolo in quanto detentrice di cellulare dell'Ottocento, che peraltro non uso neanche.
Ma preferirei perdere il telefono, che essere spiata e geolocalizzata H24 da non si sa chi (e non sempre con buone intenzioni, i rischi sono veramente troppo alti).
ti svelo un segreto: il tuo gestore telefonico sa già dove si trova il tuo telefono, anche senza AirTag, Bluetooth o altre diavolerie moderne. Basta che il tuo telefono sia acceso e connesso alla rete per essere localizzato tramite le celle telefoniche.
 
Buogiorno @maclover

LOBBY: Termine usato negli Stati Uniti d’America, e poi diffuso anche altrove, per definire quei gruppi di persone che, senza appartenere a un corpo legislativo e senza incarichi di governo, si propongono di esercitare la loro influenza su chi ha facoltà di decisioni politiche, per ottenere l’emanazione di provvedimenti normativi, in proprio favore o dei loro clienti, riguardo a determinati problemi o interessi: le lobby degli ordini professionali, del petrolio (cit Treccani)
Giusto per non perdere tempo, ho immesso sulla searchbar di Google "lobby google"


Ma ho capito che ho tccato un tasto dolente, MAC LOVER.....

...and so on.


Qualsiasi dato di qualsiasi utente fa sempre gola... son vendibili (anche aggregati), la guerra non è tra darli o non darli ma tra chi se ne appropria per primo o li ha piu analici; e quale miglior occasione se non dare servizi in tal senso?
E qua ti do piena ragione, è vero che il gestore telefonoco sa chi sei e dove sei, ma è sempre una scelta tua e storicamente non è così trasversale come i servizi che ci puoi "appiccicare". Ultimamente anche i gestori, però, son nati come funghi e non credo ci sia tutta questa attenzione al dato dell'utente (o, almeno, non nel senso della loro protezione.)

Se uso un TAG per trovarti in una casa crollata è certamente meglio che non per vedere che le chavi della macchina, in una ipotetica borsa di una ipotetica moglie sono tutti i martedì mattina da un ipotetico vicino... magari un ipotetico utente non ci fa caso ma tranqui che la cosa è ben storata in un DB!

Ma, per cortesia, torniamo all'aspetto tecnico, che è lo scopo di quersto thread. Grazie e buon lunedì.

Blue.


PS:
Anche il mio posto di lavoro ha regalato come molti tutto a Google, tanto era gratis e il mio team era visto come una vagonata di boomer ca$$oni che non capivano... ora ci troviamo a spendere una milionata l'anno per una variazione unilaterale di contratto che ti tiene per le OO.
 
Certo che hai toccato un tasto dolente: la privacy riguarda tutti noi e certamente si potrebbe e si dovrebbe fare molto di più, anche se in EU - al netto di scelte burocratiche un po’ discutibili - GDPR pone vincoli abbastanza stringenti

Permettimi di dire che la definizione di “lobby” e il contesto in cui lo applichi qui sembrano un po’ fuori target: usare il termine per descrivere (con chiara connotazione negativa) le aziende tech e il loro utilizzo dei dati è una forzatura poiché non stiamo parlando di pressioni su legislatori, ma di strategie di business e modelli di mercato.

Detto ciò, è ovvio che i dati degli utenti siano una risorsa preziosa: sono alla base dell’economia digitale ma non è automatico che siano gestiti sempre con un’etica discutibile. Molti servizi sono gratuiti proprio grazie a questi modelli, e sta a noi decidere se accettarli o meno (leggendo davvero i termini di servizio, anche se noioso).

Riguardo alla protezione dei dati, come scritto in apertura, non nego che ci siano criticità, ma dire che i gestori telefonici non ci fanno caso è inesatto: devono rispettare normative molto stringenti, come il GDPR in Europa, che prevede multe salatissime per abusi o negligenze. La protezione del dato non è perfetta, ma non è nemmeno una terra di nessuno come sembri suggerire.

Quanto al tuo esempio sui tag, direi che è questione di prospettiva: lo stesso strumento può salvarti in una situazione critica o prestarsi ad abusi. Ecco perché si implementano misure di sicurezza (vedi le notifiche per i tag non autorizzati). Il problema non è la tecnologia, ma l’uso che se ne fa.

Ciao ciao

PS: per il tuo team di boomer e Google, posso capire il fastidio per scelte aziendali poco lungimiranti. Ma “regalare tutto” senza considerare le implicazioni non è colpa di Google, ma di chi ha firmato il contratto senza una visione a lungo termine.
 
Aiutooooooo... E' inquietante!!!
Premesso che io non corro pericolo in quanto detentrice di cellulare dell'Ottocento, che peraltro non uso neanche.
Ma preferirei perdere il telefono, che essere spiata e geolocalizzata H24 da non si sa chi (e non sempre con buone intenzioni, i rischi sono veramente troppo alti).

ti svelo un segreto: il tuo gestore telefonico sa già dove si trova il tuo telefono, anche senza AirTag, Bluetooth o altre diavolerie moderne. Basta che il tuo telefono sia acceso e connesso alla rete per essere localizzato tramite le celle telefoniche.

Aggiungerei che si è tracciati anche con qualsiasi tipo di pagamento elettronico. Si è tracciati con le carte sconto del supermercato. Si è tracciati quando si naviga in rete, si usano i social...
Diciamo che ormai siamo tracciati, cambia lo strumento, cambia chi detiene i dati, ma senza dubbio siamo piu' che tracciati :D
 
ti svelo un segreto: il tuo gestore telefonico sa già dove si trova il tuo telefono, anche senza AirTag, Bluetooth o altre diavolerie moderne. Basta che il tuo telefono sia acceso e connesso alla rete per essere localizzato tramite le celle telefoniche.
Sì, questo lo so, come so che sono tracciati i pagamenti elettronici.
E va bene, perché è giusto che anche le Forze dell'Ordine possano tracciarne i movimenti (ormai è una delle prime cose che si controllano nelle indagini).
Ma questo è il massimo che sono disposta a sopportare.

Quanto al fatto che l'utilizzo dei nostri dati non sia terra di nessuno... lasciamene dubitare fortemente.
Io non do mai il cellulare a nessuno, non lo uso e non lo inserisco mai in nessun modulo. In tutta la mia vita non ne ho MAI autorizzato l'uso - ma neanche del fisso - a fini non obbligatori (quindi per marketing etc). Sul punto sono sempre stata rigidissima.
E allora perché da qualche anno ricevo continue chiamate, anche sul cellulare che non uso, da operatori delle più svariate compagnie dal marketing estremamente aggressivo che vogliono vendermi qualcosa? Come li hanno avuti i miei numeri (e soprattutto quello del cellulare)? Evidentemente c'è un colossale mercato dei dati che tu sottovaluti.

Scusatemi per queste precisazioni di carattere giuridico, capisco che l'argomento era tecnico e perciò non alla mia portata, dunque scusate e mi ritiro in buon ordine.
 
Ultima modifica:
Quanto al fatto che l'utilizzo dei nostri dati non sia terra di nessuno... lasciamene dubitare fortemente.
Io non do mai il cellulare a nessuno, non lo uso e non lo inserisco mai in nessun modulo. In tutta la mia vita non ne ho MAI autorizzato l'uso - ma neanche del fisso - a fini non obbligatori (quindi per marketing etc). Sul punto sono sempre stata rigidissima.
E allora perché da qualche anno ricevo continue chiamate, anche sul cellulare che non uso, da operatori delle più svariate compagnie dal marketing estremamente aggressivo che vogliono vendermi qualcosa? Come li hanno avuti i miei numeri (e soprattutto quello del cellulare)? Evidentemente c'è un colossale mercato dei dati che tu sottovaluti.

Scusatemi per queste precisazioni di carattere giuridico, capisco che l'argomento era tecnico e perciò non alla mia portata, dunque scusate e mi ritiro in buon ordine.
Faccio come te ma ricevo chiamate come te. Non solo, cerco, nei limiti del possibile, di segnalare al garante le chiamate ricevute in quanto iscritto al registro delle opposizioni. Ma non cambia nulla.

Il tuo numero puo' essere recuperato tramite dei bot che chiamano a caso. Ritengo siano le chiamate dove quando rispondi non c'è nessuno dall'altra parte. Il fatto che la persona ha risposto registra il numero come valido.
Ritengo questo anche perchè capita di ricevere chiamate da persone che non hanno la piu' pallida idea di chi sono.

Diciamo che al momento su questo siamo in una giungla
 
Tanto per dire (anche se siamo profondamente offtopic), "viemme a trovà"!
https://it.spoofmyphone.com/ indica un fake call number a pagamento, mi chiedo pure se sia legale.
Ma forse è necessario un altro thread.

@b g ... domandona: e se la chiamata in arrivo servisse a contattare una app nascosta nel tuo tel che trasmette i tuoi dati (rubrica, fingerprint, dati dell'app della banca) alla buona vecchia maniera dello squittìo dei fax? Non lo sapresti mai.
O, peggio, se il brusio che spesso si sente fosse allo stesso modo una interazione per attivare eventuali app chiamando utenti random?
 
E allora perché da qualche anno ricevo continue chiamate, anche sul cellulare che non uso, da operatori delle più svariate compagnie dal marketing estremamente aggressivo che vogliono vendermi qualcosa? Come li hanno avuti i miei numeri (e soprattutto quello del cellulare)? Evidentemente c'è un colossale mercato dei dati che tu sottovaluti.

capita anche a me sul n. fisso di casa che è riservato fino da quandfo abbiamo fatto l'attivazione e mai l'abbiamo dato a nessuno.

per come conosco io le cose pare che in vari tipi di attacchi informatici a gestori telefonici, inps, ferrovie ecc enormi quantità di dati siano poi confluite nel dark web, dove la compravendita e l'uso illegale di tali dati sia attività quotidiana. un mio cliente che è ispettore della polizia postale mi ha raccontato che li dentro ci sono le cose più imonde e immorali che la mente umana sia in grado di concepire.
 
Oltre ai bot che verificano l’esistenza di un numero o meno, c’è un altro aspetto che ha effetti decisamente più importanti ed è non solo sottovalutato, ma per lo più sconosciuto.

Non abbiamo nessun controllo sui dati che gli altri hanno di noi.
Mi spiego meglio: se il vicino di casa ha il mio numero di telefono (e magari quel colabrodo di Android) io non ho nessun potere di impedirgli di far leggere la rubrica all’ennesimo clone di candy crush che gli “regala” una manciata di minuti di gioco in più.

Sostituite vicino di casa con portinaio, cugino di 4° grado, corriere che vi ha chiamato perché non siete in casa ed è chiaro come il proprio numero possa girare liberamente
 
Scusate, era tecnico ma io bisogna che risponda. Poi Blue casomai mi frusterà.
Per il fisso, effettivamente io sono sull'elenco telefonico. E sebbene sia iscritta al Registro delle opposizioni fin dalla sua istituzione e poi reiscritta nella nuova piattaforma dello stesso Registro (stavolta con fisso e cellulare), le chiamate arrivano. Ma per il fisso in qualche modo lo capisco: essendo sull'elenco, quelli se ne fregano dell'opposizione e chiamano lo stesso.
Ma il mio cellulare ce l'hanno in pochissimi (per non dire quasi nessuno) proprio perché è una modalità di comunicazione che non ho mai usato: ho un catrame di telefono senza neanche WA (e tariffa a consumo come trent'anni fa, tanto non lo uso!), non so mai dov'è, non rispondo quasi mai, sta spento a settimane perché mi dimentico di averlo e di caricarlo, spesso io sono a casa e lui in ufficio o viceversa... A chiunque io ho sempre dato solo e sempre il fisso, o di casa o di ufficio (o la mail, mio principale strumento di comunicazione), mai il cellulare. Quando lo devo fornire per forza (siti istituzionali e simili), ne vieto sempre l'uso a fini non obbligatori. Chiunque mi conosca sa che è inutile chiamarmi sul cellulare, e infatti non mi ci chiama nessuno. Dunque come l'hanno avuto il mio cellulare le CENTINAIA di operatori che mi chiamano in continuazione? (lo so perché trovo decine di chiamate non risposte)
 
Ultima modifica:
Basta una sola persona a cui hai dato il numero e l’ha salvato sulla sua rubrica che faccia quanto ho scritto sopra che lo stesso va a finire in pasto a broker di dati.
 
Bene, anzi malissimo.
Il broker di dati sta rubando, utilizzando e vendendo/divulgando un mio dato senza consenso, e nonostante l'opposizione. Quindi è un criminale.
Difese?
 
Bene, anzi malissimo.
Il broker di dati sta rubando, utilizzando e vendendo/divulgando un mio dato senza consenso, e nonostante l'opposizione. Quindi è un criminale.
Difese?

Non stanno rubando nulla.
Sul resto, molte società sono extra-EU e quindi se fregano con l’aggravante che il registro delle opposizioni non funziona
 
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