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Le dimore reali...testimoni di storia e di bellezza.

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Accedendo dall'entrata principale si viene accolti nella corte d'onore, nel centro della quale sorgeva una fontana detta del cervo, la facciata principale in intonaco con cornucopie conchiglie e frutti risulta sulla parte destra come "sfregiata" da una cesura di mattoni a vista che delimitano la parte seicentesca da quella settecentesca, successiva all'intervento del primo architetto di corte Amedeo di Castellamonte.


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La parte sinistra del complesso presenta l'intervento del secondo architetto di corte Michelangelo Garove 1699-1713 in sintesi la realizzazione di due torrioni con tetti detti alla "Mansart" ricoperti di Scandole, mattonelle pentagonali multicolori in ceramica, uniti da una Gran Galleria erroneamente indicata a metà del XX secolo, come quella di Diana.

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A illustrare il complesso della reggia, esiste un modello estremamente accurato realizzato da Carlo Costantini, dove è possibile rendersi conto delle sostanziali modifiche nel corso degli anni, del progetto iniziale sia della Reggia che dei giardini, per unificarli al gusto dei tempi che cambiano, ma anche per i costi sempre più onerosi di progetto.

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In un primo tempo la villa posta centralmente all' impianto progettuale doveva essere affiancata da due ali laterali aggiuntive( quelle in mattoni rossi) ma ne fu eseguita solo una.
 
Il piano terreno è occupato interamente da ambienti di servizio, cucine, dispenser ecc...e che ad oggi ospitano delle interessanti mostre inerenti la villa stessa con cortometraggi brevi e immagini d'epoca.

Suggestivo il corridoio a volta in mattoni che ospita l'intera sequenza degli antenati di casa Savoia....molto suggestiva l'ambientazione, tra ritratti che si specchiano in un' infinita sequenza di immagini suggestive...

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Ben presto si arriva passo passo a quello che è il mondo dei Savoia....


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...dove naturalmente noi entriamo in punta di piedi...
 
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Probabilmente l'idea di creare una reggia a Venaria nacque da Carlo Emanuele II di Savoia dall'esempio del Castello di Mirafiori (o di Miraflores), luogo destinato alla moglie del duca Carlo Emanuele I, Caterina Michela d'Asburgo situato nel quartiere che da quella reggia avrebbe poi preso proprio il nome Mirafiori.
Carlo Emanuele II, volendo anch'egli creare una reggia che si legasse al proprio nome e a quello della consorte, Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, comprò i due piccoli villaggi di Altessano Superiore ed Inferiore dalla famiglia di origine milanese Birago, che qui aveva dato vita a importanti piantagioni. Il luogo venne in seguito ribattezzato "la Venaria" perché destinato agli svaghi venatori.

I lavori vennero progettati dal 1658 ed affidati all'architetto Amedeo di Castellamonte. La costruzione cominciò nel 1659 e vennero completati, in ordine: la scuderia e la torre dell'orologio , la Reggia di Diana , Loggia e Teatro nel giardino superiore , la piazza frontestante il palazzo , le facciate gemelle delle chiese nella piazza del borgo , la citroneria a fontana d'Ercole, il viale della Fontana d'Ercole.

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Dopo che il 1º ottobre 1693 i francesi (in guerra contro i Savoia nella guerra della Grande Alleanza) distrussero alcune costruzioni, Vittorio Amedeo II commissionò un ulteriore intervento sulla reggia, che venne ristrutturata ed ampliata sotto la direzione di Michelangelo Garove. Vennero completati il padiglione sud-ovest ,il padiglione sud-est e l'inizio della manica della Galleria Grande, che rimarrà incompiuta con la morte di Garove nel 1713. Inoltre, Garove rimodellò i giardini, demolendo il Tempio di Diana , tracciando l'Allea Reale e prolungando il viale, demolendo la citronieria seicentesca , tracciando il Giardino Inglese , realizzando gli Appartamenti verdi e demolendo la Loggia a Teatro seicentesca... insomma come avrete potuto notare è tutto un susseguirsi di opere costruite, poi demolite per fare posto ad altre che poi a sua volta vennero rimodulare in altre.

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Negli interni si trovavano stucchi, statue, dipinti, (secondo il Castellamonte, oltre quattromila quadri), realizzati da valenti artisti, tra cui Vittorio Amedeo Cignaroli, Pietro Domenico Olivero e Bernardino Quadri. Sulle pareti si stagliano raffigurazioni di selvaggina che istituiscono un rimando alla funzione venatoria della struttura. Le decorazioni a stucco spesso sono dovute all'arte dello stuccatore Pietro Somazzi, in ambienti trasformati in epoca successiva, oppure in sale all'interno della reggia di Diana e nei vani di raccordo con il padiglione eretto da Michelangelo Garove, dove si assiste ad un vero e proprio trionfo di abilità esecutiva.


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La "citroneria" si intende come una limonaia, un giardino di limoni?
La Citroneria era un ricovero per l'inverno delle piante di limoni e agrumi in generale.

Era molto in voga avere come ornamenti dei giardini settecenteschi piante di limoni, coltivati in vaso e posizionati nella bella stagione, nei giardini per poi, dato i rigori dell' inverno, essere custoditi in ambienti a volte molto scenografici ...una sorta di giardino d'inverno, dove potersi rifugiare nelle giornate buie e poter rinvigorire lo spirito attorniati dal verde lucido delle piante di limoni e da qualche frutto tardivo. Era una moda del tempo molto molto piacevole e copiata un po' da tutti.

Anche sul nostro vicino lago di Como, esistono diverse ville con ampie citronerie o limonaie per lo più in stile liberty, molto molto belle.
 
Proseguiamo nel nostro itinerario di scoperta.

Nel 1716, Vittorio Amedeo II affidò il progetto a Filippo Juvarra che completò la Galleria Grande ,allestì il padiglione sud-est, costruí la Citroneria e la Scuderia Grande (1722-1727), e costruí la cappella di Sant'Uberto. Nei giardini, Juvarra demolì le fondamenta residue del tempio di Diana nel 1719 e nel 1725 realizzò il Labirinto ed il suo padiglione.

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Nel 1739, tre anni dopo la morte di Juvarra, Carlo Emanuele III scelse Benedetto Alfieri come nuovo direttore del progetto. Alfieri demolì la torre dell'Orologio e la ricostruì nello stesso posto , eresse la manica del Belvedere , la galleria tra la cappella e la Citroneria, la piccola scuderia occidentale e quella orientale , ed il maneggio....passano i secoli e le dominazioni si susseguono...
Anche durante la dominazione napoleonica la reggia subì serie trasformazioni, in particolare, i giardini, distrutti per farne una piazza d'armi: l'intero complesso, infatti, venne trasformato in caserma e, con la Restaurazione, questa destinazione fu mantenuta. Il complesso si confermò pure come il centro nevralgico della Cavalleria sabauda, ospitando, tra l'altro, una scuola di equitazione militare di prestigio europeo (in seno alla quale maturarono innovativi metodi di equitazione, di combattimento, di affardellamento) e un allevamento di stalloni.

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A causa dei gravi danni subiti durante l'occupazione francese, una volta sconfitto Napoleone e restaurato il Regno di Sardegna, la reggia di Venaria non tornò al suo precedente ruolo di residenza reale, ma divenne parte del Regio Demanio Militare. I decori e gli arredi recuperabili furono trasferiti negli altri palazzi e castelli della corte sabauda, e il ruolo di residenza reale estiva fu assunto dal castello di Racconigi, da quello di Stupinigi e da quello di Agliè.

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Dall'inizio del '900, l'esercito cominciò gradualmente ad abbandonare il sito, e la proprietà fu gradualmente trasferita al ministero della cultura, a partire dal 1936 con la cappella di Sant'Uberto.

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Tolto il presidio militare, il palazzo divenne preda di atti vandalici e proseguì in un lento ed inesorabile abbandono. Data la mancanza di fondi per il sito, gli interventi del ministero della cultura furono minimi ed essenziali, mirati alla conservazione dell'integrità strutturale degli edifici. Negli anni '40 fu intrapreso un piccolo restauro della cappella.

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Lo stratagemma che s'inventò Filippo Juvarra...la lanterna alla sommità della cupola della cappella di Sant' Umberto, non è reale. Trattasi di un trompe-l'oeil, primo perché si sarebbe dovuta modificare la cupola, secondo e non meno importante, costruendola realmente l'altezza finale dell' intera cappella sovrastava l' altezza del palazzo...e ciò non era conveniente si sarebbe minata la supremazia della Chiesa sul casato dei Savoia..... ovviamente guardando dall' ingresso principale della Chiesa appare così, mentre fai lati opposti la figura non appare esatta.
 
Nel 1961, in occasione delle celebrazioni per il centenario dell'Unita d'Italia , la Galleria e il Salone di Diana furono brevemente restaurati, anche se in maniera prevalentemente scenografica. Negli anni '60 un gruppo di cittadini venariese diede vita al Coordinamento Venariese per la Tutela e Restauro del Castello, che avviò alcuni limitati lavori di recupero e valorizzazione del palazzo decadente.

A partire dagli anni '80, i fondi del FIO (Fondi di investimento occupazionale) sono stati impiegati per i primi lavori di riqualificazione, restauro e valorizzazione volti a sensibilizzare

Il restauro​

«Il recupero della reggia di Venaria Reale è considerato uno dei più grandi cantieri di restauro europeo in quanto non si tratta solamente del restauro di un complesso architettonico, ma del recupero urbanistico di un intero territorio che comprende la città di Venaria, il suo centro storico, la sua viabilità, le infrastrutture, il Borgo Castello della Mandria con il suo parco, le circa 30 cascine e ville interne, il recupero di terreni abbandonati e ora riqualificati a giardini.»
(Francesco Pernice, Soprintendente per i Beni Architettonici e per il Paesaggio del Piemonte e direttore tecnico coordinatore dei restauri della Venaria Reale, 24 luglio 2007."

Ed ecco la meraviglia assoluta della Reggia: La Galleria di Filippo Juvarra.

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È una pioggia di luce...un biancore accecante dato dagli stucchi di un candore disarmante su piccoli spazi di colore ceruleo. La luce filtra da ambo i lati dalle pareti con ampio finestroni...e dalle finestre alte ogivali ma con l'accortezza di ampio spazio rettangolare esterno per catturare più luce...un barocco purissimo di linee che lascia disarmati di fronte a tanta bellezza.
 
Scuderie Juvarriane.

Le scuderie Juvarriane sono costituite da un grande atrio che dà sui giardini, ed un grande ambiente voltato diviso in due da un muro: la Scuderia Grande sul lato nord, e la Citroniera sul lato sud. La Citroniera è costituita da una grande galleria voltata (lunga 148 metri, larga 14, e alta 16) la cui funzione antica era il deposito invernale degli agrumi coltivati nei giardini. Le pareti laterali sono scandite da nicchie che imprimono dinamismo alla galleria, e a sud le pareti sono scandite da archi sormontate da oculi che danno sul giardino mentre la parete nord (che separa l'ambiente dalle scuderie) presenta dei serramenti in trompe l'oeil che riproducono gli archi. L'ambiente è usato per mostre temporanee. La scuderia grande (lunga 148 m, larga 12 e alta 15) conteneva all'epoca circa 200 cavalli e riparava il lato nord della Citroniera in inverno. Nell'ambiente sono esposte carrozze, uniformi, ed il Bucintoro veneziano.

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Quest'ultimo fu fatto realizzare a Venezia da Vittorio Amedeo II fra il 1729 e il 1731. Tra le carrozze esposte vi sono la Berlina dorata di gala, commissionata da Vittorio Emanuele II asceso al trono d’Italia, la Berlina argentata della regina Margherita e alcune carrozze di Umberto I e Vittorio Emanuele III. Inoltre, è esposta temporaneamente la carrozza di Napoleone.

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I giardini


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I giardini della reggia sono completamente spariti da quando i francesi di Napoleone li trasformarono in piazza d'armi: un'opera estremamente significativa del complesso si perse per sempre. Rimasero i disegni d'epoca, che mostravano lo splendido giardino alla francese diviso in tre terrazze collegate con scenografiche scalinate e architetture (come la torre dell'orologio del primo cortile) che le collegano: la fontana dell'Ercole, il teatro ad emiciclo e i parterre.


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Solo di recente Venaria Reale vede rinascere la sua ambientazione naturale, grazie ai lavori che stanno interessando la struttura (scuderie, reggia di Diana, eccetera). Attualmente sono stati resi fruibili al pubblico i settori già ultimati, oltretutto danneggiati in parte dal violento nubifragio del giugno 2007. Nel Parco Basso sono visibili alcune opere di Giuseppe Penone, in netto contrasto con la struttura barocca del complesso: tra esse, il tronco di un cedro, alto dodici metri, dal quale escono i fumi degli impianti delle centrali termiche della palazzina.

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Nel 2019 i giardini della Venaria si sono aggiudicati la XVII edizione del concorso Il Parco Più Bello d'Italia (categoria "parchi pubblici").
 
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