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Le donne e la navigazione

gimale

Well-known member
Il mondo della navigazione è per tradizione un mondo maschile anche se negli ultimi anni e soprattutto nel settore crocieristico ci sono diverse donne a bordo. Ma, a differenza di quanto si possa immaginare (almeno per me era così) la presenza delle donne a bordo delle navi è storia antica….

Se vorrete seguirmi iniziamo questo viaggio tra miti, leggende e storie vere.

Il mito della fondazione di Cartagine (814 a.c.)

Didone (o Elissa), figlia del re di Tiro, sorella di Pigmalione e moglie di Sicheo, alla morte del padre ereditò metà del regno. Il fratello volendo impossessarsi delle ricchezze di Sicheo (sembra accumulate con atti di pirateria appoggiati anche da Didone) lo fece assassinare e Didone scoperta la verità pensò di fuggire ma non aveva navi. Escogitò allora uno stratagemma e chiese al fratello un incontro. Pigmalione mandò alcune navi a prenderla a patto che lei portasse con sè anche il tesoro di Sicheo.

Didone aiutata da alcuni servitori fedeli caricò il tesoro di nascosto e fece caricare sul ponte molti sacchi pieni di sabbia facendo credere ai marinai di Pigmalione che lì ci fosse il tesoro. Dopo che le navi furono salpate Didone iniziò ad invocare il marito morto e gridando che Pigmalione non era degno di ricevere il suo tesoro, aiutata dai suoi, gettò in mare tutti i sacchi con la sabbia. I marinai di Pigmalione capirono che non potevano tornare dal re senza tesoro e fecero rotta su Cipro. Qui Didone svelò il suo inganno e i marinai decisero di seguire Didone che di fatto prese il comando della nave e fece fare rotta sulle coste settentrionali dell’Africa dove la regina fondò Cartagine.

Le battaglie di capo Artemisio e di Salamina (480 a.c.)

Artemisia I, regina di Alicarnasso (odierna Bodrum), salì al trono come reggente del figlio piccolo dopo la morte del marito. Il retore Polieno riporta che la regina era solita navigare sulla sua trireme cambiando le insegne a seconda delle navi che incontrava o per evitare attacchi o , al contrario, per attaccare a sorpresa le navi nemiche.

Artemisia fu anche una valida alleata del re Serse che la inviò con le sue navi alla conquista dell’isola di Coo.

Nel 480 a.c. Serse I diede inizio alla seconda guerra persiana contro la Grecia e Artemisia si unì alla flotta persiana con le sue 5 trireme, unica donna al comando, partecipando alla battaglia di Capo Artemisio.

Nell’autunno del 480 a.c. vennero riuniti i tutti i comandanti persiani per decidere se attaccare Salamina via mare o via terra. L’unica a propendere per un attacco via terra fu Artemisia sostenendo che l’esercito di Serse era di gran lunga superiore a quello greco. Ma prevalse l’opinione degli altri comandanti e fu deciso di attaccare via mare. La battaglia si tenne nel settembre del 480 a.c. e le navi persiane ben presto vennero sopraffatte da quelle greche. Secondo il racconto di Polimeno, Artemisia fece ammainare le insegne persiane e fece innalzare quelle greche per salvare la propria vita e la nave ammiraglia e per perfezionare l’inganno fece addirittura attaccare una propria nave che venne affondata. Artemisia ritornò nel suo regno e secondo Erodoto fu inviata ad Efeso dal re Serse.

I pirati Illiri (230 a.c.)

Teuta nel 230 a.c. divenne reggente dell’Illiria alla morte di suo marito Agrone, in vece del figlio del marito e di un’altra sua moglie. Si ritrovò al comando di un gruppo di tribù sostanzialmente dedite alla pirateria nello Ionio e nel basso Adriatico; la stessa Teuta partecipò ad alcune scorribande piratesche. Durante l’attacco alla città di Fenice (229 a.c.) vennero uccisi alcuni mercanti romani e la reazione romana non si fece attendere. I Romani attaccarono Teuta che fu costretta al ritiro presso le Bocche di Cattaro dove resistette fino al 228 a.c. Dopo questa data non si sa più nulla della regina Teuta forse suicidatasi per non arrendersi ai Romani.

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Le donne vichinghe

Nel Nord Europa numerose donne vichinghe si diedero alla guerra per mare, alla pirateria e alla conquista di vasti territori seminando il terrore. Ci sono vichinghe identificabili e menzionate per nome, le cui imprese sono celebrate e narrate nelle saghe e sui monumenti runici.

Alwilda era figlia di un re Scandinavo del V secolo d.C. che fu promessa sposa al principe di Danimarca Alf. Per sfuggire a questo matrimonio, insieme ad alcune ancelle, si travestì da uomo e prese il largo su un vascello. La leggenda racconta che le ragazze incontrarono una nave di pirati a cui si aggregarono e Alwilda, per il suo aspetto regale, per la sua determinazione e per il fatto che i pirati avevano perso il loro capitano, fu scelta come loro capo. Sotto il suo comando i pirati divennero una grave minaccia per i commerci navali nel mar Baltico tanto che il principe Alf fu mandato a dar loro la caccia. I pirati e le navi danesi si incontrarono di fronte alle coste finlandesi e ci fu una battaglia terribile in cui Alwilda si distinse per le sue doti di guerriera. I pirati alla fine furono sconfitti e Alwilda rimase tanto impressionata dal valore di Alf che si decise a sposarlo diventando poi regina di Danimarca.

Alcune altre donne sono descritte nel libro Gesta Danorum di Sassone il Grammatico, storico medievale danese.

Nel libro 3 viene menzionata Sela, principessa vichinga 420 d.C. descritta come "un'amazzone guerriera e un pirata esperto" che secondo una saga accompagnava il fratello Koll durante la spedizione navale contro un altro pirata, Horwendil, che alla fine li uccise entrambi.

Nel libro 8 si fa menzione a Hetha, Wisna e Wigbiorg del 704 d.C. descritte come capitane di grandi navi e benchè con corpi di donna “benedette da un’anima maschile”.

Un’altra donna vichinga di cui ci è arrivata notizia è Unnur di cui si parla in un testo islandese del XIII secolo. Vissuta nel IX secolo viaggiò al seguito del figlio dalla Norvegia alle Ebridi. Alla morte del figlio fece costruire un grande knarr, imbarcazione norrena, con cui guidò una ventina di marinai fino alle isole Orcadi ed attivò un fiorente commercio di schiavi. Raggiunse l’Islanda occidentale dove alla fine si stabilì fondando una comunità e concedendo la libertà agli schiavi che aveva condotto fin lì.

In un altro testo del XII secolo che narra della lotta degli irlandesi contro i “forestieri” si racconta che nel X secolo durante un’aggressione, una delle sedici flottiglie fosse comandata da Inghen Ruaidh, traducibile come “Ragazza Rossa” facendo intendere che una donna era al comando della flottiglia.

Infine in due saghe probabilmente risalenti al XII secolo si racconta che, intorno all’anno mille, una vichinga di nome Freydís Eiríksdóttir, figlia di Erik il Rosso, partì dalla Groenlandia per una spedizione diretta verso il Vinland, probabilmente l’odierna Terranova e combattè valorosamente contro gli indigeni.

La Leonessa di Bretagna

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Jeanne de Clisson nel 1330 sposò in terze il ricco bretone Olivier IV de Clisson. Durante la guerra di successione bretone tra Francesi e Inglesi, vinta da questi ultimi, Olivier venne catturato insieme agli altri comandanti francesi ma venne liberato molto rapidamente e dietro il pagamento di una somma sorprendentemente bassa. Per questi motivi venne sospettato di essere un traditore e di aver tramato contro la Francia alleandosi in segreto con gli Inglesi. Così nel 1343 Olivier IV fu arrestato, processato e condannato a morte per decapitazione.

Jeanne infuriata per l’ingiusta esecuzione del marito giurò vendetta al re di Francia. Con l’aiuto del re d’Inghilterra e di alcuni dissidenti bretoni equipaggiò tre navi da guerra dipinte di nero e con vele rosse che iniziarono a pattugliare il canale della manica attaccando tutte le navi francesi che incontravano. Jeanne continuò l’attività di pirateria contro i Francesi per altri 13 anni.

Le donne sbarcano in America (1493 -1509)

Il primo “sbarco” femminile oltreoceano documentato nei registri della Casa de Contratación di Siviglia che si occupava degli aspetti amministrativi delle spedizioni in America, risale al secondo viaggio di Cristoforo Colombo; a bordo delle navi si trovavano 4 donne: la serva di Colombo, due mercanti e un’altra donna di cui nulla è specificato se non il nome.

Nel terzo viaggio di Colombo 30 donne si trovavano sulle navi della spedizione, alcune erano mogli degli uomini imbarcati ma nei registri viene indicata anche la presenza di una prostituta e di due donne Rom che erano state condannate alla prigione ma che era stata loro concessa una “grazia” in cambio del lavoro di lavandaie a bordo e 10 anni di servizio non retribuito una volta sbarcate .

Un altro “sbarco” femminile documentato avvenne con la spedizione del viceré Diego Colón, figlio di Cristoforo Colombo che partì per prendere possesso delle terre a lui assegnate con un numero imprecisato di navi su cui si trovava sua moglie e un certo numero di uomini e donne desiderosi di accasarsi in quelle terre lontane. Lo sbarco avvenne a Santo Domingo il 10 luglio del 1509

La Signora Libera (1515 circa)
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Sayyda Al Hurra o Sitt al-Ḥurra Āisha nacque a Granada poco prima della riconquista spagnola che costrinse la sua famiglia a rifugiarsi in Marocco. Dopo la morte del marito fu proclamata reggente della città di Tetouan ma animata dal risentimento verso i Cristiani che l’avevano costretta a fuggire dall’Andalusia si diede alla pirateria alleandosi con il pirata algerino Aruj Barbarossa.

La pirateria le portò cospicue entrate in denaro derivate dalle razzie delle merci e dai riscatti dei prigionieri catturati pagati dalla Spagna: alcuni documenti spagnoli del 1540 riportano le lunghe trattative tra il governo spagnolo e Sayyda Al Hurra dopo un attacco a Gibilterra che fruttò “molto bottino e molti prigionieri”

Nel 1542 fu detronizzata dal figlio e si ritirò a Chefchaouen, dove visse per quasi 20 anni

La regina del Mare di Connemara (1530-1603)
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Grace O’Malley detta “Granuaile”, nata in Irlanda nel 1530 e figlia di un capo clan che viveva attraverso traffici marittimi più o meno leciti e con la tassazione delle attività di pesca che si svolgevano lungo le coste dei suoi territori.

Si narra che all’età di 11 anni chiese al padre di poterlo accompagnare in un viaggio via mare fino in Spagna; al rifiuto del padre giustificato dal fatto che i suoi lunghi capelli avrebbero potuto impigliarsi nel sartiame, lei non esitò a tagliarli. Questo episodio le valse il soprannome di Gráinne Mhaol (Grace la calva).

In seguito alla morte del padre e del primo marito prese le redini dei rispettivi clan e si trovò a gestire ingenti patrimoni, in gran parte ottenuti con l’attività di pirateria nei confronti delle navi inglesi, e possedimenti che le permisero di finanziare le ribellioni contro la corona inglese. Continuò comunque ad organizzare e partecipare ad azioni di pirateria finchè nel 1593 i suoi figli e il fratellastro vennero catturati e fu costretta a trattare con la Regina Elisabetta I. Ci fu un incontro in cui Grace dimostrò in tutti i modi di non riconoscere Elisabetta come regina di Irlanda ma alla fine ottenne la liberazione dei figli, del fratellastro e l’allontanamento del governatore inglese in Irlanda; in cambio promise di non attaccare più le navi inglesi e di non finanziare le ribellioni irlandesi contro la corona.

Ma poco dopo il governatore inglese venne reintegrato e Grace riprese gli attacchi contro le navi inglesi fino alla sua morte, avvenuta nel 1603.

Una donna a capo di una spedizione nel Pacifico (1595)
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Isabel Barreto probabilmente nata in Galizia si trasferì con la famiglia a Lima dove compiuti 18 anni sposò il navigatore, esploratore e cartografo Álvaro de Mendaña a cui si attribuisce la scoperta delle Isole Salomone. Alcuni anni dopo il matrimonio fu organizzata una seconda spedizione con lo scopo di fondare nuovi insediamenti e sfruttare le ricchezze delle terre scoperte. Fu così che nel 1595 da Callao, vicino Lima, partirono 4 navi con a bordo 378 persone tra uomini, donne e bambini. A bordo si trovava anche Isabel.

Dopo poco più di 3 mesi 3 navi delle 4 partite approdarono nelle isole che vennero chiamate Marchesi. A causa della assenza di ricchezze e di alcuni scontri avvenuti con gli indigeni dopo 2 settimane la spedizione abbandonò l’arcipelago e si diresse verso ovest e a settembre raggiunse l’isola di Nendo che fu chiamata Santa Cruz. Anche qui non vennero trovate le ricchezze che forse erano state promesse e una epidemia di tifo o forse di malaria decimò gli spagnoli tra cui lo stesso Mendaña che prima di morire, in forza di un documento rilasciatogli dal Vicerè che gli permetteva di nominare direttamente un suo successore, mise a capo della spedizione la moglie Isabel. Dopo la morte di 47 persone in meno di un mese, Isabel decise di abbandonare l’isola e partì al comando delle tre navi e con le sole 100 persone sopravvissute. Si diressero prima verso nord ovest e poi a nord raggiungendo le Filippine. Durante la navigazione altre due navi andarono perdute e Isabel dovette affrontare anche l’ammutinamento dei marinai ormai stremati. Si dimostrò molto forte e dura, ordinando anche l’esecuzione di alcuni marinai che avevano disobbedito ai suoi ordini. In seguito partecipò ad un'altra spedizione che la portò a raggiungere Acapulco. Morì a Lima nel 1612.

Continua....
 
Grazie a tutti.
Mi è venuta l'idea di scrivere qualcosa su questo argomento dopo aver visto un servizio sui grandi viaggi di esplorazione per mare.
Possibile che sulle navi ci fossero solo uomini?
E poi ho ripreso un libro letto qualche anno fa sulla pirateria in cui c'era un capitolo dedicato alle donne sulle navi dei pirati.

Non è stato facile trovare notizie e credo che molte siano un po' "romanzate" perciò prendete "con le pinze" quanto ho scritto.
Per quanto riguarda le prostitute (rispondo a giada50), la loro presenza sulle imbarcazioni quando erano ancorate in porto è dato certo; perciò è plausibile che alcune avessero anche un posto a bordo durante la navigazione.

Ma ora continuiamo questa breve storia della navigazione al femminile.



Una sfortunata combattente (1690)

Anne Chamberlyne nacque nel 1667 e all’età di 23 anni si imbarcò sulla nave da guerra comandata dal fratello e che, nel 1690, fu impegnata nella battaglia di Beachy Head contro la flotta francese durante la Guerra Anglo - Olandese. Le cronache riportano che Anne combattè strenuamente al pari di un uomo. Questo episodio rappresenta il primo caso storicizzato di presenza femminile a bordo di una nave da guerra ed è anche l’unico in cui Anne fu coinvolta infatti dopo pochi mesi si sposò e 16 mesi dopo il matrimonio morì dando alla luce la sua prima figlia.

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Donne pirati dei Caraibi (1719 – 1721)

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Anne Bonny era la figlia illegittima di un avvocato e di una cameriera, nata vicino a Cork in Irlanda nel 1702.

Quando la moglie dell’avvocato scoprì la relazione del marito accusò ingiustamente la cameriera di furto e la fece imprigionare.
Il padre di Anne lasciò la casa coniugale e tenne con se la bambina vestendola da maschio e facendola passare per un suo garzone per evitare lo scandalo. La moglie però, qualche tempo dopo, lo scoprì, tolse sostegno economico al marito e lo scandalo travolse lo studio legale.
L’avvocato decise quindi di trasferirsi con l’amante e la figlia in Carolina dove si stabilì.

Anne si innamorò di un marinaio squattrinato che sposò contro il volere del padre che la cacciò di casa.
Anne e il marito Bonny si trasferirono sull’isola di New Providence e qui Anne incontrò John Rackman, pirata conosciuto con il nome di Calico Jack.

Rackman si era recato sull’isola nel 1719 per approfittare dell’amnistia del governatore delle Bahamas e per un po’ abbandonò la pirateria.
Convinse Anne a lasciare il marito e a seguirlo. Dopo la nascita del loro figlio, avvenuta presso alcuni amici a Cuba, Calico, che nel frattempo aveva ripreso l’attività di pirata, la mandò a prendere e Anne si riunì all’equipaggio sempre vestita da uomo.

Mary Read nacque in Inghilterra nel 1685 secondogenita di una donna che aveva avuto una breve relazione con un uomo dopo che il marito pescatore era partito in mare senza più tornare e lasciandola sola con il primogenito.

Poco dopo la nascita di Mary, tenuta segreta, il primogenito morì e la donna rimasta senza soldi decise di chiedere aiuto alla suocera. Così si presentò accompagnata da Mary vestita come un maschietto. Fu così che Mary fu cresciuta come maschio e a 13 anni fu mandata a lavorare come valletto. Ben presto, stanca di quella vita e si imbarcò come uomo su una nave da guerra. Poi si arruolò come cadetto nell’esercito nelle Fiandre e ancora in un reggimento di fanteria finchè, alla fine, si imbarcò su una nave diretta nelle Indie Occidentali che fu attaccata dai pirati. Dopo ulteriori peripezie si ritrovò come membro dell’equipaggio sulla nave di Calico Jack.

L’incontro tra Anne Bonny e Mary Read fu un particolare “malinteso”: Anne si sentiva particolarmente attratta dal nuovo membro dell’equipaggio e rivelò a Mary di essere una donna vestita da uomo; a quel punto Mary, comprese le intenzioni di Anne, e con grande delusione di quest’ultima, le rivelò di essere anche lei una donna.

Nell’agosto del 1720 parteciparono all’assalto di un vascello nel porto di Nassau con il quale si allontanarono inseguiti dagli uomini del Governatore delle Bahamas. Dopo aver assaltato alcune imbarcazioni al largo di Hispaniola; Calico fece rotta verso la Giamaica dove venne intercettato dalla nave del corsaro Jonathan Barnet che andò all’assalto. Gli unici membri dell’equipaggio della nave pirata ad opporre resistenza brandendo pistole e coltelli furono Anne e Mary.

Tutto l’equipaggio fu catturato e sottoposto a processo.
Gli uomini furono giustiziati per impiccagione e le due donne vennero condannate alla stessa sorte ma alla lettura del verdetto dichiararono entrambe di essere incinte.
La pena fu sospesa non appena venne appurato che quanto avevano affermato era vero.

Mary morì in prigione poco dopo il processo a causa di febbri non meglio precisate e venne sepolta il 28 aprile 1721.

Non si hanno invece notizie certe sulla sorte di Anne e del suo bambino anche se L'Oxford Dictionary of National Biography riporta: «Testimonianze rilasciate da discendenti di Anne Bonny affermano che suo padre la riscattò dalla prigionia e la riportò a Charles Town, South Carolina, dove partorì il secondo figlio di Rackham. Il 21 dicembre 1721 sposò un locale, Joseph Burleigh, a cui diede quindici figli. Morì in South Carolina, come donna rispettata, all'età di ottanta anni, il 22 aprile 1782»


La vedova in maschera (1723 -1792)

Hannah Snell nacque in Inghilterra nel 1723 in una famiglia agiata e poco dopo essere rimasta orfana ed essersi trasferita in casa della sorella maggiore e del cognato, si sposò con un marinaio olandese che dilapidò tutte le sostanze che Hanna aveva ereditato.
Quindi la abbandonò quando Hanna era incinta della loro prima figlia che morì ancora in tenera età.
Dopo la morte della figlia tornò a vivere con la sorella e nel 1745 indossando gli abiti del cognato e usando il suo nome, James Gray, andò a cercare il marito e dopo aver scoperto che era stato giustiziato per omicidio decise di arruolarsi nell’esercito: aveva 24 anni.

Per un atto di insubordinazione fu condannata a ricevere numerose frustate e anche in quella occasione riuscì a tenere nascosto il suo vero sesso.
Lasciò l’esercito e si arruolò nei Royal Marines. Venne imbarcata come mozzo su una nave diretta in India per assediare una colonia francese.
Combattè in diverse battaglie e fu ferita ben 11 volte: tutte le volte si curava da sola o facendosi aiutare da donne del posto per evitare di rivelare che era una donna anche se i suoi compagni di equipaggio avevano notato che non si radeva il viso e per canzonarla, credendola un uomo, la soprannominarono “Miss Molly Gray”. Per non dare adito ad ulteriori sospetti iniziò anche a flirtare con diverse ragazze indiane.

Nel 1750 la sua unità tornò in Inghilterra e alla fine del viaggio rivelò al resto dell’equipaggio di essere una donna.
Fu congedata con onore e le fu concessa una pensione per il servizio prestato in marina.

Gestì per qualche tempo un pub a cui diede il nome “The widow in Masquerade”.
Morì nel 1792 dopo essersi sposata altre due volte ed aver avuto due figli.

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Un carpentiere navale sotto mentite spoglie (1759)

I travestimenti maschili permisero alle donne non solo di accedere alla navigazione su navi mercantili, navi dei irati o della Marina ma anche a mestieri legati alla marineria. Uno dei primi casi di cui ci è giunta notizia è quello di Mary Lacy.

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Mary Lacy nacque nel Kent in Inghilterra nel 1740 e all’età di 12 anni venne mandata a lavorare come domestica; all’età di 19 anni scappò, si travestì da uomo e si fece assumere come apprendista carpentiere navale imbarcato sulla HMS Sandwich con il nome di William Chandler.

Si dimostrò subito abile nella carpenteria navale ma anche nel combattimento durante la Guerra dei Sette Anni.

Una volta sbarcata venne assunta come apprendista nei cantieri navali di Portsmouth dove completò i 7 anni di apprendistato superando l’esame finale come William Chandler.

Lavorò come carpentiere navale fino al 1771 quando una grave forma di artrite la costrinse a ritirarsi. Chiese allora, assistita da un avvocato e con il suo vero nome, la pensione all’Ammiragliato. La pensione le fu concessa diventando la prima donna ad averla ottenuta.

La prima donna a circumnavigare il globo (1766 – 1774)

Jeanne Baret nacque nel 1740 in Borgogna e nel 1766 si travestì da garzone assumendo il nome di Jean Baret per poter seguire il medico e botanico Philibert Commerson con cui aveva una relazione. Insieme a lui si unì alla spedizione di Bouganville volta a raccogliere campioni scientifici ed è considerata la prima donna ad aver circumnavigato la Terra.

Riuscì a mantenere il suo segreto fino a Tahiti dove venne smascherata dagli indigeni che si accorsero che si trattava di una donna.

Una volta smascherata si giustificò con Bouganville raccontando di essere rimasta orfana e di aver dovuto travestirsi per trovare un lavoro a bordo; anche se, in realtà, tutto era stato escogitato per poter rimanere insieme a Commerson suo amante da tempo.

Dopo aver attraversato il pacifico le navi sostarono prima nelle Indie Orientali Olandesi (l’attuale Indonesia) e poi diressero verso Mauritius dove si fermarono più a lungo e dove Commerson e Jeanne sbarcarono rimanendo ospiti di un botanico amico di Commerson e liberando, così, Bouganville dal problema di avere una donna a bordo.

Commerson morì a Mauritius nel 1773, l’amico botanico venne richiamato in Francia e Jeanne rimase così senza possibilità di ritornare in Francia.

Jeanne lavorò per qualche tempo in una taverna di Port Louis e nel 1774 sposò un ufficiale dell’esercito francese che aveva fatto tappa a Mauritius di ritorno verso la Francia.
Riuscì così a ritornare completando così la circumnavigazione del globo e nel 1785 le fu concessa una pensione dal ministero della Marina.

Jeanne Baret morì nel 1807.

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per oggi mi fermo qui.... alla prossima puntata
 
La superstizione sembra essere legata al fatto che la presenza di donne in un ambiente prettamente maschile potesse dare adito a gelosie e risse tra i marinai, oltre a problemi legati ad eventuali maternità. Perciò la presenza di donne era fonte di guai.

Rodolfo, perchè non ci racconti un po' delle superstizioni marinare?
 
La superstizione sembra essere legata al fatto che la presenza di donne in un ambiente prettamente maschile potesse dare adito a gelosie e risse tra i marinai, oltre a problemi legati ad eventuali maternità. Perciò la presenza di donne era fonte di guai.

Rodolfo, perchè non ci racconti un po' delle superstizioni marinare?
Son tante, ricordarle tutte.....

Quelle più conosciute bottiglia che non si rompe al varo, cambiare nome alla nave, o farlo terminare con la lettera"A", le monete sulla base dell'albero, niente donne a bordo, come già detto, per ovvi motivi, ma nemmeno preti perché significa sfidare satana.
Niente banane a bordo, niente ombrelli, niente indumenti verdi, non toccare la corda della campana e farla suonare per nulla, si svegliano gli spiriti del mare.
E non fischiare perché solo Eolo lo può fare, e potrebbe arrabbiarsi se qualcuno cerca di imitarlo.
Una bella resta di aglio sul ponte di comando che tiene lontano gli spiriti.
Partire di venerdì ed il giorno della Madonna Candelora, porta molto male.
Per carità non salite mai a bordo con il piede sinistro, vi capiterà qualcosa di male.

Se me ne ricorderò altri.....
 
Son tante, ricordarle tutte.....

Quelle più conosciute bottiglia che non si rompe al varo, cambiare nome alla nave, o farlo terminare con la lettera"A", le monete sulla base dell'albero, niente donne a bordo, come già detto, per ovvi motivi, ma nemmeno preti perché significa sfidare satana.
Niente banane a bordo, niente ombrelli, niente indumenti verdi, non toccare la corda della campana e farla suonare per nulla, si svegliano gli spiriti del mare.
E non fischiare perché solo Eolo lo può fare, e potrebbe arrabbiarsi se qualcuno cerca di imitarlo.
Una bella resta di aglio sul ponte di comando che tiene lontano gli spiriti.
Partire di venerdì ed il giorno della Madonna Candelora, porta molto male.
Per carità non salite mai a bordo con il piede sinistro, vi capiterà qualcosa di male.

Se me ne ricorderò altri.....
Mi sembra di ricordare che un certo alimento, se imbarcato, porta sfortuna...Non ricordo però quale.
 
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