Vi vorrei raccontare il giorno del mio 50mo compeanno a Volunteer’s Point.
Mi trovavo a bordo della Celebrity Mercury, con un bel gruppetto di amici, in quella bellissima crociera di fine gennaio che fra va da Valparaiso a Buenos Aires, attraverso la Patagonia e il Capo Horn.
Gia’ ero felice perche’ la sera prima avevamo festeggiato, su al Navigator’s club, il mio compleanno con gli amici e avevo ricevuto attestazioni di amicizia e stima che non mi aspettavo…( l’avevamo festeggiato un giorno in anticipo perche’ era giorno di navigazione)
Il giorno del mio compleanno la nave attracco’ a Port Stanley nelle isole Falklands (o Malvinas, ovviamente, per gli Argentini). Port Stanley e’ in realta’ un paesone, poi nemmeno cosi’ –one, almeno allora era cosi’e la Compagnia non aveva organizzato alcuna escursione a terra perche’ , informava, non vi erano mezzi adeguati o sufficienti per operarle . Ricordo che quel giorno a Port Stanley vi era, in rada , oltre alla splendida Mercury (si scendeva con le lance e , anche nella loro piena estate, l’operazione era piuttosto “movimentata”) anche una altra nave da crociera, quasi altrettanto grande, se non ricordo male era una Norwegian.
Quindi “passeggiavano” per Port Stanley probabilmente piu’ passeggeri che abitanti. Ricordo solo una lunga fila di edifici nella via principale con alcuni negozi ed una grande scritta che mi aveva colpito su un magazzino : non ricordo le parole esatte, ma significava : “Argentini,qui siete molto graditi, DA OSPITI.”
Noi sapendo che non vi sarebbero state escursioni , mesi prima, ci eravamo rivolti alla stessa organizzazione tecnica italiana che curava la logistica di “Overland” ed avevamo prenotato quindi in anticipo guide e fuoristrada (ovviamente guidati da autisti locali) per raggiungere, appunto, Volunteer’s point.
Per arrivarci l’ autista del mezzo in testa alla piccola carovana doveva aprire il cancello posto all’ingresso di ciascuna proprieta’ privata all’interno della quale passava la si-fa-per-dire strada e , l’ultimo doveva richiuderla. Questo si fece per moltissime volte. E gia’ fu per me motivo di stupore.
E ora arriviamo a Volunteer’s point. Si tratta di una lunga penisola che si protende sul mare e che delimita una laguna protetta. Ricordo che , appena arrivati, rimasi incantato dalla sua straordinaria bellezza : le spiagge sono di sabbia straordinariamente bianche e fine e la terra “coperta” da una sorta di vegetazione di color verde argenteo, ma talmente argenteo da scintillare al sole. Si’, avevo dimenticato di dire che la giornata era assolutamente splendida , a parte un vento che ci gelava. I fiori parevano grandi margherite gialle sfrangiate mentre il colore, anzi i colori dell’acqua della laguna eran quelli che vi aspettereste di trovare in un paradiso tropicale. Non vi erano edifici allora al di fuori di una piccola casa all’inizio della baia.
Ma lo straordinario dovevamo ancora incontrarlo : qui, a Volunteer’s Point , nell’estate australe, si radunano circa 150 coppie degli stupendi pinguini “reali” e proprio in gennaio nascono i loro piccoli.
E’ molto difficile venire a contatto con queste creature in quanto il loro habitat usuale e’ l’isola di Macquarie, un’isola che si trova grosso modo a meta’ strada fra l’Australia Meridionale e l’Antartide.
Non proprio facile quindi venire a contratto con loro.
Il “souvenir” che ho nel mio cuore e che ho il piacere di condividere e’ a dir poco straordinario.
Ricordo che feci subito amicizia con uno di loro, tenete conto che son alti circa una settantina di centrimetri, come un bambino.
Io camminavo, e lui dietro. Io mi fermavo e lui pure si fermava e mi guardava. Mi credete se vi dico che avevo una sorta di imbarazzo ? Era come se, di colpo, mi trovassi di fronte un extraterestre e volessi comunicare con lui in qualche modo. Infatti ricordo che cercavo un modo per stabilire con lui un qualsiasi tipo di rapporto. Ed il solo fatto che lui mi stesse a fianco, appena un poco indietro ( indietro magari perche’ io, senza accorgermi, camminavo troppo veloce per lui ) gia’ significava che da parte sua vi era un interesse.
Non e’ facile per me scrivere e descrivere queste emozioni e infatti, finora, non lo avevo mai fatto.
Era un’emozione da…scopritore, oggi che tutto e’ cosi’ super “visto” ( in internet) , previsto e, nel turismo, super organizzato mi rendevo conto di quale fosse il privilegio per me il poter passare una giornata simile. C’erano poi tantissimi piccoli, ancora implumi ed indifesi fra le zampe dei genitori. Era tenero vedere con quanto amore loro se ne occupassero : proprio ieri sera il telegiornale parlava di madri che uccidono i loro piccoli e, non so perche’, mi e’ venuto in mente Volunteer’s point .
E i miei compagni di avventura, abitualmente piuttosto…chiaccherini, come tutti noi italiani, erano la’, senza una parola da dire, totalmenti muti davanti ad una emozione che quasi li inchiodava. Partire da questo luogo speciale non fu facile : ognuno voleva raccontare la sua personale emozione.
Ancora adesso, dopo dieci anni, quando ci incontriamo non possono far a meno di ricordare una delle loro piu’ vive emozioni.
Aggiungo solo che, se non fosse stato per lo scalo di una nave in questa remota localita’, sicuramente un viaggio alle Falklands non lo avrei fatto mai. Le navi spesso portano in luoghi remotissimi e, a volte poco o per nulla frequentati dal turismo. Ricordo che, nel 2009, su Eurodam, durante la traversata da Copenhagen a New York il Comandante ci annuncio’ che sarebbe entrato in un fiordo della Groenlandia mai “navigato” da una nave da crociera. E ci addentrammo nel profondo fiordo lentamente finche’ un enorme iceberg messo di traverso sbarro’ la strada alla nave. Che si fermo’ e ci regalo’ gran bei momenti.
Anche qui, grande natura : queste grandi emozioni , almeno per persone comuni, possono essere vissute soltanto con una nave !