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Stato
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Giorno 77: Nagasaki (Giappone)

Al mattino della nostra partenza Kyōto ci saluta con una giornata di sole. La pioggia dei due giorni precedenti sembra solo un brutto ricordo. La luce del sole e il cielo sereno ci svelano panorami dalle nostre finestre che il maltempo ci aveva finora negato, almeno in parte.
Lontano, sui fianchi delle colline boscose, scorgiamo le pagode dai colori accesi, il grande Buddha, mille altri piccoli e grandi tesori che non abbiamo avuto il tempo di ammirare.

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Lasciato L'albergo, in meno di mezz'ora siamo in stazione, dove iniziamo il nostro viaggio verso Nagasaki.

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La stazione è modernissima e molto funzionale. Saliamo al binario e aspettiamo l'arrivo del nostro treno.

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Il nostro convoglio è Nozomi 11 (la parola Nozomi significa augurio o speranza in giapponese). Un treno shinkansen che ci farà attraversare tutta la parte più occidentale dell'isola di Honshū a circa 300 km/h, portandoci in tre ore da Kyōto a Fukuoka.

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Il paesaggio che ci scorre accanto, fuori dai finestrini, alterna tratti di campagne verdeggianti e moderne città.

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Un nome sopra tutti evoca ricordi e immagini lontane nel tempo ma ancora e sempre terribili, legate indissolubilmente a Nagasaki la nostra meta finale di oggi: quel nome è Hiroshima.

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Lasciamo l'isola di Honshū e con una serie di ponti giungiamo in quella di Kyushu, arrivando in perfetto orario (neanche a dirlo) alla stazione Hakata di Fukuoka.
 
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Qui cambiamo treno e con un breve tragitto giungiamo a Takeo, dove prendiamo un altro shinkansen: Kamome 29 (in giapponese kamome significa gabbiano), che ci condurrà a Nagasaki.

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Il percorso questa volta è breve, attraversando l'isola di Kyushu tra ampie zone coltivate a riso e un paesaggio che si fa via via più collinoso. In mezz'ora raggiungiamo la nostra meta: Nagasaki.

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E questa volta la città ci accoglie con i primi fiori di ciliegio. Certo, è solo un inizio di fioritura, ma ci accontentiamo. Anzi ci appare come un segno di buon augurio in una città il cui nome è invece indissolubilmente legato a memorie funeste di guerra e distruzione.

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Era ancora notte quando un velivolo Boeing B29 Superfortress del 393º Squadrone di Bombardieri, 509º Gruppo Composito, dell'U.S. Army Air Forces, decollava dalla base aerea di Tinian, alle Isole Marianne: il suo nome in codice era "Bockscar".
Il B-29 Superfortress era un bombardiere pesante statunitense molto utilizzato durante la Seconda Guerra Mondiale, era uno dei più grandi aerei militari operativi durante il conflitto ed era considerato un gioiello della tecnologia aeronautica militare dell'epoca. Aveva un'apertura alare di circa 43 metri e poteva trasportare un carico bellico massimo di oltre 9 tonnellate. Era dotato di una cabina di pilotaggio pressurizzata, che permetteva ai membri dell'equipaggio di operare a quote elevate senza dover utilizzare maschere di ossigeno.
Stava per sorgere il sole sul Pacifico, era l'alba del 9 agosto 1945, e il maggiore Charles W. Sweeney, al comando del velivolo, era preoccupato di non riuscire a portare a termine la sua missione. Quel volo era nato male: subito dopo la partenza erano iniziati i problemi. E problemi seri. Alcuni strumenti di navigazione restituivano allarmi di malfunzionamento e si stava lavorando sodo per cercare di risolverli. Non era una situazione facile. Tutt'altro. Il buon senso e la prudenza avrebbero consigliato di rinunciare e tornare alla base. Ma quella non era una missione qualunque: l'aereo stava trasportando un carico "particolare" e bisognava andare fino in fondo, a tutti i costi. Nella stiva infatti c'era "Fat Man", la seconda bomba atomica con cui dare il colpo di grazia per fare capitolare il nemico giapponese, tre giorni dopo Hiroshima.
Dopo un volo difficile, "Bockscar", accompagnato dalla sua squadriglia di appoggio, raggiunse infine il suo obiettivo: la città di Nagasaki. Alle 11:02 del mattino, dalla quota di 31000 piedi, la bomba fu sganciata e iniziò la sua caduta libera verso l'obiettivo. Alla quota di circa 500 metri di quota l'innesco fece esplodere la carica esplosiva convenzionale che provocò l'implosione del nucleo di plutonio-239. L'esplosione fu fortissima, devastante, mortale.

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Cinquecento metri più in basso, nel punto dell'ipocentro, in frazioni di secondo si scatenò l'inferno. L'effetto combinato di onda d'urto supersonica con pressione di centinaia di atmosfere, globo di gas con temperature dell'ordine di milioni di gradi, radiazione gamma, provocò effetti catastrofici. Nel raggio di 1,6 km la distruzione fu totale: edifici, alberi, persone, furono vaporizzati all'istante.
Nagasaki non esisteva più. Dove sorgeva la città ora rimanevano solo rovine, polvere, fiamme e silenzio.

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Oggi il sito dell'ipocentro fa parte del Parco della Pace di Nagasaki. Una stele ricorda il luogo preciso sulla cui verticale esplose la bomba.

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Il Parco della Pace di Nagasaki è il sito commemorativo collocato nell'area in cui avvenne l'esplosione della bomba atomica il 9 agosto 1945. È dedicato alla memoria delle vittime dell'attacco nucleare e intende promuovere la cultura della la pace e del disarmo nucleare. Il parco include diversi monumenti, tra cui il memoriale della pace, il pilastro della pace, la fontana della pace e altri monumenti che simboleggiano la speranza di un mondo libero dalle armi nucleari e dalla guerra. È anche un luogo per la riflessione e per l'educazione sulle conseguenze umane e ambientali devastanti provocate dalle armi nucleari.

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Prima di rientrare alla nostra nave, rimane il tempo per un piccolo giro della città e per ammirare qualche ciliegio in fiore e belle viste dall'alto della strada panoramica del monte Inasayama.

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Svolgiamo le procedure di immigrazione e ritorniamo in nave dopo tre giorni. È una bella sensazione, un po' come tornare a casa...

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Comincia a fare buio quando la nave lascia la banchina del porto di Nagasaki.

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Passiamo sotto l'alto Megami Bridge e ci dirigiamo verso il mare aperto salutando definitivamente il Giappone: destinazione Corea del Sud.

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Giorno 78: Busan (Corea del Sud)

Il maltempo, che da alcuni giorni ci perseguita e che ci ha concesso una tregua soltanto a Nagasaki, torna ad affliggerci.
Fin dal nostro arrivo a Busan, la mattina presto, risulta chiaro che non sarà una bella giornata.

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Davanti a noi, sotto un cielo che pare una cappa grigia, appare la città, che si estende su una vasta area, con quartieri densamente popolati e moderni grattacieli che si alternano a zone più storiche e pittoresche. Il centro della città è dominato però da grattacieli imponenti, centri commerciali e infrastrutture moderne, riflettendo il suo status di hub commerciale e finanziario.

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Scendiamo a terra e iniziamo la nostra breve esplorazione. Busan è una città modernissima, industriale, con un grande porto, con una economia vivace e proiettata al futuro, è la seconda città per importanza in Corea dopo Seul, ma è anche una città che conserva le tracce di una ricca storia e di una cultura millenaria, evidente nei suoi quartieri più antichi, con strette strade tortuose, templi tradizionali e mercati vivaci. Noi andremo alla ricerca di questa Busan.

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E inizieremo il nostro viaggio lontano dal centro, in mezzo alla natura, tra boschi dall'aspetto ancora invernale.

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Un vialetto contornato da infinite lampade di carta colorate ci conduce, sotto la pioggia, alla nostra prima meta: il tempio buddista di Beomeosa.

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Entriamo dal solenne portale d'ingresso e inoltriamoci verso il cuore di questo luogo sacro.

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Il Tempio Beomeosa è uno dei templi buddisti più famosi e antichi della Corea. Si trova sulle pendici del monte Geumjeongsan, a nord-est di Busan. Costruito nel 678 durante il regno di Silla, il tempio ha subito diverse ristrutturazioni e ampliamenti nel corso dei secoli.

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Beomeosa è rinomato per la sua bellezza architettonica e la sua atmosfera serena. Il complesso del tempio comprende diverse strutture, tra cui il Daeungjeon (Sala del Grande Buddha), il Geukrakjeon (Sala della Pace), il Sansingak (Torre delle Tre Sapienze), e il pavimento della grande campana.

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I visitatori possono godere della tranquillità dei giardini paesaggistici e dei sentieri boschivi circostanti, che offrono, nelle giornate di bel tempo, viste mozzafiato sulla città di Busan e sul Mar del Giappone. Il tempio è anche un importante sito per i praticanti buddisti coreani, che lo frequentano per meditare, pregare e partecipare a rituali religiosi.

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Il Tempio Beomeosa è un luogo significativo per la storia e la cultura coreana, e continua a essere una destinazione popolare per i visitatori che desiderano esplorare la spiritualità buddista e ammirare l'architettura tradizionale.

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Ritorniamo in città sotto una pioggia battente. La nostra prossima destinazione è il Museo Nazionale di Busan.

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Il Museo Nazionale di Busan è uno dei musei più importanti della città e offre una vasta gamma di esposizioni che coprono la storia, la cultura e l'arte della regione di Busan e della Corea nel complesso. Situato nel distretto di Daeyeon-dong, il museo è suddiviso in diverse gallerie tematiche che esplorano vari periodi storici e argomenti culturali.

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Le collezioni del museo includono reperti archeologici che risalgono all'antica confederazione di Gaya e al periodo dei Tre Regni, oggetti d'arte tradizionale, manufatti storici e opere d'arte moderna. Il museo offre anche mostre speciali che presentano opere di artisti coreani e internazionali contemporanei.

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Attraverso mostre permanenti e temporanee, il Museo Nazionale di Busan cerca di promuovere la comprensione e l'apprezzamento della ricca storia e cultura della Corea, fornendo ai visitatori una prospettiva approfondita su diversi aspetti della vita nel corso dei secoli.

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Il museo è anche impegnato nella ricerca, nell'educazione e nella conservazione del patrimonio culturale della regione, contribuendo così alla sua promozione e alla sua preservazione per le generazioni future.
 
Le.sue vaste collezioni spaziano dall'arte antica fino ai giorni nostri. Comprendendo anche documentazione e memorie relative al periodo dell'occupazione giapponese e alla guerra di Corea negli anni cinquanta del Novecento.

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Ma ora lasciamo il museo diretti verso la città viva, quella della vita di tutti i giorni, la città della gente comune: andiamo al mercato.
 
Jagalchi Market è uno dei mercati del pesce più grandi e famosi della Corea del Sud. Si trova nel quartiere di Jung-gu, nel cuore di Busan, vicino al porto. Questo mercato vivace è una tappa imperdibile per i visitatori che desiderano sperimentare l'autentica cultura del pesce coreana.

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Al Jagalchi Market, i visitatori possono trovare una vasta selezione di frutti di mare freschi e pesci appena pescati, provenienti dalle acque del Mar del Giappone. Il mercato è noto per la sua vivace atmosfera, con venditori che gridano e negozianti che negoziano con i clienti. Ci sono anche numerose bancarelle che vendono piatti di pesce fresco e cucinato sul momento, offrendo ai visitatori l'opportunità di gustare le prelibatezze del mare direttamente sul posto.

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Oltre al pesce, il mercato offre una varietà di altri prodotti alimentari e articoli correlati al mare, come alghe, frutti di mare essiccati, attrezzi da pesca e souvenir.

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Il Jagalchi Market è un luogo vivace e affascinante che offre una finestra sulla cultura del pesce della Corea del Sud e una deliziosa esperienza culinaria per i visitatori.

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Poco lontano troviamo il Gukje Market, conosciuto anche come International Market, uno dei mercati più grandi e antichi di Busan, situato nel quartiere di Nampo-dong. Fondata nel 1946, questa area commerciale è diventata un'icona della vita quotidiana a Busan e una destinazione popolare per i locali e i visitatori.

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Il mercato offre una vasta gamma di prodotti, tra cui abbigliamento, accessori, calzature, elettronica, articoli per la casa, prodotti alimentari e molto altro ancora. Ci sono anche bancarelle che vendono oggetti artigianali e souvenir tradizionali coreani.

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La vivace atmosfera del Gukje Market è resa ancora più affascinante dalla stretta rete di vicoli e strade tortuose, dove i visitatori possono perdersi tra le bancarelle e scoprire una varietà di prodotti unici e interessanti. Il mercato è anche noto per la sua autenticità e i suoi prezzi convenienti, il che lo rende un luogo ideale per fare shopping e vivere un'esperienza autentica di mercato coreano.

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Oltre allo shopping, il Gukje Market offre anche una varietà di ristoranti e punti di ristoro dove i visitatori possono gustare piatti tradizionali coreani e cucina di strada.

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Ormai si è fatta l'ora di pranzo e avvertiamo un certo languorino. Perché allora non provare un assaggio di cucina coreana?
La nostra scelta cade su un locale, piuttosto spartano e non certo per turisti, dove assaggiamo carne cotta al momento sulla brace, accompagnata da verdure e salse fermentate, tipiche della cucina locale (un esempio su tutti il kimchi).

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La Corea nella sua storia ha subito molte invasioni di popoli diversi, con diverse culture, anche del cibo. La tradizione della cottura della carne alla brace, che li distingue dai loro vicini cinesi e giapponesi, deriva da una di queste invasioni, che furono anche occasioni di contatto e di fusione tra culture, quella mongola.
 
La nostra ultima tappa di questa breve esplorazione di Busan è il Villaggio Culturale Gamcheon. Conosciuto anche come "Machu Picchu di Busan", è un affascinante quartiere situato sulle colline di Gamcheon-dong. Nacque originariamente per ospitare una comunità di rifugiati durante la Guerra di Corea, divenendo un luogo degradato, destinato alla demolizione. Col tempo invece il villaggio è diventato punto di incontro di artisti e artigiani, che ne hanno curato la riqualificazione, rendendolo famoso per le sue pittoresche case colorate, le opere d'arte di strada e le strette stradine tortuose.

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Il Gamcheon Culture Village è diventato un importante punto turistico, con migliaia di visitatori che affollano le sue strade ogni anno per esplorare l'arte urbana, visitare gallerie d'arte e negozi di souvenir, e godersi le splendide viste panoramiche sulla città e sul mare.

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Tra le attrazioni principali del villaggio ci sono le opere d'arte di strada, che includono murales, sculture e installazioni artistiche realizzate da artisti locali e internazionali. Ci sono anche numerose gallerie d'arte, musei e caffè che offrono agli visitatori un'opportunità di immergersi nella cultura e nella creatività del quartiere.

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Inoltre, il Gamcheon Culture Village ospita eventi culturali, festival e workshop che promuovono la partecipazione della comunità e l'interazione tra residenti e visitatori.

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Complessivamente, il Gamcheon Culture Village è un luogo unico e affascinante che mescola arte, cultura e storia in un ambiente pittoresco e vibrante. È una tappa imperdibile per chi visita Busan e desidera scoprire un lato creativo e colorato della città.

La pioggia non ci ha dato tregua tutto il giorno e non ci ha permesso di godere appieno della città come avremmo voluto. Ormai è pomeriggio inoltrato e ritorniamo alla nave, bagnati fradici...

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Fuori la pioggia continua a cadere copiosa, mentre l'ora della partenza si avvicina.

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La nave si stacca dalla banchina ed esce lentamente dal grande porto, transitando sotto il Busan Harbor Bridge.

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Chissà per quanto ci accompagnerà questo maltempo...

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Giorni 79 e 80: navigazione

Due intere giornate di navigazione nel Mar Cinese Orientale con rotta verso sud ovest in direzione dell'isola di Taiwan.
Meteo sempre instabile con cielo nuvoloso e rovesci di pioggia. Vento moderato, mare mosso.
Spostate indietro di un'ora le lancette dell'orologio ancora una volta ci troviamo adesso a -7 rispetto all'Italia; che diventeranno -6 a Taiwan a causa del passaggio all'ora legale in Italia.

Di seguito i consueti dati di navigazione e posizione della nave.

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Giorno 81: Keelung (Taiwan)

Anche Keelung, la città portuale vicina a Taipei la capitale di Taiwan, ci accoglie con cielo plumbeo e pioggia. Per Costa Deliziosa è la prima toccata in questo porto e dunque il benvenuto è speciale.

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La città di Keelung, nota anche come Jilong in cinese mandarino, è una città portuale situata nel nord di Taiwan. È famosa per la sua cultura marittima, il vivace porto e i mercati notturni. Keelung, circondata da montagne e affacciata sul mare, è il principale porto di Taipei, importante punto di ingresso per merci e passeggeri verso e dalla capitale che si trova a circa 37 chilometri a sud-ovest.

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La nostra meta oggi sarà proprio Taipei, che raggiungeremo in circa mezz'ora grazie all'assenza di traffico.
E il primo luogo che visiteremo a Taipei sarà al Museo Nazionale del Palazzo.

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Il Museo Nazionale del Palazzo Reale, è uno dei musei più importanti di Taipei e di tutta Taiwan. Situato nel centro della città, il museo si trova all'interno dell'ex Palazzo Reale, che fu la residenza ufficiale dei governanti della dinastia Qing e della dinastia Ming durante l'occupazione cinese di Taiwan.

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Il museo ospita una vasta collezione di arte cinese antica, tra cui dipinti, ceramiche, calligrafie, bronzi, giada e molto altro. Le opere esposte coprono un arco temporale di oltre tremila anni e offrono una panoramica della ricca storia e cultura cinese.

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Il Museo Nazionale del Palazzo è non solo un importante centro culturale e educativo, ma anche un simbolo della ricchezza e della diversità del patrimonio culturale cinese. La sua architettura storica e le sue preziose collezioni lo rendono una tappa imperdibile per i visitatori che desiderano esplorare la storia e l'arte della Cina.
 
La collezione di giada del Museo Nazionale del Palazzo a Taipei è una delle più impressionanti al mondo. Questa collezione comprende una vasta gamma di oggetti in giada, tra cui gioielli, sculture, vasi, e altri manufatti preziosi.

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La giada ha una grande importanza nella cultura cinese, considerata una pietra preziosa associata alla longevità, alla purezza e alla salute. Per secoli, è stata utilizzata per creare oggetti di valore e significato culturale.

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All'interno del museo, è possibile ammirare gioielli finemente intagliati, come collane, bracciali e spille, che riflettono l'abilità artigianale e la bellezza della giada. Inoltre, ci sono sculture e ornamenti decorativi che rappresentano animali mitici, divinità e motivi simbolici.

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Ogni pezzo della collezione di giada del Museo Nazionale del Palazzo racconta una storia unica e offre un'affascinante finestra sulla cultura e la tradizione cinese.
 
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