Re: medico di bordo
Un articolo trovato per caso cercando su google:
La dottoressa di lungo corso
Come si fa a non soffrire il mal di mare? Nessuno puo' consigliarci meglio di chi, da vent' anni, tutte le estati fa il medico di bordo sulle navi. Per questo, ma anche per farci raccontare la sua esperienza di soccorso, siamo andati a trovare Adriana Vois. Ha gia ' doppiato i 70 anni, ma e' pronta per un nuovo imbarco
La dottoressa di lungo corso Come si fa a non soffrire il mal di mare? Nessuno puo' consigliarci meglio di chi, da vent' anni, tutte le estati fa il medico di bordo sulle navi. Per questo, ma anche per farci raccontare la sua esperienza di soccorso, siamo andati a trovare Adriana Vois. Ha gia' doppiato i 70 anni, ma e' pronta per un nuovo imbarco Quando salite a bordo di una nave, accanto al comandante troverete sempre un altro ufficiale, che vi guarda con attenzione e scruta i vostri movimenti. E un medico. Dal 1985 l' assistenza sanitaria era obbligatoria sulle navi che solcavano gli oceani. Da 10 anni il medico e' previsto anche a bordo dei traghetti che affettuano percorsi almeno di 6 ore e imbarcano 500 persone. Questo servizio, oggi, e' svolto da medici esperti che si rendono disponibili, anche temporaneamente, per questo incarico. Fra questi potreste trovare Adriana Vois, 71 anni, altoatesina. Esile, ma in perfetta forma fisica, occhietti vispi verde smeraldo, da vent' anni, nel tempo libero, da' il suo contributo, prima sulle navi transoceaniche, oggi sui traghetti della Tirrenia. Ci racconta la sua esperienza e ci offre qualche consiglio, per affrontare meglio le nostre traversate. Al momento dell' imbarco, la dottoressa Vois sta all' ingresso della nave, per scrutare i suoi possibili pazienti. Vuole riconoscere chi potrebbe creare problemi agli altri passeggeri, tossicomani o ubriachi. Ma il suo sguardo e' attento anche alle pance troppo pronunciate di signore che aspettano un bambino, oppure ai respiri affannosi di chi soffre di cuore. "Non per respingere" spiega con il suo tono di voce sempre lieve e pacato "ma per prevenire problemi. La gente cerca sempre di nascondere le proprie malattie e poi si ritrova durante la traversata con qualche guaio, magari mettendo a rischio la propria vita". Per quali malori viene chiamata in soccorso? "Quando ero sui transatlantici, mi e' capitato anche di intervenire su un' occlusione intestinale o su una appendicite. Ma su quelle navi c' e' una sala operatoria. Sulle navi del Mediterraneo, invece, disponiamo soltanto di una infermeria attrezzata per la prima emergenza. Possiamo risolvere il mal di mare, suturare una ferita, fermare un' emorragia, curare i mal di pancia, le coliche renali, assistere qualcuno colpito da infarto o emorragia cerebrale, in attesa che venga trasportato in ospedale". Perche' fa il medico di bordo, dottoressa? "Ho sempre partecipato ad azioni di volontariato, ma la spinta forse e' venuta da un' esperienza vissuta in aereo, quando mi hanno chiesto di assistere due passeggeri col cuore in affanno. Mi hanno detto: "Ce li porti vivi a Zurigo". E cosi' ho fatto. Da allora ho pensato di rendermi utile fra i passeggeri. Percio' , quando stacco dal lavoro in Alto Adige, vengo a fare il medico, sulle navi. Sono la mia seconda casa". Allora, i passeggeri possono stare tranquilli? "Si' , ma non devono approfittarne. C' e' gente che scambia l' infermeria della nave per un ambulatorio della Usl. Vengono qui, si mettono in fila, si fanno visitare, medicare ferite e magari pretendono che gli si provi la pressione... qui non si paga ticket". E i marinai, come la trattano? "Per loro sono sempre stata una confidente. Quando salgo a bordo vengono a salutarmi, mi raccontano i loro problemi, mi chiedono consigli. Sono, infatti, anche il medico dell' equipaggio. Ma a volte sono io ad andare da loro: scendo spesso in sala macchine, perche' e' un posto che mi affascina. E il cuore della nave. Lo sento pulsare come se fosse un cuore vero". Dottoressa, le e' capitato di far venire al mondo un bambino sulla nave? "Una volta, proprio sulle navi della Tirrenia che fanno la spola con la Sardegna, era abituale per le isolane venire a bordo a partorire: non costava niente. E tutti partecipavano alla festa. Ai neonati si dava il nome della nave o del comandante. Oggi nessuno corre questo rischio, eccetto quando e' un' emergenza". Non e' facile diventare medico di bordo. Oltre ad essere laureati almeno da due anni, occorre dimostrare capacita' in chirurgia, ostetricia, igiene navale, malattie infettive tropicali. La selezione e' durissima e dura 6 mesi. Superato l' esame si entra in possesso del diploma di medico di bordo che e' una vera specialita' . Esiste anche la figura di medico supplente, ma solo per le navi traghetto. Basta una autorizzazione del Ministero della Sanita' . Le richieste per salire a bordo come medici vanno fatte all' Associazione medici di bordo (Genova, Stazione marittima, tel. 010 26.77.27) della quale e' presidente il prof. Alberto Origone. Nella sua vita di medico di bordo, Adriana Vois ha affrontato di tutto, ma soprattutto ha soccorso gente con il mal di mare. Dottoressa, lei come consiglia di prevenirlo? "Non c' e' una risposta uguale per tutti" dice. "C' e' chi sta male soltanto a vedere una nave e c' e' chi, invece, non conoscendo il tipo di malore, improvvisamente e' colpito da nausea e vomito. Tutti i prodotti farmacologici possono andare bene, la pastiglia o il cerotto. Per chi, poi, si dovesse sentire davvero tanto male, c' e' il riposo in infermeria con una iniezione di calmante". Ma si dice anche di stare attenti al cibo... "L' alimentazione e' importante" conferma la dottoressa Vois. "Non bisogna ingerire troppi liquidi, ma soprattutto bisogna avere lo stomaco pieno. Pasti normali, ma niente brodi. E se si vuole stare piu' tranquilli, ci sono i consigli dietetici dei marinai: gallette e acciughe. E ancora, non chiudersi in cabina, ma stare sul ponte della nave e guardare il mare".
[da corriere.it]