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Mondo Crociere, gigante dai piedi di argilla?

Rodolfo

Super Moderatore
Da molto tempo mi domando se il mondo delle crociere non sia cresciuto troppo in fretta senza tener conto di aspetti economici e politici che possono metterlo in crisi.

In questi giorni abbiamo avuto l’occasione di assistere da vicino ad una fiammata, che seppure in maniera circoscritta , ha messo in crisi una Compagnia fra tutte ed altre in maniera minore.

Nel giro di poche ore due navi “spopolate” da molte defezioni e ritiro della più piccola dal teatro del Mar Rosso.

Quest’anno nel Mediterraneo, complice qualche difficoltà dall’altra sponda dell’Atlantico, saranno presenti nel Mare Nostrum oltre 150 navi da crociera.
Solo il gruppo Carnival sarà presente con 53 navi, RCL con 21; Norwegian con la sue e la nuova Epic in testa, MSC, una quindicina delle quali, con una portata di passeggeri superiore a 3000 persone.

Con una situazione tutt’altro che risolta e con la possibilità che altri scali possano essere interessati da disordini diretti od indiretti, e quindi subire delle ulteriori cancellazioni per motivi di sicurezza, saranno in grado le Compagnie di gestire convenientemente questa massa di navi e relativi centinaia di migliaia di posti letto da riempire?

Abbiamo visto in un recente passato come i grandi, gravi eventi internazionali abbiano momentaneamente messo in crisi questo mondo, non ancora così cresciuto come ai nostri giorni.

I porti del Mediterraneo, mete tradizionali da sempre, non hanno possibilità illimitata ad accogliere nuove richieste per sopperire a scali cancellati. Prendiamo ad esempio La Valletta; quante navi può accogliere contemporaneamente? Mi verrebbe da dire massimo due o tre. O Dubrovnik, Katakolon, Mykonos, Santorini ….. ma anche di nazionali; strutture logistiche limitate e super affollate, navi alla fonda, con tutte le difficoltà dei trasbordi e delle esposizioni a possibili condizioni meteo avverse.

Voi che ne pensate?
 
Ottima analisi che invita alla riflessione; se ho ben capito denunci il fatto che il settore crociere sia cresciuto notevolmente mentre le infrastrutture sono prossime al collasso.... Da par mio penso che si equilibrerà tutto fisiologicamente, o gli inevitabili aumenti delle spese portuali porteranno ad una frenata dell'industria crocieristica oppure che il fiume di investimenti derivanti dal settore crociere porterà le infrastrutture a crescere.
Datemi del visionario ma credo molto nel libero mercato...
 
ottima considerazione Rodolfo!!!anchio credo molto nel libero mercato...però c'e' molto da riflettere...un saluto
 
Che ne dico caro Rodolfo....mi vengono le lacrime perche qualcosa succederá e per chi ama le navi anzitutto credo che alcune andranno ad Alang con non molti anni di vita, navi che sono ancora in condizione di andare avanti per tanti anni. Penso che navi anni ´70 e anche ´80 ci lascieranno prontamente.
Come é cresciuto ??? E quante nuove compagnie si sono ingrandite con navi ritirate da compagnie di prima linea che dovevano essere ritirate.
Cioé una volta queste navi si vendevano, oggi si creano filiali e vengono aggiunte....creando mercati nazionali specifici, come la Iberocruceros e la Pullmantur, l´Aida e la Tui, la CDF francese, la Ocean Village, la Thompson . E noi Italiani abbiamo addiritura una Costa x 2, perche abbiamo due compagnie nello stesso paese di prima linea, che fanno la somma di 25 navi !!!!
Ma la cosa peggiore, anche per le nostre Italiane, che l´inverno si sta facendo un problema, perche Sud America é saturo, satureremo Dubai, problemi politici attuali nel Nord Africano, Israele che non dorme e probabilmente ci sará problemi in un futuro nell´entrare in quel paese con una certa comoditá.
Sicuramente ci sará problemi anche ai cantieri e le ordinazioni.
Poi signori, noi amiamo le crociere, ma c´é un punto grave : Questo bellissimo mondo amazza il turismo dei vari paesi che sono fonte di ricchezza per loro stessi, per l´Europa, pagando IVA e tasse, indirettamente ma non tanto, facendo aumentare le tasse a noi contribuenti.
Sono troppe e l´America che non aiuta, e la Cina e l´India non sono ancora mature per questo mercato, c´é il ricco che ha lo yacht e la massa che guadagna 100 Euro, manca tanto tempo, sindacati e rivoluzioni dei lavoratori, come rispetto per l´ambiente ed i diritti di qualsiasi singolo uomo.
Siamo messi mali, caro Rodolfo, come tutto si cresce ad un ritmo frenetico che non lascia riflessioni di noi individui e di cosa vogliamo.

Un saluto.
 
Io non sono il tipo da 'corsa', rimango dell'idea che non è mai il caso di fare il passo più lungo della gamba..
Ma l'economia questo passo lo cerca, sapendo bene che un giorno tutto andrà a catafascio, ma intanto oggi mi porto a casa il mio guadagno, poi saranno problemi di chi viene..
Ho sempre pensato che si costruiscono troppe navi, ed anche che le infrastrutture non si cambiano in due giorni, non solo, non si possono cambiare ovunque..
Una nave come ad es. la Costa Marina la porti davvero dappertutto, ma un bestione come sempre ad es. la Concordia non ha proprio senso portarlo, ad es. a fare una visita a Delo, da qui esce un problema forte: se salta una parte del mondo (es. Medio Oriente) devi 'reinventare' con vincoli ben precisi tutto..
Ammesso che ci riesci, forse non riesci però a guadagnare: andare in Cina non può essere totalmente sottocosto, e con una crisi vera (che è uno dei motivi che hanno favorito le crociere, il basso prezzo) vai a riempire la nave..

A questo aggiungi la fragilità del mezzo: un attentato farebbe saltare praticamente tutto il mondo delle crociere: se la gente si spaventa è finita..

Insomma, dietro a questa forza del mercato ci sono molti tarli, ed il dubbio l'ho sempre avuto..
Ovviamente chi ci lavora ha una conoscenza di tutti i problemi, i rischi, i vantaggi e gli svantaggi della cosa, ma magari (vedi regola dell'economia) non ha interesse per i rischi..

Un salutone!!
Manlio
 
Ottima analisi che invita alla riflessione; se ho ben capito denunci il fatto che il settore crociere sia cresciuto notevolmente mentre le infrastrutture sono prossime al collasso.... Da par mio penso che si equilibrerà tutto fisiologicamente, o gli inevitabili aumenti delle spese portuali porteranno ad una frenata dell'industria crocieristica oppure che il fiume di investimenti derivanti dal settore crociere porterà le infrastrutture a crescere.
Datemi del visionario ma credo molto nel libero mercato...

Non solo una questione di logistica e di infrastrutture che non tengono il passo con numero e dimensioni delle navi che continuano ad essere introdotte sul mercato. Questo è una parte dell'aspetto, che lentamente, faticosamente, può essere colmato. Leggevo qualche giorno fa dei grossi investimenti cui si ricorrerà a Sidney per il potenziamento ricettivo del suo porto; arrivano le navi, ne abbiamo parlato e il porto, se può, si attrezza, anche se questi adeguamenti soffrono appunto di lentezza, capitali, spazi, conflitti di necessità e di interessi ecc. ecc. Le navi una volta scese in mare, portano da subito un ritorno di capitale, le infrastrutture non così velocemente.

Ma io parlo, soprattutto di altri eventi che possono scombinare questo mondo; facciamo riferimento all'ultimo decennio. 11 settembre, guerra dei Balcani, attentati in India, in Turchia, la crisi in Argentina, crisi economica nell'altra sponda dell'Atlantico, i fatti attuali, ed altre aree sensibili, dove attualmente operano nostre navi, e che tendenzialmente possono risultare a rischio; lo Stretto di Hormuz, uno dei luoghi strategicamente più sensibili della terra.

Senza arrivare alla terribile ipotesi di Manlio, che nemmeno io escluderei a priori, anzi, sarebbe uno dei modi più semplici e veloci per azzerare praticamente di colpo questo mondo, esiste da sempre un pericolo latente in molte aree del mondo, che da un momento all'altro può mettere in crisi l'intero sistema.

E' facile prevedere incrementi a due cifre per quest'anno, a due cifre per quello a venire...... ma il sistema prima o dopo deve trovare un equilibrio; e non vorrei che l'equilibrio possa manifestarsi con un botto, nel senso di una crisi del mondo delle crociere. Da sempre abbiamo visto che le corse e la sottovalutazione, cosciente od incosciente, di aspetti politici hanno portato a profonde crisi. Rimanendo nel campo navale, la crisi peterolifera del 1974 ha "sconquassato" idee, previsioni, comportamenti prendendo di contropiede un mondo che impostava lo sviluppo sul costo irrisorio del petrolio e l'abbondanza dello stesso sul mercato.

Io mi auguro che Fincantieri possa portare a casa quante più commesse possibili per il bene delle nostra economia e della nostra forza lavoro, ma dove le mettiamo tutte queste nuove navi? Si riuscirà a garantire un ritorno economico adeguato al loro inserimento in servizio? Non lo so, continuo a domandarmelo, ma risposte non ne ho.
 
Condivido molte di queste considerazioni e con Rodolfo ci siamo confrontati su questi temi anche con messaggi privati prima che lui aprisse questo argomento proprio prendendo spunto dalla crisi egiziana e dalla problematica situazione che interessa tutta l'area mediterranea del sud-est e non solo. Aggiungo a quanto da voi scritto che le capacità manageriali di alto livello si valutano per tali proprio nelle situazioni complesse ed ancora di più in quelle di emergenza. La compagnia di crociera è una grande azienda, in alcuni casi poi può per alcuni aspetti essere paragonata ad una multinazionale, comunque in chiave economica ci sono delle regole generali dei criteri che possono valere per qualunque azienda: poichè le crisi di settore o quelle generali operano una inesorabile selezione, solo le aziende che hanno operato secondo accorti criteri che bilanciavano la finalità dell'utile con una adeguata valutazione dei rischi, studiando attentamente la proporzione tra la portata degli investimenti e le prospettive del mercato evitando pericolose sovraesposizioni, possono risultare abbastanza temprate da superare i momenti critici riducendo al minimo gli effetti penalizzanti. A questa progettualità cosi complessa nella valutazione quanto meno del medio termine se non del lungo termine, devono poi aggiungersi all'occorrenza adeguati cambi di rotta e tempestive correzioni per correre ai ripari nel miglior modo possibile e qui talvolta più che l'analisi, per cui c'è poco tempo, deve soccorrere l'intuito di chi opera le scelte. Ovviamente in tutto questo la fortuna fa da ciliegina sulla torta. Il quadro fatto da Rodolfo è abbastanza realistico, l'azienda compagnia di crociera rispetto ad altre può per sua natura giocare più agevolmente sulla delocalizzazione ma ovviamente ciò non basta, per il resto usando un linguaggio molto esplicito: chi corre troppo, poi, se cade, può farsi veramente male, al contrario di chi si limita a camminare prudentemente e soprattutto ricordiamoci che i dinosauri si sono estinti proprio perchè erano troppo grandi non solo quanto a dimensioni ma anche quanto ad esigenze mentre topolini ed insetti sono sopravvissuti. Da anni i criteri economici imposti dalla globalizzazione hanno evidenziato tutti gli aspetti positivi ed i punti di forza delle fusioni, delle incorporazioni insomma del "mega", trascurando a mio avviso l'effetto moltiplicatore dei rischi correlati ai grandi numeri e il così detto effetto domino. Basta ! Forse sono stato un po' tedioso con tutto questo mio bla bla bla ed allora lasciatemi chiudere con una locuzione tutta napoletana che allude a situazioni complicate: " L'acqua è poca e...a papera nun galleggia " E se non gallegia e nuota una papera figuriamoci una balena ! Ciao a tutti e speriamo bene. Fan
 
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Ottimo argomento di rilfessione Rodolfo...ovviamente mi riconosco in tutto quello che hai scritto.

L'unica speranza che abbiamo, per un futuro migliore è che questa crisi mediorientale sia l'ultimo di tanti campanelli di crisi ignorati in questo ultimo decennio...allarmi ignorati sull'altare dell facile utile subito piuttosto che una crescita sostenibile (nel senso di infrastrutture e spazio "fisico") e consapevole (che viviamo in un mondo problematico e non si più ipotecare il futuro).

Io sono pessimista.... appena si sitemerà la situazione tutto tornerà un "suk" senza regole ne certezze ne prezzi fissi come prima, forse persino peggio per recuperare il perduto...dove al posto della vendita tappeti e dei cammelli, ci sono le vendite dei posti pax sulle (nuove) navi...
 
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