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MSC Orchestra 30 maggio/06 giugno 2016- Mediterraneo Orientale

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.

casmar

Member
Questo diario è stato scritto da mio marito, a lui piace fare un resoconto dopo un viaggio per cui approfitto di questa ghiotta occasione per riportarlo in questo forum.

DIARIO DI UN VIAGGIO PER MARE E PER TERRA
LA 1ª (forse l’ultima?) CROCIERA (nave MSC Orchestra – Ponte 14: Chitarra – Cabina 14011)
Esperienza: FANTASTICA

03/07/2016

Siamo tornati da un pezzo, ma tra scansioni dei documenti, salvataggi, modifiche di foto e video e (anche) il mio lavoro sono arrivato a scrivere un diario in differita, il che sembra proprio un ossimoro.
Bando alle ciance, ciancio alle bande… (scusate la ca**ta: non ho resistito).

GIORNO 1: 30/05/2016
Mattinata mediamente frenetica (immaginatevi gli ultimi tre giorni cosa può essere successo: volavano gli stracci, in tutti i sensi). Finitura delle valige con il tagliando attorno alla maniglia e un piccolo lucchettino negli occhielli della cerniera (più per non far aprire la valigia durante il trasporto, manipolazione, facchinaggio ecc. che per una vera forma di sicurezza). Completamento del bagaglio a mano (uno zaino a testa) con effetti personali, acqua e documenti. Pranzo leggero di una portata e frutta.
Partenza alle 12:45 (in orario, quasi). Traffico autostradale scarso, ma ricchissimo di mezzi pesanti e parecchi cantieri (compresi uomini bradi in giacca arancione che falciano l‘erba sui bordi collinosi al di là della corsia d’emergenza). Tutto sommato si fa in fretta a raggiungere Bari: caselli praticamente vuoti. Folla veicolare sulla circonvallazione, ma, in direzione Foggia, dall’ingresso 7 A all’uscita 4 (Porto) ci metto poco.
Un’escursione con street wiew nei giorni precedenti, per familiarizzare con il percorso, ci permette di arrivare alle 14:45 al Parcheggio Pinguino (prenotato telefonicamente giovedì 26 maggio) con una sola svolta errata.
Lasciata la macchina esattamente contro sole (ma con il parasole sul parabrezza). Una navetta porta noi e un’altra famiglia al porto di Bari.
Dal parcheggio al porto c’è 1 solo kilometro di distanza, ma dall’ingresso del porto al terminal passeggeri delle navi da crociera (il punto più lontano) ci sono altri 3,5 km e un posto di blocco dove annotano la targa del veicolo.
Controllo del bagaglio a mano alla dogana del porto con il metal detector: sconsiglio una scorta di lucchetti nel proprio zaino per evitare battute sarcastiche del poliziotto (“Ah, ma allora vi volete proprio chiudere dentro?”)
Alle 15:00 circa siamo sotto la nave e facciamo le foto e il check-in.
Il personale MSC ci accoglie con una bevanda fresca (a scelta tra acqua e succhi vari), ci fotografa e ci consegna la cruise card.

Imbarco alle 15:20.
Facciamo un giro della nave e troviamo già la prima difficoltà per raggiungere la cabina (ponte 14, a prua: le cabine di questo ponte si trovano solo a prua, il resto è occupato dalla passeggiata che sovrasta le piscine e il buffet; per questo gli ascensori centrali portano solo fino al 13° ponte). Il personale è per la maggior parte indonesiano, malese, africano ecc. e non sempre capisce e parla correttamente l’italiano quindi non capiamo bene le indicazioni, nonostante il depliant esplicativo della nave che si trova in migliaia di copie in un dispenser vicino ai due banconi della reception. E i segreti delle scale, dei corridoi e degli ascensori rimarranno tali per almeno due-tre giorni (o più).

Le valige ci aspettavano già davanti alla porta, che si apre inserendo una cruise card nella serratura elettronica. Avvistiamo per la prima volta l’addetto alle camere (Surdana, indonesiano) che ci spiegherà che, per accendere le luci in cabina, bisogna inserire una cruise card nell’apposito alloggio vicino alla porta: amici triestini che Marinella ha conosciuto in chat, facendoci visitare la loro suite AUREA (doppio spazio per metà delle persone e con il balcone) al ponte 15, ci fanno notare che loro, a tale scopo, usano la tessera di plastica dell’Ikea, ma penso vada bene ugualmente il cartoncino del “Non Disturbare” che si trova nel cassetto del comodino, accanto ai moduli per richiedere la colazione in camera con penna e busta (la busta col modulo si infila la sera dietro il numero sulla porta).
Mia moglie mi fa notare che nel bagno manca il sapone e non appena incrociamo nel corridoio il cabinista faccio presente questa cosa e noto la faccia meravigliata di Surdana, lui si affretta a tranquillizzarci che ha provveduto a mettere tutto il necessario. Rientrando mia moglie cerca questo sapone che non trova, nel frattempo vedo che nella doccia c'è il dispenser con shampoo e bagnodoccia e allora decidiamo di usare quello, sinceramente ci sembra strana questa mancanza. Capiamo il giorno dopo che quello che pare un secondo rubinetto nel bagno è, invece, l’erogatore del sapone. ( Si vede proprio che non siamo esperti di cabine nave, penso tra me e me)

Nella cabina troviamo il Daily Program di Bari con tutte le informazioni possibili e immaginabili (da leggere tutto con attenzione: in qualche anfratto ci potrebbe essere una notizia indispensabile per voi. Noi, infatti, non ci siamo accorti che c’era un’esercitazione sulla sicurezza alle 16:15 al Covent Garden Theatre al ponte 6, obbligatoria per i nuovi imbarcati) e un bel malloppo di offerte del giorno e altri extra a pagamento. Di queste offerte ce ne saranno quasi sempre e solo l’esperienza può dire quanto siano convenienti. Comunque ci hanno detto che a fine crociera ci sono degli sconti maggiori. Durante tutta la navigazione, sul ponte 13 (piscine) e nei vari bar e altri luoghi comuni, installano banchetti con svariata merce (profumi, gioielli, alcolici ecc.) o ci sono promoter con gadget marchiati MSC.

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Stasera Serata Italiana. Abbigliamento (consigliato, non imposto) bianco, rosso e verde. Camerieri vestiti con accessori tricolori e fasce e coccarde tricolori dappertutto, compreso il pianoforte nella saletta di fronte alla Reception. Spettacolo serale al teatro (ponti 6 e 7, ore 19:30 e 21:15 a seconda del turno a cena al ristorante) in tema con la serata: Il Carnevale di Venezia.

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Sul Daily c’è il nome del comandate: Corrado Iaconis. Imparatelo, perché nei giochi-aperitivo l’animatore di turno potrebbe mettere in palio una grossa coppa di gelato per il primo vacanziere che dimostra di saperlo. N.B.: Iàconis (giusto) è diverso da Iacònis (sbagliato) e l’animatore di cui sopra potrebbe aversene a male.
 
Ultima modifica da un moderatore:
Ciao, praticamente siamo stati insieme sulla stessa nave da Venezia a Bari cioè dal 5 giugno al 6 giugno! Continua ... un vero manuale per croceristi alla prima esperienza ... ottimo per conoscere nei minimi dettagli tutti i "segreti" di una crociera!
 
Ciao, praticamente siamo stati insieme sulla stessa nave da Venezia a Bari cioè dal 5 giugno al 6 giugno! Continua ... un vero manuale per croceristi alla prima esperienza ... ottimo per conoscere nei minimi dettagli tutti i "segreti" di una crociera!

Ciao Agra, probabilmente ci saremo incrociate, per noi è stata una bella esperienza e ti confesso di aver passato parecchio tempo sul forum a leggere diari e altre informazioni, che in effetti ci sono state molto utili, per questo ho deciso di pubblicare il diario anche se ho qualche problema tecnico , infatti una parte che avevo scritto non è stata pubblicata e la devo riscrivere (forse il testo era troppo lungo per una pagina) e anche di una foto della nave come vedi c'è solo il link. Ricordo di aver letto dei tuoi commenti direttamente dalla nave mentre eri in crociera, appena scesa è stata bella riviverla.:)
 
Riscrivo la parte del diario che manca..........

Ci accorgiamo che le prese in cabina sono del tipo Schuko e le prese multiple sono inutili senza un adattatore.
Fortunatamente le semplici spine dei caricabatterie si infilano perfettamente. La presa nel bagno funziona solo con la luce accesa. Gli adattatori, pare, siano disponibili in Reception, ma non so se ce ne sono per tutti. Il minifrigo ha prezzi uguali (mi sembra, perché non ho frequentato i bar) a quelli dei bar sparsi sulla nave, ma chiedo ai ragazzi di evitare di aprire e chiudere lo sportello non sapendo se possiamo farlo impunemente.
Qualcuno (i ragazzi, vorrei precisare) fa uno spuntino al buffet (4 Season Buffet al ponte 13 a poppa).
Alle 17:00 c’è la partenza, ma noi ce la perdiamo perché siamo impegnati in cabina e non ci rendiamo conto che gli strani grattini che fanno un po’ tremare il pavimento sono i motori che spingono la nave fuori dal porto.
Tra giri sul ponte 14 e dentro gli spazi comuni (Reception e negozi ai ponti 5, 6 e 7), verso le 19:20 (gli spettacoli incominciano perfettamente in orario) andiamo a vedere lo spettacolo al teatro e, per fortuna, ho portato telecamera e fotocamera. Prendo qualche spezzone di una performance molto bella con una soprano eccellente. In ogni caso tutti gli spettacoli sono molto ben fatti con grande sollazzo anche dei ragazzi che chiedono insistentemente il DVD con gli spettacoli registrati a bordo. È vietato registrare gli spettacoli, ma il personale presente sembra molto tollerante, anche perché vorrei vedere come fanno a sequestrare tutti i telefoni e i tablet (che possono registrare perfino a 4k)! In ogni caso non se ne vedono moltissimi e comunque mai per tutta la durata dello spettacolo.

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Dopo andiamo sulla passeggiata del ponte 14 a vedere il tramonto.

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La cena è alle ore 21 (secondo turno), visto che manca ancora un po di tempo approfitto per andare alla Reception a registrare la cruise card per le spese. Vicino ai banconi ci sono un paio di pulpiti con uno schermo touch, abbastanza semplice e intuitivo: scelta la lingua, basta seguire le istruzioni per accreditare una certa cifra (minimo € 250) sulla cruise card per le spese fatte sulla nave e si può accettare l’opzione di collegare altre carte alla propria. Se l’accredito è stato fatto prelevando da una carta di credito o di debito (ricordarsi il PIN!), a fine crociera non c’è niente altro da fare (anche se il circuito della carta di credito tiene “in ostaggio” anche 20 giorni una parte dell’accredito che, quindi, non compare nella giacenza disponibile del proprio estratto conto). Se invece si versano dei contanti per caricare la cruise card, a fine crociera bisognerà fare la fila alla Reception per farsi restituire il saldo non consumato (opzione preferibile se si ha parecchio contante a disposizione).
Alle 21:00 siamo già seduti al nostro tavolo riservato nel ristorante Villa Borghese (ponte 5 a poppa) scortati dal personale all’ingresso che accoglie tutti i nuovi arrivi. Al tavolo conosciamo il nostro cameriere assegnato: Sutanaia. C’è anche un suo collega che lo stesso Sutanaia (un tipo piuttosto estroverso) definisce come suo attendente.
Si può scegliere da un menù, un antipasto, un primo, un secondo e un dessert (spesso, però il dessert è a “sorpresa”, ovvero a discrezione dello chef). È sempre possibile chiedere contorni e bis. Nell'attesa delle portate ci viene servito del pane in varie forme e tipologie: focaccia, grissini ecc. La cena va avanti tranquillamente senza sorprese.......fino al dolce.........sentiamo un gran trambusto.. vediamo entrare in fila indiana tanti camerieri , il primo portava un vassoio portatorta, gli altri al seguito con delle coppe coprivivande a mo di tamburelli facevano baccano e urlavano. Noi non abbiamo capito di che si trattava fino al momento in cui i camerieri si sono avvicinati ad un tavolo e all'unisono pronunciano " tanti auguri a te " accompagnati anche da una canzoncina. Così abbiamo scoperto che fanno la torta di compleanno a sorpresa a coloro che compiono gli anni durante la crociera. In questa prima sera e ne sono stati altri due, rituale che abbiamo visto tutte le sere ma che purtroppo non era rivolto a noi visto che non avevamo la fortuna di compiere gli anni.
Al ritorno in cabina c’è il Daily Program del 31 Maggio e una lettera, che ci spiega che l’esercitazione di sicurezza che avevamo “bucato” il pomeriggio precedente è obbligatoria e che il mattino seguente (09:30) dovevamo farla presso il teatro (Covent Garden – ponte 6), portandoci i nostri salvagente.
La cabina è un po’ piccola per quattro persone, per cui siamo costretti a tenere sparse parecchie cianfrusaglie, comunque la stanchezza ha preso il sopravvento e quindi andiamo tutti a nanna, con l’orologio spostato in avanti per adeguarci al fuso orario greco.

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Ciao Agra, probabilmente ci saremo incrociate, per noi è stata una bella esperienza e ti confesso di aver passato parecchio tempo sul forum a leggere diari e altre informazioni, che in effetti ci sono state molto utili, per questo ho deciso di pubblicare il diario anche se ho qualche problema tecnico , infatti una parte che avevo scritto non è stata pubblicata e la devo riscrivere (forse il testo era troppo lungo per una pagina) e anche di una foto della nave come vedi c'è solo il link. Ricordo di aver letto dei tuoi commenti direttamente dalla nave mentre eri in crociera, appena scesa è stata bella riviverla.:)

Grazie Casmar, seguo il tuo diario ...
 
Così abbiamo scoperto che fanno la torta di compleanno a sorpresa a coloro che compiono gli anni durante la crociera. In questa prima sera e ne sono stati altri due, rituale che abbiamo visto tutte le sere ma che purtroppo non era rivolto a noi visto che non avevamo la fortuna di compiere gli anni.

Non si tratta di un omaggio (a meno che il festeggiato non sia un socio gold o black) ma di una richiesta di torta che è a pagamento. La festicciola sì è a discrezione dei camerieri quindi a "sorpresa".
 
Grazie per l'informazione corretta, per la mia prossima crociera farò in modo di scegliere una data con compleanno annesso!!:D
 
Inserisco le foto che nella pagina precedente non sono venute


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Spettacolo al teatro

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Tramonto ( commento inutile)

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Cabina interna
 
GIORNO 2: 31/05/2016


Al mattino facciamo colazione al ristorante. Il posto non è assegnato e capitiamo con una coppia di anziani tedeschi che sembrano molto divertiti dalla nostra presenza. Scegliamo dal menù, consumiamo waffel, cornetti, pan cake, the, succo di frutta ecc. e poi ci prepariamo per tempo per l’esercitazione di sicurezza. L’organizzazione è tale che c’è un formidabile rispetto degli orari e quindi bisogna cercare di anticipare sempre, anche perché tutti (o quasi) gli ospiti si adeguano: si fanno le file e le attese che servono con pazienza e, fortunatamente, senza che ci siano mai stati episodi di intemperanze per eventuali atteggiamenti non rispettosi delle regole. E, in effetti, tutto sommato non si può dire che ci sia stata gente litigiosa o eccessivamente esuberante o “furbetta”.

Dopo che ci hanno spiegato come si indossa e come funziona il salvagente, ci accompagnano al nostro luogo di raccolta, quindi sciolgono l’adunanza e ci prepariamo a scendere.
Arrivo puntuale nel porto , tempo splendido (previsioni e temperature indicate sul Daily Program sempre precise).

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Per uscire (e rientrare) ci sono diversi varchi ai ponti 4 e 5 sia a poppa che a prua (uscite separate per i turisti che hanno scelto l’escursione con la Compagnia con quelli che la fanno in autonomia), per cui non ci vuole mai molto per sbarcare. Passiamo davanti a un addetto alla sicurezza (sembra di qualche nazione ex-jugoslava, come il suo collega a fianco e sembra non parlare e non capire bene l’italiano, anche lui) che scannerizza il codice a barre della cruise card, mi fa togliere cappello e occhiali da sole e controlla su un piccolo monitor la corrispondenza della mia faccia con la foto scattata all’imbarco di Bari. Alle 11:20 siamo a terra, a fotografarci davanti alla nave.

Usciamo dal porto e ci sono alcune agenzie che si pubblicizzano a gran voce in tutte le lingue agitando cartelli che annunciano trasporti per Olimpia e ritorno al prezzo di € 10 a testa. I bus partono quando si riempiono. Noi scegliamo l’ultima, prima di un negozietto, verso il paese, che raggiunge il quorum a mezzogiorno.
Ci portano ad una piazzetta distante qualche centinaio di metri dove un autobus non proprio in perfette condizioni ci accoglie con un minimo di aria condizionata che fa il suo dovere e ci fa smettere di sudare nella mattinata umida con il sole quasi allo zenit.

Un viaggetto di circa 30’, anche su per una viuzza strettissima e percorrendo strade che si affacciano ogni tanto su grandi cumuli di buste di spazzatura (quasi quasi mi sento a casa). In effetti la zona sembra abbastanza povera nelle abitazioni e nelle automobili, ma in genere i posti che abbiamo visto (anche nei giorni successivi) sono molto puliti: non vedo cartacce e mozziconi per terra e i siti archeologici sono anche meglio tenuti.
Arriviamo su un viale di bar e negozi e l’autista ci dà appuntamento per le 14:30. Una bella scarpinata con tratto in salita (di circa 10-15 minuti) ci porta alla biglietteria. Sito archeologico e museo € 12 a testa, i minorenni non pagano. Sapevo di un prezzo di 12 euro all’Acropoli di Atene e mi meraviglio, ma, come dice uno dei presenti, oramai siamo lì… La guida di Atene, due giorni dopo, mi ricorda (perché la notizia mi era arrivata, ma l’avevo dimenticata) che dal 1° Aprile (bella scelta della data, eh!) di quest’anno il Governo greco aveva aumentato tutte le tariffe dei musei e siti archeologici (e ad Atene avremo l’altra sorpresa…).
Dato i tempi stretti (come sempre saranno), visitiamo un museo piccolo, ma con pezzi molto originali.

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Fuori dal museo (dopo il passaggio dai bagni adiacenti) giriamo verso sinistra attraversando alcuni vialetti che costituiscono una sorta di orto botanico con le piante descritte su piccoli pulpiti. Giro altrettanto veloce anche nel sito archeologico.

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In realtà ci sono più macerie che antiche rovine (tenute così di proposito?). Sarà meno antico, ma il sito di Paestum è decisamente più spettacolare, con templi molto più integri e il suo museo è molto più ricco.

Decidiamo di non raggiungere lo stadio, perché vogliamo avere un pochino di tempo per qualche acquisto. Alle 14:00 circa siamo sul viale dei negozi e ho 5 minuti per girare in un garage adibito a museo di Archimede (ingresso gratuito, a disposizione opuscoli e guida con offerta libera) con la ricostruzione delle sue innovative macchine (era il Leonardo greco). Comprati tovagliolini di carta (assenti sulla nave) e acqua fredda al minimarket e qualche ricordino nei negozi, prendiamo al volo il bus di ritorno alle 14:30. Dal piazzale di arrivo del bus (vicino al quale c’è un trenino su ruote per il giro turistico di Katakolon, che sembra meno interessante di Capitolo, frazione di Monopoli) passeggiamo fino alla nave fermandoci a guardare qualche altro negozio. Mi scotta la pelle lasciata scoperta attorno al collo: ho la crema solare fattore 50 nello zaino, ma non sono riuscito mai metterla perché ero sempre sudato.

ecc. sotto il metal-detector della sicurezza e la solita scansione della cruise card (togliere occhiali e cappello). Alle 16:00 siamo già risaliti sulla nave dopo il passaggio degli zaini e marsupi, borse, telefoni, macchine fotografiche Inservienti supplementari (compresa una imponente giovane di colore con la divisa che sembra quella delle cameriere/addette alle pulizie dei palazzi signorili anglosassoni) ci saranno negli scali con i rientri più affollati.
Ci fiondiamo al buffet per un pranzo tardivo a base di frutta e verdura, ma anche i dolci non mancano.

Poi ci riposiamo e prepariamo per la Serata di Gala: giacca e cravatta. Prima dello spettacolo di ispirazione francese (finale con Cancan con ampia mostra di mutande, fronte e soprattutto retro, al vento), tutti gli ufficiali si presentano in parata sul palco del teatro e il Comandante ci saluta.

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Subito dopo facciamo una capatina all’esterno per il tramonto e poi la fila per la foto con il Comandante e conosciamo di persona la coppia triestina con cui Marinella ha fatto conoscenza in chat. Infine ci ritroviamo puntuali all’orario della cena al ristorante.

Marinella ritiene che è stato meglio scegliere la cena del ristorante, più composta e non troppo abbondante, rispetto alla prevedibile abbuffata che si farebbe al buffet, e questo dovrebbe averci salvato dall’incontrollabile incremento ponderale che molti lamentano dopo la fine della crociera. E, tra l’altro, il ristorante prevede portate più ricercate ed esclusive rispetto alla cena fai-da-te.

Dopo cena ( circa le ore 22.30, tardi rispetto alle nostre abitudini serali) non ce la siamo sentiti di passeggiare per le varie sale dove c'erano spettacoli di intrattenimento (karaoke, balli di gruppo ecc.) anche se ad essere sincero mia moglie lo avrebbe fatto volentieri un giro ma io che non amo la mondanità :D già pregustavo il mio bel letto in cabina, per cui tutti a nanna che domani si sbarca a Santorini
 
Peccato non abbiate deciso di mettere il vostro piede alla partenza nello stadio più antico!!! La prossima volta ...
 
GIORNO 3: 01/06/2016

La nave si fermerà al largo del porto, troppo piccolo per una nave da crociera (ce ne saranno già altre due nella Caldera, l’insenatura tra Fira e l’isola di Nea Kameni con il vulcano. Se volete sapere quante e quali navi fermano a Santorini si può consultare il link: http://www.santorini.net/information/cruise-ship-calendar/). Per raggiungere terra si usano le lance (o “tender”, omologate per 150 persone) e per prenotare il trasbordo bisogna andare al Savannah Bar (ponte 6, verso prua) a partire dalle 7:00 per prendere il biglietto.


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Arrivo poco prima dell’orario, ma già qualche biglietto è stato distribuito. Tuttavia ottengo 4 ticket per la prima uscita (alle ore 8:00) con punto d’incontro al Teatro (ponte 6).
Facciamo una colazione molto veloce al buffet (che rimane molto più comodo e abbondante del ristorante anche se più caotico e, nelle ore di punta, diventa difficile trovare un tavolo libero) e scendiamo al teatro, dove ci guideranno allo sbarco, previo conteggio (c’è una graziosa signorina che preme su un congegnetto che stringe in mano per contare i passeggeri) e controllo tramite cruise card (te la devi portare sempre appresso: la volta che non ce l’hai potresti essere fregato).

Pochi minuti di navigazione e raggiungiamo il porto di Fira. Per salire a Fira (in cima al costone) si potrebbe usare la funicolare (c’è poca gente e la salita a € 5 a cranio sarebbe veloce), oppure si possono usare i gradoni frequentati anche dai muli, che sono la terza alternativa. Scegliamo di rivolgerci ad una delle biglietterie sul molo che offre a € 15 a persona il trasporto via mare (lancia a due ponti con quello superiore scoperto) fino al porto di Oia, poi passaggio in bus su per una stradina serpeggiante fino all’abitato e, infine, trasporto a Fira via bus.

Alle 8:35 siamo già in viaggio e il trasporto con il piccolo traghetto è molto suggestivo e si possono ammirare (nel vento fresco della prima parte della mattinata) Fira, l’isola in mezzo al Golfo di Santorini e poi Oia. Raggiunto il porto (una ventina di minuti), veniamo guidati al bus che si inerpica fino a un parcheggio vicino allo sportello dell’agenzia che ci ha portato lì. Veniamo invitati a portarci verso l’ufficio per stabilire con l’addetta l’ora del ritorno a Fira: decidiamo per le 12:00 (adesso sono passate da poco le 9:00 e ce n’è uno ogni ora fino alle 13:00).
Raggiungiamo un bagno un po’ più giù verso il mare (pulitissimo, € 1 a testa) e, vedendo la fila che si è formata, Daniele (mio figlio) decide che vuole anche lui gestire un bagno per turisti (big money!, direbbe).
Giriamo per le strette strade lastricate di Oia, tra le case bianche ammassate, chiese dal cappello azzurro, tantissimi negozi (da uno compriamo i famosi, secondo Marinella, pistacchi di Santorini), affacciate sul mare che da quassù è di un blu profondo e denso. E poi, finalmente, la rivincita del lucchetto! (visto, cara guardia barese, che serve un lucchetto in più?): anche qui è arrivata la moda della ringhiera dell’amore.
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Foto, compere di ricordini, un piccolo spuntino (con panino e banana, volendo c’è un venditore ambulante di ciliege € 4 al kilo) e raggiungiamo il punto di incontro. Siamo in tanti e il primo bus parte senza di noi, ma dopo 10 minuti c’è n’è un altro. Raggiungiamo Fira in circa 20 minuti. L’abitato sembra più grande di Oia ed è anche più affollato, ma altrettanto bello e ben tenuto, con i muri imbiancati di fresco.
Verso le 13:30, un po’ per decisione già presa e un po’ per la fila letteralmente chilometrica alla teleferica, cominciamo la discesa dai gradoni (oltre 600) che portano al porto, dopo aver chiesto qualche indicazione agli ospitali negozianti (sempre li abbiamo trovati gentili, e chissà cosa possono pensare di tutti quei pazzi scatenati di turisti che gli affollavano un po’ troppo la vita). Il sole è a picco, ma per fortuna stamattina avevo già messo la crema solare. Su e giù per i gradoni passano prepotentemente un po’ di asinelli (i proprietari-accompagnatori pretendono la precedenza sui pedoni) con in groppa i turisti più sfaticati (e sovrappeso). Pare fossero molti di più, in passato, ma un incidente mortale sembra aver fatto scemare il business. Comunque l’affollata discesa (sono davvero tanti i turisti che approfittano della splendida visuale, anche se una coppia scivola col sedere per terra), scansando i “souvenir di Santorini” dei muli, ma nulla potendo contro l’odore a volte rivoltante di feci e urina, dura meno di mezz’ora, tanto che alle 14:00 (dopo un poco di fila) siamo già in viaggio verso la nave su un battello che sembra un trasporto locale noleggiato per l’occasione dalla MSC per accelerare le operazioni di imbarco sull’Orchestra: forse le loro lance non bastano.

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Segue “abbuffet” di macedonia di frutta, verdura, pasta, dolci ecc. al solito self-service (che ai pasti di mezzogiorno-pomeriggio non eroga il succo d’arancia ai dispenser).
 
Partenza puntuale alle 17:00 con altro spettacolare passaggio sotto il costone bicolore (verde/marrone e rossastro) di Santorini.
Ho la maglietta che è bagnata completamente: ne servono molte di più di quelle che abbiamo portato, ma non vediamo il modo di stendere un eventuale bucato. Sempre l’ultima sera, sempre l’amica triestina (che di crociere ne ha fatte otto), ci fa vedere che nella doccia c’è, in alto sul lato destro, una applique da cui sbuca un pirulino che si afferra e si tira verso il lato sinistro per srotolare un filo (tenuto teso da un molla come nei metri flessibili retraibili): si aggancia il pirulino in un incavo dall’altra parte e il gioco è fatto (impara, “terùn”*!) (* traduzione per i non alto-atesini: “terùn” = “zasso”)
Spettacolo al teatro dal titolo “Grease” in mise bianca e poi foto al tramonto, che ha lasciato i toni rossi altrove e si presenta in tonalità sabbia.
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Cena con spiritosaggini del cameriere (“stasera niente pane”, perché il giorno prima non era stato mangiato tutto) e di nuovo subito a letto ché anche domani si sbarca abbastanza presto.


GIORNO 4: 02/06/2016

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Facciamo colazione e scendiamo con abbastanza calma un po’ prima delle 9:00. Subito fuori dalla nave troviamo il terminal passeggeri, lo attraversiamo e troviamo una lunga fila di taxi. Usciamo dai cancelli e sul piazzale fuori dal porto sono schierati dei bus per viaggi organizzati da agenzie locali e prenotati on-line. Ci avviciniamo a un ragazzone siciliano (che dall’accento scambio per salentino) e gli chiediamo come funziona il “giro turistico” e se possiamo aggregarci. Ci dice che, anche se non abbiamo una prenotazione, ha qualche posto disponibile. Il biglietto costa € 20 per gli adulti e € 15 per i ragazzi (anche se Daniele sarebbe “adulto”) e comprende una guida, giro per Atene, fermata a Piazza Sintagma, arrivo all’Acropoli (costo dell’ingresso a parte, tour con supplemento di € 5 a testa per usufruire della guida), 1 ora di sosta al quartiere Plaka e ritorno al porto per le 15:30. Sappiamo che c’è un bus (l’X80) che porta ad Atene con costi da trasporto locale e che non molto lontano c’è l’ingresso della metropolitana, ma non ce la siamo sentita di rischiare di perderci in una città così grande (anche se abbiamo saputo che altri sono riusciti a utilizzare i suddetti mezzi con profitto).

Partiamo alle 9:30 e passiamo per il lungomare del Pireo, mentre la guida ci dice che si chiama Giorgio (in realtà è Gheorgios, papà greco e madre italiana, è ha un che di afflitto nello sguardo e nella voce) e ci racconta dei 4 milioni di abitanti ad Atene con il suo bel traffico che ora si è ridotto per la crisi (ma rimane bello consistente). Ci illustra il porto turistico con gli yacht e ci fermiamo per una foto sull’ameno golfo, ma alla ripartenza il bus si trova bloccato dietro un taxi che gli ha parcheggiato troppo vicino. L’autista dell’autobus strombazza, il tassista se ne frega perché i sui clienti sono scesi a fotografare la baia con Atene sullo sfondo. Anche noi passeggeri facciamo gesti e commenti, più che altro divertiti, ma il tassista la prende male e, mentre il nostro autista strombazza ancora, ci fa un gestaccio con tre dita che sta per “f*ck”. Ilarità generale e, finalmente il bus riesce a fare un minimo di retromarcia per svicolare.

Giriamo per le strade trafficate di Atene, mentre Giorgio ci spiega ciò che intravediamo dal pullman (la casa di qualche personaggio famoso, tipo Schliemann, l’Arco di Adriano e Tempio di Zeus, l’Accademia Nazionale, Palazzo del Parlamento, parecchie sedi della Alpha Bank ecc.) e ci fermiamo prima allo Stadio Panathinaiko (alle 10:15 per 5 minuti) e poi a Piazza Syntagma (alle 10:40) dove facciamo foto con gli euzoni (il controtipo presidenziale delle guardie della Regina a Buckingham Palace) e assistiamo al cambio della guardia (alle 11:00, avviene ogni ora): movimenti lenti, gran battere di scarpe rivettate sotto le punte e ferrate sul tacco, e spalle sudate dentro la divisa che (forse) è di lana bianca. Intanto io ero anche corso più in là a fotografare la chiesa ortodossa Agia Triada (un piccolo gioiellino) in via Filellinon.

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Infine raggiungiamo il parcheggio dell’Acropoli. Vado (corro, proprio corro) alla biglietteria a spendere € 20 a testa per l’ingresso (Carte d’Identità di Stefania e Daniele alla mano, che la bigliettaia controlla attentamente, ottengo 2 biglietti gratuiti per i minorenni) e sarebbero € 30 se si vuole andare anche al museo (ma non abbiamo tempo!!!). Alle 11:30 cominciamo il giro tra i ruderi (c’è un ragazzo orgogliosamente siciliano che commenta a gran voce che se vogliamo vedere un tempio come si deve bisogna andare a casa sua a Selinunte), e sembrerebbe aver ragione visto il Partenone mascherato dai ponteggi e la gru per la ristrutturazione. Ma tant’è: siamo su un suolo con millenni di storia, non è che dobbiamo sottilizzare. Tra signore giapponesi in guanti bianchi che si fanno ombra con un ombrellino e discreti guardiani greci in borghese che si danno da fare affinché i turisti non facciano danni o caschino giù da qualche spuntone roccioso non protetto da balaustre, procediamo in mezzo a una discreta folla (il nostro Corso di sabato sera in estate) su scivolosi pietroni che lastricano un percorso che conduce a una piazzola recintata da un muretto e con al centro un’asta con la bandiera greca. Da lì si gode di un panorama a 360° di Atene e dei monumenti ai piedi della collina: scusate se mi ripeto, ma la vista è spettacolare.

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Finiamo il giro, ci ricongiungiamo agli altri turisti del nostro pullman che erano andati a fare la visita guidata, e raggiungiamo il quartiere della Plaka. Abbiamo un’ora e mezza (fino alle 15:00) per ritrovarci al punto dove siamo scesi dal bus. Giriamo qualche negozio e facciamo piccole spese, poi Marinella sente da qualcuno che vicino c’è l’Hard Rock Cafè (i miei figli avevano promesso ad amici di andarci, anche per conto loro). Lei si informa dai negozianti, partiamo, pare servano venti minuti (andando piano), giriamo di lì, svoltiamo di là, sempre sotto tutela di qualche passante o commerciante che indica e spiega. Alla fine, non so come, non so dove, ma alla fine ci arriviamo (52 Adrianou Street). In 10 minuti abbiamo scelto cinque magliette e pagato con la carta di credito. Il ritorno è molto più veloce, riusciamo a non perderci e arriviamo con un certo anticipo all’appuntamento. C’è parecchio traffico e partiamo un po’ in ritardo (quasi 15:10), ma alle 15:30 stiamo facendo la foto al porto del Pireo con la nostra guida triste.
Passiamo il controllo del porto (mettiamo tutto, ma proprio tutto, compresa la cintura del pantalone, nelle vaschette) e transitiamo sotto l’arco del metal-detector. A bordo della nave ci controllano solo la cruise card e andiamo a pranzo. Assistiamo alla partenza e ci prepariamo per lo spettacolo delle 19:30: Samurai. Poi siamo sul ponte 14 a guardare il tramonto. C’è un ventaccio che fa saltare via i capelli (a chi ce li ha) e io faccio smorfie ancora peggiori del solito mentre fotografo e filmo e i miei figli si divertono a fotografarmi, rincarando la dose anche in tutte le altre occasioni in cui mi esibisco in quelle che loro ritengono gesti e atteggiamenti degni di tutto il loro sarcasmo.

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Và và, andiamo a dormire che anche oggi abbiamo corso e sudato abbastanza (anche se molto meno degli altri giorni: quando mi fermavo, un po’ di ombra bastava a smettere di sudare in 5 minuti, nonostante i 35°C, mentre a Olimpia e Santorini non si smetteva mai).
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Che bello il tuo diario!!!!
Anch'io ho viaggiato quest'anno con Msc Orchestra, ma mi ha portata ai Caraibi!
 
Diario, mi ripeto, super dettagliato ... un aiuto per i numerosi croceristi che quest'anno hanno scelto stesso itinerario e stessa nave.
 
Bellissimo diario[emoji6] davvero super super dettagliato! Bello sentire l'entusiasmo, lo stupore e le sorprese...di neocroceristi!


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