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Non solo contro le navi

Rodolfo

Super Moderatore
Continui piccoli episodi arricchiscono le proteste contro il turismo di massa in località estranee alla presenza delle navi.
Abbiamo assistito all'invasione di Roccaraso a quella minacciata di Ovindoli in queste ore sulla neve delle piste di Alpe di Siusi, sono comparse delle scritte in rosso "TOO MUCH".
Una iniziativa preceduta da tanti altri micro episodi contro la presenza eccessiva di turisti.

 
Rimango sempre della stessa opinione: al di là della moda di protestare su tutto e su tutti, si tratta di persone che non hanno alcun interesse a ciò che i turisti possano portare a una località.

p.s. c'è da dire anche che diversi di quei turisti non è che facciano molto per farsi benvolere. Roccaraso docet.
 
(...) persone che non hanno alcun interesse a ciò che i turisti possano portare a una località.
p.s. c'è da dire anche che diversi di quei turisti non è che facciano molto per farsi benvolere. Roccaraso docet.
Portare?!
Quando diventa un'invasione di cavallette, o la calata degli Unni, non portano proprio nulla! Sfruttano, insozzano, vandalizzano, allontanano il turismo di qualità, rendono invivibile qualunque luogo.
Comprensibile e condivisibile la civilissima "protesta" dei locali con le (rimovibili) scritte "too much".
 
Si tratta di trovare un equilibro tra i benefici economici che il turismo porta, con il sacrosanto diritto degli abitanti di una determinata località a poter vivere, in un perimetro di normale civiltà e convivenza, la loro residenza.

Mi viene anche da pensare che tutte queste iniziative di protesta, che spesso prendono spunto l'una dall'altra, siano anche la manifestazione di una montante insofferenza di base contro tutto e tutti. Quindi non solo una semplice reazione verso l'overtourism, ma qualcosa che va più in profondità nel animo umano. Sociologi e psicologi già da alcuni anni vanno mettendo in guardia contro questa deriva di intolleranza che cresce. I "no navi" , o "no turismo" o il più ben noto "not in my backyard" qualunque sia il motivo del diniego, sono a mio avviso chiari campanelli d'allarme di questa strisciante e diffusa acrimonia , che vanno decodificati (ed affrontati) nel modo giusto.
 
Portare?!
Quando diventa un'invasione di cavallette, o la calata degli Unni, non portano proprio nulla! Sfruttano, insozzano, vandalizzano, allontanano il turismo di qualità, rendono invivibile qualunque luogo.
Comprensibile e condivisibile la civilissima "protesta" dei locali con le (rimovibili) scritte "too much".

Infatti ho anche detto: "Roccaraso docet" ;)
 
Si tratta di trovare un equilibro tra i benefici economici che il turismo porta, con il sacrosanto diritto degli abitanti di una determinata località a poter vivere, in un perimetro di normale civiltà e convivenza, la loro residenza.

Mi viene anche da pensare che tutte queste iniziative di protesta, che spesso prendono spunto l'una dall'altra, siano anche la manifestazione di una montante insofferenza di base contro tutto e tutti. Quindi non solo una semplice reazione verso l'overtourism, ma qualcosa che va più in profondità nel animo umano. Sociologi e psicologi già da alcuni anni vanno mettendo in guardia contro questa deriva di intolleranza che cresce. I "no navi" , o "no turismo" o il più ben noto "not in my backyard" qualunque sia il motivo del diniego, sono a mio avviso chiari campanelli d'allarme di questa strisciante e diffusa acrimonia , che vanno decodificati (ed affrontati) nel modo giusto.
Che comunque sono sempre un’infinitesima parte dei residenti!
 
Che comunque sono sempre un’infinitesima parte dei residenti!
No Maurizio, non è così.
Nelle piccole località i turisti soverchiano di parecchio i residenti (ci sono località di mare dove d'estate la popolazione decuplica, se non centuplica).
E nelle grandi città i percorsi turistici sono limitati ad aree ristrette (tipicamente i centri storici), da cui i residenti sono costretti a scappare.
 
Ultima modifica:
Si tratta di trovare un equilibro tra i benefici economici che il turismo porta, con il sacrosanto diritto degli abitanti di una determinata località a poter vivere, in un perimetro di normale civiltà e convivenza, la loro residenza.
Bisogna sempre distinguere il turismo di qualità - quello che disturba meno e spende di più, e con cui l'equilibrio si trova - dal turismo di massa becero e incivile, che è quello contro cui nascono le proteste.

Sociologi e psicologi già da alcuni anni vanno mettendo in guardia contro questa deriva di intolleranza che cresce.
Il discorso sarebbe bello da affrontare nella sua interezza e complessità.
Mi limito a dire che ciò che più genera insofferenza, secondo me, è la crescente e dilagante maleducazione e prepotenza della maggior parte della gente, l'assoluta mancanza di attenzione e rispetto per l'altro. E a un certo punto non sopporti più nessuno...
Di certo decenni di politica eccessivamente tollerante con chi non rispetta alcuna regola di civile convivenza, non ha aiutato e ha portato all'esasperazione.
 
Ultima modifica:
No Maurizio, non è così.
Nelle piccole località i turisti soverchiano di parecchio i residenti (ci sono località di mare dove d'estate la popolazione decuplica, se non centuplica).
E nelle grandi città i percorsi turistici sono limitati ad aree ristrette (tipicamente i centri storici), da cui i residenti sono costretti a scappare.
Intendevo quelli che protestano.
 
Intendevo quelli che protestano.
Contro le navi in modo specifico non lo so, contro l'invasione dell'overtourism è ormai una protesta montante ovunque nel mondo.
E anche chi non protesta rumorosamente, magari cerca di lavorarci con l'amministrazione locale e le associazioni di categoria per arginare il fenomeno e i disagi.
Ma che la situazione sia ormai arrivata a un punto di non più sostenibilità, mi pare chiaro.
 
Quindi il problema sta in tutto tranne che nelle crociere! Una nave arriva e tutto cio’ che paga resta nell’isola, ormeggi, personale, guide, taxi, bus, etc., etc.
Quello che mi domando e’ perche’ qualche decennio fa hanno fatto di tutto per far costruire condomini, tenere prezzi bassissimi, tasse bassissime, per attirare i turisti?
 
Le reazioni corrispondono sempre alle azioni che le precedono e devono essere correlate all'attualità: le Canarie, come molti altri posti, quando avevano pochi turisti hanno adottato politiche a favore del turismo; oggi che ne hanno troppi (e di cattiva qualità, come dappertutto) la reazione è di arginarli e limitarli.
Non ci trovo nulla di strano. L'azione politica si modifica sulla base delle condizioni date oggi, non su quelle del secolo prima...
 
Le reazioni corrispondono sempre alle azioni che le precedono e devono essere correlate all'attualità: le Canarie, come molti altri posti, quando avevano pochi turisti hanno adottato politiche a favore del turismo; oggi che ne hanno troppi (e di cattiva qualità, come dappertutto) la reazione è di arginarli e limitarli.
Non ci trovo nulla di strano. L'azione politica si modifica sulla base delle condizioni date oggi, non su quelle del secolo prima...
Venezia, Firenze, Roma, sono nate cosi’, non costruite per attirare turismo…le Canarie sono state costruite negli anni 70 per il turismo, serve anche lungimiranza considerando il futuro, non rompere i maroni dopo! Con il passare degli anni ti rendi conto che si sta andando verso la saturazione, prendi provvedimenti…non aspetti che la situazione precipiti.
 
Maurizio, la situazione è precipitata ovunque in pochissimi anni, meno di un decennio. Un battito d'ali, per i tempi politici e legislativi (che vanno anche ponderati).
Firenze campa di turismo da secoli (cfr Anna Maria Luigia de' Medici, Patto di Famiglia, 1737: "per ornamento dello Stato, per utilità del pubblico e per attirare la curiosità dei forestieri"), ci siamo abituati da sempre: ma negli ultimi anni è diventata invivibile, qualcosa andava fatto... e tanto ancora dobbiamo fare, se vogliamo continuare a viverci.
Non mi stupisce che ragionino nello stesso modo ovunque.
 
La Gente vuole muoversi ed ha un sacco di possibilità di farlo e a prezzi convenienti.
Quando mai in passato esisteva questa possibilità? Viaggiare era una cosa da benestanti e con possibilità di mezzi limitata.
Basta guardare la pubblicità di oggi. Offerte ridicole per viaggi in aereo: gli autobus sono tappezzati dell'offerta "Vola a Praga con 19.90 euro, " "Vola a Barcellona con 14,99 euro", o vari bus a Low Cost che ti portano dovunque. Certo poi difficile acquistare biglietti a quei prezzi, ma l'offerta è enorme.
Come pure le nostre navi: a volte rincorrendo le offerte e magari accontentandosi, conviene chiudere casa, spegnere il riscaldamento e farsi una settimana in crociera.
Questa settimana un gruppo di 6 mie amiche si son messe d'accordo per una Pizza a Napoli, tutto in giornata, in aereo, senza svenarsi: quando sarebbe stato possibile?
 
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