capricorno
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L'oasi di Farafra si trova nel mezzo del deserto, a metà strada tra le oasi di Dakhla e Bahariya. E' la più isolata e la più piccola delle oasi del deserto occidentale, rinomata per il suo accogliente scenario e la sua tranquillità.
Vivono in essa un piccolo insediamento di persone attorno a una fortezza ora in rovina. Ospita qualche caffè, un piccolo gruppo di edifici e un paio di hotel.
La città risale ai tempi dei faraoni , ma non vi sono monumenti e quel poco che si sa di quel periodo sulla zona si deve alle stele rinvenute nella Valle del Nilo. L'oasi di Farafra si trovava su un'importante rotta commerciale che conduceva verso la Libia ed era un punto importante per il rifornimento di acqua per le carovane.
Il numero limitato di pozzi ha ostacolato gli insediamenti e la popolazione è sempre stata scarsa, ma ultimamente lo Stato Egiziano investe molto nella bonifica dei terreni per stimolare l'economia locale.
Nel villaggio si può indugiare e rilassarsi oppure visitare il museo Badr, una casa di mattoni crudi dall'aspetto stravagante in cui sono esposte le opere dell'artista locale più famoso di Farafra: Bard.
Ma ciò che rende molto suggestiva la zona sono le sorgenti calde di Bir Setta e il lago di El Mufid: Da Farafra si può visitare il Deserto Bianco a 40 km da El- Farafra sull strada per Bahariya.
A renderlo unico al mondo è il colore della sua sabbia, in alcuni tratti è bianchissima, ma sono le stupefacenti formazioni rocciose che conferiscono a tutta l'area un aspetto magico. Sino a 5000 anni fa in questa zona si trovavano sorgenti d'acqua, fiumi e laghi,e tutta la regione era popolata da gazzelle ed altri animali tipici della savana, insieme ad una civiltà primordiale che oramai è scomparsa. Oggi fra la sabbia si nascondono ancora le tracce di quel passato antichissimo testimoniato dalle pietre bianche modellate dal vento e dalle conchiglie fossili.
Il deserto prende il nome dalle formazioni rocciose di gesso bianco crema, nate a seguito di tempeste di sabbia che lo rendono simile a un inquietante paesaggio lunare. I colori, i massi rendono questo luogo magico che si estende per oltre 2000 km quadrati. Nel corso dei secoli il Desrto Bianco è stato teatro di importanti momenti storici. Per secoli gli esploratori lo hanno percorso alla ricerca di un'oasi scomparsa, l'oasi di Zarzora. Vi passò Alessandro il Grande, dopo aver conquistato l'Egitto per consultare l'Oracolo di Amon, che gli predisse che avrebbe conquistato il mondo; assistette anche al passaggio della regina Cleopatra, che si recava nell'oasi di Siwa, considerata l'ultima frontiera dell'Egitto dei Faraoni.
Vivono in essa un piccolo insediamento di persone attorno a una fortezza ora in rovina. Ospita qualche caffè, un piccolo gruppo di edifici e un paio di hotel.
La città risale ai tempi dei faraoni , ma non vi sono monumenti e quel poco che si sa di quel periodo sulla zona si deve alle stele rinvenute nella Valle del Nilo. L'oasi di Farafra si trovava su un'importante rotta commerciale che conduceva verso la Libia ed era un punto importante per il rifornimento di acqua per le carovane.
Il numero limitato di pozzi ha ostacolato gli insediamenti e la popolazione è sempre stata scarsa, ma ultimamente lo Stato Egiziano investe molto nella bonifica dei terreni per stimolare l'economia locale.
Nel villaggio si può indugiare e rilassarsi oppure visitare il museo Badr, una casa di mattoni crudi dall'aspetto stravagante in cui sono esposte le opere dell'artista locale più famoso di Farafra: Bard.
Ma ciò che rende molto suggestiva la zona sono le sorgenti calde di Bir Setta e il lago di El Mufid: Da Farafra si può visitare il Deserto Bianco a 40 km da El- Farafra sull strada per Bahariya.

A renderlo unico al mondo è il colore della sua sabbia, in alcuni tratti è bianchissima, ma sono le stupefacenti formazioni rocciose che conferiscono a tutta l'area un aspetto magico. Sino a 5000 anni fa in questa zona si trovavano sorgenti d'acqua, fiumi e laghi,e tutta la regione era popolata da gazzelle ed altri animali tipici della savana, insieme ad una civiltà primordiale che oramai è scomparsa. Oggi fra la sabbia si nascondono ancora le tracce di quel passato antichissimo testimoniato dalle pietre bianche modellate dal vento e dalle conchiglie fossili.

Il deserto prende il nome dalle formazioni rocciose di gesso bianco crema, nate a seguito di tempeste di sabbia che lo rendono simile a un inquietante paesaggio lunare. I colori, i massi rendono questo luogo magico che si estende per oltre 2000 km quadrati. Nel corso dei secoli il Desrto Bianco è stato teatro di importanti momenti storici. Per secoli gli esploratori lo hanno percorso alla ricerca di un'oasi scomparsa, l'oasi di Zarzora. Vi passò Alessandro il Grande, dopo aver conquistato l'Egitto per consultare l'Oracolo di Amon, che gli predisse che avrebbe conquistato il mondo; assistette anche al passaggio della regina Cleopatra, che si recava nell'oasi di Siwa, considerata l'ultima frontiera dell'Egitto dei Faraoni.