Da Biella verso la Val D’Aosta.....
La distanza chilometrica tra Biella e Aosta in linea d' aria è di 61 km e di 85 km in automobile.
Le montagne biellesi sono state percorse, in tempi passati, da sentieri che attraversavano le vallate ed arrivavano fino a Gressoney, Champoluc, Alagna in Val Sesia e la Svizzera.
E’ da ricordare, a questo proposito, che i sentieri hanno da sempre favorito un fiorente scambio di persone e di prodotti attraverso le montagne, allora molto abitate e percorse da pastori e viandanti.
A questo proposito si fa presente che l’amore per la montagna di Quintino Sella, tra i fondatori nel 1863 a Torino del C.A.I. (Club Alpino Italiano), trae origine dai luoghi in cui è nato ai piedi delle Prealpi biellesi, nel 1827, nella frazione Sella di Valle Superiore del Comune di Mosso, in provincia di Biella.
All'età di undici anni aveva già compiuto la sua prima ascensione, al Monte Mucrone (2335 m), la cima più rappresentativa dell'area biellese.
Nell'agosto del 1863 Quintino compie la prima spedizione tutta italiana al Monviso (la terza in assoluto) a quota 3 841, insieme ai fratelli Paolo e Giacinto Ballada de Saint Robert e al deputato calabrese Giovanni Baracco.
Ad essa farà seguire la pubblicazione della lettera: “Una salita al Monviso” all'amico e collega Bartolomeo Gastaldi, segretario della Scuola d'Applicazione per gli ingegneri fondata da Sella nel 1860 al Castello del Valentino di Torino.
Al termine della relazione sulla salita, avanza la proposta della fondazione di un Club Alpino in Italia con queste parole: “A Londra si è fatto un Club Alpino, cioè di persone che spendono qualche settimana dell'anno nel salire le Alpi, le nostre Alpi! […] ivi si conviene per parlare della bellezza incomparabile dei nostri monti e per ragionare sulle osservazioni scientifiche che furono fatte o che sono a farsi […] Anche a Vienna si è fatto un Alpenverein […]. Ora non si potrebbe fare alcunché di simile da noi? Io crederei di sì […]”.
L'appello riceve immediatamente numerosi consensi e così, il 23 ottobre del 1863 nel Castello del Valentino, Sella e una quarantina di soci fondano il Club Alpino che due anni dopo diverrà Club Alpino Italiano.
Per cogliere la posizione geografica di Biella collocata tra le montagne inserisco un’immagine ed informazioni tratte da:
https://www.biellaclub.it/turismo.php
Dal Monte Barone in Valsessera, comune di Coggiola (Biella) si scorgono le montagne del cuneense, tra le quali il Monviso. Proseguendo in primo piano ci sono le alpi biellesi (Colma del Mombarone, Monte Mucrone, Monte Rosso, Monte Camino, ecc).
Al centro si vede il Monte Rosa con alcune delle sue cime più famose. Sulla destra del Monte Rosa si vedono le montagne svizzere, fino ad arrivare alle alpi lombarde con il Pizzo Bernina, Grigna Settentrionale e il Monte Resegone.
Nella memoria dei biellesi resta tutt’ora presente l’utilizzo dei sentieri di montagna che collegavano in particolare con alcune località valdostane.
Gruppi di pellegrini Valdostani, a piedi e di notte, ripercorrono tradizionalmente, ogni cinque anni a fine luglio, i sentieri della montagna che collegano il paese di Fontainemore in Val d’Aosta con il Santuario di Oropa.
Queste tradizioni hanno mantenuto un legame ancora presente per le persone del luogo.
Nei giorni trascorsi nel Biellese non poteva quindi mancare la visita di una località Valdostana.
La Val D’Aosta pur essendo una piccola regione è ricca di luoghi prestigiosi, di castelli, di fortezze.
Nei giorni a disposizione decidiamo di recarci a Gressoney (ovviamente in auto) e finalmente troviamo un clima gradevole e fresco adatto ad una passeggiata nel centro del caratteristico paese.
Prima di giungere a Gressoney-Saint-Jean ci fermiamo presso il Castello Regina Margherita con l’intenzione di visitarlo ma l’eccessiva presenza di turisti in attesa all’ingresso e l’impossibilità di parcheggiare fanno sì che decidiamo di rinviare ad altra data.
In un’area verde in centro a Gressoney vediamo una riproduzione del Castello.
“L'edificio, pur fregiandosi del nome di «castello», è in realtà una grande villa a tre piani in stile eclettico, caratterizzata dalle cinque torri neogotiche. La commistione di stili fu un'esplicita richiesta della sovrana, che partecipò personalmente al procedere dei lavori con particolare assiduità.”