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Richiesta di deroghe alle leggi sul cabotaggio.
Al fine di consentire al mercato delle crociere di ripartire il prima possibile, seppure con gradualità, così salvaguardando le migliaia di posti di lavoro a bordo, si richiede di consentire, limitatamente all’anno 2020, alle navi da crociera già iscritte nel registro internazionale, la possibilità di effettuare servizi di crociera che tocchino anche esclusivamente porti nazionali, mantenendo l’iscrizione nel registro internazionale in deroga alle vigenti disposizioni di legge. La misura non comporta oneri a carico dello Stato”: lo scrive Confitarma in una proposta recapitata al governo. Qualora accolta, la proposta consentirebbe a Costa Crociere di effettuare itinerari solo italiani mantenendo l’attuale forza lavoro.
Il documento della Confederazione degli armatori comprende anche un capitolo intitolato “Intervento eccezionale di sostegno al reddito a favore di tutti i marittimi italiani e comunitari coinvolti in situazioni di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa a causa del fermo delle navi“. Questa la proposta: “Come è noto, l’emergenza epidemiologica da COVID-19 sta costringendo le imprese armatoriali al fermo, parziale o totale, delle navi delle proprie flotte. Pertanto, è necessario garantire un adeguato sostegno al reddito sia a favore dei marittimi che stanno sbarcando dalle navi per le ragioni sopra citate, sia a favore di quelli che, pur iscritti nei Turni Particolari aziendali, non hanno possibilità di imbarcare a causa della forte riduzione dell’attività delle navi e delle gravissime difficoltà di avvicendamento degli equipaggi incontrate soprattutto all’estero a causa delle restrizioni alla libera circolazione delle persone. A tale scopo, si richiede, oltre alla necessaria integrazione delle risorse nel Fondo Solimare per l’erogazione dell’assegno ordinario a favore di tutti i lavoratori in costanza di rapporto di lavoro, anche una specifica forma di integrazione in termini di durata della Naspi di sostegno al reddito dei lavoratori marittimi in Turno Particolare (TP), in conformità a quanto previsto dall’art. 26, comma 9, lett. a) del d.lgs. n. 148/2015. Il fabbisogno di tale misura si stima in un ammontare pari a 37,8 milioni di euro”.
“Il personale degli uffici delle imprese armatoriali è fondamentale per la gestione operativa delle navi – scrive ancora Confitarma – degli elevati standard in materia di sicurezza della navigazione, della salvaguardia della vita umana in mare e dell’ambiente marino e concorre a fare dell’industria armatoriale italiana un’eccellenza nel mondo. Per tale ragione e in virtù della strategicità del trasporto marittimo ai fini dell’approvvigionamento energetico e dei beni di prima necessità, non sarà possibile per buona parte di tale personale ricorrere alle forme di sostegno al reddito previste dal DL 18/2020. Si richiede, pertanto, limitatamente al periodo maggio-dicembre 2020, l’estensione dei benefici di cui agli artt. 4 e 6 del decreto-legge n. 457/97 convertito con la legge 27 febbraio 1998, n.30, nella misura del 40%, al suddetto personale. Il fabbisogno di tale misura si stima in 33 milioni di euro”.
Da fine di consentire al mercato delle crociere di ripartire il prima possibile, seppure con gradualità, così salvaguardando le migliaia di posti di lavoro a bordo, si richiede di consentire, limitatamente all’anno 2020, alle navi da crociera già iscritte nel registro internazionale, la possibilità di effettuare servizi di crociera che tocchino anche esclusivamente porti nazionali, mantenendo l’iscrizione nel registro internazionale in deroga alle vigenti disposizioni di legge. La misura non comporta oneri a carico dello Stato”: lo scrive Confitarma in una proposta recapitata al governo. Qualora accolta, la proposta consentirebbe a Costa Crociere di effettuare itinerari solo italiani mantenendo l’attuale forza lavoro.
Il documento della Confederazione degli armatori comprende anche un capitolo intitolato “Intervento eccezionale di sostegno al reddito a favore di tutti i marittimi italiani e comunitari coinvolti in situazioni di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa a causa del fermo delle navi“. Questa la proposta: “Come è noto, l’emergenza epidemiologica da COVID-19 sta costringendo le imprese armatoriali al fermo, parziale o totale, delle navi delle proprie flotte. Pertanto, è necessario garantire un adeguato sostegno al reddito sia a favore dei marittimi che stanno sbarcando dalle navi per le ragioni sopra citate, sia a favore di quelli che, pur iscritti nei Turni Particolari aziendali, non hanno possibilità di imbarcare a causa della forte riduzione dell’attività delle navi e delle gravissime difficoltà di avvicendamento degli equipaggi incontrate soprattutto all’estero a causa delle restrizioni alla libera circolazione delle persone. A tale scopo, si richiede, oltre alla necessaria integrazione delle risorse nel Fondo Solimare per l’erogazione dell’assegno ordinario a favore di tutti i lavoratori in costanza di rapporto di lavoro, anche una specifica forma di integrazione in termini di durata della Naspi di sostegno al reddito dei lavoratori marittimi in Turno Particolare (TP), in conformità a quanto previsto dall’art. 26, comma 9, lett. a) del d.lgs. n. 148/2015. Il fabbisogno di tale misura si stima in un ammontare pari a 37,8 milioni di euro”.
“Il personale degli uffici delle imprese armatoriali è fondamentale per la gestione operativa delle navi – scrive ancora Confitarma – degli elevati standard in materia di sicurezza della navigazione, della salvaguardia della vita umana in mare e dell’ambiente marino e concorre a fare dell’industria armatoriale italiana un’eccellenza nel mondo. Per tale ragione e in virtù della strategicità del trasporto marittimo ai fini dell’approvvigionamento energetico e dei beni di prima necessità, non sarà possibile per buona parte di tale personale ricorrere alle forme di sostegno al reddito previste dal DL 18/2020. Si richiede, pertanto, limitatamente al periodo maggio-dicembre 2020, l’estensione dei benefici di cui agli artt. 4 e 6 del decreto-legge n. 457/97 convertito con la legge 27 febbraio 1998, n.30, nella misura del 40%, al suddetto personale. Il fabbisogno di tale misura si stima in 33 milioni di euro”.
Da fine di consentire al mercato delle crociere di ripartire il prima possibile, seppure con gradualità, così salvaguardando le migliaia di posti di lavoro a bordo, si richiede di consentire, limitatamente all’anno 2020, alle navi da crociera già iscritte nel registro internazionale, la possibilità di effettuare servizi di crociera che tocchino anche esclusivamente porti nazionali, mantenendo l’iscrizione nel registro internazionale in deroga alle vigenti disposizioni di legge. La misura non comporta oneri a carico dello Stato”: lo scrive Confitarma in una proposta recapitata al governo. Qualora accolta, la proposta consentirebbe a Costa Crociere di effettuare itinerari solo italiani mantenendo l’attuale forza lavoro.
Il documento della Confederazione degli armatori comprende anche un capitolo intitolato “Intervento eccezionale di sostegno al reddito a favore di tutti i marittimi italiani e comunitari coinvolti in situazioni di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa a causa del fermo delle navi“. Questa la proposta: “Come è noto, l’emergenza epidemiologica da COVID-19 sta costringendo le imprese armatoriali al fermo, parziale o totale, delle navi delle proprie flotte. Pertanto, è necessario garantire un adeguato sostegno al reddito sia a favore dei marittimi che stanno sbarcando dalle navi per le ragioni sopra citate, sia a favore di quelli che, pur iscritti nei Turni Particolari aziendali, non hanno possibilità di imbarcare a causa della forte riduzione dell’attività delle navi e delle gravissime difficoltà di avvicendamento degli equipaggi incontrate soprattutto all’estero a causa delle restrizioni alla libera circolazione delle persone. A tale scopo, si richiede, oltre alla necessaria integrazione delle risorse nel Fondo Solimare per l’erogazione dell’assegno ordinario a favore di tutti i lavoratori in costanza di rapporto di lavoro, anche una specifica forma di integrazione in termini di durata della Naspi di sostegno al reddito dei lavoratori marittimi in Turno Particolare (TP), in conformità a quanto previsto dall’art. 26, comma 9, lett. a) del d.lgs. n. 148/2015. Il fabbisogno di tale misura si stima in un ammontare pari a 37,8 milioni di euro”.
“Il personale degli uffici delle imprese armatoriali è fondamentale per la gestione operativa delle navi – scrive ancora Confitarma – degli elevati standard in materia di sicurezza della navigazione, della salvaguardia della vita umana in mare e dell’ambiente marino e concorre a fare dell’industria armatoriale italiana un’eccellenza nel mondo. Per tale ragione e in virtù della strategicità del trasporto marittimo ai fini dell’approvvigionamento energetico e dei beni di prima necessità, non sarà possibile per buona parte di tale personale ricorrere alle forme di sostegno al reddito previste dal DL 18/2020. Si richiede, pertanto, limitatamente al periodo maggio-dicembre 2020, l’estensione dei benefici di cui agli artt. 4 e 6 del decreto-legge n. 457/97 convertito con la legge 27 febbraio 1998, n.30, nella misura del 40%, al suddetto personale. Il fabbisogno di tale misura si stima in 33 milioni di euro”.
fine di consentire al mercato delle crociere di ripartire il prima possibile, seppure con gradualità, così salvaguardando le migliaia di posti di lavoro a bordo, si richiede di consentire, limitatamente all’anno 2020, alle navi da crociera già iscritte nel registro internazionale, la possibilità di effettuare servizi di crociera che tocchino anche esclusivamente porti nazionali, mantenendo l’iscrizione nel registro internazionale in deroga alle vigenti disposizioni di legge. La misura non comporta oneri a carico dello Stato”: lo scrive Confitarma in una proposta recapitata al governo. Qualora accolta, la proposta consentirebbe a Costa Crociere di effettuare itinerari solo italiani mantenendo l’attuale forza lavoro.
Il documento della Confederazione degli armatori comprende anche un capitolo intitolato “Intervento eccezionale di sostegno al reddito a favore di tutti i marittimi italiani e comunitari coinvolti in situazioni di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa a causa del fermo delle navi“. Questa la proposta: “Come è noto, l’emergenza epidemiologica da COVID-19 sta costringendo le imprese armatoriali al fermo, parziale o totale, delle navi delle proprie flotte. Pertanto, è necessario garantire un adeguato sostegno al reddito sia a favore dei marittimi che stanno sbarcando dalle navi per le ragioni sopra citate, sia a favore di quelli che, pur iscritti nei Turni Particolari aziendali, non hanno possibilità di imbarcare a causa della forte riduzione dell’attività delle navi e delle gravissime difficoltà di avvicendamento degli equipaggi incontrate soprattutto all’estero a causa delle restrizioni alla libera circolazione delle persone. A tale scopo, si richiede, oltre alla necessaria integrazione delle risorse nel Fondo Solimare per l’erogazione dell’assegno ordinario a favore di tutti i lavoratori in costanza di rapporto di lavoro, anche una specifica forma di integrazione in termini di durata della Naspi di sostegno al reddito dei lavoratori marittimi in Turno Particolare (TP), in conformità a quanto previsto dall’art. 26, comma 9, lett. a) del d.lgs. n. 148/2015. Il fabbisogno di tale misura si stima in un ammontare pari a 37,8 milioni di euro”.
“Il personale degli uffici delle imprese armatoriali è fondamentale per la gestione operativa delle navi – scrive ancora Confitarma – degli elevati standard in materia di sicurezza della navigazione, della salvaguardia della vita umana in mare e dell’ambiente marino e concorre a fare dell’industria armatoriale italiana un’eccellenza nel mondo. Per tale ragione e in virtù della strategicità del trasporto marittimo ai fini dell’approvvigionamento energetico e dei beni di prima necessità, non sarà possibile per buona parte di tale personale ricorrere alle forme di sostegno al reddito previste dal DL 18/2020. Si richiede, pertanto, limitatamente al periodo maggio-dicembre 2020, l’estensione dei benefici di cui agli artt. 4 e 6 del decreto-legge n. 457/97 convertito con la legge 27 febbraio 1998, n.30, nella misura del 40%, al suddetto personale. Il fabbisogno di tale misura si stima in 33 milioni di euro”.
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