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Tuffo da Symphony

Il discorso è un altro Oriana. Da molte parti si accusano le compagnie di non investire in questi sistemi di sicurezza, presenti sul mercato, "sicuri ed affidabili", atti a salvare vite umane.

Già uno che salta fuori bordo difficilmente credo abbia la volontà di essere salvato, ma il mio scetticismo nasce proprio da quanto ho evidenziato poco sopra e quindi credo che tutte le Compagnie non investano in questo elemento di "sicurezza", che viene giudicato "inutile", se non per la pietosa restituzione di un corpo ai familiari.
 
In una società in cui da piccoli é tutto permesso, in una società in cui a loro è vietato vietare , é difficile far comprendere l'importanza di seguire certe regole, far capire che la vita é reale e non virtuale, che con la macchina o la moto si può sbattere contro
un muro o uscire di strada , che un salto dalla nave o da un balcone può portare alla morte. É sicuramente più difficile educare che non accettare le regole dei social, ma poi non lamentiamoci quando raccogliamo i cocci di questi poveri disgraziati.
 
Rodolfo ha detto:
Il discorso è un altro Oriana. Da molte parti si accusano le compagnie di non investire in questi sistemi di sicurezza, presenti sul mercato, "sicuri ed affidabili", atti a salvare vite umane.

Già uno che salta fuori bordo difficilmente credo abbia la volontà di essere salvato, ma il mio scetticismo nasce proprio da quanto ho evidenziato poco sopra e quindi credo che tutte le Compagnie non investano in questo elemento di "sicurezza", che viene giudicato "inutile", se non per la pietosa restituzione di un corpo ai familiari.
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Si, avevo capito il senso del tuo discorso. Certo, la " colpa" è sempre delle compagnie, chi accusa parla senza cognizione di causa. Qualsiasi mezzo anche il più sofisticato, non avrà mai il potere di fermare chi decide di porre fine alla sua vita. Le statistiche poi, come in più volte se n'è parlato, dicono nero su bianco...pochi , anzi quasi nessuno si salva.
 
Didi ha detto:
In una società in cui da piccoli é tutto permesso, in una società in cui a loro è vietato vietare , é difficile far comprendere l'importanza di seguire certe regole, far capire che la vita é reale e non virtuale, che con la macchina o la moto si può sbattere contro
un muro o uscire di strada , che un salto dalla nave o da un balcone può portare alla morte. É sicuramente più difficile educare che non accettare le regole dei social, ma poi non lamentiamoci quando raccogliamo i cocci di questi poveri disgraziati.
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Condivido come sempre il tuo pensiero.
 
in aviazione commerciale ci sono i database "no fly", una volta iscritto puoi sognarti più di poter volare, salvo provvedimento di riammissione da parte degli enti gestori, non so se esiste anche un database "no sail"
 
massimilianob ha detto:
in aviazione commerciale ci sono i database "no fly", una volta iscritto puoi sognarti più di poter volare, salvo provvedimento di riammissione da parte degli enti gestori, non so se esiste anche un database "no sail"
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Qualcosa ci sarà di sicuro.... magari non ufficiale.
Quasi quasi provo a fare un preventivo a nome Nick Naydev recuperando i dati da faccialibro e altri profili ;-)
 
Mi auguro che oltre al tuffatore siano stati bannati pure gli amici che invece di fermarlo lo hanno filmato.
Che massa di idioti!
 
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