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Se la memoria non mi inganna, prima del verde erano in velluto rosso.
Se amate le vetture vecchie, vi invito a fare un giro sulla linea dei tram 1 e 10 di Milano. Sono tutte in legno, molto belle e ben curate. Risalgono al 1927/1930. Neppure il crollo della rimessa in tempo di guerra é riuscito a distruggerle.
Hanno un piccolo difetto. Gli scalini sono altissimi, io son piccola , ma mi arrivano al ginocchio. Sono la disperazione di noi anziani per salire e scendere. E sferagliano con gran rumore. Peró son storiche...
In effetti i vecchi tram di Milano sono davvero belli, parte integrante del paesaggio cittadino. Quelli che ho visto e sui quali son voluto salire sono tenuti molto bene; credo siano molto amati dai Milanesi.
A saperlo.....! Mi sarei aggiunto ai nostri due passeggeri del treno storico...
Avrai preso il Tram Bleu di Barcellona che porta al Cibidabo, penso
Inviato da Old iPad carbonella munito
No. Ad esser sincero, in questo momento, mi dice nulla. Mi piace girare nella metro a Barcellona. Se però mi dici dovè, la prossima volta che sarò lì, cercherò di prenderlo.
Quelle carrozze sferragliavano, ma ti davano il senso del viaggio, dello spostamento, della velocità del treno che progrediva come il rumore prodotto dalla corsa sul binario...
Che dire poi dei finestrini, aperti e chiusi a volontà, che permettevano nelle stazioni i saluti e lo sbracciarsi al momento della partenza?
Che differenza, con i velocissimi, climatizzati, silenziosi ma asettici Frecciarossa di oggi!
Un plauso a Trenitalia che ha creato, dopo tanto abbandono, una divisione dedicata al restauro e conservazione dei rotabili storici coadiuvata da tantissimi appassionati volontari.
Su quella linea ferroviaria e in tante altre lungo la nostra penisola si viaggia in treno con un contatto col mare a mio parere superiore a quello che si ha in tante navi moderne.Un saluto storico...
Però avevo solo 25 anni.
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Già avevano inventato i treni???
Un salutone!!
Manlio
Rodolfo sai non pensavo che tu avessi avuto anche 25 anni... Racconto un episodio che mi e' capitato su una carrozza a cuccette.Avevo circa 16 anni e viaggiavo da roma a palermo per raggiungere mio zio imbarcato sulla Anna C. e poi andare con lui fino a Genova.Figuratevi la mia gioia. Cuccetta da sei posti quattro occupati , due alti liberi.A napoli salgano due ragazzi.Uno per salire usa la scaletta,l'altro facendo leva sui due letti intermedi si da uno slancio da terra per saltare nella cuccetta superiore. Purtroppo da una craniata incredibile rompendo una delle due coppette di vetro del lume che era spento essendo accesa solo la lampadina azzurra della notte ( ricordate ?) Si procura una vasta ferita con abbondante perdita di sangue che sporca tutto.Deve scendere per andare in ospedale e il capo treno fa svuotare lo scompartimento inagibile.Essendo tutte le cuccette piene mi fa sistemare in uno scompartimento singolo del vagone letto.Sinceramente ero dispiaciuto per l'incidente occorso a quel ragazzo ma e' stata una esperienza unica.All'arrivo a palermo scendo e si avvicina un facchino con quei carrelli per le valigie forse scambiandomi per un facoltoso ragazzo.Non avevo che pochi spiccioli e chiaramente ho portato da solo la mia valigetta che conteneva soprattutto il vestito scuro camicia e cravatta che mio zio mi aveva raccomandato di portare per le cene....Poi incredibile entusiasmante mini crociera sulla Anna C
I poggiatesta dei sedili di prima classe erano sempre bianchi di bucato, e cambiati spesso. Le reticelle portabagagli erano di corda molto resistente, con dei nodi particolari.
Io viaggiavo sempre in seconda classe, ma delle volte capitavano alcune carrozze di prima classe declassate in seconda, ed era un piacere prendere posto in quegli scompartimenti larghi, su quei sedili rivestiti in velluto, che però d'estate con il caldo dava un po' fastidio...!
Le carrozze cosiddette "centoporte", quelle con uno sportello ogni scompartimento, erano di una scomodità unica: trovandoti seduto al tuo sedile ovviamente in legno, dovevi permettere il transito davanti a te di altri viaggiatori che scendevano e salivano; gli scalini esterni erano relativamente comodi (...si fa per dire...) per la salita, ma per la discesa occorreva fare contorsioni con le gambe per non cadere...
Quelle carrozze sferragliavano, ma ti davano il senso del viaggio, dello spostamento, della velocità del treno che progrediva come il rumore prodotto dalla corsa sul binario...
Che dire poi dei finestrini, aperti e chiusi a volontà, che permettevano nelle stazioni i saluti e lo sbracciarsi al momento della partenza?