Ok, ho visto solo oggi questa discussione e vorrei raccontarvi cosa mi è capitato lo scorso novembre su Costa Deliziosa.
Ero sull'ascensore che mi stava portando al ponte dove era situata la mia cabina, con me c'era il mio piccolo di 4 anni. L'ascensore si ferma, usciamo nell'atrio, e subito vengo fermata da una donna,a me completamente sconosciuta, avrà avuto circa 40-45 anni. Mi dice “scusi mi potrebbe aiutare?” E io rispondo mi dica, non sono molto tranquilla...siamo sole ed ho con me il piccino....penso subito, chissà perchè, questa vuole dei soldi.
La signora molto gentile, mi dice “mi potrebbe aiutare, sono venuta in crociera, sono sola, speravo di fare delle amicizie, di divertirmi, e invece sono un completo fallimento.
Sono sola e non so che fare, mi sento male, sto molto male”...e via cosi con tutto un parlare in maniera logica inframezzato con racconti allucinanti di cose che avrebbe fatto nei giorni precedenti durante la crociera. Ma proprio un dire di tutto e di più. Cerco di farla calmare e di farmi dire se sta prendendo dei medicinali. Credetemi non sapevo che pesci prendere, poi mi cade l'occhio sul telefono e chiedo alla signora se vuole che le chiamo il medico e lei mi risponde in maniera affermativa.
Intanto cerco di fare stare il bambino dietro di me, avevo paura. Chiamo l'emergenza e mi rispondono dalla reception, spiego loro la situazione e per prima cosa si fanno lasciare le mie generalità n. di cabina ecc e poi, udite udite, mi chiedono le generalità della signora!
Ma come, vi ho appena detto che non la conosco.... nel frattempo la tipa sparisce! O mamma....spiego alla signorina al telefono che la tipa è scappata e le chiedo di aspettarmi al telefono mentre mi infilo nel corridoio delle cabine e vado a cercarla.
Per fortuna è rientrata in cabina che era una delle prime del corridoio ed ha lasciato la porta aperta cosi la vado a chiamare e le chiedo di tornare con me nell'atrio per fornire i suoi dati alla reception.
La signora mi ringrazia, continua a sproloquiare e comincia a piangere...
Riparlo al telefono con la signorina, fornisco i dati, e invece di intervenire mi chiedono di portarla su alla reception....al che prendo il bimbo e gli dico di andare a chiamare il papà in cabina, che per fortuna era poco lontana, e il piccolo sapeva raggiungere ad occhi chiusi.
Dopo un momento arriva mio marito e tutti in corteo accompagnamo la povera sventurata all'accoglienza.
Nel frattempo la ragazza si agitava sempre di più e mio marito voleva prendere l'ascensore per essere più veloci....no no, gli rispondo, avevo paura che si cominciasse ad essere violenta e non mi sembrava il caso di ritrovarsi rinchiusi in ascensore.
Arrivati finalmente alla nostra meta ci fanno accomodare negli uffici privati, quelli dietro al bancone,ci sono alcune ragazze ed una donna in divisa , della sicurezza, dopo qualche momento arriva il medico di bordo, e la ragazza si agita semprè più, forse rendendosi conto che finalmente non era più sola, si è lasciata andare ed ha sfogato tutto il suo malessere... ha cominciato ad urlare e a piangere sempre più forte.
A quel punto mi sono resa conto che non potevo più essere di nessun aiuto ed ho chiesto di poter andare via, il marito e il bimbo mi aspettavano fuori.
Ho salutato la ragazza che ormai non connetteva più e sono uscita dagli uffici accompagnata da una delle signorine. In quel momento sono crollata, io lo so, faccio cosi, nel momento dell'emergenza mantengo il sangue freddo, dopo, quando mi rilasso....bè.... mi è scappata qualche lacrimuccia...la cosa mi ha toccata parecchio.
La signorina mi ha offerto dell'acqua e dopo poco è passato tutto.
Durante il resto della giornata sono andata svariate volte a chiedere notizie, la ragazza è stata ricoverata in infermeria, sedata, e li ha passato la notte. Sono stati contattati i parenti e il giorno dopo, appena arrivati al porto (Istanbul), è stata sbarcata....sarebbe arrivata poi una cugina a prenderla.
Credetemi mi sono venuti tanti pensieri, sono rimasta scossa dall'esperienza, penso che noi non ci accorgiamo di quanta sofferenza abbiamo intorno, anche perchè a volte non si può vederla.
Questa povera signora chissà quanto ha sofferto prima di decidere di uscire dalla cabina e chiedere aiuto, e purtroppo avrebbe anche potuto pensare di lanciarsi fuori bordo.
Non ho potuto più avere altre notizie, e chissà se ora stà meglio.
Ecco, ho finito, a voi tutti le vostre riflessioni.