Non so se a qualcuno possa interessare, ma volevo dire di stare attenti a prendere il traghetto della Grimaldi che va da Civitavecchia a Palermo.
Noi l'abbiamo preso al ritorno da una crociera che partiva, appunto, da Civitavecchia, e non è stata proprio una bella esperienza.
In realtà, infatti, il traghetto non è Roma-Palermo, bensì Roma-Tunisi, con fermata a Palermo.
Qualcuno dirà "il solito razzismo". E invece no, bisogna esserci passati per giudicare. Non ho niente in contrario a che la compagnia venda qualche biglietto in più, ad esempio 50, a gente che dorme sul ponte, né mi interessa la nazionalità di chi bivacca sulla nave.
Il punto, particolarmente grave per ragioni di igiene, di confortevolezza del viaggio, ma anche di sicurezza, è che la Grimaldi imbarca su questa tratta un numero imprecisato, e comunque smisurato, di tunisini, al punto che la tratta sembra più uno di quei barconi che vanno alla deriva sul Canale di Sicilia che non un traghetto di linea per il quale si spendono mediamente intorno ai 300 euro.
I controlli all'ingresso sono irrilevanti: saremmo potuti pure salire con un mitra e dirottare la nave. Tutti gli spazi comuni della nave, i bar, finanche i corridoi che portano alle cabine, invasi da tappeti con famiglie intere buttate per terra, alle quali chiedere permesso per potere accedere alla propria cabina. Alcuni si coricavano addirittura proprio dietro la porta delle cabine. Dappertutto folla e cattivo odore.
Qualche scena di litigio tra il personale di bordo e alcuni viaggiatori indisciplinati che volevano portarsi chissà dove i vassoi del self service e in genere il senso di ingovernabilità e di insicurezza di una nave caricata all'inverosimile. Fino alla scena, allo sbarco, di uno di questi viaggiatori che, avendo indicato da una ufficiale di bordo di non poter andare in una certa area, continua per la sua strada e la apostrofa come "str..." (scusate, ma è così).
Di mattina assistiamo all'occupazione, da parte di alcuni di questi viaggiatori, delle cabine appena lasciate dai passeggeri che avevano pagato per la cabina stessa.
Per carità, chi vuole viaggiare in queste condizioni, padronissimo, ma una cosa del genere non ce la saremmo mai aspettata e credo che la Grimaldi dovrebbe avere tratte dedicate per questo tipo di clientela.
Ripeto, so che potrei aver urtato qualche sensibilità, ma il viaggio non era gratuito e certamente non conforme alla spesa sostenuta. Mi correva l'obbligo di denunciarlo moralmente a tutti i potenziali viaggiatori, italiani, tunisini o altro che, se vogliono andare in Sicilia con un traghetto, e fare un buon viaggio, devono rigorosamente cambiare compagnia o comunque evitare questa tratta.
Noi l'abbiamo preso al ritorno da una crociera che partiva, appunto, da Civitavecchia, e non è stata proprio una bella esperienza.
In realtà, infatti, il traghetto non è Roma-Palermo, bensì Roma-Tunisi, con fermata a Palermo.
Qualcuno dirà "il solito razzismo". E invece no, bisogna esserci passati per giudicare. Non ho niente in contrario a che la compagnia venda qualche biglietto in più, ad esempio 50, a gente che dorme sul ponte, né mi interessa la nazionalità di chi bivacca sulla nave.
Il punto, particolarmente grave per ragioni di igiene, di confortevolezza del viaggio, ma anche di sicurezza, è che la Grimaldi imbarca su questa tratta un numero imprecisato, e comunque smisurato, di tunisini, al punto che la tratta sembra più uno di quei barconi che vanno alla deriva sul Canale di Sicilia che non un traghetto di linea per il quale si spendono mediamente intorno ai 300 euro.
I controlli all'ingresso sono irrilevanti: saremmo potuti pure salire con un mitra e dirottare la nave. Tutti gli spazi comuni della nave, i bar, finanche i corridoi che portano alle cabine, invasi da tappeti con famiglie intere buttate per terra, alle quali chiedere permesso per potere accedere alla propria cabina. Alcuni si coricavano addirittura proprio dietro la porta delle cabine. Dappertutto folla e cattivo odore.
Qualche scena di litigio tra il personale di bordo e alcuni viaggiatori indisciplinati che volevano portarsi chissà dove i vassoi del self service e in genere il senso di ingovernabilità e di insicurezza di una nave caricata all'inverosimile. Fino alla scena, allo sbarco, di uno di questi viaggiatori che, avendo indicato da una ufficiale di bordo di non poter andare in una certa area, continua per la sua strada e la apostrofa come "str..." (scusate, ma è così).
Di mattina assistiamo all'occupazione, da parte di alcuni di questi viaggiatori, delle cabine appena lasciate dai passeggeri che avevano pagato per la cabina stessa.
Per carità, chi vuole viaggiare in queste condizioni, padronissimo, ma una cosa del genere non ce la saremmo mai aspettata e credo che la Grimaldi dovrebbe avere tratte dedicate per questo tipo di clientela.
Ripeto, so che potrei aver urtato qualche sensibilità, ma il viaggio non era gratuito e certamente non conforme alla spesa sostenuta. Mi correva l'obbligo di denunciarlo moralmente a tutti i potenziali viaggiatori, italiani, tunisini o altro che, se vogliono andare in Sicilia con un traghetto, e fare un buon viaggio, devono rigorosamente cambiare compagnia o comunque evitare questa tratta.