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Explora I _ Giro di boa ... _ dal 7 al 26 Settembre 2023
- Autore discussione azoto63
- Data d'inizio
azoto63
Well-known member
Ultimo giorno di navigazione prima di arrivare a New York (USA)
Explora I daily del 24 settembre _ cruise
La giornata è veramente brutta, la nebbia è fitta e le sirene suonano periodicamente. Ci si mette anche il mare con un po' di onda lunga.
Un classico di quando si devono fare le valigie per sbarcare ... così la tristezza aumenta.
Explora I daily del 24 settembre _ cruise
La giornata è veramente brutta, la nebbia è fitta e le sirene suonano periodicamente. Ci si mette anche il mare con un po' di onda lunga.
Un classico di quando si devono fare le valigie per sbarcare ... così la tristezza aumenta.
azoto63
Well-known member
New York (USA)
Explora I daily del 26 settembre _ sbarco
Dopo un ultimo giorno di navigazione, trascorso a guardare il mare, a ripercorrere con i ricordi questo viaggio indimenticabile, a sorridere di cose dette e fatte, a riflettere con profonda nostalgia di alcuni istanti vissuti, arriviamo a New York, tappa finale del nostro viaggio.
È mattino presto.
Scosto il piumone e appoggio i piedi nudi sul pavimento provando un leggero brivido di freddo.
Stiamo per scendere da questa nave, da questo viaggio, da questo sogno.
Mi avvicino piano alla finestra e scosto il tendone oscurante.
Guardo fuori dalla vetrata di questa suite da favola, so che è l'ultima volta che lo faccio.
Fuori piove a dirotto, è buio.
Le luci di New York, come sempre, mi danno una profonda emozione.
Nonostante la felicità di tornare in questa pazza e frenetica città che ogni volta regala sogni come alle giostre, ci prendiamo un istante di malinconia per guardarci intorno.
Nella stanza vuota di noi, il letto sfatto ci riporta indietro a venti giorni fa.
Quando tutto sembrava un sogno, quando, malgrado gli anni e le esperienze, non eravamo ancora ricchi di tutto questo viaggiare.
Quando, cercando di immaginare, non avremmo mai potuto sapere, conoscere, la potenzialità del vortice spazio/temporale che ci avrebbe travolti, risucchiati, sorpresi, riempiti di cose, paesaggi, persone, strette di mano e sorrisi, sapori nuovi che abbiamo assaggiato tutti, momenti di cui ci siamo nutriti.
...Mi guardo intorno, non ho voglia di dire nemmeno una parola...
Tanto, nemmeno diecimila parole potrebbero descrivere come mi sento adesso.
Explora I daily del 26 settembre _ sbarco
Dopo un ultimo giorno di navigazione, trascorso a guardare il mare, a ripercorrere con i ricordi questo viaggio indimenticabile, a sorridere di cose dette e fatte, a riflettere con profonda nostalgia di alcuni istanti vissuti, arriviamo a New York, tappa finale del nostro viaggio.
È mattino presto.
Scosto il piumone e appoggio i piedi nudi sul pavimento provando un leggero brivido di freddo.
Stiamo per scendere da questa nave, da questo viaggio, da questo sogno.
Mi avvicino piano alla finestra e scosto il tendone oscurante.
Guardo fuori dalla vetrata di questa suite da favola, so che è l'ultima volta che lo faccio.
Fuori piove a dirotto, è buio.
Le luci di New York, come sempre, mi danno una profonda emozione.
Nonostante la felicità di tornare in questa pazza e frenetica città che ogni volta regala sogni come alle giostre, ci prendiamo un istante di malinconia per guardarci intorno.
Nella stanza vuota di noi, il letto sfatto ci riporta indietro a venti giorni fa.
Quando tutto sembrava un sogno, quando, malgrado gli anni e le esperienze, non eravamo ancora ricchi di tutto questo viaggiare.
Quando, cercando di immaginare, non avremmo mai potuto sapere, conoscere, la potenzialità del vortice spazio/temporale che ci avrebbe travolti, risucchiati, sorpresi, riempiti di cose, paesaggi, persone, strette di mano e sorrisi, sapori nuovi che abbiamo assaggiato tutti, momenti di cui ci siamo nutriti.
...Mi guardo intorno, non ho voglia di dire nemmeno una parola...
Tanto, nemmeno diecimila parole potrebbero descrivere come mi sento adesso.
azoto63
Well-known member
Dal cruise terminal al nostro hotel si potrebbe anche andare a piedi.
Ma visto il diluvio che scende, optiamo per un taxi.
In men che non si dica, arriviamo. Ci hanno assegnato una superior d'angolo, grande e spaziosa anche se un po' datata ... ma per una notte basta ed avanza!
Il panorama dalla finestra.
E laggiù in fondo a destra ancora lei, di fianco a NCL, la nostra Explora I.
Ma visto il diluvio che scende, optiamo per un taxi.
In men che non si dica, arriviamo. Ci hanno assegnato una superior d'angolo, grande e spaziosa anche se un po' datata ... ma per una notte basta ed avanza!
Il panorama dalla finestra.
E laggiù in fondo a destra ancora lei, di fianco a NCL, la nostra Explora I.
azoto63
Well-known member
Piccolo racconto.
Una delle cose che più adoro fare, è entrare in libreria. Ovunque essa si trovi, lungo la strada o nei centri commerciali, non posso fare a meno di entrare a dare un'occhiatina anche se ho mille borse in mano che poi puntualmente rovescio sul pavimento nell'imbarazzo più totale.
Adoro le luci, che appena entro mi cambiano l'umore come fossero sole sulla faccia anche se fuori piove.
Adoro i colori caldi che mi accolgono.
E il profumo dei libri.
Si, il profumo dei libri.
Attratta dall' irresistibile energia che sprigionano, vorrei avere occhi per tutta la testa per poterli guardare tutti.
Lì dentro, più che in qualsiasi altro posto, mi lascio guidare dal puro istinto. Non penso. Cerco di non scegliere. Certo, ho dei gusti ben precisi, ma...lascio che l'occhio cada naturalmente, spontaneamente, su uno dei tanti libri e lì mi soffermo.
Ma l'incantesimo o innamoramento, accade nel momento in cui, toccando le pagine, sfogliandolo, leggendo qualche riga qua e là, il cuore se ne frega di tutto ed inizia a battere più forte.
Intorno c'è "il nulla". Nessuna voce. Silenzio totale. Siamo soli, il libro ed io. Mi accorgo che "lui" fa già parte di me dai battiti nel petto. E che ad ogni costo, rinunciando anche ad altro, nei periodi in cui mi posso permettere meno, lo devo avere.
Tra le esperienze più belle e indimenticabili della mia vita, ci sono le "sbirciatine" prolungate in certe librerie in cui non avrei mai immaginato di entrare.
Una, meravigliosa a New York, in cui l'istinto mi portò dritto dritto verso due libricini antichissimi, con dedica scritta con pennino, da una mamma al suo bambino per Natale, probabilmente come dono natalizio, nel 1942. E un altro, rosso, sempre con dedica, del 1909.
Un dollaro ciascuno! Nulla!
Paragonato al valore affettivo, morale, storico che questi due piccoli libri hanno.
Nulla, rispetto alla mia emozione, nel sentire il loro odore antico, nel sostenere, con sole due mani tutto il carico emotivo che contengono. Mi sono sentita microscopica e persa in tanto valore.
Li ho portati a casa come fossero creature viventi! Perché in realtà lo sono! Quanta vita racchiudono quelle pagine...quante mani avranno sopportato resistendo all'usura...mani di mamma, di figlio, e chissà chi, e poi...cantina, scatoloni...fino alle mie chissà da dove!
Quanto rispetto di fronte a tanta grandezza!
Un'altro libro, del 1881, con le pagine attaccate ad un soffio, con dedica fra due donne...forse conosciutesi per caso...acquistato a Cape Town.
Il peso buono dei ricordi. Di un passato di qualcuno che non conoscerò mai. I sentimenti buoni che non muoiono anche se la vita materiale, finisce.
Quella buona e magica energia che ha il potere di tramandarsi all'infinito e che non ha bisogno di spazio, di tempo, di "essere portata", ma che arriva comunque e dovunque...e a chiunque.
Antichi o attuali, li custodisco e li proteggo con cura.
Come piccoli preziosi mattoncini che hanno contribuito a ciò che sono io adesso. Mi hanno, in un certo senso "costruita" anche loro.
La loro storia, che è dentro di me, il mio "oro vero", il mio gioiello più prezioso.
La mia essenza.
Per sempre.
Una delle cose che più adoro fare, è entrare in libreria. Ovunque essa si trovi, lungo la strada o nei centri commerciali, non posso fare a meno di entrare a dare un'occhiatina anche se ho mille borse in mano che poi puntualmente rovescio sul pavimento nell'imbarazzo più totale.
Adoro le luci, che appena entro mi cambiano l'umore come fossero sole sulla faccia anche se fuori piove.
Adoro i colori caldi che mi accolgono.
E il profumo dei libri.
Si, il profumo dei libri.
Attratta dall' irresistibile energia che sprigionano, vorrei avere occhi per tutta la testa per poterli guardare tutti.
Lì dentro, più che in qualsiasi altro posto, mi lascio guidare dal puro istinto. Non penso. Cerco di non scegliere. Certo, ho dei gusti ben precisi, ma...lascio che l'occhio cada naturalmente, spontaneamente, su uno dei tanti libri e lì mi soffermo.
Ma l'incantesimo o innamoramento, accade nel momento in cui, toccando le pagine, sfogliandolo, leggendo qualche riga qua e là, il cuore se ne frega di tutto ed inizia a battere più forte.
Intorno c'è "il nulla". Nessuna voce. Silenzio totale. Siamo soli, il libro ed io. Mi accorgo che "lui" fa già parte di me dai battiti nel petto. E che ad ogni costo, rinunciando anche ad altro, nei periodi in cui mi posso permettere meno, lo devo avere.
Tra le esperienze più belle e indimenticabili della mia vita, ci sono le "sbirciatine" prolungate in certe librerie in cui non avrei mai immaginato di entrare.
Una, meravigliosa a New York, in cui l'istinto mi portò dritto dritto verso due libricini antichissimi, con dedica scritta con pennino, da una mamma al suo bambino per Natale, probabilmente come dono natalizio, nel 1942. E un altro, rosso, sempre con dedica, del 1909.
Un dollaro ciascuno! Nulla!
Paragonato al valore affettivo, morale, storico che questi due piccoli libri hanno.
Nulla, rispetto alla mia emozione, nel sentire il loro odore antico, nel sostenere, con sole due mani tutto il carico emotivo che contengono. Mi sono sentita microscopica e persa in tanto valore.
Li ho portati a casa come fossero creature viventi! Perché in realtà lo sono! Quanta vita racchiudono quelle pagine...quante mani avranno sopportato resistendo all'usura...mani di mamma, di figlio, e chissà chi, e poi...cantina, scatoloni...fino alle mie chissà da dove!
Quanto rispetto di fronte a tanta grandezza!
Un'altro libro, del 1881, con le pagine attaccate ad un soffio, con dedica fra due donne...forse conosciutesi per caso...acquistato a Cape Town.
Il peso buono dei ricordi. Di un passato di qualcuno che non conoscerò mai. I sentimenti buoni che non muoiono anche se la vita materiale, finisce.
Quella buona e magica energia che ha il potere di tramandarsi all'infinito e che non ha bisogno di spazio, di tempo, di "essere portata", ma che arriva comunque e dovunque...e a chiunque.
Antichi o attuali, li custodisco e li proteggo con cura.
Come piccoli preziosi mattoncini che hanno contribuito a ciò che sono io adesso. Mi hanno, in un certo senso "costruita" anche loro.
La loro storia, che è dentro di me, il mio "oro vero", il mio gioiello più prezioso.
La mia essenza.
Per sempre.
azoto63
Well-known member
E' il secondo giorno a New York e vogliamo tornare in 'quella' libreria.
Esiste ancora, sono passati oltre 11 anni dall'ultima volta ... eccola!
Mezz'ora di cammino sotto la pioggia schivando la moltitudine di persone che scappano in ogni direzione, ci mettono alla prova.
Abbiamo bisogno di uno stop, se la mia memoria non mi inganna, passiamo davanti a 'Donald's House' ...
E' molto ospitale, ci sono i bagni, un potente Wi-Fi gratuito e qualche localino carino per fare una pausa.
L'ingresso è imponente.
Lift man
Esiste ancora, sono passati oltre 11 anni dall'ultima volta ... eccola!
Mezz'ora di cammino sotto la pioggia schivando la moltitudine di persone che scappano in ogni direzione, ci mettono alla prova.
Abbiamo bisogno di uno stop, se la mia memoria non mi inganna, passiamo davanti a 'Donald's House' ...
E' molto ospitale, ci sono i bagni, un potente Wi-Fi gratuito e qualche localino carino per fare una pausa.
L'ingresso è imponente.
Lift man
azoto63
Well-known member
Epilogo.
Chiudo piano la porta di quella che, per diciotto giorni, è stata la nostra camera.
La nostra casa direi, visto che è stato il luogo in cui abbiamo potuto riordinare i pensieri alla fine di ogni giornata.
Ho lo sguardo basso, premo con la mano sulla maniglia e chiudo. Penso a quante camere d'hotel e cabine di navi ho chiuso in una intera vita.
Momento per me particolarmente sofferto.
Perché comunque sia andato il viaggio, quella porta che si chiude, che chiudo, diviene sempre il simbolo della fine di un capitolo di questa mia vita terrena.
Sento la solita stretta allo stomaco.
Chiudo gli occhi per un istante, e quell' istate si riempie subito di immagini, colori, sorrisi regalati e ricambiati. Di sole e di freddo. Di neve e di pioggia. Di oceani e ghiaccio, di cieli e vento. E di odori, quelli che mi riporteranno meglio, a distanza di anni, a questi luoghi, quelli che, in qualsiasi parte io mi troverò in futuro, appena li risentirò, mi catapulteranno in questo viaggio, in questo tempo, questa nostra incredibile illusione.
Ho la sensazione di essere partita mille giorni fa, e allo stesso tempo di non essere mai partita ma di essere naturalmente parte di ogni dove.
...Pioggia si...come quella di oggi a New York, che cade fitta come lacrime che spesso scorrono sul mio viso quando l'emozione è tanta, e non è più possibile descriverla a parole.
E torno a casa.
Ed ogni volta che torno peso un po' di più.
Di cibo buono che mi sono concessa, di terre nuove su cui ho camminato, di mani strette di altri popoli. Di occhi belli che hanno incrociato i miei, occhi di ogni forma e colore.
Di labbra che si sono schiuse in una conversazione o in una sonora risata che mi ha fatto rinascere bambina.
Perché c'è tanta gente bellissima al mondo, che crede nei miracoli delle cose buone, uno scambio energetico dei cuori che ti rinvigorisce più di mille caffè bevuti tutti insieme.
È un peccato che tutto questo, spesso, passi inosservato.
Non per me che osservo l'impossibile di ciò che ognuno ha dentro. Allora non mi accorgo delle scarpe, dei vestiti, ma vedo bene il colore dell'anima di ognuno, e amo fidarmi di ciò che sento.
Mi arriva puntuale l'universo.
Allora tutto diviene immenso.
Si espande.
Sento che da sempre io abito tutto il mondo, la gente che incontro, gli animali che amo e che ogni volta mi riempiono il cuore.
Io sono il mondo. Ne sono certa, lo respiro.
Torno a casa...ancora una volta mi percepisco cambiata, che viaggiare vuol dire percorrere chilometri ma camminare te stesso.
La pellicola di questo viaggio scorre rapida dall'inizio. A quando tutto questo sembrava impossibile. Ad adesso, che tutto si è compiuto.
Mi giro indietro, camminando veloce tra bagagli e persone che cercano la propria strada, dopo averne percorsa un tratto insieme.
In questo caos bellissimo sorrido, guardo il cielo, e nel profondo silenzio di me stessa ringrazio Dio, qualsiasi Dio esso sia, di avermi concesso il coraggio di guardare nell' ignoto e di essermici buttata dentro senza alcun rimpianto.
Adesso tutto diviene preghiera.
Islanda, Groenlandia, Canada, New York
Settembre 2023
Grazie a tutti per averci seguito.
Chiudo piano la porta di quella che, per diciotto giorni, è stata la nostra camera.
La nostra casa direi, visto che è stato il luogo in cui abbiamo potuto riordinare i pensieri alla fine di ogni giornata.
Ho lo sguardo basso, premo con la mano sulla maniglia e chiudo. Penso a quante camere d'hotel e cabine di navi ho chiuso in una intera vita.
Momento per me particolarmente sofferto.
Perché comunque sia andato il viaggio, quella porta che si chiude, che chiudo, diviene sempre il simbolo della fine di un capitolo di questa mia vita terrena.
Sento la solita stretta allo stomaco.
Chiudo gli occhi per un istante, e quell' istate si riempie subito di immagini, colori, sorrisi regalati e ricambiati. Di sole e di freddo. Di neve e di pioggia. Di oceani e ghiaccio, di cieli e vento. E di odori, quelli che mi riporteranno meglio, a distanza di anni, a questi luoghi, quelli che, in qualsiasi parte io mi troverò in futuro, appena li risentirò, mi catapulteranno in questo viaggio, in questo tempo, questa nostra incredibile illusione.
Ho la sensazione di essere partita mille giorni fa, e allo stesso tempo di non essere mai partita ma di essere naturalmente parte di ogni dove.
...Pioggia si...come quella di oggi a New York, che cade fitta come lacrime che spesso scorrono sul mio viso quando l'emozione è tanta, e non è più possibile descriverla a parole.
E torno a casa.
Ed ogni volta che torno peso un po' di più.
Di cibo buono che mi sono concessa, di terre nuove su cui ho camminato, di mani strette di altri popoli. Di occhi belli che hanno incrociato i miei, occhi di ogni forma e colore.
Di labbra che si sono schiuse in una conversazione o in una sonora risata che mi ha fatto rinascere bambina.
Perché c'è tanta gente bellissima al mondo, che crede nei miracoli delle cose buone, uno scambio energetico dei cuori che ti rinvigorisce più di mille caffè bevuti tutti insieme.
È un peccato che tutto questo, spesso, passi inosservato.
Non per me che osservo l'impossibile di ciò che ognuno ha dentro. Allora non mi accorgo delle scarpe, dei vestiti, ma vedo bene il colore dell'anima di ognuno, e amo fidarmi di ciò che sento.
Mi arriva puntuale l'universo.
Allora tutto diviene immenso.
Si espande.
Sento che da sempre io abito tutto il mondo, la gente che incontro, gli animali che amo e che ogni volta mi riempiono il cuore.
Io sono il mondo. Ne sono certa, lo respiro.
Torno a casa...ancora una volta mi percepisco cambiata, che viaggiare vuol dire percorrere chilometri ma camminare te stesso.
La pellicola di questo viaggio scorre rapida dall'inizio. A quando tutto questo sembrava impossibile. Ad adesso, che tutto si è compiuto.
Mi giro indietro, camminando veloce tra bagagli e persone che cercano la propria strada, dopo averne percorsa un tratto insieme.
In questo caos bellissimo sorrido, guardo il cielo, e nel profondo silenzio di me stessa ringrazio Dio, qualsiasi Dio esso sia, di avermi concesso il coraggio di guardare nell' ignoto e di essermici buttata dentro senza alcun rimpianto.
Adesso tutto diviene preghiera.
Islanda, Groenlandia, Canada, New York
Settembre 2023
Grazie a tutti per averci seguito.
