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I love Toscana, un viaggio tra Pievi Romaniche e borghi fortificati.

capricorno

Super Moderatore
La chiesa è davvero un tripudio di opere d'arte.

Non conoscevo del tutto la regola dei certosini, pensavo che all'epoca non applicassero la stretta clausura, con le eccezioni domenicali. Tutto davvero interessante. E non difficile o lontano da visitare...
Certosini di clausura, non ho idea se in altri conventi non di clausura si applicassero regole meno stringenti...

Si, veramente non complicato da raggiungere, occorre avere molto tempo a disposizione poiché molto vasto e la bravissima guida dispensa veramente tanta passione nel raccontare. Alcune zone non le abbiamo potute vedere in quanto chiuse, quindi sarà doveroso ripassare quando sarò in zona per completamento. Il museo di storia naturale porta via parecchio, noi in questa giornata avevamo altro da vedere ma sicuro è da fare in quanto tutte le sale espositive sono accolte nei locali ( sempre affrescati) utilizzati al tempo come cantine, officine di lavoro e da quel poco che ho intravisto vale la pena. I due complessi sono distinti per interesse, quindi : Museo di scienze naturali con un ingresso a se stante rispetto la Certosa.
 
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capricorno

Super Moderatore
Le sorprese non terminano qui.

Attraverso i labirintici corridoi di servizio tra un apri e chiudi di portoni....il mazzo di chiavi in possesso della nostra guida assomigliava al mazzo dei secondini di un carcere, arriviamo in una zona laterale rispetto alla Chiesa, una zona dove è stato creato uno sfarzosissimo appartamento riservato al Granduca di Toscana e alla sua famiglia che fuggendo da Firenze amava trascorrere in solitudine alcuni periodi qui. Nessun' altro dall' esterno poteva essere ammesso essendo un luogo di clausura....solo il Granduca che fin dai tempi di Cosimi I De Medici era benvoluto dai certosini in quanto fu Cosimo I a dare avvio sovvenzionando i lavori, al monastero.


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Scalone d'onore che porta ai vari piani dell'alloggio....


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Corridoi infiniti, dove nulla è lasciato al caso....vedute prospettiche in pieno fervore settecentesco trasformano semplici corridoi in vedute fantastiche portando all' interno dello spazio , spazi infiniti di paesaggio.



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.....persino il loggiato esterno presenta zone affrescate...


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...un piccolo vestibolo è l'ingresso all' appartamento, alla parete un curioso albero genealogico: ritrae la discendenza degli appartenenti all'ordine dei Certosi della Certosa, partendo dal basso con San Bruno, a salire con ritratti su ogni ramo tutti i padri che si sono susseguiti negli anni fino all' ultimo nel 1970.


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....i saloni

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L'affaccio che si gode sulla campagna circostante, possedimenti territoriali della certosa.


La camera da letto


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L'ultimo Granduca che vi ha soggiornato....


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La meraviglia...tutto ciò che è alle pareti è dipinto con una grande maestria da far sembrare tutto di marmo scolpito....




Termina qui la nostra interessante visita che mai mi sarei immaginata così bella e coinvolgente, ci torneremo per completarla.
Il tempo di un pranzo veloce strada facendo verso la nostra nuova meta...altre bellezze ci attendono.








Continua....
 
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capricorno

Super Moderatore
Siamo in prossimità della costa pisana e precisamente a San Piero in Grado.

Qui sorge una splendida Basilica, imponente sul paesaggio circostante e che non passa inosservata.


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Si tratta della Basilica dedicata a San Pietro in Grado.

Dedicata a San Pietro Apostolo, secondo la tradizione millenaria è stata fondata sul luogo in cui approdò San Pietro provenienti da Antinochia. Scavi archeologici eseguiti all' interno hanno messo in luce fondazioni di strutture risalenti al I sec.successivamente destinate nel IV sec.a edificio paleocristiano.
Una seconda fase di ampliamento dell' originale edificio è riconducibile al VIII- IV sec.

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La costruzione attuale risale al XI sec. eccettuata l'abside occidentale che insieme al campanile abbattuto nel 1944 è databile al XII secolo.
In blocchi di tufo marino, dalle superfici scandite da lesene e aperte a monofore, rappresenta uno degli archetipi dell' architettura sacra pisana.


L' interno a tre navate divise da colonne di spoglio di edifici antichi. Sulle pareti della navata centrale il ciclo di affreschi del XIV sec.con storie di San Pietro e rappresentazioni di Papi attribuiti a Deodato Orlandi.

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Un magnifico esempio di arte pisana.

Siamo vicinissimi al mare e concluderemo la giornata assaporando dapprima un meraviglioso tramonto e in seguito, una gustosa cena a Marina di Pisa.


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continua...
 
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capricorno

Super Moderatore
Nella località di Marina di Pisa si trova la foce dell'Arno, che in Toscana viene definita "le bocche d'Arno".
Vero. In quest' ultimo periodo questa costa è stata flagellata da eventi atmosferici e marini che hanno profondamente mutato l'aspetto del litorale distruggendo questa bella spiaggia che sopra ho fotografato.

Paese in ginocchio, ma che non ha piegato la tempra dei toscani che si sono subito rimboccati le mani.


Riprendo il diario che ho temporaneamente interrotto.
 

capricorno

Super Moderatore
Chi l'avrebbe mai detto che gli architetti moderni avessero in qualche modo copiato dal passato??



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Ebbene sì!!


La Manhattan del Medioevo....San Gimignano.


Non a caso questo soprannome che casca a pennello su questa città, così caratteristica, così unica nata nel medioevo e giunta fino a noi a raccontarci la sua particolarità.
Una città sorta in verticale ...come oggi sorgono le grandi città metropolitane che mi piace pensare abbiano preso spunto proprio da lei.

San Gimignano chi la conosce la ama, chi l'ha vista non può fare a meno di ritornare da lei.E' una delle tappe fondamentali da fare in Toscana, piccola città fra Firenze e Siena, famosa nel mondo per le sua architettura caratterizzata dalle numerose torri medievali, da qui il soprannome di Manhattan medievale. Oggi delle 72 torri appartenenti alle famiglie benestanti ne sono rimaste solo 13, nonostante questo la vista del suo skyline sulla collina è sempre un'emozione unica.
È sabato, il giorno in cui decidiamo di visitarla e in molti e in ogni modo ci hanno sconsigliato di andarci di sabato! Ma ora o chissà a quando ..quindi, cocciuta più di un mulo, messo giù l'itinerario si parte.

Sempre di primo mattino e facendo la strada che più mi piace, passando da Cascina , proseguendo da Pontedera per poi lasciare alle spalle le strade di alta velocità per infilarsi tra le strade che ci condurranno nella bella campagna toscana...su e giù per le colline, passando da boschi fitti a colline nude dove sono i colori della terra e dei casolari la principale attrattiva oltre ai filari di vigne e naturalmente al simbolo principale della Toscana : il cipresso e l'ulivo.


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Dichiarata nel 1990 Patrimonio mondiale dall’UNESCO la città offre un centro storico intatto, ben curato e turisticamente organizzato ad accogliere sia il turismo di massa con pullman e comitive che giornalmente la visitano. Molto è stato fatto per ottimizzare i luoghi a partire dai parcheggi molto ben organizzati attorno alla città. Dopo studi preliminari a tavolino e per poter ottimizzare la visita, contrariamente a quanto indicato dalle principali guide turistiche, non entreremo dalla parte bassa della città , ma dalla parte alta....anche perché giungeremo da lì. Ma le motivazioni sono anche date dalla logistica, meglio scendere che salire, per le visite dei luoghi ; secondariamente tutti, specie i torpedoni, entrano da porta San Giovanni ( vicino ci sono i parcheggi dei bus) di conseguenza è una zona molto congestionata. Ma, come dicevo poco sopra....il mattino ha l'oro in bocca, quindi : partenza molto presto...con il sole che sorge ( magnifico) per vederlo comparire tra gli alberi e la nebbiolina che si alza dalla terra....sono istanti da fotografare nella mente, ancor prima che con una macchina fotografica.
Soluzione vincente!
Abbiamo trovato senza fatica il parcheggio, un breve tratto a piedi e siamo a porta San Matteo.


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Dimenticavo...
Poco prima troviamo il cippo che indica la Via Francigena....un pezzettino posso dire di averla percorsa pure io!!


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La città è attraversata da sud a nord da due vie principali (Via San Giovanni e Via San Matteo) che si uniscono in Piazza Duomo. Entrando da Porta San Giovanni si percorre tutta l’omonima via dove sono presenti un’ampia scelta di ristoranti, bar e negozi di prodotti tipici. Entrando da porta San Matteo ci troviamo subito nell' omonima via di conseguenza all' opposto dell'altra e percorriamo solo un piccolo tratto prima di giungere in piazza Duomo......il consiglio, ovunque voi entrate, è comunque di visitare la città un po’ a testa in su ammirando gli splendidi palazzi e le maestose torri.


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Continua...
 
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capricorno

Super Moderatore
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Le persone, i turisti in genere visitano soprattutto le piazze principali di San Gimignano poste nel centro di incrocio delle due vie che la percorrono da nord a sud. Ma esiste una piazza che si trova un poco defilata , lontana dai traffici turistici , poco presa in considerazione. Si tratta di Piazza Sant' Agostino con la semplice ma non meno significativa omonima Chiesa a lui dedicata. In verità la piazza ne ospita un' altra, la Chiesa di San Pietro in Forliano. Quest' ultima è sempre chiusa.


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Chiesa di San Pietro in Forliano.

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La Piazza è molto ampia e sullo sfondo sorge la Chiesa in mattoni rossi di una semplicità estrema. Il cotto toscano è l'elemento che contraddistingue questa città, lo vedremo ovunque: nelle case, le torri, le chiese, i palazzi nobiliari e soprattutto nelle pavimentazioni delle piazze e delle strade.

Iniziata nel 1280 e terminata verosimilmente entro il 1298, interamente realizzata in mattoni, è semplice e austera, con i finestroni gotici che scandiscono i fianchi, coronati in alto da una cornice di arcatelle trilobate. La chiesa presenta caratteristiche derivate sia dall'architettura romanica che da quella gotica. La facciata principale è aperta solo da un portale e da un occhio con la cornice decorata in cotto.


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In quest' ultima immagine la splendida pavimentazione in cotto della scalinata e del sacrato della chiesa di Sant' Agostino, posato a lisca di pesce... veramente bello.
L' ingresso, contrariamente a quanto si possa credere, è dalla porta laterale e rivela un interno di primo acchito spoglio, ma in verità un vero e proprio museo.


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Ed è qui che si fanno incontri particolari con gli artisti dell'epoca e con un po' di fantasia....pare di vederli intenti nelle loro opere....






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" Madonna in trono con Bambino e Santi "

Di....Ridolfo del Ghirlandaio, figlio di Domenico Bigordi detto il Ghirlandaio.


Si formò nella bottega di Fra Bartolomeo , guardando anche ai lavori di Raffaello,, del quale divenne amico durante il suo soggiorno fiorentino. A metà degli anni dieci del Cinquecento visse un periodo di notevole prestigio, affrescando la Cappella dei Priori In Palazzo Vecchio (1514) e la Cappella dei Papi in Santa Maria Novella (1514), quest'ultima in collaborazione col giovane Pontormo....ma non è il solo, altri artisti gli fanno compagnia.



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Particolare della pala del Ghirlandaio.


Davanti all'altare maggiore incontriamo un altro artista: Piero del Pollaiolo con la sua pala d'altare datata 1483.


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" L'incoronazione della Vergine, santi e angeli musicanti"

Questa pala è inserita in una splendida abside composta dalla cappella centrale del coro, affiancata da due cappelle laterali. che purtroppo sono inacessibili ad una visita ravvicinata.

Nella cappella del coro si trovano le celeberrime Storie della vita di Sant'Agostino di Benozzo Gozzo.

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La Cappella di San Bartolo.

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E' una cappella marmorea posta sul fondo della chiesa.

La cappella dedicata al Santo è posta nella controfacciata della chiesa. L'altare marmoreo è opera di Benedetto da Maiano, mentre il pittore sangimignanese Sebastiano Mainardi, cognato del Ghirlandaio, ha affrescato la volta con i dottori della Chiesa (Ambrogio, Agostino, Girolamo e Gregorio) e la parete accanto all'altare con San Gimignano, Santa Lucia e San Nicola di Bari

Interessante è anche il pavimento realizzato con mattonelle in maiolica originali del XV secolo, opera di Andrea della Robbia.

La cancellata in ferro battuto che delimita la cappella è invece una realizzazione ottocentesca.
Sono veramente opere che abbagliano per la loro bellezza e l'esecuzione minuziosa dei particolari è stupefacente. Qualche altro scatto di altre meraviglie, prima di proseguire per il nostro cammino...


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Il colpo d'occhio sulla città che vi apparirà all'uscita dalla chiesa è questo....


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Prima di lasciare questo luogo e questa piazza, la più lontana dal centro città, conviene osservare i suoi dintorni che sono veramente interessanti. Numerosi sono i vicoli, le strade e stradine più o meno ampie che vi si presenteranno, come è anche difficile scegliere gli itinerari....a volte occorre fare delle scelte molto difficili e combattute e a fronte di queste ripromettersi di ritornare per poter vedere ciò che non si è visto....infilandoci in questo vicolo....

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Splendido vero?.....chissà dove condurrà.....
 

Gabriele C.

Well-known member
E' davvero un museo la chiesa di Sant'Agostino, quante opere d'arte così concentrate...!
La chiesa è aperta al culto, fanno celebrazioni liturgiche?
 

capricorno

Super Moderatore
E' davvero un museo la chiesa di Sant'Agostino, quante opere d'arte così concentrate...!
La chiesa è aperta al culto, fanno celebrazioni liturgiche?
Ciao Gabriele, ti rispondo incollando quanto scritto nella pagina del Convento di Sant' Agostino...in realtà questa è la chiesa del convento, affiancata ad esso e si passa dal convento alla chiesa attraversando il loro magnifico chiostro, che purtroppo in questa occasione era chiuso , non visitabile di conseguenza. Si celebra una messa al giorno ed è possibile parteciparvi.

"Nell'anno 1272 il priore generale degli Agostiniani incaricò alcuni frati di costituire una piccola comunità a Racciano, in Italia, e di costruire una chiesa e un convento con il denaro ricavato dalla vendita di alcuni beni. Nel 1279 ciò non era ancora stato realizzato. Il parroco di San Gimignano suggerì di costruire la nuova chiesa e il convento all'interno delle mura della città di San Gimignano. Determinato il giusto posto all'interno delle mura, gli Agostiniani si rivolsero al vescovo di Volterra che approvò la loro decisione il 26 luglio 1280. Nello stesso anno iniziò la costruzione della chiesa. Per la costruzione della chiesa la città di San Gimignano contribuì con 10 misure di grassello di calce e 20.000 mattoni. Altri, tra cui San Bartolo, donarono generosamente denaro.

Il 31 marzo 1298 sia la chiesa che il convento furono consacrati dal cardinale Matteo d'Acquasparta, legato apostolico alla Toscana. Fu assistito dal vescovo Raniero di Volterra e dal vescovo Tommaso di Pistoria.

Il chiostro originario era a cielo aperto con solo due pareti. Il chiostro come lo conosciamo oggi fu racchiuso dalle altre due mura intorno alla metà del 1400. La chiesa ha anche una torre che ospita una campana realizzata nel 12
41."
 

capricorno

Super Moderatore
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Eravamo rimasti in questo vicolo...

San Gimignano è composto da diverse realtà che si sono susseguite nel corso dei secoli e che hanno lasciato tracce indelebili nel tessuto dei vicoli di questo meraviglioso borgo. È facile innamorarsene per le suggestioni che ad ogni passo evoca. Ero già stata qui, ma come sempre vi sono cose che restano in sospeso e quindi è una gioia immensa poter ripercorrere passi già noti ed aggiungerne di nuovi.

La città è l’immagine stessa, splendidamente cristallizzata, dell’Età di Mezzo. Varcata Porta S. Giovanni o Porta S. Matteo si mette in moto la macchina del tempo. I passi si fanno lenti, il tempo pare fermarsi, l’aria rarefarsi nel fresco del mattino. Lo sguardo vaga dal basso in alto, da un lato all’altro, lo sbigottimento cresce. Che sia l’Arco dei Becci o quello della Cancelleria ad invitarci, entriamo nel ventre della madre antica. Si aprono spazi d’intorno, le quinte di Piazza della Cisterna e Piazza del Duomo, ci ritroviamo a vivere un’epoca che credevamo abitare soltanto la nostra fantasia. Basta alzare gli occhi al cielo per vedere la meravigliosa sintonia di torri che si parlano quasi tra loro. Le origini e il nome stesso della città sono avviluppati dalla nebbia di antiche leggende e vetuste tradizioni.
Gli Etruschi, presenti in zona almeno fin dal III secolo, lasciarono qui, e negli immediati limitrofi, innumerevoli testimonianze della loro antica civiltà. Tutto il territorio fu densamente abitato da queste popolazioni, basti pensare alla vicina presenza di Volterra, a capo di una delle lucumonie della dodecapoli etrusca. Nel 1501 i padri Domenicani, che a San Gimignano avevano il loro convento sul Poggio della Torre, durante alcuni lavori di sistemazione degli orti rinvennero casualmente un ipogèo etrusco, là dove sorgeva un tempo la chiesa di S. Stefano in Canova. Anni dopo, quando Cosimo I de’ Medici volle che si fabbricasse un antiporto davanti la Porta di S. Giovanni, vennero alla luce altre tombe etrusche. Così tra i secoli XVII-XVIII furono rinvenuti altri manufatti non lontano dalla Porta del Quercecchio (si trattava di statuette e suppellettili in bronzo e oro), mentre un vero e proprio “tesoro” venne ritrovato nel sottosuolo di Via S. Matteo; e di nuovo una tomba etrusca fu scoperta nel ‘900 poco fuori Porta S. Matteo.

Nel corso dei secoli, per farla breve, la città divenne sempre più vasta inglobando e costruendo nuove mura che ancora oggi rivelano tracce della loro presenza.... un' immagine di come si presentava la mappa della città e da dove si possono vedere i tracciati delle mura .


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Oggi passeggiando attraverso le vie lastricate, ne possiamo distinguere archi e portali che un tempo erano porte di accesso e ora appaiono come semplici volte....


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Continua....
 
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capricorno

Super Moderatore
La prima cinta muraria della città risale al 998 ed era situata tra il poggio di Montestaffoli, dove già esisteva una rocca sede di mercato di proprietà del vescovo di Volterra, e il poggio della Torre con il castello vescovile.

Di questo primo tracciato restano alcuni archi, antiche porte cittadine, che ancora oggi si innalzano nel tessuto cittadino. L'antico tracciato misurava 1.108 metri e partiva ai piedi di Montestaffoli ed arrivava nei pressi della chiesa di San Bartolo, accanto alla quale si apre ancora il doppio Arco della Cancelleria, che un tempo costituiva l'uscita meridionale del castello; declinava poi lungo via Capassi per girare lungo l'attuale via Santo Stefano. da qui costeggiava via degli Innocenti arrivando in prossimità della piazza della Cisterna (dove ancora oggi si trova il grande arco dei Becci, ex-portale); infine risaliva lungo via del Quercecchio chiudendosi in prossimità dei Montestaffoli.
Nel XII secolo, grazie al fiorire dei commerci, aiutati anche dal passaggio della via Francigena, si erano formati due borghi lungo la direttrice nord-sud: quello di San Matteo, verso Pisa, e quello di San Giovanni, verso Siena, entrambi lungo una nuova "via maestra", che vennero inglobati nelle mura con il nuovo tracciato completato nel 1214.

È interessante poter vivere sui luoghi questi avvenimenti antichi che hanno lasciato tracce tangibili. Come è pure bello lasciarsi guidare dall' istinto e quando si vede una breccia poter uscire dal tracciato cittadino per costeggiare e vedere soprattutto, il tracciato delle mura esterne al borgo fortificato. È un' esperienza che riempie il cuore e la vista. Ne percorriamo un bel tratto dopo di ché rientriamo da un altro varco. Ci vorrebbe una permanenza di più giorni in san Gimignano per poter completare tutto ciò che la città offre. Suggestioni diversificate attraverso visioni di paesaggi ancora in parte , mi piace pensare, come un tempo erano. Altri purtroppo molti densamente edificati....ma purtroppo il progresso è così.


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Se deciderete per il percorso delle mura sicuramente troverete pochissime persone sul vostro cammino.

Attraverso vie lastricate, antichi portali, archi gotici e giardini segreti, giungiamo nella prima grande piazza che ci accoglie come grande quinta teatrale di un fantomatico palcoscenico....


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Piazza del Duomo.



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Qui occorre prendersi del tempo e far girare lo sguardo attraverso simili bellezze....







continua....
 

capricorno

Super Moderatore
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Piazza del Duomo
Piazza del Duomo
(già della Pieve), del secolo XI, ma venutasi definitivamente a configurare nell’aspetto che ancora oggi possiamo ammirare entro la prima metà del secolo XIII. Fulcro del nucleo antico della città, assieme alla contigua Piazza della cisterna, racchiusa entro la prima cinta muraria (sec. X). Qui probabilmente si ergeva la pieve attorno alla quale nei secoli VIII-IX iniziò a svilupparsi il primigenio abitato di San Gimignano. Nel 1255 essa era già interamente pavimentata in cotto a spinapesce (o “a coltello”). Sulla piazza si affacciano e si raccolgono sia gli edifici del potere politico che religioso, com’era tipico del medioevo.


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La Collegiata di Santa Maria Assunta è situata in piazza del Duomo è alla sommità di un'ampia scalinata dalla quale domina il lato occidentale della piazza. Eretta forse nel 1056 e sicuramente consacrata nel 1148 venne prima ristrutturata nel 1239 e poi ingrandita nel 1460 su progetto di Giuliano da Maiano.

La spoglia facciata è il frutto della sistemazione duecentesca per poi essere più volte trasformata nel corso dei secoli con l'apertura delle due porte laterali e delle finestre circolari.

Una menzione particolare, prima di salire la scalinata che ci porterà all' interno della Chiesa, sono le architetture che si affacciano su questa piazza. Il Palazzo del Podestà posto proprio di fronte alla chiesa con la sua imponente torre, denominata “LaRognosa” (già dei Gregorio, antica e potente famiglia di mercanti, e poi degli Oti). Del secolo XII-XIII, una delle torri più antiche di San Gimignano, essa si erge per 52 metri: nel 1255 gli Statuti Comunali imposero il divieto di elevare in città torri più alte di questa, benché presto i Salvucci e gli Ardinghelli avrebbero violato la norma innalzandone al di sopra le loro (che oggi vediamo più basse di un tempo). Nel 1407 sulla torre fu posto l’orologio pubblico. Essa deve il suo curioso nome al fatto di aver ospitato un tempo le carceri, ove venivano rinchiusi coloro che si erano procurati delle “rogne”. Subito a fianco di questo palazzo abbiamo Palazzo Chigi , famiglia guelfa di mercanti e usurai), del 1280,con la sua torre.


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Salendo la scalinata si arriva in una graziosissima piazzetta : piazza Pecori.
Intitolata allo storico e canonico Luigi Pecori, che nel 1853 scrisse la “Storia della Terra di San Gimignano”, opera imprescindibile per chiunque voglia conoscere e approfondire la storia di questa città. Sulla piccola ma suggestiva piazza, interamente pavimentata in cotto a spina di pesce e dotata di una bella cisterna anch’essa in laterizio, si apre la Loggia del Battistero (porticato del sec. XIV sorretto da colonne ottagonali). Da qui possiamo inoltre godere una magnifica veduta della Torre Grossa che affianca la Casa del Popolo.

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Piazza Pecori.



.....
 

Gabriele C.

Well-known member
Continuo a seguire questa bella "passeggiata medioevale".
Qualche torre è aperta alle visite? Si può salire fino in cima?
 

Azsisaro

Active member
Bellissima cittadina medievale San Giminiano, ci siamo stati anche un anno fa x un matrimonio, a noi vicinissima, ci mettiamo poco più di 1 e 20 circa ad arrivare
 

albacom

Well-known member
Letto è guardato tutto d'un fiato ...mi ci voleva proprio per addolcire questa giornata di vento e pioggia e viaggiare con te in terra di toscana.......grazie
 

capricorno

Super Moderatore
Piazza Pecori è una piazzetta situata su un fianco della Collegiata.
Si tratta di è un pittoresco slargo al quale si accede dall'arco di San Giovanni, che la collega con piazza del Duomo all'altezza della gradinata della collegiata e della Torre Grossa. L'arco è decorato in alto da una statua di San Gimignano" del 1342, proveniente dalla Porta alle Fonti.
La pittoresca piazza, che assomiglia più a un cortile interno privato, è accessibile solo ai pedoni e pavimentata con cotto disposto a spina di pesce. Dal lato della cattedrale vi si apre la Loggia del Battistero, con l'Annunciazione di Sebastiano Mainardi.
L'antistante Palazzo della Propositura è oggi sede dell'archivio capitolare o dell'Opera, che possiede manoscritti quattrocenteschi, pergamene e bolle pontificie dal 1182. Nell'antico dormitorio dei Cappellani è oggi ospitato il Museo d'arte sacra.


La Loggia del Battistero

La Loggia del Battistero è un loggiato romanico che si apre sul fianco sinistro della Collegiata di San Gimignano. Venne chiuso nel 1632 e trasformato nell'oratorio di San Giovanni.
Adibito quindi a Battistero, vi venne spostato il fonte realizzato nel 1379 da Giovanni di Cecco, in sostituzione di quello duecentesco di Nicoletto da Poggibonsi.
In anni relativamente recenti sono state stonacate le arcate ed il loggiato è tornato ad aprirsi su piazza Pecori, rendendo visibile sulla parete di fondo il gradevole affresco dell'Annunciazione (1482), commissionato da Giuliano di Martino Cetti e attribuito a Sebastiano Mainardi, tra i più importanti pittori della bottega di Domenico Ghirlandaio. Appartiene all'autore delle storie neotestamentarie della Collegiata il Profeta affrescato sulla volta che sovrasta l'Annunciazione.

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l'Annunciazione, di cui vi dicevo sopra, posta sul fondo del porticato di accesso alla cattedrale e poco prima il Fonte battesimale.

Per accedere alla cattedrale occorre fare il biglietto nella vicina sede del Museo di Arte sacra dove è possibile fare un biglietto combinato con più musei civico della cittadina. Noi abbiamo approfittato e visto per primo il museo di Arte sacra, disposto su più livelli, piccolo , ma significativo con opere pregevoli. Ricordo che è sempre mattina presto, quindi nessuna coda ne al museo né all' interno della cattedrale che visiteremo subito dopo.

Alcune immagini dell'interno del Museo e qualche opera che lo rappresenta.


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La Deposizione di Cristo di Giorgio Vasari.


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La Sacra Famiglia con San' Elisabetta e San Giovannino di Andrea del Sarto.


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Questa splendida Pala d'Altare...vi invito ad osservarla nei suoi particolari...


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....i panneggi delle vesti recano ancora i segni che l'artista ha lasciato con il tratto di matita, e nella corposità del colore si notano i segni lasciati dalle setole del pennello...esperienza fantastica per chi naturalmente ama la pittura di quest'epoca...


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...e poi ancora...

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Jacopo della Quercia, artista senese ha eseguito questo splendido gruppo.

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Lo splendido gruppo ligneo che era all'interno del Duomo, al suo posto sono delle copie. il museo si è dimostrato all'altezza della sua fama, piccolo, raccolto e posto su diversi piani di uno stabile d'epoca che ci ha fatto conoscere da diverse angolazioni la visione del Duomo, della piccola e graziosa piazzetta.
Ma ora è tempo di entrare al Duomo.....







continua....
 
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capricorno

Super Moderatore
Duomo di San Gimignano o Collegiata di Santa Maria Assunta ha un interno sontuoso: sulle pareti della navata centrale si possono ancora vedere grandi e coloratissimi affreschi del XIII e XIV secolo, che all’epoca raccontavano ai fedeli l’Antico e il Nuovo Testamento. Nella Cappella di San Fine, un affresco – in stile molto rinascimentale – di Domenico Ghirlandaio vi mostrerà l’aspetto di San Gimignano intorno al 1475. Infine, due belle statue dell’Angelo Gabriele e della Vergine Maria, realizzate nel 1421 dal fantasioso e grande scultore senese Jacopo della Quercia.
L’edificio religioso, iniziato nel X secolo, già esisteva nel 1056. Nel 1239 subì un restauro, quando le venne imposto un nuovo orientamento rispetto all’originario (che la vedeva fronteggiare il Palazzo del Podestà). Ulteriormente ampliata nel 1460 da Giuliano da Maiano. La sobria facciata in stile romanico si dota di due portali architravati con estradosso doppio, ed è aperta da un grosso occhio posto centralmente e affiancato da due laterali di simile foggia. Alla sua sinistra si apre l’Arco di S. Giovanni, al di sopra del quale è posta una statuetta di S. Gimignano del 1342, originariamente facente parte della Porta alle Fonti; la salita che conduce all’arco si nomina La Costarella.

Per accedere all' interno , come già detto, bisogna munirsi del biglietto e attraverso un passaggio automatizzato scansionandolo si accede al porticato e all' ingresso vero e proprio posto in prossimità del transetto. La visita viene effettuata in autonomia avvalendosi di audio guida sul proprio cellulare attraverso l' applicazione.

L'interno è molto suggestivo, di primo acchito un po' buio, poi l'occhio si abitua alla penombra e l'assoluta bellezza e preziosità del suo interno vi apparirà stupefacendovi!


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Le due splendide figure lignee di Jacopo della Quercia " la Vergine Annunciata" che adornano la controfacciata con un' importante e maestoso affresco...e non sono le sole opere degne di nota, tutta la Cattedrale è uno scrigno di preziosità.
La zona centrale interna della controfacciata è dominata dall'affresco raffigurante il Martirio di San Sebastiano, datato 1465 e firmato da Benozzo Gozzoli; l'affresco è inserito in una cornice decorativa in cui sono dipinte delle piccole figure di Santi mentre in basso è collocata la figura di Gesù Crocifisso fra San Girolamo e Sant'Onofrio. Sulle due mensole ai lati, davanti a finti tappeti damascati, si trovano le pregevoli statue lignee dell'Arcangelo Gabriele e di Maria Annunciata, che formano il gruppo dell'Annunciazione di Jacopo della Quercia (1421 con la colorazione di Martino di Bartolomeo del 1426).



Continua....
 
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