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I love Toscana, un viaggio tra Pievi Romaniche e borghi fortificati.

capricorno

Super Moderatore
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La sala da gioco, scandita dai caratteristici tavoli da tric-trac , evoca un importante aspetto della vita sociale dell' epoca.

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La sala da ballo, riccamente decorata ospita un' arpa e un fortepiano di inizio Ottocento testimoni delle innumerevoli feste e balli in maschera.

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capricorno

Super Moderatore
Dal terrazzo posto sul retro della villa lo sguardo spazia sullo scenografico Teatro dell' acqua .

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Fragorose cascate, zampilli e mascheroni convivono in una rappresentazione scenografica di concezione barocca.


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Il Parco di Villa Reale di Marlia ha una superficie di 16 ettari ed è il risultato di un complesso succedersi di trasformazioni che testimoniano due periodi costruttivi diversi dell’architettura delle ville lucchesi.

Una parte del Parco conserva, infatti, l’originario impianto seicentesco con siepi, aiuole fiorite e alberi d’alto fusto. L’altra, invece, è disegnata secondo la moda del giardino paesaggistico all’inglese, con sentieri sinuosi, punti panoramici e boschetti ombrosi.

Tutto ciò che vediamo oggi lo dobbiamo a lei...


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Elisa, come tutti i Bonaparte, aveva una grande passione per la botanica e fece della sua residenza di Marlia un vero e proprio vivaio in cui introdusse anche specie arrivate da altri paesi.

Dal parco di Malmaison a Parigi, vennero inviati il glicine e la mimosa...


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capricorno

Super Moderatore
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...mentre altre essenze non ancora conosciute come la camelia, la magnolia e il platano giunsero qui dalla Reggia di Napoli.
Fu così che l'aspetto dei giardini cambiò completamente e che nuovi e intensi profumi si diffusero da Marlia al resto dei parchi lucchesi.

Ricchissimo è il suo patrimonio arboreo, con grandi esemplari di abies, quercus palustris, pini, lecci e platani. I Prati, insieme a piccoli arbustum da sottobosco, fanno da ornamento alla Villa del Vescovo in un paesaggio unico che muta a seconda delle ore del giorno e del passare delle stagioni.

Il parco di Villa Reale di Marlia è famoso per la sua concentrazione di camelie, tra le più belle del territorio lucchese. Insieme al comune di Capannori, Lucca e il Borgo delle Camelie, formato dai comuni di Pieve e Sant’Andrea di Compito, la storica residenza diventa luogo della mostra Antiche Camelie della Lucchesia..... questo è il periodo giusto e quindi ci avventurismo attraverso il sentiero ben segnalato...


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Il viale delle Camelie di Villa Reale si snoda seguendo il corso di un antico ruscello, caduto in disuso per diversi anni e riportato alla luce e riattivato solo di recente. Gli attuali proprietari, infatti, hanno arricchito il viale con nuove varietà di Camellia japonica per rendere ancora più colorata la fioritura nei mesi di marzo e aprile.

È uno dei luoghi più romantici del parco, soprattutto nel mese di marzo con le piante in piena fioritura. Fa parte dei percorsi della Mostra delle Antiche camelie della Lucchesia.

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capricorno

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Questa parte del parco degrada dolcemente seguendo la conformazione naturale del territorio...ovunque è frescura, è un sussurro scrosciante dell' acqua che segue un suo percorso sinuoso, trasformando il paesaggio...

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capricorno

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Proseguendo attraverso il percorso sinuoso del corso d'acqua, si arriva al Lago...



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Il Lago della Villa Reale di Marlia è un elemento molto importante all’interno dell’ecosistema del parco. Rappresenta un punto di forte interesse durante le visite alla villa lucchese, ma non solo.

Infatti oltre a contribuire alla bellezza paesaggistica, il Lago svolge anche un’importante funzione pratica garantendo il sostentamento idrico dei giardini anche nei mesi più caldi.

Quando il torrente Fraga va in secca, entrano in azione le pompe idrauliche che hanno il compito di riportare l’acqua da valle all’estremità nord del parco.
Storia del lago
Situato nella zona est del parco, il lago artificiale fu uno dei primi progetti che la famiglia Pecci-Blunt affidò nel 1924 a Jacques Gréber. L’architetto realizzò anche il canale che serpeggia nel bosco e che si dirama per creare la suggestiva isola a forma di goccia prima di immettersi nel bacino lacustre.

La zona del Lago fu tra le più colpite dalla devastante tempesta di vento che investì la Lucchesia nel 2015: in poche ore vennero abbattuti numerosi alberi secolari. È proprio da qui che i nuovi proprietari diedero il via all’ambizioso progetto di riqualificazione del parco della storica villa, grazie al quale sono già stati piantati oltre mille nuovi alberi, arbusti e piante da fiore.

Alle forti raffiche di vento resistettero, invece, le tre imponenti statue di marmo raffiguranti Vulcano, Ercole e Demetra, in compagnia delle quali ancora oggi si può ammirare la villa riflessa nello specchio d’acqua.


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capricorno

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Viaggiando per la Toscana, nel nostro itinerario delle sue principali città ci troviamo ad un certo punto nella Città delle Cento Chiese: Lucca.

Immaginate dunque di dover trascorrere solamente una giornata a Lucca, meravigliosa e ridente cittadina toscana caratterizzata da imponenti mura costruite per difendersi da Firenze nel Cinquecento. Cosa visitare? Le scelte sono veramente tante.

Lucca la conosciamo bene ma è sempre un piacere tornarci. Bello è trascorrere il tempo passeggiando pigramente all' ombra dei suoi vicoli, stradine ombrose che catturano gli occhi , i molteplici scorci che si aprono innanzi a noi, ci portano in un passato lontano...
La cittadina sa trasmettere quella dolcezza e bellezza che è insita in ogni cosa e in ogni luogo. La primavera regala dolci emozioni tra le mura rossastre della città e il verde che fa capolino tra i mattoni e risplende tutto attorno alla città. Le imponenti mura medievali, i contrafforti che un tempo la dovevano difendere, oggi sono splendide passeggiate nel verde....


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Le mura che delimitano la città...

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Quest' oggi ci addentriamo da una porta posta tra le mura rivolta a nord della città e andremo in perlustrazione di quel tratto della città posto a nord, visto frettolosamente nell' ultima nostra visita...con la speranza di trovare aperte alcune chiese...ma non sarà così, dovremmo accontentarci dell' esterno.


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Chiesa di San Francesco.


La chiesa di San Francesco è una chiesa della città di Lucca, situata nella piazza omonima con l'omonimo ex convento annesso. Oggi la chiesa è sconsacrata ed è utilizzata come sala concerti o per congressi.

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La presenza dei francescani a Lucca è attestata già nel 1228, e il nuovo ordine assunse subito un ruolo preminente nella vita cittadina. La chiesa, costruita in laterizio a aula unica con copertura a capriate, venne completata entro il 1430 con l'inserimento di tre cappelle presbiteriali. Per la facciata, che mostra ai lati del portale due arche sepolcrali, fu adottato un rivestimento in calcare bianco, rimasto incompiuto e portato a termine solo alla fine degli anni '20 del XX secolo.

A lato della Chiesa si entra in quello che era l'ex convento francescano...



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capricorno

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Percorriamo l'intero porticato e restiamo impressionati del passare dei secoli leggendo le lapidi sulle pareti di illustri personaggi...lapidi commemorative di persone strappate troppo presto all' affetto dei loro cari.
Sono piccoli pezzetti di vita che si manifestano a noi, così nella semplicità di uno scritto.


Usciamo per dirigerci altrove...

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Uno sguardo alla bella e sfolgorante facciata...e alla piazzetta, molto graziosa di prossimità...

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Chiesa di San Pietro Somaldi


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Bella chiesa un po' trascurata negli abituali giri turistici di Lucca. Situata nell'omonima piazza, a breve distanza dall'Anfiteatro, è addirittura di origine longobarda, come testimonia lo stesso nome che deriva da Sumualdo, fondatore della chiesa primitiva nel 763.
La facciata, che risale al Duecento, presenta i tratti tipici dell'architettura lucchese.
Molto bello il portale centrale che raffigura la consegna delle chiavi a Pietro.


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Un luogo che non manco di visitare è...

Piazza dell' Anfiteatro.


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In epoca medievale iniziarono a costruire abitazioni intorno all’antico Anfiteatro Romano, dando così alla piazza l’attuale forma semicircolare che si può osservare dall’alto. Tali costruzioni sacrificarono molte strutture romane che furono demolite e di cui si ritrova traccia all’interno degli attuai edifici.

Alla bellissima piazza si ha accesso da quattro piccole porte e rappresenta il vero e proprio centro nevralgico della cittadina, già mercato in passato, orto e magazzino del sale, oggi potete sedervi in uno degli squisiti locali che circondano la piazza e gustarvi un aperitivo mentre impostate il vostro itinerario della giornata.

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La vicinissima San Frediano...

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E infiliamo vicoli su vicoli sono ad arrivare alla nostra metà...tra angoli veramente graziosi...

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In pieno centro storico a Lucca...





Palazzo Pfanner




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In un’atmosfera barocca, a pochi passi dalle Mura cinquecentesche e dagli austeri palazzi medievali di Lucca, si erge Palazzo Pfanner.

La sua costruzione fu avviata nel 1660 dai Moriconi, famiglia di mercanti della seta e membri dell’antico patriziato lucchese. In seguito a un imprevisto rovescio finanziario, i Moriconi furono costretti a vendere l’immobile nel 1680.

Ai Moriconi subentrarono i Controni, i quali, acquisito pochi anni prima il titolo nobiliare, vollero celebrare le proprie conquiste sociali provvedendo alla ristrutturazione e all’ampliamento del Palazzo.

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I Controni si affidarono con ogni probabilità all’architetto lucchese Domenico Martinelli (1650-1718) per la realizzazione del maestoso scalone monumentale (completato intorno al 1686) e all’architetto messinese Filippo Juvarra (1678-1736) per la riqualificazione del giardino.

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Lo scalone in pietra serena, sulle cui volte risplendono i dipinti primo-settecenteschi attribuiti a Bartolomeo De Santi (1687-1764) e Lorenzo Castellotti (1730-1750), introduce nell’ampio salone centrale del Palazzo.

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Entriamo...

Sulle pareti del salone si possono ammirare i pregevoli affreschi eseguiti, verso il 1720, da Pietro Paolo Scorsini (1658-1731), elaborati secondo i dettami della corrente pittorica ‘quadraturista’. Il ‘quadraturismo’, in voga a Lucca a partire dall’ultimo decennio del Seicento, si distingueva per la sua volontà di proporre un’illusoria amplificazione degli spazi mediante l’utilizzo di elementi architettonici dipinti in prospettiva.

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Attigue al salone centrale si aprono un salottino da thè, una camera da letto, una sala da pranzo e una cucina storica, stanze arredate con mobili antichi, suppellettili d’epoca e oggetti sacri. È in queste stanze che ebbe luogo, nel 1692, la tormentata storia d’amore tra il Principe Federico di Danimarca, futuro Re Federico IV di Danimarca e Norvegia (1671-1730), e la nobildonna lucchese Maria Maddalena Trenta.

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Fino alla seconda metà dell’Ottocento il
Palazzo rimase di proprietà della famiglia Controni, la quale, per sopperire alle proprie difficoltà economiche, decise da ultimo di affittarne parte delle sale alle Scuole di Mutuo Insegnamento e alla Corte d’Assise.

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La vicenda della famiglia Pfanner s’intreccia con la secolare storia del Palazzo verso la metà dell’Ottocento. È nel 1846 che Felix Pfanner (1818-1892) produttore di birra nativo di Hörbranz sul Lago di Costanza (Austria), ma di famiglia bavarese, entrò in contatto con la famiglia Controni. Giunto a Lucca in seguito a un decreto del 1845 con cui il Duca di Lucca, Carlo Lodovico di Borbone, aveva fatto richiesta per sé e per la città di «un abile fabbricatore tedesco di birra», Felix decise di prendere in affitto dai Controni il giardino e le cantine del Palazzo per collocarvi i macchinari e l’attrezzatura necessari a produrre la bevanda. Con il passare del tempo, grazie ai proventi ricavati dal suo birrificio, Felix fu in grado di acquistare l’intero Palazzo, il quale prese il suo nome e divenne sede ufficiale della birreria Pfanner. Prima fabbrica di birra del Ducato di Lucca e una tra le prime in Italia, la birreria Pfanner diventò un importante punto d’incontro per tutti i lucchesi e i forestieri. Dopo decenni di attività, la birreria chiuse nel 1929.

Il Palazzo è tuttora di proprietà della famiglia Pfanner che qui vi abita e che nel corso degli anni ha provveduto alla sua valorizzazione attraverso l’apertura al pubblico e l’organizzazione di eventi.

Nel salone centrale del Palazzo è presente un’esposizione permanente di strumenti medico-chirurgici e antichi testi di medicina appartenuti a Pietro Pfanner (1864-1935), chirurgo, filantropo e sindaco di Lucca dal 1920 al 1922.


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PIETRO PFANNER (1864-1935)

Un grande chirurgo e benefattore tra Otto e Novecento.

Pietro Pfanner nacque a Lucca nel 1864 da Isabella Del Greco e Felix Pfanner, birraio di Hörbranz (Austria), giunto a Lucca nel 1846 in seguito a un decreto del 1835 con cui il Duca di Lucca, Carlo Lodovico di Borbone. aveva fatto richiesta per sé e per la città di 'un abile fabbricatore di birra'.

Nel 1889 Pietro si laureò in Medicina e Chirurgia all'Università di Firenze e in pochi anni diventò prima aiuto ospedaliero, poi primario chirurgico della Croce Rossa.

Nel 1910 ricevette la sua prima grande onorificenza da parte del Ministero degli Interni per il servizio prestato a quella parte della popolazione che era stata gravemente colpita dal terremoto calabro-siculo del 1908 e dalla successiva violenta epidemia di colera.

Fu durante la Grande Guerra che Pietro si distinse per la sua grande abilità umanità nel curare i feriti che giungevano dal fronte: fu per questo insignito della medaglia d'argento solitamente conferita ai benemeriti della patria.

Nel 1918 diventò primario emerito di chirurgia dell'Ospedale di Lucca. Nel frattempo il suo ambulatorio, situato al piano terra di Palazzo Pfanner, cominciò ad accogliere malati di ogni ceto sociale, dal grande compositore Giacomo Puccini, di cui Pietro era uno dei medici personali, fino agli esponenti delle classi più di agiate della città. Si racconta che durante le sue visite domiciliari presso questi ultimi, Pietro fosse solito lasciare di nascosto sotto il loro cuscino i soldi necessari per acquistare le medicine.

Non meno impegnativa la sua attività a vantaggio della cittadinanza: nel 1920, sollecitato vivamente dai suoi innumerevoli amici, accettò di ricoprire la carica di sindaco della città di Lucca, carica che mantenne fino al 1922. Sotto la sua amministrazione, vennero iniziati i lavori per il nuovo acquedotto e fu creata un'efficiente rete fognaria.

Terminata l'attività pubblica, Pietro si dedicò alle ricerche storico-erudite. Si cimentò in un'analisi storico-artistica di Palazzo Pfanner e in un'ampia catalogazione degli istituti di beneficenza di Lucca, in cui i risultati furono pubblicati nel 1936.

Nel 1931 venne nominato commendatore della Corona d'Italia e papa Pio XI lo insignì della commenda dell'ordine di S. Gregorio Magno.

Alla sua morte, nel 1935, il Comune di Lucca gli tributò le più ampie onorificenze. Gli dedicò la via dell'ospedale e appose il suo medaglione commemorativo nel Famedio del cimitero urbano.

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Gli affreschi del salone...


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La sala da pranzo è completamente apparecchiata come se di lì a qualche istante dovessero comparire i commensali....


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La cucina...


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Immagini di vita cristallizzata in pochi ambienti molto curati che riescono a trasmetterci la serenità di questa famiglia...


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Alla celebrità di Palazzo Pfanner hanno senz’altro contribuito anche tre film qui girati: Arrivano i bersaglieri di Luigi Magni (1980), Il marchese del Grillo di Mario Monicelli (1981) e Ritratto di Signora di Jane Campion (1996).


Finisce così la nostra esperienza in questa città che ancora ha molto da offrire. Altri palazzi storici ed un grande camminamento sulle sue mura e i contrafforti che offrono inattese sorprese.


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Riprendiamo l'auto posta fuori dalle mura e ci dirigiamo sul mare dove ci attende una magnifica serata...


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Domani sarà un' altra bella scoperta attraverso le meraviglie di questa regione...



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capricorno

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Sono stati giorni impegnativi, un tour de force...si fa per dire in quanto per noi è sempre un piacere passare il tempo tra le bellezze artistiche delle nostre città. La Toscana ha sempre tanto da offrire. Se è stato bello viverla tra chiese, palazzi e musei è altrettanto bella nella sua semplicità e varietà di paesaggi.

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In questo periodo, la primavera, è un' esplosione di colori...

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...il verde in ogni sua declinazione è punteggiato qua e là dai primi timidi fiori, mentre chiazze decise di giallo ne dipingono alcuni tratti di paesaggio, quasi fosse la tela di un pittore. I fiori di colza fanno riemergere nei miei ricordi, le assolate vacanze toscane di qualche tempo fa...


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...la costante sono i cipressi onnipresenti in questo tratto di campagna toscana in accoppiata ai pini di mare, riconoscibili facilmente per la poderosa chioma...sono protesi verso il mare....
Zizaghiamo tra un saliscendi di colline. Abbiamo volutamente abbandonato ogni strada veloce perché il paesaggio toscano va assaporato lentamente...

E il cuore e l'animo tutto è veramente felice, mi sento felice quando sono qui...




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Siamo all' interno di un' area posta nella provincia di Pisa sulla strada paesaggistica che abbraccia molte località conosciute: Casciana terme, San Gimignano, Volterra per citarne alcune. Oggi visiteremo due piccoli borghi...anche se la tentazione di vederne altri è molto forte, sono talmente vicini che c'è veramente l'imbarazzo della scelta.

Come prima tappa abbiamo scelto : Peccioli.

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Conosciuta come il borgo dell’arte contemporanea, Peccioli svetta su una collina che offre una vista panoramica meravigliosa sulle colline pisane e si trova a pochi chilometri da altre località interessanti come Lajatico e Volterra.

La storia di Peccioli merita di essere conosciuta perché tutto nasce da una discarica di rifiuti....sembra uno scherzo , eppure è proprio così.

Era il 1997 quando l’allora Sindaco decise di accogliere una delle più grandi discariche per la gestione dei rifiuti indifferenziati in Italia, proprio in una delle zone paesaggistiche più affascinanti del paese. L’obiettivo ambizioso era quella di creare un sistema virtuoso per la gestione dei rifiuti che potesse permette al territorio di ricavare utili da reinvestire in poi progetti locali, soprattutto culturali. Da questa operazione , sono derivati importanti investimenti dedicati al settore artistico che vedremo disseminati all' interno e nelle immediate vicinanze del borgo.

Incuriositi da quanto visto in TV : Peccioli si aggiudica la vittoria del Borgo dei Borghi, il concorso Rai legato alla trasmissione Kilimangiaro che cercava il paese più bello d’Italia. Erano tante e tutte stupende le comunità in gara, scelte in un po’ tutta Italia, da nord a sud...ma il vincitore è stato proprio questo borgo che ha saputo creare da ciò che per tutti è rifiuto un' opportunità di rinascita.... abbiamo deciso così di visitarlo.

Il comune in provincia di Pisa ha vinto con merito, dopo un lungo lavoro e i tanti voti arrivati dai cittadini in queste settimane. L’incoronazione è avvenuta in una trasmissione Rai di Kilimangiaro in prima serata la sera di Pasqua.

Lo vediamo in lontananza arroccato su un colle e rimaniamo stupiti ed incuriositi avvicinandoci, da una grande spirale colorata che si proietta verso il limite superiore del borgo. È la cosiddetta " spirale" , una costruzione, un lungo tunnel dove l'artista ha dato ampio sfogo alla sua fantasia.



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È una passerella che unisce i parcheggi al paese è posta a un’altezza di trenta metri ed è circondata da una sorta di grande nastro colorato. Si tratta di una scultura realizzata dall’artista Patrick Tuttofuoco. E’ stata realizzata nel 2020 ed è lunga 136 metri.

Ma addentriamoci nel nucleo antico del borgo che ci riserverà molte sorprese...Una perla incastonata nella valle in cui scorre il fiume Era, la Valdera appunto. Peccioli è già da tempo tra l’altro bandiera arancione del Touring Club italiano.

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Un' agglomerato di stradine , saliscendi di vicoli che si intrecciano tra loro. Mura che sanno di antico e da dove si sprigionano gli aromi intensi della toscana antica. Voci di persone che si chiamano di corte in corte, sono aspetti che abbiamo perso vivendo in una grande città. Tutto è calma, pace scandita dal lento passare delle ore. Un borgo che sembra deserto a tratti ma come per tutti i piccoli centri è la piazza del paese che brulica di vita...un paese stretto attorno alla sua Chiesa...

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Il territorio di Peccioli risulta abitato fin dal Neolitico (presso il podere Ortaglia in località Le Serre sono state ritrovate asce in pietra verde), ma è soprattutto dal primo millennio a.C. che si registra una fisionomia più definita, con manifestazioni di popolamento etrusche.
Non molto lontane dal borgo nella pianura sottostante, sono state ritrovate tombe etrusche e i ritrovamenti testimoniano che le pendici delle colline del territorio comunale erano luoghi di sepoltura, tranne il sito di Ortaglia, che ha restituito anche informazioni di tipo insediativo, attestando la dipendenza di Peccioli da Volterra fino all’età tardoantica. Inoltre a Celli fu ritrovata una tomba a camera, contenente materiali databili tra la fine del VI e gli inizi del V sec. a.C.

Pochissimi invece i ritrovamenti del periodo romano. In pianura sono state individuate tracce della centuriazione augustea, ben visibili dall’alto, in cui si possono distinguere le parcellizzazioni perfette. Lungo il fiume Era sono stati ritrovati strati con ceramica per cui, vista l’ubicazione, è ipotizzabile la presenza di un insediamento produttivo, una villa romana. L’unica attestazione romana è stata ritrovata sul colle di Peccioli, non in pianura. Si tratta di un’iscrizione romana oggi murata nel Museo Guarnacci di Volterra.

Interessanti reperti sono visitabili all' interno del museo archeologico di Peccioli.

In epoca medievale Peccioli divenne sede di un castello, testimoniato nei documenti a partire dall’XI secolo, quando il Marchese Alberto, figlio del fu Opizzo e membro dell’antica casata degli Obertenghi, nel 1061 offrì al monastero di San Michele di Marturi, presso Poggibonsi, la sua porzione di corti e castelli e cappella poste “in località Petiole”...alias Peccioli.

La Pieve di San Verano è la Chiesa parrocchiale di Peccioli


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È stata edificata probabilmente tra la fine dell'XI e l'inizio del XII secolo e presenta una struttura trecentesca in stile pisano. Ha il prospetto costituito da cinque arcate cieche. Al suo interno sono custodite tre tele del pittore secentesco fiorentino Jacopo Vignali. Si trova nella piazza principale del paese chiamata Piazza del Popolo, dove si può ammirare uno splendido loggiato, il palazzo del municipio e il palazzo pretorio.

Lateralmente ha un bell'affaccio sulla campagna circostante


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Il suo campanile spicca in lontananza, una torre massiccia con una cuspide molto ornamentale.


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Altre immagini...

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Tra squarci di mura si affacciano bellissimi panorami...


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25 marzo 2023 è stato ufficialmente inaugurato il MACCA – Museo D’Arte Contemporanea a Cielo Aperto di Peccioli, che ospita oltre 70 opere d’arte contemporanea.

Tra gli artisti che sono intervenuti in questo borgo lasciando il loro segno ci sono Daniel Buren, Patrick Tuttofuoco, David Tremlett, Hidetoshi Nagasawa e tanti altri. Qui le installazioni invadono ogni angolo del borgo e interagiscono in modo armonico e naturale sia con il paesaggio che con le architetture. L’itinerario di visita inizia dal borgo alto di Peccioli e prosegue nelle frazioni di Ghizzano e Legoli.


Alcune sono veramente particolari...


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Gli occhi degli abitanti
Con una installazione di grande effetto, su un grande muro di Peccioli sono appesi gli sguardi degli abitanti: si tratta delle foto dei volti dei pecciolesi in cui però vengono messi in risalto solo gli occhi. L’installazione è in via Borgherucci ed è stata realizzata dall’artista Vittorio Corsini. Sopra l’installazione campeggia la scritta “La felicità è una via”.


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...un po' inquietante ma di grande effetto, sono i Giganti di Peccioli sono quattro sculture in polistirene e poliuretano espanso, rivestite di fibre di cemento resistente agli agenti esterni. Alte dai 5 ai 9 metri le opere d’arte sono state realizzate nel 2011 da Naturaliter Snc.
Questa è posizionata vicino all’Anfiteatro di Fonte Mazzola, realizzato nel 2007. Costruito con lastre di tufo ancorate al suolo, la sua architettura evoca quella degli antichi teatri greci. A rendere la scenografia ancor più suggestiva è appunto la presenza di uno dei famosi giganti di Peccioli.


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La terrazza sospesa.


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E’ una delle attrazioni principali di Peccioli. Fa parte della struttura del Palazzo senza Tempo, un tempo fattoria, poi nei secoli Palazzo appartenuto a famiglie di primo piano. L’edificio è stato ristrutturato e inaugurato a luglio 2021 grazie all’architetto Mario Cucinella. Ospita mostre temporanee e permanenti. Il pezzo forte è la grande terrazza sospesa da cui si può godere di un panorama mozzafiato, quasi come se si volasse.


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Dalla terrazza si ha lo scorcio del paese...

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All' interno del Palazzo senza tempo vengono esposte mostre temporanee ma vi sono angoli in cui poter trovare tracce del passato di Peccioli ...

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Istallazioni luminose artistiche lungo i vicoli...


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Chiesa della Madonna del Carmine, posta nell' omonima piazza alla fine del centro storico. Un po' defilata da tutto il contesto ma è carina da vedere.

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Con quest' ultima immagine termina qui questo lungo mio monologo.

Arrivederci.
 
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