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i migliori scatti della nostra vita: sezione ALTRO

pmanlio

Active member
Re: i migliori scatti della nostra vita: sezione ALTRO

serbet ha detto:
secondo me sei una sintesi quasi perfetta, se non ti monti la testa...

C'è poco da fare.. la parola scritta inganna!! :p :p
Sul lavoro o sulle questioni molto pratiche sono effettivamente uno che pensa/decide/agisce (mi è costato, ero uno che pensa.. pensa.. pensa.. p..nsa.. ecc.) ma sulla mia vita personale è diverso..

.. almeno ne ho coscienza!!.. :roll: :roll: :roll:

In questi giorni cercherò di divertirmi.. :wink: :wink:

Salutoni!
Manlio
 

elenamaria

New member
Re: i migliori scatti della nostra vita: sezione ALTRO

Serbet, bentornato, e lo hai fatto in modo splendido. E' bellissimo leggere i tuoi "duetti" con Manlio.....
 

serbet

New member
Re: i migliori scatti della nostra vita: sezione ALTRO

Dunque manlio apprezza una citazione positiva dei giovani d'oggi che come giustamente dice sono uguali ai giovani di sempre: forse ciò che è molto diverso è il mondo attorno a loro al quale stanno faticosamente adattandosi.
Ma poichè la storia si ripete mi viene da paragonare i giovani d'oggi al giovane Amleto di Shakespeare.
L’età di Amleto resta un mistero ma almeno all’inizio del dramma è un giovane ventenne è ed anche studente universitario a Wittemberg (poi sembra che abbia 30 anni perché nel V atto, al cimitero, chiede al becchino da quanti anni scavi le fosse, e lui gli risponde che iniziò quando Amleto era appena nato: trenta anni prima).
Paragono Amleto ai giovani d’oggi, con cui ho frequentazione, perché vi è, naturalmente non in tutti , lo stesso dubbio di azione, la stessa incertezza e scarsa fiducia del futuro. E se non c’è più certezza sul futuro perché allora un giovane dovrebbe fare dei progetti? Tutto si sposta su una contrattazione del presente riferita ad un premio immediato e la progettualità viene meno.
Ma siccome non mancano certo capacità e intelligenza questo disimpegno sembra inconcepibile ai loro genitori.
Anche Amleto ha tutto per essere un buon sovrano, cioè realizzare il suo progetto “professionale”.
E’ bello, culturalmente preparato, un raffinato analista, amato dal popolo, ha un suo carisma. Non da ultimo, dotato di fantasia e “pensiero laterale”, come dimostra la trovata ingegnosa della messa in scena che svela le colpe di Claudio. Tuttavia evidenzia delle lacune sul piano dell’efficienza e nei celebri soliloqui si arrovella senza mai risolversi all’azione; anche quando l’occasione sembra presentarsi assai favorevolmente, la manca, come accade nel momento in cui, ormai certo della colpevolezza di Claudio, pur sorprendendolo inerme, ne rimanda l’uccisione.
Questo perchè Amleto è una persona di eccezionale intelligenza e sensibilit? mentre, ci dice Shakespeare, il potere assoluto richiede la capacit? di commettere azioni che spesso sono al limite di un comportamento corretto. Amleto è perfettamente consapevole del bene e del male commesso con ciascuna delle sue azioni, la vendetta non è un comportamento cristiano e Amleto è un principe cristiano.
Sicuramente è quello che in inglese verrebbe definito un “gentleman”. La sua eccessiva attitudine analitica, il suo elevato rispetto per gli altri esseri umani, i suoi valori, lo rendono poco adatto alla ricerca del successo costi quel che costi. E molti giovani oggi che si iscrivono ad es. a Ingegneria vorrebbero far ricerca e non intendono far carriera, diventare manager né comandare dei sottoposti. E questo desiderio di lavorare nel sociale, per cui molti sono attratti da Psicologia, è una cosa meravigliosa e tanti pensano che sarebbe assai meglio andar d'accordo che vincere.
Altra cosa che accomuna Amleto a molti giovani è poi l'incapacità di gestire l’ansia. Diversamente dai tipici eroi della commedia elisabettiana di vendetta, Amleto si interroga su tutto e prova delle forti emozioni, che lo turbano e gli fanno perdere l’equilibrio. Il principe danese ha difficoltà nel gestire lo stress, la stessa difficoltà che serve per sopravvivere ad esempio nello studio universitario che ancora porta oltre il 40% di studenti ad abbandonare. Per non parlare dello stess, una volta laureati, che si deve affrontare nel cercare lavoro dovendo “aggredire” il mercato senza averne spesso la necessaria grinta.
Mi fanno tenerezza (ma anche molta invidia per l’età che vivono) i giovani d’oggi così come l'onesto Amleto che ben li rappresenta.

Scusate la lunghezza e buona settimana amici miei
 

elenamaria

New member
Re: i migliori scatti della nostra vita: sezione ALTRO

Io vedo scritto Serbet ...e corro a leggere. Magnifico ciò che hai scritto; anch'io ho sempre pensato le stesse cose del nostro bellissimo Principe....(naturalmente, tu lo dici molto meglio di me....).
 

fandelmare

New member
Re: i migliori scatti della nostra vita: sezione ALTRO

Sempre profonde le considerazioni di Serbet ma è proprio vero che "ciascun dal proprio cor l'altrui misura". Serbet, infatti nobile, generoso profondo e colto quale è, dà un'interpretazione molto nobile, generosa, profonda e colta del mondo giovanile attuale. In parte posso condividerla ma per molte cose la realtà giovanile di oggi mi sembra piuttosto lontana da quella di Amleto. Troppo spesso certi giovani preferiscono non porsi troppe domande e più che pensare fanno di tutto per stordirsi e non pensare e soprattuto troppo spesso quell'inquietante teschio, più che un interlocutore ricercato, è diventato ahimè una tragica mortifera incombente presenza nella loro precaria esistenza :roll: .
 

pmanlio

Active member
Re: i migliori scatti della nostra vita: sezione ALTRO

Sergio, almeno approfitto della mia mancata partenza per dare dei giudizi qui..
I giovani d'oggi è un tema che si tramanda da sempre (famosa la frase di Platone "Dove andremo a finire con questi giovani d'oggi") ed il tipo di rimprovero che io mi sentivo fare da sedicenne era:

Troppo spesso certi giovani preferiscono non porsi troppe domande e più che pensare fanno di tutto per stordirsi e non pensare

Rimprovero che veniva dai sessantottini..
Ora se guardiamo alla realtà moderna proprio quei sessantottini costituiscono la generazione al potere in Italia, quindi sentire molti di questi (non tutti per fortuna) parlare di ideali e lotte sociali a noi ed agli attuali giovani fa un pò ridere sinceramente.
Penso che per parlare di giovani di oggi occorrerebbe conoscerli, di sicuro sono cresciuti con una grande differenza già rispetto a me: con mamma e papà che lavorano, la televisione ed i videogames come intrattenitori, la palestra o il campo di calcio al posto della strada e dell'aggregazione spontanea che si aveva una volta..
Molti di loro hanno i genitori divorziati, molti sono stati supercoccolati, ma nessuno si è mai sognato di prendere un foglio di carta e fargli costruire un aereo, mentre magari il supervideogames (spesso violentissimo ndr) funzionava da stimolatore, praticamente tutti sono o in casa o in un ambiente controllato..
Gente cresciuta con televisione e film sempre più violenti, con l'abitudine ad una non dialettica tipica del mondo italiano d'oggi, immersa in mille strilli, mille 'devi per essere fico indossare questo..' ed in un vuoto morale spinto che ormai pervade quello che vediamo..
Già qui uno si dovrebbe chiedere, questi ragazzi, futuri precari a vita oltretutto, ma che diritto abbiamo di giudicarli? Che gli abbiamo dato?

Ciò non toglie che la realtà quotidiana non è la televisione: la realtà quotidiana sono le orde di ragazzi, spesso di tutti i colori possibili, che escono dalle scuole di Roma e si precipitano sull'autobus, spesso più rispettosi di tanti anziani superstrilloni, spesso tranquillissimi, spesso lontanissimi da tutto quel razzismo e quella violenza che si imputa loro..
Capiterà il violento, come capitava ai miei tempi (ottanta/novanta) come capitava nel sessantotto, come capiterà nel tremila, ma io sono dell'idea che il violento non sono 'I ragazzi' ma il violento, oltretutto stimolato a mille dal contesto in cui vive: tanti Ultras non hanno sedici anni, ma trenta/quaranta addirittura cinquanta, idem tanti 'neri' 'rossi' ecc.

Ed il disimpegno? E chi si vorrebbe impegnare oggi? In che? Il contesto lo abbiamo creato noi adulti ed è un contesto che rende difficile ogni impegno reale, ai miei tempi (e qui ce lo metto) e soprattutto prima era diverso, erano tempi pieni di stimoli, obiettivi, anche lotte.. qui oggi è tutto disgregato, fine a se stesso.. ma dove vai?

E' da pensarci o no?

Salutoni!
Manlio
 

Leonardo Carboni

Administrator
Staff Forum
Re: i migliori scatti della nostra vita: sezione ALTRO

pmanlio ha detto:
...............................................
Ciò non toglie che la realtà quotidiana non è la televisione: la realtà quotidiana sono le orde di ragazzi, spesso di tutti i colori possibili, che escono dalle scuole di Roma e si precipitano sull'autobus, spesso più rispettosi di tanti anziani superstrilloni, spesso tranquillissimi, spesso lontanissimi da tutto quel razzismo e quella violenza che si imputa loro................................

Manlio

Fa più rumore una lattina vuota calciata in una piazza deserta che mille cervelli in funzione.
Troppo spesso si parla solo della lattina.
 
Re: i migliori scatti della nostra vita: sezione ALTRO

Come non darvi ragione.... A volte io mi chiedo se i ragazzi d'oggi siano felici, se i comportamenti così ribelli di taluni non siano altro che un modo per farsi ascoltare e di urlare quanto siano lasciati a se stessi, immersi in un mondo pieno di materialismo..
In fondo che ideali possono avere...Osservo bambini che giocano fra loro con piccoli pc, che non sanno giocare a nascondino, e la cosa mi rattrista il cuore...
 

pmanlio

Active member
Re: i migliori scatti della nostra vita: sezione ALTRO

scaccomatto ha detto:
In fondo che ideali possono avere...Osservo bambini che giocano fra loro con piccoli pc, che non sanno giocare a nascondino [..]

C'è di peggio, è usuale in una festa di bambini vederli tutti attaccati al loro personale game boy psp ecc. e scoprire che neanche interagiscono tra di loro..
Il tutto nella indifferenza dei genitori..
Una volta mi sono impazzito per farli giocare insieme e mettergli in zucca un pò di curiosità, "Ma come funziona questo coso? Come disegna le immagini?", dopo tanto sforzo si sono ritrovati insieme a disegnar 'pixel' occupando ognuno una serie di mattonelle e scoprendo che si può giocare in compagnia, scoperto questo 'gioco' un secondo dopo la festa è finita, sono andati a casa e la prossima volta torneranno ognuno con il game boy.. così non disturbano..

Manlio
 

fandelmare

New member
Re: i migliori scatti della nostra vita: sezione ALTRO

Caro Manlio, ti risponde un sessantottino che lo è solo per generazione ma che su quell'epoca e su certe sue espressioni ha molte riserve. Insomma, sono uno che, mentre molti altri all'università buttavano le suppellettili dalle finestre si preoccupava di non svuotare la laurea con un piano di studi edulcorato e di comodo, uno che con quattro compagni di studio, tra cui una ragaza tenace ed in gamba che faceva da locomotiva per tutti, aveva un'concetto preciso: avere la possibilità di studiare è già un privilegio visto che non a tutti è permesso. Uno che schifava il 18 politico e chi lo aveva inventato, uno che prendeva appunti poggiando il foglio sulle spalle del collega perchè, per le note carenze strutturali, non c'era da fare altrimenti, uno che una notte si sentì male per aver ecceduto col caffè per darci dentro in vista dell'esame, uno che si vergognava di chiedere i soldi per la benzina della 500 e che annotava le spesucce sul tacquino, uno che trovava qualcosa di più espressivo di un t v b per esprimere il sentimento e soprattutto non aveva bisogno di imbrattare i muri per dimostrarlo, uno che non poteva comparire su you tube per dimostrare che esisteva e che affidava i momenti da ricordare oltre che alla memoria solo a poche foto d'occasione ma soprattutto uno che grasso o magro che fosse, brutto o bello, fortunato o sfigato, a seconda delle circostanze, si è sempre voluto un gran bene e per marcare la propria identità si è servito del carattere, delle parole, del modo di relazionarsi con gli altri e magari, se pure con un look piuttosto anonimo, non ha sentito il bisogno, per farsi notare, di ricorrere a vistose immagini alternative, a piercing o tatuaggi fantasiosi o spaventosi, insomma uno che si conformava alle mode non più di tanto e solo perchè il pantalone a zampa d'elefante poteva essere infilato anche con le scarpe e la camicia attillata sbottonata sul petto magari rendeva l'acchiappanza più facile o almeno così sembrava. Uno che, se pure chiamava i vecchi "matusa" o "fossili", non rasentava con loro il razzismo o peggio li disprezzava e malmenava, uno che, l'unica "polvere bianca" che conosceva, era quella che gli cadeva sui vestiti ,mangiando le pastarelle della domenica. Uno che rimediava al malumore ascoltando un 45 giri e godeva della giornata sfruttando al meglio le ore per ciò che di meglio queste potevano offrire senza confondere i confini che la natura ha tracciato tra mattino, pomeriggio, sera e notte. Uno che capiva di essere in fondo l'ultimo arrivato e comprendeva che il passato non andava tutto buttato ma magari solo corretto. Insomma uno che, al contrario del mitico Vasco Rossi mio coetaneo o quasi, non ha mai voluto una "vita spericolata", di quelle che non dormi mai, di quelle che poi al Roxi Bar si beve Whisky a volontà, ognuno solo...ecc. ecc. e soprattutto non ha mai voluto una vita piena di guai o almeno ha fatto del suo meglio per evitarli. Vedi caro Manlio, a mio modesto avviso, molti guai sono cominciati quando certi psicologi e sociologi di "tendenza" hanno cominciato col "tormentone" delle "colpe della società", del "disagio giovanile", disagio, poi, di giovani, e mi ci metto dentro anch'io, peraltro assai meno disagiati dei loro predecessori, oppresi, questi si, da serissimi problemi esistenziali e soffocati da insopportabili gerarchie gerontocratiche molto peggiori di quelle attuali, e ancora quando questi "Soloni" hanno cominciato a gettare nell'oblio concetti come "responsabilità individuale" "limiti al proprio ego" "rispetto per gli altri" "differenza tra bene e male". Oggi, poi talvolta addirittura si abbattono i confini tra vittima e carnefice, aggressore ed aggredito, spesso si analizzano scrupolosamente ed enfatizzano le motivazioni o presunte tali di chi viola le regole piuttosto che le ragioni del malcapitato che ne patisce le conseguenze. Si è poi aggiunta a guarnire questa "torta pasticciata ed indigesta" quella ciliegina chiamata "cultura del vincente" ed ancora cose come "libera espressione" "cultura alternativa" (spesso pozzo d'ignoranza) si è sostituita quella che una volta era nobile pietà con il disprezzo dello "sfigato" proprio perchè tale. Insomma Io sono uno che da giovane, se si annoiava, devo dire assai di rado, non per questo faceva del male solo per cacciare la noia o si dava ad atti vandalici. Comunque mi ritengo molto fortunato non solo per i privilegi che ho avuto ma anche perchè ne ho sempre avuto la consapevolezza ed in definitiva vorrei che particolarmente quei ragazzi che vedo oggi persi e spersi potessero respirare l'aria che ho respirato io da giovane perchè, nostalgie a parte, confrontata con l'aria pesante di oggi mi sembra quasi un "profumo". Ho iniziato dicendomi sessantottino solo per generazione e concludo facendo muovendo una critica severa proprio a quella generazione sessantottina che troppo spesso si è contraddetta o peggio a si è rifiutata di crescere pensando di fermare il tempo in un eterno giovanilismo e disorientando cosi questi "cuccioli spaesati" d'oggi che non hanno bisogno solo di compagni di gioco, amici, complici fratellini magiori o surrogati tecnologici, ma anche di padri e madri che accettino e soprattutto sappiano far frutto del proprio carico di anni e di esperienze facendo da punto di riferimento. Non conosco la ricetta per essere un bravo genitore e forse questa ricetta nemmeno esiste, ma se c'è, credo che in giuste dosi quel piccolo monosillabo "no" ne debba far parte meglio ancora se condito con una buona dose di "perché" che quei "no" vanno a motivare. Se le ragazzate e le marachelle di una una volta sono diventati bullismo delinquenza e vandalismo, se le goliardate del passato oggi talvolta rasentano la perfidia, se la tipica indigenza giovanile sfocia talvolta in rapina e soprattutto se tanti giovani corpi vengono sacrificati sugli altari dell'appiattimento psicologico e culturale, della mercificazione, dello sballo, della droga, dell'anoressia o in casi estremi del suicidio, che non è solo quello che si concretizza in pochi istanti ma è anche quello che si nasconde dietro il disprezzo del pericolo e quindi della vita, anche se non siamo ancora, per fortuna, di fronte ad un'epidemia sarebbe meglio cominciare a pensare ad una vaccinazione di massa che dia a questi ragazzi efficaci anticorpi. Ciao. P.s. Con ciò che mi hai coinvolto a scrivere mi sento proprio un "dinosauro" :roll: ma almeno sono vivo e vivace, sempre meglio che essere un inerte fossile :wink: .
 

pmanlio

Active member
Re: i migliori scatti della nostra vita: sezione ALTRO

Sergio, siamo solo alla seconda parte della nostra giovinezza!! (Pur essendo invece OT di brutto in questo post!! :wink: :wink: :wink: )
In fondo non scrivi cose molto diverse da me: più che parlare dei giovani d'oggi occorre parlare dell'educazione di quelli di ieri, e di quello che questi, diciamolo con il cuore, privilegiati, danno o non danno ai loro figli..
Ricordando che chi entra nel mondo del lavoro oggi, dopo anni di vizi e vizietti giovanili, ha davanti decenni di precariato, stipendi ridicoli, sacrifici su sacrifici con l'impossibilità, rimanendo in Italia, di costruire nulla.. mentre quei sessantottini del sei politico hanno avuto ben altro a disposizione..

Salutoni!
Manlio

ps: io feci un piano di studio con difficoltà.. da fantascienza!! Ma non mi pento.. :wink:
 

elenamaria

New member
Re: i migliori scatti della nostra vita: sezione ALTRO

Sergio, in quante delle cose che hai scritto mi sono ritrovata....in tante sono d'accordo con te, se non in tutte. Mi piacerebbe approfondire, ma temo che l' ot sia ormai super ot.
Questo post, per me, è di un valore culturale e umano raro, ed io sono felice quando posso leggervi (anche se a volte mi sento davvero un'ignorante in confronto a voi).
 

fandelmare

New member
Re: i migliori scatti della nostra vita: sezione ALTRO

elenamaria ha detto:
Sergio, in quante delle cose che hai scritto mi sono ritrovata....in tante sono d'accordo con te, se non in tutte. Mi piacerebbe approfondire, ma temo che l' ot sia ormai super ot.
Questo post, per me, è di un valore culturale e umano raro, ed io sono felice quando posso leggervi (anche se a volte mi sento davvero un'ignorante in confronto a voi).

Luciana, consolati pure ! Anche noi ci sentiamo ignoranti rispetto ad altri ed è questo che ci fa venir voglia d'imparare sempre :roll: . Ciao. :wink:
 

pmanlio

Active member
Re: i migliori scatti della nostra vita: sezione ALTRO

fandelmare ha detto:
Luciana, consolati pure ! Anche noi ci sentiamo ignoranti rispetto ad altri ed è questo che ci fa venir voglia d'imparare sempre :roll: . Ciao. :wink:

Ognuno di noi è maestro ed ignorante nel contempo.. vale per tutti, basta pensare a tutta la conoscenza che può avere una persona anziana (novanta anni ad es.) magari vissuta in un paese piccolino senza mai aprire un quaderno o un libro. Tutto quel patrimonio di storie, vita, di cose viste in realtà ormai scomparse, tutte cose che noi non potremmo forse più capire, e per farlo abbiamo bisogno di sociologi, storici ecc.

Tornando per un attimo al topic, questa foto l'ho chiamata 'Mondi':

2207023278_27440f725d_b.jpg


Scattata a Sharm a parer mio sintetizza parte del discorso che abbiamo fatto oggi, ma solo parte di esso..

Salutoni!
Manlio
 

serbet

New member
Re: i migliori scatti della nostra vita: sezione ALTRO

Eilà, sapevo che introdurre il tema dei giovani avrebbe stuzzicato e vi siete lanciati davvero alla grande.
Sui giovani naturalmente si può dire tutto ed il suo contrario e le lamentele dei senior risalgono ai tempi di Cicerone, via via attraversando i secoli.
Leggete questo strambotto

Io spero, e lo sperar cresce’l tormento:
io piango, e il pianger ciba il lasso core:
io rido, e el rider mio non passa drentro:
io ardo, e l’arsion non par di fore:
io temo ciò che io veggo e ciò che io sento
ogni cosa mi dà nuovo dolore;
così sperando, piango, rido e ardo,
e paura ho di ciò che io odo e guardo.


Ebbene di ciò si lamentava nella Firenze del cinquecento, un maturo Niccolò Machiavelli mentre fioriva un Rinascimento che avrebbe stupito il mondo, irripetibile per la concentrazione di ingegni e di artisti, dal giovane Raffaello a Leonardo, da Michelangelo a Tiziano, mentre Lorenzo il magnifico sponsorizzava artisti e letterati.
Cosa dovremmo dire noi oggi, aimè!

Allora, signori miei, di poche ma alcune cose sono sicuro: la prima è che “i giovani” non esistono.
Questa è una categoria statistica, un’entità sociologica, un’idea platonica, per me sono Elena, Sergio, Manlio, Luigi, Leo, Francesco, Rodolfo, Sara, Luigi, Vanessa, Samantha con l’acca o senza l’acca, Piersilvio e Pierpiero, Romina e Celestino, Ylenia e Yoruz,………….
E ciascuno può essere top o down, carabiniere o ladro, ma soprattutto quello che altri hanno contribuito a farli diventare ed essere.
Intendo, e su questo sono pronto a scommettere una cena, che se i figlioli di elenamaria, di fandelmare, i nipoti di manlio e mi fermo a quelli con cui ho maggiore frequentazione, sono dei bravissimi figlioli, voi dite che è un caso, che si tratta di fortuna, che era il DNA ?
Educare un giovane è impegno e fatica, non li aiutiamo né col generico buonismo di chi vuole essere "amico" né rompendo le scatole in modo asfissiante e continuamente ricordando les neiges d'antàn ed i bei tempi che furono; occorre quello che i greci chiamavano katametròn, la giusta misura e questa è una ricerca quotidiana maledettamente difficile del mestiere di genitore o di educatore o di zio, conte o non conte.

I giovani con i quali mi trovo a lavorare sono seri ed impegnati, sono quelli della foto, che vanno tre giorni autofinanziandosi ed organizzandosi rinunciando alla gita scolastica, sopra le montagne del Trentino, per lavorare alla conoscenza di sé. Ma potremmo essere a Bracciano, a Cagliari, a Modena, in valle d’Aosta, a Benevento o altrove.

Sono quelli che mi danno speranza, che potrebbero essere nostri figli, son coloro ai quali lascio volentieri il testimone del mio film ormai al secondo tempo (speriamo in lunghi titoli di coda...) con la speranza che facciano meno danni di quelli che ha combinato sulla terra la nostra generazione di adulti.
Ma senza fare i falsi modesti o l’angelo ritroso nel dipinto del Beato Angelico, se come padri abbiamo lavorato bene che ci si prenda merito, e bè, bè cara signora Cecioni effettivamente non posso lamentarmi e sono fiero di mia figlia (e di me stesso) e torniamo a casa stasera con dù pastarelle e dù bignè per la consorte, crogiolandoci dei complimenti.
Che sono sempre una buona iniezione di fiducia in questa valle di lacrime.


img2060l.jpg
 

fandelmare

New member
Re: i migliori scatti della nostra vita: sezione ALTRO

Cari amici :) , siamo tutti molto sensibili, un po' professori, un po' filosofi, un po' sociologi ecc. e ci piace volare alto con pensieri e belle parole ed in questo "parlarci addosso" mi ci metto io per primo, ma se oggi, più che in passato, si parla di "emergenza educativa", ci sarà pure qualche motivo. Indubbiamente i bravi ragazzi che si prodigano in volontariato o si applicano volenterosamente negli studi non fanno notizia come le mele marce, ma resta il fatto che in certi casi occorrerebbe aggiornare oltre che le leggi ed il modo di regolarsi in relazione a certi fatti anche la stessa terminologia. Ieri in pieno centro a Napoli (piazza del Gesù) una giovane ventitreenne e due diciassettenni hanno spaccato il setto nasale ad una vigilessa che le aveva fermate, chiedendo loro i documenti, perchè erano in 3 su un motorino senza casco, ed oltre a questo hanno devastato gli uffici dei vigili e ferito anche gli altri vigili intervenuti per difendere la collega: ebbene, non accetto che i media indichino col solo termine "minorenni" le due diciassettenni, peraltro trovate anche in possesso di armi improprie :twisted: ! Personalmente intendo compenetrarmi prima nel disagio "fisico e materiale" di quella vigilessa col naso rotto :roll: e poi... molto poi :evil: , nel disagio "psicologico e sociale" di quelle proterve ragazzine imbecilli. Troppo spesso, in virtù di certe teorie molto "sessantottine" tanto assolutorie, ma soprattutto troppo "teoriche ed astratte" quel presunto disagio psicologico e sociale è diventato garanzia d'impunità e giustificazione per ogni infrazione di regole. Cominciamo a chiamare fatti e persone con nomenclatura più appropriata ed in questo caso, quindi, chiamiamo le due "erinni" delinquenti prima che minorenni e poi non cadiamo nel ridicolo con mezzi di correzione "deamicissiani" ed assolutamente inadeguati rispetto alle circostanze; solo perchè diciassettenni ovviamente si è disposto (e giuridicamente non si può fare diversamente) che le due "furie" venissero affidate ai genitori, che peraltro in certe realtà estremamente degradate sono peggiori dei figli. In questo caso, cosa facciamo alle due bimbette discole ? Una tiratina di orecchie ? Magari dicendo loro: "Biricchine non lo fate più!". Amici, quante volte oggi si sente quella frase: "Il clima è proprio cambiato, non ci sono più le mezze stagioni !" :lol: Ovvietà meteorologica in cui forse si cela qualcosa di vero; ebbene per analogia, purtroppo, in certi casi, dovremmo cominciare a dire :( : "Non c'è più adolescenza e giovinezza ! Si passa brutalmente da un'infanzia senza favole alle peggiori asprezze di un'eta che dell'età adulta ha tutte le deformazioni senza averne il calmiere della maturità. Caro Serbet è molto bella la foto che hai postato: studenti sorridenti tra i banchi. Quella è certamente una delle realtà, ma purtroppo ce ne sono anche altre :( Se sapessi farlo, io posterei anche qualche altra immagine presa, magari, da certe strade, da certi quartieri, dall'uscita di qualche locale, da un Rave party o magari da you tube, sconfinata piazza virtuale dei giovani. Andrei, però, certamente in OT, perchè temo che quelli non sarebbero certo "i migliori scatti della nostra vita". Guardiamo, pertanto questo bicchiere che, magari, una volta ci sembrerà mezzo pieno ed un'altra mezzo vuoto, però guardiamolo, perchè, ci piaccia o no, dentro c'è il futuro che ci toccherà bere :roll:. Per questo non penso che i giovani siano solo una categoria "astratta": se i vecchi sono il passato e la memoria i giovani sono il futuro, migliore o peggiore che sia; per usare termini marinareschi, appropriati al forum, se vogliamo capire dove va la nave guarderemo a prua e non a poppa ed è ovvio che i nuvoloni lasciati a poppa mi preoccupano meno di eventuali fulmini o peggio della nebbia avvistata a prua. Voglio dire, cioè, che gli errori dei vecchi, anche se notevoli e gravidi di ripercussioni, mi preoccupano meno perchè appartengono al passato, a qualcosa che, insomma, ci lasciamo alle spalle, ogni anziano con i suoi pregi ed i suoi difetti, per legge di natura, prima o poi lascia il campo a chi arriva dopo ed è costui che innanzi a se ha invece tutto il tempo e le potenzialità per costruire o distruggere ed è per questo che osservo con grande interesse il mondo giovanile, molto pragmaticamente cerco d'indovinare ciò che sarà. Ho sproloquiato e me ne scuso :oops:, chiudo pertanto con un: "Su con la vita!.. Ma soprattutto al passo con i tempi". Anche se magari, a chi ha più di qualche primavera, può venire un po' d'affanno :wink: . P.s. Mentre scrivo va in onda in Tv un servizio che afferma che gli adolescenti italiani sono i più viziati d'Europa :roll: .Peccato ! Sono nato italiano ma, ahimè :( , sono stato adolescente quando furoreggiava quell'improvvido: "mazze e panelle fann'i figlie belle...panelle senza mazze fann'i figlie pazze !" Direbbe un teenager d'oggi:"Che sfigato!" :lol: :lol: :lol:
 

pmanlio

Active member
Re: i migliori scatti della nostra vita: sezione ALTRO

Sergio, una realtà non esclude l'altra, ma la domanda rimane questa: tra cento giovani quanti randellano la vigilessa?
Ci sono, ma saranno due/tre, che in una città come Roma ad es. di milioni di abitanti, fa violenza eccome, ma rimangono due/tre su cento..
Il discorso del disagio sociale forse l'hai capito male, io affermo che la colpa non è loro, ma questo non toglie che i tre Tizi che citi li avrei messi in carcere per due anni..
E' vero che quando leggo che un 'ragazzo' di trenta anni, fatto di cocaina, investe ed uccide due ragazze di diciotto ed esce subito dal carcere mi incacchio..
Mi incacchio perchè esce, ma anche perchè la stampa lo definisce 'ragazzo', il senso di 'Mondi', la foto che ho messo sopra, è che quel bambino, di dieci max dodici anni, costretto a lavorare dal bisogno di un paese povero, è cento volte più adulto di molti dei nostri venticinquenni..
In Perù vi sono dodicenni che hanno fatto carriera nel sindacato, nella Napoli degli anni cinquanta gli 'scugnizzi' erano già uomini pronti a prendere sulle spalle delle responsabilità, come lo era mio padre ed il tuo..
Purtroppo una società che tratta i bambini da bambini, gli adoloscenti da bambini, gli uomini (questo sei a venticinque anni) da bambini, produce solo esseri incompleti, inadatti ad affrontare la vita. Questo tutta la 'linea educativaì che citi te, che è poi mammismo in chiave moderna, lo dimentica..
Ma ripeto, gira che ti rigiri, le mele marcie sono tre forse cinque, su cento, gli altri no..

Salutoni!
Manlio
 

serbet

New member
Re: i migliori scatti della nostra vita: sezione ALTRO

Caro fandelmare capisco il tuo discorso.
E anche se parlo di greco e di latino, poi m’incazzerei di brutto per i fatti che citi.
Però non se ne esce: possiamo essere responsabili di noi stessi ed, in parte, dei nostri figli non dell’altrui prepotenza. La differenza tra Napoli e la Svizzera non è nella delinquenza congenita degli abitanti ma nel far rispettare la legge o meno. Per un vigile aggredito in Svizzera vai in galera per dieci anni e ci resti.
Quindi si torna d’accapo: la colpa è dei giovani o di chi permette loro certi comportamenti? Ecco cosa mi è insopportabile come te, la tolleranza e l’impunità.
E quando eravamo noi figli, non ne avevamo molta di tolleranza, né da nostro babbo né dal vigile urbano, né dal maestro elementare epperò siamo venuti su benino lo stesso.
Amico mio, la saggezza sta nel prendere alcune distanze emotive perché altrimenti stai solo male. E quando penso a Napoli non penso agli scippi ma a quei giovani meravigliosi che ho conosciuto a San Giorgio a Cremano che lavorano come volontari.
Dice bene manlio mi sa che si parla sempre e solo dei delinquenti napoletani e non dei tanti altri silenziosi: e l'hai detto anche tu fan citando Shakespeare "are empty boxes that make most noise".
Propongo i principi della psicologia positiva, anche perché la cosa davvero importante e preziosa è il tempo e la nostra serenità. Seligman nel suo libro "La costruzione della felicità" suggerisce, facile da dire ma non da fare:

? Smettere di rimuginare sui torti subiti (se puoi risolvere il problema sorridi, se il problema non può essere risolto sorridi)
? Riflettere su ciò per cui si può essere grati nella vita
? Impegnarsi a ricordare solo il positivo
? Reagire al senso di impotenza considerando gli eventi negativi solo transitori e quelli positivi permanenti
? Definire il problema limitato in quell'ambito e non permettere che anche tutto il resto vada in crisi (decatastrofizzare)
? Prendere le distanze dalle accuse infondate che ci rivolgono altri
? Combattere i pensieri negativi creando alternative
? Assaporare il presente calandosi totalmente in ciò che facciamo
? Regalarsi una bella giornata al mese
? Coltivare la cordialità, filantropia, capacità di amare e lasciarsi amare, capacità di sacrificio, compassione
? Potenziare le proprie qualità personali quali: amore per il sapere, curiosità, apertura mentale, originalità, intelligenza emotiva, onestà, senso del dovere, giustizia, autocontrollo, capacità di apprezzare la bellezza
? Trasformare il proprio lavoro in vocazione vedendolo come contributo al bene comune
? Circondarsi di persone positive
? Usare le proprie potenzialità personali al servizio di qualcosa di più grande di sé
? Avere uno scopo esistenziale di conseguenza crearsi gratificazioni attraverso un'attività finalizzata a nobili scopi


Un abbraccio virtuale da uno del nord che vorrebbe vivere al sud, anche se poi m’incazzerei di più.
adda passà a' nuttata
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