Re: Esperienze... fluviali
La crociera (se di crociera si può parlare) sul fiume Niger risale ormai al lontano 2001. E’ stata della durata di quattro giorni (e tre notti) e faceva parte di un viaggio più lungo in Mali.
Dopo aver raggiunto la capitale maliana, Bamako, con un volo da Parigi, abbiamo iniziato il nostro viaggio alla scoperta di questo Paese. Fiore all’occhiello del viaggio, il trekking sulla falesia di Bandiagara per osservare la vita del magico e antichissimo popolo dei Dogon.
Altro punto forte, la discesa del fiume Niger. Siamo partiti dal porto della cittadina di Ségou e abbiamo terminato il nostro viaggio al porto di Kouriomé da dove, con un viaggio di pochi chilometri, siamo entrati nella mitica città di Timbuctù.
Per raccontare degnamente questo viaggio sul fiume Niger, bisogna iniziare a descrivere l’imbarcazione che ci ha trasportati: dimenticate suite e cabine con balcone, ristoranti, bar, spa… insomma dimenticatevi di tutto. La pinasse, l’ imbarcazione tipica che noi abbiamo utilizzato, è una piroga (a motore) in legno, della lunghezza di circa 15 metri, provvista di una copertura di legno e di paglia. A prua, sta seduto il comandante/pilota/armatore, a poppa è allestita una piccola cucina da campo, perché, durante la navigazione, i pasti vengono preparati e consumati a bordo. La sera, invece, la pinasse viene “ormeggiata” a riva (in un punto qualsiasi, non con tappe prestabilite) e si prepara il campo per trascorrere la notte: si montano le tende, si prepara un falò e i due cuochi/lavapiatti/mozzi (in pratica dei “tuttofare”) organizzano la cena. I pasti erano sempre a base di pesce, il mitico capitaine, acquistato direttamente dai pescatori incontrati lungo il fiume.
Durante la giornata erano previste alcune soste nei villaggi. Queste soste servivano all’equipaggio per rifornirsi di verdura fresca, di acqua e di tutto ciò che occorreva, mentre per noi turisti era un’ottima occasione per curiosare in giro e per conoscere un po’ più da vicino gli abitanti del luogo.
Il Niger è, dal punto di vista dei trasporti e degli spostamenti, la colonna vertebrale del Mali e dei Paesi bagnati dalle sue acque e quindi sul fiume e sulle sue rive si ha modo di vedere l’umanità più varia: genti delle varie etnie che compongono il Paese, commercianti Bambara, pastori Peul, pescatori Bozo ed anche i favolosi Tuareg, gli uomini blu.
E’ stata un’esperienza affascinante e inusuale. Ho ricordi indimenticabili della vastità del cielo stellato, del silenzio quasi irreale che ci circondava e soprattutto delle persone che ci avvicinavano, anche nei luoghi più solitari, per salutarci e regalarci un sorriso. Un momento molto particolare e in qualche modo emozionante è stato durante la preparazione del nostro primo campo. Stava scendendo la sera, dall’orizzonte spunta un puntino che pian piano si avvicina. E’ un uomo che, solo, cammina lungo il fiume. Ci raggiunge, ci saluta e continua il suo cammino fino a sparire. Dal nulla era arrivato e nel nulla è tornato.
Accipicchia che nostalgia! Mi sa che oltre la crocierite, ho preso anche il mal d’Africa!