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Allure Of The Seas - Key West + Caraibi Occidentali - 1-11 Novembre 2018

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.

cero80

Active member
Eccomi qua a scrivere un altro diario di vacanza, nata un po' così per caso e per incoscienza, senza pensarci tanto, anzi non pensandoci proprio. E' il racconto di un viaggio, un piccolo on the road più crociera fuori stagione, fuori controllo e fuori dai nostri canoni; in queste occasioni puoi ritornare a casa e chiederti chi me l'ha fatto fare oppure capire che è stata un'esperienza di quelle che ricorderai, non ci sono mezze misure, non sono possibili. Proprio no.

Perdonatemi se non sarò puntualissimo e se ritarderò nella pubblicazione, dovevo comunque prendermi un impegno e con questo primo messaggio l'ho fatto. Come sempre ho l'opportunità di prendere così tanti spunti da questo forum che lasciare un contributo diventa doveroso, oltre che piacevole.

Da dove partiamo? Beh, direi di partire da Amsterdam, più precisamente dal Noordzeekanaal, ancora più precisamente da uno dei ponti di MSC Magnifica; proprio qui io e mia moglie, presi ad osservare il lento riempire delle chiuse che separano i Paesi Bassi dal Mare del Nord, riflettiamo e ci diciamo che finalmente abbiamo svoltato: i bambini sono al Miniclub, la crociera è andata alla grande ed abbiamo esplorato molti bei luoghi in libertà, senza le ansie che finora ci hanno accompagnato (avranno pazienza? Mangeranno? Dormiranno? Si annoieranno? Si divertiranno? e milioni di altri dubbi). Scialla! Parola in uso ai giovani (non so se ancora attuale) ma accolta anche dall'Accademia della Crusca, ecco la risposta! Tutto è andato alla grande, già la sera precedente hanno cominciato a piangere perché oramai resta solo da ritornare a casa, quindi di che preoccuparsi ormai? Possiamo finalmente allargare gli orizzonti e pensare con più serenità alle vancanze future perché, almeno per il futuro delle vacanze credo sia obbligatorio pensare con serenità!!!

Di qui in poi iniziano le scelte scellerate causate da un altro grande grande errore: iscriversi alle newsletter di tutte le compagnie crocieristiche. Non lo dovete fare, causa grossi problemi e ti manda in bambola il cervello: questa volta mi scrive la Signora Royal Caribbean e mi dice che se avessi voglia di andare ai caraibi potrei farlo con i bambini gratis ed una bella cabina col balcone ad un prezzo più basso di quanto spenderei alla Pensione Mariuccia a mezza stagione in una qualsiasi delle nostre località balneari.

A Crociera, tu me provochi, ma io te prenoto!!!!!

Poi vabbè, c'è il volo aereo, c'è la settimana di lavoro perso, c'è il fuso orario, ci sono i nonni che si incavoleranno perché gli porti i nipoti dall'altra parte del mondo, ma ormai il danno è fatto: caparra versata, poi ci si penserà. Anche perché, fattore fondamentale per la scelta, si sale in Classe Oasis, Allure of The Seas, sai che effetto sui bambini? Già sbavavano di fronte al video promozionale confezionato per loro da MSC per Meraviglia, figuriamoci cosa faranno di fronte a questo mostro dei mari!

Facendo due conti, Crociera di 6 notti da lunedì 5 a Domenica 11 Novembre, col giorno di ognissanti di giovedì, occasione perfetta per abbinare una 4 giorni in Florida per ammortizzare il fuso e le ore di volo; il rientro di lunedì e la scuola subito il giorno dopo? Ma i miei bimbi sono giovani e forti, che problemi avranno mai?:rolleyes:

Da lì poi partiranno settimane di ricerche sul web per trovare la quotazione giusta del volo, autonoleggi, hotel, per cercare di minimizzare le incertezze sul nostro tragitto e soprattutto la spesa complessiva, che potrebbe diventare incontrollata. Poi i soliti problemi lavorativi che minacciano la partenza, i piccoli malanni che rischiano di diventare grandi, le chiacchiere del paese (piccolo e periferico) su quelli che se ne vanno in America mentre noi lavoriamo, un serbatoio dell'auto a Gasolio che si riempie di benzina il giorno prima della partenza, finché si arriverà al

1° Novembre

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Ore 4.30, bimbi infilati in macchina in pigiama, dove li aspettano un pinguino ed un delfino presi con la raccolta punti della Coop (furbi eh?), e partenza per Fiumicino dove ci aspetta il nostro volo Alitalia (per noi Delta) diretto Roma Miami. Nella borsa 8 panini all'olio, 8 panini alla marmellata, biscotti, crackers, banane, frutta secca, barrette varie, che almeno se non dovessero gradire niente di tutto quello che troveranno, almeno qualcora metteranno nello stomaco.

Bene, bene, bene, tutto molto bene!

Controlli, check in, e via verso l'imbarco. Si parteeeee!!!!!!!

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cero80

Active member
Grazie a tutti per la fiducia! Cercherò di fare il possibile perché stavolta voglio provare a postare più foto e probabilmente ci metterò un po' di più.

Inviato dal mio SM-A520F utilizzando Tapatalk
 

cero80

Active member
Eccomi qua.

Ripartiamo dal volo, molto tranquillo, con i bambini felici di poter giocare non i loro monitor personali integrati nel sedile ma che si rifiutano di dormire per tutte le 10 ore di volo. Che effetto strano! ormai erano 8 anni che non ci concedevamo un volo così lungo e me lo ricordavo molto più noioso e faticoso! Sarà perché i ritmi sono cambiati, forse perché lo spirito di sacrificio è aumentato, una volta non eravamo abituati ai tempi morti e la vita era molto più frenetica, adesso accettiamo di buon grado i momenti statici, abituati come siamo a correre di qua e di là per soddisfare tutte le esigenze del quotidiano. Forse è effettivamente più semplice del previsto? Ad ogni modo all'arrivo sbrighiamo con inaspettata rapidità i controlli doganali e camminiamo lungamente nel terminal aeroportuale per raggiungere il Car Rental Center dove impieghiamo per ritirare l'auto più tempo di quanto necessario per tutti i controlli di frontiera (e come al solito ci facciamo fregare con tutti gli optional, assicurazioni, carburanti, ecc... venduti dall'addetto dell'autonoleggio).
A questo punto salgono in cattedra i bambini che di fronte ad una fila di grandi SUV saranno gli addetti a scegliere l'auto che li porterà in giro per 4 giorni: la prescelta è una Dodge Journey bianca con un bagagliaio adatto per un trasloco e quindi il primo loro desiderio (di andare in giro con un rosso fuoristrada) viene realizzato: bambini felici, bambini tranquilli!

Usciamo dal Centro noleggi e la bella luce della Florida che ci aveva accolto all'atterraggio se ne era andata, lasciando posto alla notte umida e appiccicosa; dopo un paio di svincoli sbagliati arriviamo a MIami Beach, dove avevamo prenotato il primo hotel, fiduciosi di poter trascorere una serata non nella movida ma almeno tra i locali di Ocean Drive o Lincoln Road. Putroppo siamo stremati e la realtà prende il posto delle idee e ci ritroviamo alle 8.30 di sera seduti su di una panchina del lungomare di Ocean Drive a mangiare i panini portati da casa, immersi in una bolla di stanchezza. Ci affacciamo in spiaggia, come a voler guardare verso casa, ma l'oscurità del cielo notturno coperto di nubi non ci fa neanche scorgere il mare, come a voler dare un taglio netto: "Tranquilli! Godetevi la vacanza".


2 Novembre

I letti Queen size me li ricordavo più grandi, ma tant'è, avremmo dormito per una settimana! Ahinoi i bimbi non sono d'accordo ed alle 3.49 due vocine ci avvertono che non hanno più sonno [smilie=mattoni[1].:
Con calma quindi ci alziamo tutti ed usciamo. Non è che alle 5 di mattina a Miami Beach ci sia molto da fare, le uniche attività possono essere evitare di scontrarsi con giovani ubriachi barcollanti e calpestare vetri rotti, quindi l'unico luogo sempre aperto e piacevole resta la spiaggia; che bella senzazione l'aria di mare il 2 novembre! Ci godiamo un'alba nuvolosa accompagnati dalla brezza del mare, i bimbi raccolgono conchiglie e corrono sulla sabbia bagnandosi nell'oceano gelido e diamo inizio alla nostra vacanza: anche se anticipato, la Florida ci da il benvenuto!

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cero80

Active member
Dopo il risveglio in spiaggia, rientriamo in hotel per fare colazione. Fortunatamente già alle 6.30 il piccolo angolo cucina del nostro buotique hotel in stile "Art Deco" (per me vuol dire "vecchio", ma sono gusti personali:D ) era già aperto e ci siamo serviti con pane tostato, marmellata, caffé e succhi di frutta. Chissà perché in America (o almeno in Florida) esiste un unica marca di marmellatine monodose e di bustine di zucchero? Comunque, dopo colazione decidiamo di partire per il nostro tour, non trattenendoci ulteriormente a Miami. Questa città, la porta dell'America Latina per gli USA non mi aveva fatto innamorare 10 anni prima e non mi ha convinto neanche stavolta; certo che il tempo a lei dedicato in questo viaggio è stato pochissimo ma il colpo di fulmine non c'è stato, come difficilmente può scattare con una qualsiasi metropoli americana salvo rare eccezioni: Miami Beach con i suoi eccessi commerciali, Miami con ancora troppe disparità e segni ancora evidenti di degrado.

Saliamo sul nostro Doge e ci dirigiamo verso sud. La prima tappa è alle porte delle Everglades. Il Parco Nazionale, che a parte della rete di aree protette degli Stati Uniti d'America, racchiude la parte più meridionale della Florida ed accoglie un'area umida dove acqua e terra di alternano e sosttuiscono in base alla stagione. La vegetazione è lussureggiante e la fauna accoglie molti animali che da noi non abbiamo la possibilità di vedere, come gli Alligatori. Avendo due bambini e poco tempo a disposizione, decidiamo di non andare all'esplorazione del Parco Nazionale ma visitiamo una Farm, situata poco fuori dal perimetro del parco, che possa far divertire i nostri piccoli. Inoltre, non essendo all'interno dell'area protetta, la fatoria offre anche la possibilità di effettuare giri in Airboat, vietati all'interno del Parco.

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Essendo così mattinieri, raggiungiamo Homestead e la Everglades Alligator Farm poco dopo l'apertura, in modo da poter visitare tutto quanto con calma e comodità. Nell'ordine assistiamo ad una spiegazione sulle tipologie di serpenti presenti nell'ecosistema delle Everglades, di cui capiamo poco visto che la guida parlava un inglese molto veloce, facciamo un giro molto umido sull'airboat, osserviamo uno spettacolo con gli alligatori, facciamo un giro per la fattoria in mezzo a serpenti, volatili, rettili vari ed emu, ai quali diamo da mangiare ed infine ci godiamo lo spettacolo di una miriade di alligatori che si alzano per azzannare i topi morti che il custode lancia a loro. Gli alligatori sono un pezzo di preistoria: non si sono praticamente evoluti, hanno un cervello piccolissimo e vivono praticamente di solo istinto. Non sono ammaestrabili e Sono guidati dalle uniche esigenze di nutrirsi e riprodursi. Sono presenti in America ed in Cina e differiscono dal coccodrillo per alcune caratteristiche tra le quali l'habitat, acqua dolce per l'alligatore e salata per il coccordillo, muso, largo dell'alligatore e stretto del coccodrillo, nonché le dimensioni maggiorni del coccodrillo. Diciamo che non è stata proprio un'esperienza autentica, ma di sicuro è stata divertente soprattutto per i bambini che hanno potuto toccare e tenere in mano i rettili e camminare liberamente in un ambiente protetto (all'esagerato costo totale di complessivi $ 82).

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Si è fatta l'ora di pranzo e ci dirigiamo verso Florida City/Homestead, agglomerato urbano a sud di Miami, alle porte della Highway che va verso le isole Keys, farmandoci prima ad un mercato, con prezzi da boutique, che vende frutta e verdura biologia e locale, dove acquistiamo qualche frutto da consumare in queste giornate di viaggio. Proviamo la Guava, un incrocio agrumato tra una mela ed una pera, ma meno buono di entrambe ed acquistiamo un cesto di mini banane locali per i bambini, scimmie come sono.

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Ci fermiamo poi in una zona commerciale nella quale non troviamo di meglio di una pizzeria take awai dove acquistiamo una margherita e una pizza hawaiana che purtroppo mangeremo seduti sul marciapiede. Stremati e delusi, con i bambini abbastanza stressati dalla situazione, ci mettiamo sulla strada per Key West, dove avevamo già prenotato l'hotel per le due notti seguenti.

Key West, il cui nome non rappresenta almeno originariamente un indicazione geografica ma è un inglesizzazione del nome spagnolo "Cayo Hueso" (isola delle ossa) è un mondo a sé all'inerno del territorio americano. Rappresenta il punto più a sud degli Stati Uniti raggiungibile via terra ed è il capoluogo di un area che comprende l'arcipelago delle Isole Florida Keys. Le 1700 isole, alcune abitate e molte altre selvagge, sono collegate al continente americano mediante una Highway, la US1, composta da un susseguirsi di ponti e viadotti, costruiti sulla traccia e sui resti della ferrovia che fu creata a cavallo dell'inizio del diciannovesimo secolo da Henry Flager. La sola strada vale il viaggio: una semplice carreggiata a doppio senso, da percorrere a velocità rilassate americane, dove in alcuni punti sembra di essere sospesi nel Mar dei Caraibi.

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Il meteo non promette niente di buono ma, con l'aiuto di due bei caffè americani da asporto, per le 16.30 arriviamo in hotel, fronte mare e lontano dal centro di Key West, ma con Camere ampie e con una comoda navetta che ci accompagnerà nel vivo del centro città.

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Era tanto tempo che ci pensavo: il famoso tramonto di Key west. Dieci anni fa lo perdemmo per via di problemi di parcheggio: io che mi ero incaponito per vederlo e mia moglie che voleva godersi la vacanza; il risultato fu una bella litigata ed un tramonto perso. Quest'anno i ritmi sono necessariamente più rilassati e mi son detto che come andrà, andrà. Anche perché una bella tempesta tropicale ci attende poco dopo il nostro arrivo in Mallory Square, che ci farà perdere il tramonto, ci impedirà di passeggiare tra i locali ed i negozietti e ci costringerà ad andare a cena molto presto, in un locale di cucina cubana in cui mangeremo molto bene!

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La tempesta passa e ci dirigiamo verso il punto dove la navetta dell'hotel ci riporterà a casa. Tutto sommato è stata una bellissima giornata e ci auguriamo che i bambini avranno pietà e ci faranno dormire di più!
 

billoby

Well-known member
Complimenti per lo stile del tuo resoconto, molto interessante da leggere e denso di particolari dettagliati.
Continua cosi.... ancora tante foto! :D
 

cero80

Active member
3 Novembre

Siamo ancora a Key West, svegli ad orari improponibili! Ebbene si, stamani la sveglia umana ha suonato alle 4.50 al suono di "Michiiiii sono quasi le 5!!!!" seguito da due bambini che come due molle si fiondano nel nostro comodissimo letto, questa volta King Size. Va bene che avevamo programmato tante cose da fare, ma alle 5 di mattina forse era un po' presto..... E poi non siamo mica a New York! Qua la città dorme eccome! Tant'è che ad un certo punto dobbiamo uscire di camera alla ricerca di una colazione. L'hotel non forniva i pasti ma aveva al suo interno uno Starbucks che però apriva alle 7, quindi abbiamo deciso di incamminarci in auto, visto che le attrazioni da visitare oggi erano a Marathon e Islamorada, paesini intermedi nella catena delle Keys.

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Piccola parentesi su questa foto: magari non si nota bene ma sono due galli appollaiati tra le feronde di un albero. Per chi non lo sapesse una delle particolarità di Key West sono i galli che circolano liberamente per le strade ed i giardini della città, ereditati dalle passate influenze messicane. Proprio loro erano appassionati di combattimenti fra galli e quindi questi animali sono stati introdotti nell'isola, colonizzandola man mano


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Fiduciosi di trovare una qualche tavola calda o un supermercato dove acquistare qualche ciambellalungo il tragitto, ci allontaniamo da Key West (scopriremo solo la sera che a 100 metri nella direzione opposta c'era un altro starbucks aperto 24 ore su 24). Putroppo scopriremo che il primo locale aperto, di qualsiasi tipo era proprio a Marathon, 50 miglia (80km) dalla partenza! Ci fiondiamo nel primo che troviamo il cui nome non promette niente di buono: "Porky's"; qui ci prendiamo la solita colazione americana sovrabbondante, che una portata era sufficiente per tutta la famiglia. Qui ci rilassiamo a bordo mare (bayside: gli indirizzi nelle isole Keys sono divisi in Bayside, quelli che dalla highway si affacciano all'interno della catena di isole e guardano sulla Florida, e Oceanside, che dalla strada vanno verso il Mar dei Caraibi) osservando dei giganteschi leoni marini che nuotano paciosi in mezzo alle barchette dei pescatori. Proviamo anche il sale per pulire ed inprufumare le mani prodotto in loco, che lasciava la pelle morbidissima (mi pento di non averlo acquistato) e ammiriamo sconvolti ed estasiati una famiglia americana che a quell'ora si mangia degli hamburger che sarebbero avanzati a tutti noi per una settimana.

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Dopo tutto ciò sono comunque soltanto le 8.30 e avendo valutato le condizioni meteo non adatte alla spiaggia ci avviamo verso la prima tappa: il Crane Point Museum.
 

cero80

Active member
Crane Point Museum and Nature Center è un'area privata protetta, che si affaccia verso la baia, nella quale si può osservare in libertà la fauna e la flora locale percorrendo un sentiero circolare di circa 3 km all'interno della vegetazione. Purtroppo questo parco come molte altre aree delle isole Keys devono ancora riprendersi dai danni causati lo scorso anno dall'uragano Irma, pertanto alcune aree erano chiuse o non ben funzionanti. Arriviamo all'ingresso e ci accoglie un'anziana e simpatica signora che ci sconsiglia di entrare perché secondo lei sarebbe arrivato brutto tempo: ci mostra la sua app meteo sul suo smartphone e ci dice di tornare il giorno seguente. Purtroppo il giorno dopo è domenica ed il parco aprirà alle 12.00 (essendo a gestione familiare, la domenica mattina la signora deve stare con i suoi cari) e quindi dobbiamo trovare una soluzione alternativa: prima ci rechiamo al supermercato per acquistare qualcosa per i bambini, che come al solito in vacanza hanno iniziato il grande digiuno, poi ci avviamo in auto in direzione opposta a Key West alla ricerca di attrazioni adatte al clima incerto che, pur promettendo pioggia, ancora non può dirsi tragico.
Tra le varie opzioni, più o meno adatte ai bambini ma soprattutto ad una famiglia che con l'inglese si orienta ma non è in grado di apprezzare appieno quanto potrebbe venir spiegato (peccato vista la presenza di numerosi centri di recupero per animali quali delfini, volatili, tartarughe), viene selezzionata Robbie's Marina, piccolo porticciolo in Islamorada, che offre un mercatino Hippie, la possibilità di escursioni nella baia in kayak e barca, nonché la possibilità di dare da mangiare ai pesci! Gli animali in questione sono i tarponi, grossi pesci autoctoni con una bocca enorme che vengono nutriti dai moli del porticciolo: è infatti usanza del luogo vendere dei secchielli di piccoli pesciolini da offrire ai tarponi sporgendosi dal molo di legno, per vedere questi enormi pescioni saltare fuori dall'acqua ed acchiapparli! L'attività ci sembrava adatta ai nostri figli, che si sono divertiti tantissimo cercando di stare attenti a non venir morsicati da questi mostri marini e difenendo il secchiello di pesce dai pellicani che cercavano di rubarlo dalle mani dei turisti. Putroppo non sono riuscito ad immortalare i pesci in volo per acchiappare la preda, ma è stato comunque divertente!

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A questo punto, vedendo qualche schiarita nel cielo, decidiamo di tornare a Crane Point per la passeggiata programmata. Purtroppo come ho già accennato in precedenza, troviamo un parco non nelle migliori condiizoni: il laghetto delle carpe era chiuso, anche il pontile con i pesci tropicali. diverse piante lungo il sentiero erano danneggiate e la strada era piena di pozzanghere causate dalla pioggia della sera precedente. Comnque anche qui i bambini si divertono, potendo correre liberamente, raccogliendo sassolini e ramoscelli vari. Noi aduti leggiamo le varie spiegazioni sugli albri presenti, diamo la caccia alle farfalle e stiamo attenti a non incontrare sul nostro percorso ragni e iguane. L'anello viene percorso in tranquillità, accompagnati dal caldo umido che troveremo per tutta la vacanza, con varie soste e scorci non male, fermandoci anche in una panchina fronte mare per pranzare con i famigerati panini e biscottini vari. Tutto quanto praticamente da soli, quindi è stato ancora più piacevole!

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Alla fine della visita torniamo al nostro macchinone dove ci mangiamo i resti della pizza del giorno precedente (detta così fa un po' schifo, ma siamo stati molto "on the road" questa volta) e carichiamo i nostri discoli stanchi in macchina per un pisolino che sarà lungo almeno un'ora e mezza, il tempo necessario da Marathon per tornare all'hotel. Durante il tragitto, decidiamo di fare una piccola deviazione alla ricerca dei Key Deer, specie di piccoli cervi dalla coda bianca in via d'estinzione, ancora presenti in alcune delle isole: questi animali sono arrivati in antichità nell'arcipelago, quando in era glaciale le isole erano collegate alla terraferma; il ricaldamento terrestre ha poi creato le isole e questi animali sono rimasti intrappolati alle Florida Keys. Di qui un processo di adattamento che ha portato questi animali a diradare il proprio pelo ed a diminuire le proprie dimensioni facendoli diventare delle dimensioni di cani di grossa taglia. Questi animali camminano indisturbati nel Wild Key Deer Refugee, nuotano tra isole vicine e hanno meno paura degli umani rispetto ai normali cervi selvatici. Ci allontaniamo quindi dalla Highway alla caccia di questi animali ma riusciamo a vederne di sfuggita solo uno. In compenso ci troviamo in un'area fortemente danneggiata dall'Uragano Irma con case abbandonate e in fase di ricostruzione. Non sono un amante del "turismo delle tragedie" ma è stata comunque una deviazione molto istruttiva per comprendere la forza della natura ma anche il carattere molto provvisorio della vita del popolo americano, abituato a cotruire e ricostruire, andare e poi tornare, senza troppo badare alle proprie radici.

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cero80

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Alla sera ritorniamo in centro a Key West, speranzosi di un tempo migliore. Veniamo accontentati e passeggiamo per Duval Street per scegliere un posto dove cenare. La scelta cade su Lucy's, locale di surfisti in pensione, un po' hamburgeria un po' sport bar dove ceniamo all'aperto osservando due tipi che con le maschere di Donald Trump e Kim Yong Un fermavano i turisti per fare delle foto (Key West è uno di quei luoghi che pullulano di artisti di strada perché ha anche aree pedonali, rare negli States). La serata scorre tranquilla, tra cena, gelati e souvenirs, finché la navetta ci riporta all'hotel. L'indomani lasceremo le Keys e ci riavvicineremo a Miami per iniziare l'agognata crociera!

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Stato
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