7 Novembre
E' il giorno di Cozumel.
Ovviamente nessun problema di orario per andare in escursione, le nostre sveglie umane sono sempre molto efficienti e riusciamo a prepararci con calma per colazione e poi per l'escursione chiamata "Tulum & Fifth Avenue Experience". La colazione si rivela ottima, perché questa mattina scegliamo il ristorante principale, abitudine già presa su Costa ed Msc e perfetta anche in questo caso. All'ingresso della sala il Maitre divide le persone che vogliono ordinare a la carte con chi preferisce il buffet; noi optiamo per la seconda possibilità, preferendo tra l'altro una colazione dolce. Al tavolo come al solito si viene serviti in modo efficiente di caffé, latte, succhi e ogni bevanda si necessiti e ci si può poi servire in un buffet che rispetto al Windjammer è piccolissimo ma nel quale non manca assolutamente niente e lo si può fare in tutta tranquillità, anche permettendo in questo caso ai bambini di servirsi da soli, non essendoci nessuna ressa in giro.
SI va poi a teatro per i numeri delle escursioni: in questo caso non assegnano il numero del pullman ma ci dividono in macrogruppi che comprendono tutti quelli che vanno in una certa direzione. Noi, avendo scelto un escursione sulla terraferma (Cozumel è un'isola), eravamo nel gruppo che avrebbe preso l'aliscafo. Qualche attimo di apprensione per organizzare lo zaino, non potendo portare alimenti freschi o non confezionati a causa delle regole dell'importazione di prodotti agricoli e dei cani che ci avrebbero azzannato la borsa senza pietà e partimo in carovana. Meno male che abbiamo portato le felpe! In aliscafo ci sono 10 gradi sotto zero e durante i quarantacinque minuti di corsa in un mare molto più agitato di quello che avrei pensato stiamo rincantucciati per riscaldarci. Si vede che è Messico! Venditori di birre vestiti da calciatori che urlano in mezzo ai turisti americani, venditori di qualsiasi cosa, e siamo solo in una barca!
Discesi al porto ci dirigiamo verso una guida locale con il cartello della nostra escursione.
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*Qui inizia la peggior escursione mai fatta in crociera*
Il nostro Signor Jose ha fretta, tanta fretta, troppa fretta!ci porta di corsa in una serie di stradine laterali, ci mette tutti in fila e ci fa una foto ad ognuno di noi, riparte di corsa fino ad una stazione dei pullman, ci tira, biglietti e packet lunch e non ci consente neanche di andare in bagno promettendo di farci usare quello del pullman (salvo poi dire, dopo la partenza, che era fuori uso). Durante il tragitto la guida da alcune spiegazioni in inglese (sapevamo che l'escursione non avrebbe dato alcuna info in italiano, non c'è problema), ma le informazioni erano tutte incentrate sul dare valore ai "gioielli" che lui vendeva nel pullman ed alle iscrizioni Maya che avrebbe fatto su richiesta sopra dei papiri e non a raccontare cosa avremmo visto. Fermata intermedia in un mega negozio di Tequila (con prezzi assurdi) ed infine arriviamo a Tulum. Arrivati qui riparte la corsa verso l'ingresso al sito archeologico, senza alcuna possibilità di guardare le bancarelle ed i negozietti del sito o magari dissetarsi, visto che facevano più di 30 gradi con grandissima umidità. Il fenomeno ci dice che ci avrebbe dato i biglietti per l'accesso al sito archeologico proprio davanti all'ingresso e di sbrigarci perché il tempo stringe. Le rovine sono collegate dal centro visitatori con una strada di circa un chilometro, tra l'altro piena di pozzanghere per via delle piogge della giornata precedente. C'era anche il trenino, ma non è stato possibile utilizzarlo perché non potevamo aspettare con il rischio di perdere il treno-guida. Ricordo che abbiamo due bambini piccoli: ho tentato di dirgli di rallentare ma non è stato possibile e a metà strada Michele inciampa sullo sterrato e cade picchiando forte il torace. Io lo prendo in braccio piangente e ripartiamo a passo svelto per recuperare il gruppo già perso di vista. Arriviamo trafelati dalla guida con tutti che ci guardano male, io gli dico che è un gran maleducato e che deve imparare a fare il suo lavoro ma giustamente lui se ne frega.
Finalmente entriamo dentro e ci godiamo questo luogo particolare. La natura è lussureggiante e si cammina in un sentiero all'ombra in compagnia di iguana e coatimundi, una specie di procioni, molto attratti dal cibo dei turisti. Alla fine del sentiero (uno dei due, l'altro è dall'altra parte del complesso e lo useremo per l'uscita) troviamo un muro con una grande feritoia, definita come il classico Portale Maya. All'uscita del cunicolo si apre davanti a noi uno spazio verde curatissimo punteggiato da strutture in pietra, veramente affascinante. giusto il tempo di ammirare il panorama che la nostra guida è già sparita con parte del gruppo. Non mi voglio lamentare per qualunque cosa, ma non è così semplice far capire a due bambini di 7 e 4 anni che non possono soffermarsi a fare una corsa sul prato o non possono guardare le iguane che gli camminano accanto perché i genitori devono ascoltare le spiegazioni in inglese di due pietre incolonnate!
Eh si, perché le spiegazioni in inglese vengono date tramite delle cuffie collegate al microfono della guida, che sono state date solo a me e mia moglie perché i bambini "they don't understand and they lost them" e quindi quando non sentiamo più il segnale delle spiegazioni del simpaticone capiamo che è il momento di prendere i bimbi e portarli avanti nella visita.
Concluse le spiegazioni, la guida ci lascia poco più di un'ora per esplorare la parte più bella del sito, ovvero la zona delle rovine che si affacciano sul mar dei caraibi, veramente, veramente stupenda e ritornare al pullman, quindi percorrendo altrettanta strada fatta per arrivare. Pertanto, dopo circa 10 minuti di foto, capito l'andazzo torniamo verso l'uscita, con qualche sosta per dare dei crackers o da bere ai bambini che comunque sono più dell'una. Con grande fatica, prendendo il più piccolo in braccio e incoraggiando il più grande, arriviamo faticosamente puntuali al pullman, senza potersi fermare nei negozietti dell'andata per tornare verso Playa del Carmen per la "Fifth Avenue experience", che consisteva essenzialmente in un'ora e mezza libera nella zona commerciale della città costiera.
Nel frattempo i bambini si addormentano durante il viaggio ed all'arrivo nella periferia di Playa del Carmen facciamo scendere tutti gli altri per poi prendere in braccio i bambini. Giù dal Pullman scopriamo che nessuno ci ha aspettato ma scorgiamo la coda del gruppo che gira l'angolo in fondo alla strada. Io parto di corsa con il bambino grande in braccio, che forutnatamente si sveglia e può camminare da solo, per non perdere di vista il gruppo, con mia moglie che rimane indietro: la corsa era necessaria perché lo scenziato ci avrebbe portato in quello che sarebbe stato il meeting point e ci avrebbe detto gli orari di ritrovo e di partenza dell'aliscafo per il rientro in nave. Riesco a ritrovare il gruppo per un paio di incroci ma poi lo perdo e ci ritroviamo soli in una zona non centralissima di Playa del Carmen. A questo punto torno indietro da mia moglie e ci dirigiamo da soli verso il molo di attracco dell'aliscafo (perché tutto sommato non è la prima volta che usciamo di casa e un po' di senso di orientamento ancora ce l'abbiamo e ci mettiamo su di una panchina per attendere l'ora del rientro. Michelino è distrutto e non si sveglia, quindi mia moglie rimane seduta in panchina ed io faccio un piccolo giretto con Davide per fargli comprare una calamita messicana e tirargli su il morale.
Verso le 15.30, pensando che potesse essere l'ora giusta, ci dirigiamo verso il molo di Playa del Carmen per l'aliscafo, credendo che sarebbe stato sufficiente il biglietto dell'escursione per prendere la barca; scopriamo, parlando con la guida di un altro gruppo che incrociamo al porto, che la guida non ci aveva dato i biglietti per il rientro (forse ce li avrebbe dati durante il briefing nel quale ci avrebbe detto orari e punti di ritrovo). Di qui ne segue una lunga spiegazione alla fine della quale le altre guide giunte al porto capiscono la situazione, si scusano lungamente per il comportamento del loro collega e ci danno i biglietti per salire sull'aliscafo.
Fine dell'escursione.
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Infastiditi ed amareggiati torniamo in nave dopo aver percorso un toboga di negozi e duty free, che saranno gli stessi che troveremo anche negli altri porti, decisi di far valere le nostre ragioni all'ufficio escursioni.
Mi sono accorto che da arrabbiato il mio inglese migliora molto e credo di essere stato molto chiaro, e dopo aver spiegato tutto all'ufficio escursioni sono stato costretto a recarmi al guest service per spiegare semplicemente che siamo stati abbandonati in Messico, sul continente con la nave attraccata in un isola a 45 minuti di aliscafo, senza alcuna spiegazione e per loro fortuna (ed anche nostra) siamo stati in grado di rientrare in nave da soli. Mi fanno parlare anche con una ufficiale con il quale litigo e, dopo averle consigliato di rivedere bene ciò sche scrivono sui propri cataloghi (escursione facile e per famiglie) e magari di lasciare al porto almeno un loro rappresentante, in modo che se qualche ospite si trovasse in difficoltà potrebbe avere un aiuto, mi sono sentito dire cose inaccettabili come che non potevano interamente rimborsarmi l'escursione perché l'avevo pagata poco (scontata del 25% e pagata 4 mesi prima per la modica cifra di 400 dollari) o di stare più attento quando decido di fare escursioni con dei bambini.
La parentesi di lamentela è durata anche troppo e mi scuso con tutti voi. Comunque nel mio piccolo è la settima crociera che faccio con svariate escursioni ed in ognuna di queste ho sempre trovato dei rappresentanti o accompagnatori della compagnia crocieristica, se non in pullman (quasi sempre) almeno nei punti nevralgici dei trasferimenti a terra. In questo ho trovato Royal Caribbean veramente inadeguata. Per la cronaca la questione si è conclusa con un parziale rimborso, che non ho potuto fruttare interamente perché avendo prepagato andavo a credito con il conto di bordo e non mi è stato riconosciuto alcunché per l'eccedenza e la promessa di fare meglio la prossima volta.
La serata per il resto prosegue bene, con una partita la minigolf, uno spasso per i miei bambini, una piacevole cena in compagnia e lo stettacolo Oceanaria all'Acquateather, stupendo, stupendo, stupendo, con i tuffatori ed i saltatori nel trampolino che hanno fatto delle cose strabilianti.
A domani!
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