Ed io suora
Si limiterano a modificare la legge, ad ottenere, offrendo "qualcosa" in cambio, il rilascio dei marò e a chiederci tutto il nostro profondo riconoscimento per le mirabili azioni intraprese.
Un saluto
Per dare una chiave di lettura a 360 gradi, è giusto ribadire che anche la Marina ha le sue responsabilità sulla questione della convenzione.
E' noto che la convenzione era nata in origine per disciplinare, o per cercare di farlo, il rapporto tra "contractors privati" ed equipaggio/società armatrice.
Il tutto in presenza di un evidente vuoto normativo.
E' stata la Marina ad inserirsi in questo contesto, a proporsi direttamente, indicando il "battaglione S.Marco", e cercando di avere un ruolo di spicco nella vicenda (a pagamento).
La convenzione non ha recepito in maniera sostanziale questo cambiamento.
Partendo dal presupposto che anche io ritengo la convenzione "fumosa", a mio parere, la posizione della Marina nell'averla accettata, è "più colpevole" rispetto a quella derivante dalla superficialità del legislatore.
Bisogna poi considerare che il tutto, a sua volta, và contestualizzato negli accordi internazionali che hanno sancito il "diritto" ad avere scorte armate (militari o private) a bordo.
Ma, altra anomalia, è stata lasciata in capo ai singoli Stati, la "disciplina" normativa. Da un punto di vista strettamente "giuridico", non poteva essere altrimenti.
Ma un accordo internazionale condiviso, anche sotto questo aspetto, sarebbe stato auspicabile. Ai singoli stati, sarebbe bastato ratificare.
Tale accordo, avrebbe dovuto contenere anche l'organo preposto per definire le eventuali controversie tra paesi (Manlio, corte dell'AIA?)
Un saluto