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Arrestati in India 2 marò italiani di scorta alla petroliera Enrica Lexie

Rodolfo

Super Moderatore
Un articolo di Shipping. Due cose; ma non c'è un po' di confusione? L'ordine di aprire il fuoco spetta al Comandante della nave? Non mi sembra che queste siano le indicazioni contenute nel DL che ha istituito le scorte armate a bordo.

L'altra; siamo ancora a livello di posizione geografica della nave? E vedete che si riprende il discorso di Zona Contigua, che avevo sollevato in prima battuta.

http://shippingonline.ilsecoloxix.i...PZkM1FC-parlamento_riferisca_comandante.shtml
 

aspirante mozzo

New member
Un articolo di Shipping. Due cose; ma non c'è un po' di confusione? L'ordine di aprire il fuoco spetta al Comandante della nave? Non mi sembra che queste siano le indicazioni contenute nel DL che ha istituito le scorte armate a bordo.

L'altra; siamo ancora a livello di posizione geografica della nave? E vedete che si riprende il discorso di Zona Contigua, che avevo sollevato in prima battuta.

http://shippingonline.ilsecoloxix.i...PZkM1FC-parlamento_riferisca_comandante.shtml


Ciao Rofolfo

... ma questi si sono fumati la moquette ? :D

articolo 4

4.1 In seguito all’imbarco di un NMP, il Comandante della Nave manterrà tutte le responsabilità che allo stesso sono conferite dal Codice della Navigazione, su base di non interferenza con le attività di ordine militare del Comandante del NMP per la difesa della Nave, del suo equipaggio e del carico.
 

Gigi

New member

Originariamente Scritto da aspirante mozzo
Grazie per la risposta Gigi, le tue conoscenze in materia sono enciclopedica...... Complimenti !
Hai forse gia' avuto occasione - magari in passato - di utilizzare queste armi ?

ciao
enrico

Uno che navigaveramente in risposta: "no ma se vai avanti cosi' comincera' presto...e poi gli danno anche la medaglia!!! "
Ho risposto a questa tua affermazione...
 

Gigi

New member
Gigi dove posso verificare questo dato ufficiale?


Se ti può interessare, so che obbietterai un sacco di cose, ma pazienza mi prenderò un'altra quintalata di ironia e sarcasmo...
In Somalia l'Andrea Doria
sotto il fuoco dei pirati
Intervista al comandante



di MARISTELLA MASSARI

TARANTO - Conflitto a fuoco in alto mare tra i marinai del reggimento San Marco, imbarcati sul cacciatorpediniere della Marina Andrea Doria, e i pirati somali. I militari italiani hanno risposto con le armi a un attacco partito da un barchino sospetto durante un controllo. Nessuno è rimasto ferito. A raccontare l’azione alla Gazzetta è il capitano di vascello Domenico Guglielmi, comandante del Doria e pugliese di Manfredonia.

Comandante Guglielmi, ci spiega cosa è successo ieri mattina al largo delle coste somale? «Avevamo agganciato l’imbarcazione sui nostri radar e, sospettando che si trattasse di un mezzo utilizzato dai pirati per compiere qualche azione illegale, da qualche giorno la stavamo tenendo sotto controllo. Questa mattina (ieri per chi legge) abbiamo deciso di effettuare un’ispezione a bordo inviando uno dei nostri team specializzati in azioni come queste».

Come funzionano questi controlli? «L’“abbordaggio” di una nave, mercantile o peschereccio che sia, per il controllo del carico dei documenti, è una pratica molto frequente tra le unità navali impegnate in acque somale nel contrasto alla pirateria. A bordo di gommoni, un team di militari della nave, composto da uomini del San Marco e personale ispettivo della mia nave, si avvicina all’unità da controllare e chiede di salire a bordo. Poi verifica il carico per scongiurare il trasporto di armi, destinate generalmente ad alimentare le azioni di pirateria».

È andata così anche in questo caso? Vi stavate avvicinando al barchino da controllare? «È andata proprio così: il boarding team è partito dalla nostra nave e si stava avvicinando a bordo di due gommoni a quella da ispezionare quando, all’improvviso, i miei militari sono stati fatti oggetto di una raffica di mitra. Nessuno dei colpi, per fortuna è andato a segno».

A quel punto cosa è accaduto? Avete risposto al fuoco? Le regole di ingaggio prevedono se non sbaglio l’uso della forza commisurato alla minaccia. «I militari del San Marco, che di fatto rappresentano la nostra cornice di protezione e sono ben addestrati per questo, hanno risposto al fuoco.Ma dalla nostra postazione non siamo riusciti ad apprezzare se la barca dei pirati sia stata o meno colpita».

Avete corso dei rischi? «Sempre molto controllati. In queste azioni che definiamo “calde” c’è sempre una distanza di sicurezza che ci permette di operare nella massima serenità. E questo vale anche per i professionisti del San Marco, la nostra prima linea. Voglio dirlo anche per rassicurare le famiglie dei militari. Inoltre siamo a bordo di una nave moderna ed efficiente e il mio equipaggio è preparato e professionale».

I pirati a quel punto sono fuggiti? «Sono fuggiti verso la costa e noi, ovviamente, li abbiamo tallonati. Li abbiamo visti attraccare in una insenatura, seguendoli con il radar di bordo di nave Doria e tuttora li teniamo sotto controllo».

Ora nave Doria cosa farà? «Continueremo la nostra missione fino a dicembre. Noi siamo in Corno d’Africa da cinque mesi nell’ambito dell’operazione Nato “Ocean Shield”, come nave ammiraglia dello Standing Nato Maritime Group 1. Il comando delle operazioni è affidato all’ammiraglio Gualtiero Mattesi. Per Natale il Doria conta di rientrare nella base di Taranto. Qui in Oceano Indiano saremo avvicendati da un’altra unità della Marina».

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=472672&IDCategoria=1

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-b015080d-5eb7-4986-9142-b049866696cd.html

Nella prima puntata le telecamere di SIRENE mostreranno le operazioni anti pirateria condotte dal cacciatorpediniere Andrea Doria nelle acque dell’oceano indiano, a capo dell’operazione antipirateria Nato Ocean Shield, mostrando la vita e il lavoro dei marinai italiani. Assisteremo al blitz effettuato dagli uomini del Reggimento San Marco per trarre in salvo l’equipaggio del mercantile Pacific Express attaccato dai pirati e intrappolato nella nave in fiamme.
 
Ultima modifica:
U

unochenavigaverament

Guest
a scusa....era una battuta!!!! Non pensavo avesse rilevanza il fatto di aver sparato o meno.... hahahh vabbhe....... ciao!!
 
U

unochenavigaverament

Guest
Se ti può interessare, so che obbietterai un sacco di cose, ma pazienza mi prenderò un'altra quintalata di ironia e sarcasmo...
In Somalia l'Andrea Doria
sotto il fuoco dei pirati
Intervista al comandante



di MARISTELLA MASSARI

TARANTO - Conflitto a fuoco in alto mare tra i marinai del reggimento San Marco, imbarcati sul cacciatorpediniere della Marina Andrea Doria, e i pirati somali. I militari italiani hanno risposto con le armi a un attacco partito da un barchino sospetto durante un controllo. Nessuno è rimasto ferito. A raccontare l’azione alla Gazzetta è il capitano di vascello Domenico Guglielmi, comandante del Doria e pugliese di Manfredonia.

Comandante Guglielmi, ci spiega cosa è successo ieri mattina al largo delle coste somale? «Avevamo agganciato l’imbarcazione sui nostri radar e, sospettando che si trattasse di un mezzo utilizzato dai pirati per compiere qualche azione illegale, da qualche giorno la stavamo tenendo sotto controllo. Questa mattina (ieri per chi legge) abbiamo deciso di effettuare un’ispezione a bordo inviando uno dei nostri team specializzati in azioni come queste».

Come funzionano questi controlli? «L’“abbordaggio” di una nave, mercantile o peschereccio che sia, per il controllo del carico dei documenti, è una pratica molto frequente tra le unità navali impegnate in acque somale nel contrasto alla pirateria. A bordo di gommoni, un team di militari della nave, composto da uomini del San Marco e personale ispettivo della mia nave, si avvicina all’unità da controllare e chiede di salire a bordo. Poi verifica il carico per scongiurare il trasporto di armi, destinate generalmente ad alimentare le azioni di pirateria».

È andata così anche in questo caso? Vi stavate avvicinando al barchino da controllare? «È andata proprio così: il boarding team è partito dalla nostra nave e si stava avvicinando a bordo di due gommoni a quella da ispezionare quando, all’improvviso, i miei militari sono stati fatti oggetto di una raffica di mitra. Nessuno dei colpi, per fortuna è andato a segno».

A quel punto cosa è accaduto? Avete risposto al fuoco? Le regole di ingaggio prevedono se non sbaglio l’uso della forza commisurato alla minaccia. «I militari del San Marco, che di fatto rappresentano la nostra cornice di protezione e sono ben addestrati per questo, hanno risposto al fuoco.Ma dalla nostra postazione non siamo riusciti ad apprezzare se la barca dei pirati sia stata o meno colpita».

Avete corso dei rischi? «Sempre molto controllati. In queste azioni che definiamo “calde” c’è sempre una distanza di sicurezza che ci permette di operare nella massima serenità. E questo vale anche per i professionisti del San Marco, la nostra prima linea. Voglio dirlo anche per rassicurare le famiglie dei militari. Inoltre siamo a bordo di una nave moderna ed efficiente e il mio equipaggio è preparato e professionale».

I pirati a quel punto sono fuggiti? «Sono fuggiti verso la costa e noi, ovviamente, li abbiamo tallonati. Li abbiamo visti attraccare in una insenatura, seguendoli con il radar di bordo di nave Doria e tuttora li teniamo sotto controllo».

Ora nave Doria cosa farà? «Continueremo la nostra missione fino a dicembre. Noi siamo in Corno d’Africa da cinque mesi nell’ambito dell’operazione Nato “Ocean Shield”, come nave ammiraglia dello Standing Nato Maritime Group 1. Il comando delle operazioni è affidato all’ammiraglio Gualtiero Mattesi. Per Natale il Doria conta di rientrare nella base di Taranto. Qui in Oceano Indiano saremo avvicendati da un’altra unità della Marina».

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=472672&IDCategoria=1

Non ho proprio nulla da obbiettae Gigi, e niente su cui ironizzare. Anzi e' interessante.
Pero' mi riferivo alle armi che portano a bordo, se non ho capito male parli di dati ufficiali......dove li posso trovare?
 

La76

New member
Lo sanno bene dove sono, ma non possono intervenire per più di un motivo.

Sui motivi per cui non si possa intervenire posso capire...ma allora poi non accetto che si dica che non si possono andare a prendere quando sono a "terra" senza ostaggi!

Un articolo di Shipping. Due cose; ma non c'è un po' di confusione? L'ordine di aprire il fuoco spetta al Comandante della nave? Non mi sembra che queste siano le indicazioni contenute nel DL che ha istituito le scorte armate a bordo.

L'altra; siamo ancora a livello di posizione geografica della nave? E vedete che si riprende il discorso di Zona Contigua, che avevo sollevato in prima battuta.

http://shippingonline.ilsecoloxix.i...PZkM1FC-parlamento_riferisca_comandante.shtml

Sinceramente quest'articolo mi lascia molto perplessa...
 

aspirante mozzo

New member
Sui motivi per cui non si possa intervenire posso capire...ma allora poi non accetto che si dica che non si possono andare a prendere quando sono a "terra" senza ostaggi!.

Ciao La76.

Da oltre 100 anni, le coste della regione del Puntland in Somalia sono la patria dei pirati (somali) che - a fasi alterne, secondo la maggior o minor stabilita' politica della zona - praticano questo genere di attivita'.

Copia/Incolla su GoogleMaps la stringa 9.990491,49.240723 ed identifichi il "baricentro" del Puntland.

ciao
enrico
 

aspirante mozzo

New member
Se ti può interessare, so che obbietterai un sacco di cose, ma pazienza mi prenderò un'altra quintalata di ironia e sarcasmo...
In Somalia l'Andrea Doria
sotto il fuoco dei pirati
Intervista al comandante



di MARISTELLA MASSARI

TARANTO - Conflitto a fuoco in alto mare tra i marinai del reggimento San Marco, imbarcati sul cacciatorpediniere della Marina Andrea Doria, e i pirati somali. I militari italiani hanno risposto con le armi a un attacco partito da un barchino sospetto durante un controllo. Nessuno è rimasto ferito. A raccontare l’azione alla Gazzetta è il capitano di vascello Domenico Guglielmi, comandante del Doria e pugliese di Manfredonia.

Comandante Guglielmi, ci spiega cosa è successo ieri mattina al largo delle coste somale? «Avevamo agganciato l’imbarcazione sui nostri radar e, sospettando che si trattasse di un mezzo utilizzato dai pirati per compiere qualche azione illegale, da qualche giorno la stavamo tenendo sotto controllo. Questa mattina (ieri per chi legge) abbiamo deciso di effettuare un’ispezione a bordo inviando uno dei nostri team specializzati in azioni come queste».

Come funzionano questi controlli? «L’“abbordaggio” di una nave, mercantile o peschereccio che sia, per il controllo del carico dei documenti, è una pratica molto frequente tra le unità navali impegnate in acque somale nel contrasto alla pirateria. A bordo di gommoni, un team di militari della nave, composto da uomini del San Marco e personale ispettivo della mia nave, si avvicina all’unità da controllare e chiede di salire a bordo. Poi verifica il carico per scongiurare il trasporto di armi, destinate generalmente ad alimentare le azioni di pirateria».

È andata così anche in questo caso? Vi stavate avvicinando al barchino da controllare? «È andata proprio così: il boarding team è partito dalla nostra nave e si stava avvicinando a bordo di due gommoni a quella da ispezionare quando, all’improvviso, i miei militari sono stati fatti oggetto di una raffica di mitra. Nessuno dei colpi, per fortuna è andato a segno».

A quel punto cosa è accaduto? Avete risposto al fuoco? Le regole di ingaggio prevedono se non sbaglio l’uso della forza commisurato alla minaccia. «I militari del San Marco, che di fatto rappresentano la nostra cornice di protezione e sono ben addestrati per questo, hanno risposto al fuoco.Ma dalla nostra postazione non siamo riusciti ad apprezzare se la barca dei pirati sia stata o meno colpita».

Avete corso dei rischi? «Sempre molto controllati. In queste azioni che definiamo “calde” c’è sempre una distanza di sicurezza che ci permette di operare nella massima serenità. E questo vale anche per i professionisti del San Marco, la nostra prima linea. Voglio dirlo anche per rassicurare le famiglie dei militari. Inoltre siamo a bordo di una nave moderna ed efficiente e il mio equipaggio è preparato e professionale».

I pirati a quel punto sono fuggiti? «Sono fuggiti verso la costa e noi, ovviamente, li abbiamo tallonati. Li abbiamo visti attraccare in una insenatura, seguendoli con il radar di bordo di nave Doria e tuttora li teniamo sotto controllo».

Ora nave Doria cosa farà? «Continueremo la nostra missione fino a dicembre. Noi siamo in Corno d’Africa da cinque mesi nell’ambito dell’operazione Nato “Ocean Shield”, come nave ammiraglia dello Standing Nato Maritime Group 1. Il comando delle operazioni è affidato all’ammiraglio Gualtiero Mattesi. Per Natale il Doria conta di rientrare nella base di Taranto. Qui in Oceano Indiano saremo avvicendati da un’altra unità della Marina».

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=472672&IDCategoria=1

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-b015080d-5eb7-4986-9142-b049866696cd.html

Nella prima puntata le telecamere di SIRENE mostreranno le operazioni anti pirateria condotte dal cacciatorpediniere Andrea Doria nelle acque dell’oceano indiano, a capo dell’operazione antipirateria Nato Ocean Shield, mostrando la vita e il lavoro dei marinai italiani. Assisteremo al blitz effettuato dagli uomini del Reggimento San Marco per trarre in salvo l’equipaggio del mercantile Pacific Express attaccato dai pirati e intrappolato nella nave in fiamme.


Ciao Gigi... scusa se mi intrometto....
In considerazione della sensibilita' di ognuno, voglio subito premettere che questo mio post non intende offendere/denigrare/irridere/ironizzare ecc. ecc.
Massima considerazione e rispetto per tutti.

Ho visionato il filmato.... preferisco pensare che sia un bellissimo spot pubblicitario che quindi abbia poco a che fare con la realta'.
Se invece "realmente" queste sono le modalita' di intervento..... io personalmente a bordo di quei battelli pneumatici non ci salirei nemmeno in fotografia.

Un saluto
enrico
 

La76

New member
Ciao La76.

Da oltre 100 anni, le coste della regione del Puntland in Somalia sono la patria dei pirati (somali) che - a fasi alterne, secondo la maggior o minor stabilita' politica della zona - praticano questo genere di attivita'.

Copia/Incolla su GoogleMaps la stringa 9.990491,49.240723 ed identifichi il "baricentro" del Puntland.

ciao
enrico

Grazie!
Sinceramente pensavo che fosse un "fenomeno" abbastanza recente...ignoranza mia!

..."bello" strategico come punto, non c'è che dire...
 

Gigi

New member
Ciao Gigi... scusa se mi intrometto....
In considerazione della sensibilita' di ognuno, voglio subito premettere che questo mio post non intende offendere/denigrare/irridere/ironizzare ecc. ecc.
Massima considerazione e rispetto per tutti.

Ho visionato il filmato.... preferisco pensare che sia un bellissimo spot pubblicitario che quindi abbia poco a che fare con la realta'.
Se invece "realmente" queste sono le modalita' di intervento..... io personalmente a bordo di quei battelli pneumatici non ci salirei nemmeno in fotografia.

Un saluto
enrico
Appunto, tu non sei del san Marco!
 

aspirante mozzo

New member
Appunto, tu non sei del san Marco!

Hai ragione Gigi !
Mai appartenuto a quel reparto, pur avendo avuto modo di conoscerli da vicino.
Quello che penso (mia opinione del tutto personale), e' che i militari sono addestrati per contrastare altri militari. (..e questo anche sul piano psicologico oltre che pratico).
Il gestire un contatto con i pirati e' molto diverso dall'affrontare un contatto con militari, e' un'attivita' che risulta essere piu' vicina all'antiterrorismo o all'anticrime e che richiede pertanto una preparazione ben diversa da quella militare.
I fanti di marina sono sicuramente uomini di ottima preparazione, ma forse nella fattispecie non si trovano ad operare in un contesto a loro congeniale.

ciao
enrico


p.s.: per tornare al filmato... mi pare evidente che si tratti di uno spot ! :)
 
U

unochenavigaverament

Guest
Se ti può interessare, so che obbietterai un sacco di cose, ma pazienza mi prenderò un'altra quintalata di ironia e sarcasmo...
In Somalia l'Andrea Doria
sotto il fuoco dei pirati
Intervista al comandante



di MARISTELLA MASSARI

TARANTO - Conflitto a fuoco in alto mare tra i marinai del reggimento San Marco, imbarcati sul cacciatorpediniere della Marina Andrea Doria, e i pirati somali. I militari italiani hanno risposto con le armi a un attacco partito da un barchino sospetto durante un controllo. Nessuno è rimasto ferito. A raccontare l’azione alla Gazzetta è il capitano di vascello Domenico Guglielmi, comandante del Doria e pugliese di Manfredonia.

Comandante Guglielmi, ci spiega cosa è successo ieri mattina al largo delle coste somale? «Avevamo agganciato l’imbarcazione sui nostri radar e, sospettando che si trattasse di un mezzo utilizzato dai pirati per compiere qualche azione illegale, da qualche giorno la stavamo tenendo sotto controllo. Questa mattina (ieri per chi legge) abbiamo deciso di effettuare un’ispezione a bordo inviando uno dei nostri team specializzati in azioni come queste».

Come funzionano questi controlli? «L’“abbordaggio” di una nave, mercantile o peschereccio che sia, per il controllo del carico dei documenti, è una pratica molto frequente tra le unità navali impegnate in acque somale nel contrasto alla pirateria. A bordo di gommoni, un team di militari della nave, composto da uomini del San Marco e personale ispettivo della mia nave, si avvicina all’unità da controllare e chiede di salire a bordo. Poi verifica il carico per scongiurare il trasporto di armi, destinate generalmente ad alimentare le azioni di pirateria».

È andata così anche in questo caso? Vi stavate avvicinando al barchino da controllare? «È andata proprio così: il boarding team è partito dalla nostra nave e si stava avvicinando a bordo di due gommoni a quella da ispezionare quando, all’improvviso, i miei militari sono stati fatti oggetto di una raffica di mitra. Nessuno dei colpi, per fortuna è andato a segno».

A quel punto cosa è accaduto? Avete risposto al fuoco? Le regole di ingaggio prevedono se non sbaglio l’uso della forza commisurato alla minaccia. «I militari del San Marco, che di fatto rappresentano la nostra cornice di protezione e sono ben addestrati per questo, hanno risposto al fuoco.Ma dalla nostra postazione non siamo riusciti ad apprezzare se la barca dei pirati sia stata o meno colpita».

Avete corso dei rischi? «Sempre molto controllati. In queste azioni che definiamo “calde” c’è sempre una distanza di sicurezza che ci permette di operare nella massima serenità. E questo vale anche per i professionisti del San Marco, la nostra prima linea. Voglio dirlo anche per rassicurare le famiglie dei militari. Inoltre siamo a bordo di una nave moderna ed efficiente e il mio equipaggio è preparato e professionale».

I pirati a quel punto sono fuggiti? «Sono fuggiti verso la costa e noi, ovviamente, li abbiamo tallonati. Li abbiamo visti attraccare in una insenatura, seguendoli con il radar di bordo di nave Doria e tuttora li teniamo sotto controllo».

Ora nave Doria cosa farà? «Continueremo la nostra missione fino a dicembre. Noi siamo in Corno d’Africa da cinque mesi nell’ambito dell’operazione Nato “Ocean Shield”, come nave ammiraglia dello Standing Nato Maritime Group 1. Il comando delle operazioni è affidato all’ammiraglio Gualtiero Mattesi. Per Natale il Doria conta di rientrare nella base di Taranto. Qui in Oceano Indiano saremo avvicendati da un’altra unità della Marina».

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=472672&IDCategoria=1

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-b015080d-5eb7-4986-9142-b049866696cd.html

Nella prima puntata le telecamere di SIRENE mostreranno le operazioni anti pirateria condotte dal cacciatorpediniere Andrea Doria nelle acque dell’oceano indiano, a capo dell’operazione antipirateria Nato Ocean Shield, mostrando la vita e il lavoro dei marinai italiani. Assisteremo al blitz effettuato dagli uomini del Reggimento San Marco per trarre in salvo l’equipaggio del mercantile Pacific Express attaccato dai pirati e intrappolato nella nave in fiamme.
Gigi il video l' ho visto solo ora, un filmetto tipo quello del serial Guardia Costiera, tutti belli e eroi.... Bha!! certo che se crediamo veramente che le cose funzionano così.....
 

aspirante mozzo

New member
Nuova Delhi, 6 apr. - (Adnkronos) - Due sacerdoti cattolici italiani si sono recati in visita nella casa di Jalastine Valentine, uno dei due pescatori indiani uccisi il 15 febbraio scorso e della cui morte sono accusati i due maro' italiani Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Lo scrive il 'Times of India', aggiungendo che la visita ha scatenato illazioni sulla possibilita' che la missione dei due sacerdoti fosse destinata a valutare la possibilita' di un accordo fuori dalle aule dei tribunali. Illazioni tuttavia respinte sia dai familiari del pescatore sia dalla diocesi cattolica di Kollam. Secondo fonti della polizia, i preti si sarebbero recati in visita nella casa di Jalastine e avrebbero pregato nel cimitero dove e' sepolto il pescatore.

Che stiano tentando anche per questa "via" ??
 

lulap

Member
e questo è veramente il colmo...neanche quando si prendono si riesce a fare qualcosa!

Non è la prima volta che succede, anzi, a quanto ne so, è la regola.....
Mancano accordi internazionali sulla giurisdizione.
E anche se ci fosse la volontà di farlo, non sarebbe facile (anzi sarebbe pressochè impossibile) raggiungere accordi condivisi da tutti.
 
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