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[Live] - Costa Deliziosa - Giro del Mondo 2024

rodolfo74

Member
Noi per il poco tempo avevamo scelto di vedere la barriera con un'escursione su una piattaforma per cui avevamo dovuto rinunciare all'escursione sull'isola. Dalle foto penso abbiate fatto un giro con una barca con il fondo di vetro; bellissime immagini
 

Roberto B.

Well-known member
Giorni 67 e 68: navigazione

Due giorni di navigazione tra Cairns e Rabaul (Papua Nuova Guinea), con rotta verso nord est nel Mare dei Coralli e poi verso nord nel Mare delle Salomone.
Il primo giorno con cielo coperto e rovesci di pioggia, a tratti intensi, ma con vento moderato e mare poco mosso; il secondo giorno con cielo sereno, solo leggermente velato, e mare calmo.

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Come si può vedere nella foto: totale assenza di vento e mare piatto...
Riporto di seguito la posizione della nave e alcuni dati di navigazione.

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ivanivanivan

Active member
Straordinaria narrazione e foto spettacolari! Non finirò mai di ringraziarti abbastanza!

Volevo chiedere: nelle pagine precedenti (che purtroppo non trovo più) due utenti erano in attesa di imbarcarsi se non mi sbaglio a Valparaiso e a Sydney. Vi siete ritrovati?
 

Roberto B.

Well-known member
Quelle foto della barriera corallina, sotto acqua ,che tecnica hai adoperato?
Sono fotografie scattate attraverso gli oblò di una imbarcazione semisommergibile. Non disponendo di attrezzatura adatta era impossibile fare foto direttamente in acqua, che sarebbero state sicuramente molto migliori. Ho visto foto scattate da un altro crocierista attrezzato con fotocamera subacquea veramente belle e con colori molto vivaci...
 

Roberto B.

Well-known member
Giorno 69: Rabaul (Papua Nuova Guinea)

È molto presto quando la nave percorre il braccio di mare tra le isole di Nuova Irlanda e Nuova Britannia per poi accostare nella tranquilla baia di Rabaul.

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Questo grande porto naturale ebbe una grande importanza strategica durante la Seconda Guerra Mondiale, quando divenne una importante base della marina da guerra giapponese, sede del comando del famoso ammiraglio Yamamoto, l'uomo che portò a termine con successo l'attacco a Pearl Harbour. Rabaul fu teatro di una grande battaglia aero-navale, per il controllo del Pacifico meridionale. La battaglia iniziò con una serie di raid aerei e scontri navali tra gennaio e febbraio 1942, che portarono al ritiro delle forze alleate dalla regione. L'occupazione giapponese di Rabaul continuò fino alla fine della guerra, rendendola una posizione strategica chiave nel teatro di guerra del Pacifico.

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Oggi Rabaul è una piccola città con meno di diecimila abitanti, che ha mantenuto una certa importanza per il suo porto naturale, che la rende il cardine del sistema di trasporto via mare per l'intera isola di Nuova Britannia.

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L'isola è molto selvaggia, quasi completamente priva di infrastrutture. Non arrivano molte navi da crociera qui.
Il nostro arrivo è quindi salutato con una specie di mobilitazione generale di tutta la città e dintorni. E prevede un adeguato benvenuto...

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Sulla banchina troviamo ad accoglierci un gruppo di indigeni Tolai, che ci danno il benvenuto con i loro canti e le loro danze.
Oggi impareremo a conoscere meglio questo gruppo etnico originario dell'area intorno a Rabaul e della regione della Baia di Gazelle sull'isola di Nuova Britannia. Andremo infatti a visitare un loro villaggio.
 

Roberto B.

Well-known member
Lasciamo il porto e le povere case di Rabaul per inoltrarci lungo una pista nella foresta, che anche esercitando il nostro massimo sforzo di immaginazione fatichiamo a chiamare strada.

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L'autista cerca di fare del suo meglio per evitare almeno le buche più grosse, ma con scarsi risultati. Il colore nerastro del terreno tradisce la presenza di una recente e vicina attività vulcanica. E infatti, poco lontano, la mole scura e poco rassicurante del monte Tavurvur incombe su di noi con la sua tetra e inquietante presenza. Ma ne parleremo più tardi...

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Percorriamo solo pochi chilometri, ma ci sembrano interminabili. All'improvviso nel verde appaiono le case del villaggio: siamo arrivati a Matupit, uno dei villaggi della popolazione Tolai.

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Il villaggio è molto povero. Gli abitanti, tra i quali moltissimi bambini, ci accolgono attorno al grande prato dove assisteremo ad alcune danze rituali della tradizione Tolai, con un mercatino dove espongono piccoli oggetti artigianali, monili fatti con legno intagliato e conchiglie, le colorate e caratteristiche borse bilum, oggetti fatti di foglie di palma intrecciata, tessuti dai colori vivaci.

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La miseria si tocca con mano. Ma altrettanto forte è il calore dell'accoglienza, genuino e sincero, e la percezione di dignità e fierezza che si legge negli occhi delle persone.

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Roberto B.

Well-known member
I Tolai sono un gruppo etnico conosciuto per la ricca cultura e per le antiche tradizioni, e che costituisce parte integrante della diversità culturale della Papua Nuova Guinea, contribuendo in modo significativo alla storia e alla cultura del paese. Tradizionalmente, i Tolai si sono da sempre dedicati all'agricoltura, coltivando soprattutto noci di cocco, tuberi, banane e altre colture tipoche delle popolazioni del Sud Pacifico. Ma anche la pesca è un'importante fonte di sostentamento, dato che vivono vicino alla costa.
La società Tolai è storicamente organizzata in clan, con legami familiari e matrilineari molto importanti. Ogni clan ha la sua terra e il suo capo. Prima dell'arrivo dei missionari cristiani, i Tolai praticavano una forma di religione tradizionale che includeva credenze legate agli spiriti degli antenati e al culto degli spiriti della natura.
Come molte altre comunità indigene nel mondo, i Tolai stanno affrontando cambiamenti sociali ed economici dovuti alla modernizzazione e all'influenza della cultura occidentale. Tuttavia, molti mantengono ancora le loro tradizioni e la loro identità culturale.

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Nonostante la cristianizzazione dei Tolai sia avvenuta più di un secolo fa, persistono ancora antiche credenze e tradizioni. Una delle più radicate è la credenza negli spiriti femminili dei Tubuani, con cerimonie segrete eseguite dagli iniziati della cosiddetta società Duk-Duk, così come la credenza nella stregoneria per ottenere l'amore di qualcuno o per punire un nemico.
Le testimonianze più forti e suggestive attraverso le quali si manifesta la persistenza di queste antiche credenze sono la danza e il canto. Sono attività che hanno conservato tuttora una valenza culturale ancestrale e che sono riservate agli uomini della comunità. Anche quando vengono riprodotte a fini di spettacolo folcloristico per i turisti, al fondo mantengono comunque un loro significato rituale più profondo.
 

Roberto B.

Well-known member
La danze si susseguono, accompagnate da voci e suoni ritmici, e ci proiettano in un passato lontano, in un mondo preistorico che ora, qui ci appare così vicino e tangibile.

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Perché queste popolazioni fino a un secolo e mezzo fa vivevano come nella preistoria: non conoscevano la scrittura, non la lavorazione e l'uso dei metalli. Vivevano come cacciatori-raccoglitori e di una rudimentale agricoltura.
Seguivano pratiche religiose animistiche che includevano il cannibalismo rituale.

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Molto suggestiva, e anche un poco inquietante, l'ultima danza rituale proposta, con chiari riferimenti al mondo dei morti.
 

Roberto B.

Well-known member
Ma anche le donne della comunità partecipano all'evento. Con canti e danze differenti, sui quali l'influenza della cristianizzazione si fa sentire in maniera marcata.

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Trascorrere qualche ora qui, in questo villaggio, è stata un'esperienza davvero insolita e interessante. Abbiamo avuto il privilegio di prendere contatto con un mondo primordiale, che credevamo completamente estraneo a noi e con il quale invece abbiamo subito sviluppato empatia. Un mondo con il quale in fondo abbiamo riscontrato più affinità che differenze. Un mondo di profonda umanità.

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Un mondo così diverso dal nostro. Un mondo che fatichiamo a comprendere e che ci fa forse anche un po' paura. Un mondo che nella sua violenta semplicità, nella sua povertà ci disorienta e al contempo ci attrae.
Inizia a piovere più forte. Ci ripariamo per restare qui ancora un po', insieme ai nostri amici Tolai. Ancora un momento prima di andare via.

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Roberto B.

Well-known member
La pioggia aumenta. Le nubi basse rendono il paesaggio spettrale. Il cielo grigio sembra spegnere anche il verde intenso della vegetazione, gareggiando in cupezza con la cenere vulcanica nera che stiamo calpestando.
Il rientro verso la nave ci sembra più veloce. Guardiamo preoccupati il cielo, mentre il nostro autista evita l'ennesima voragine. Riusciremo a tornare in nave prima che si scateni un nubifragio? Le gocce di pioggia si infrangono a terra con un suono sordo, spegnendosi nella povere nera.
Arrivati a Rabaul percorriamo una strada dove si affollano improvvisati venditori ambulanti intenti a proteggere loro stessi e le loro mercanzie dalla pioggia.
Siamo già in nave quando si scatena il diluvio.

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Piove meno intensamente quando la nave lascia la banchina del porto di Rabaul alle 16.

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Uscendo dalla baia di Rabaul ci si rende conto di come l'intera area non sia altro che la grande caldera di un antico vulcano attivo migliaia di anni fa. Ma anche di come questa attività sia ancora presente.

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La mole del vicinissimo vulcano attivo Tavurvur ce lo ricorda.
L'eruzione del vulcano Tavurvur è stata una delle eruzioni più significative della caldera di Rabaul. È avvenuta il 19 settembre 1994 e ha causato danni estesi alla città di Rabaul e alle comunità circostanti. Nonostante la tempestività dell'allarme e la conseguente evacuazione della popolazione, si contarono cinque morti. La colonna di cenere e gas si è innalzata per chilometri nell'aria, causando il panico e la fuga degli abitanti. Questa eruzione ha contribuito alla decisione di spostare la capitale provinciale da Rabaul a Kokopo, a causa della minaccia continua rappresentata dall'attività vulcanica nella zona.

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Ormai siamo lontani. Il buio sta scendendo, mentre il profilo dell'isola di Nuova Britannia si perde nella notte incombente.

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Ci aspetta una lunga navigazione: cinque giorni. Rotta verso il paese del sol levante: il Giappone.
 

lusitania1915

Active member
grazie, grazie davvero per questo bellissimo diario!
da appassionati viaggiatori io e mio marito ogni tanto ci diciamo che sarebbe meraviglioso poter fare prima o poi un itinerario intorno al mondo, che rimandiamo a quando saremo liberi da impegni lavorativi (e quindi molto in là) e scolastici di nostro figlio
ultimamente leggendo però pensavo a quanto sarebbe incredibile come esperienza da far fare a nostro figlio, un viaggio unico che può davvero regalare una visione diversa su molte cose, su noi stessi, sulla vita, sulle cose realmente importanti
ancora grazie!
 

Roberto B.

Well-known member
Giorni 70 e 71: navigazione

Le prime due giornate di navigazione dopo la partenza da Rabaul hanno visto Costa Deliziosa attraversare il Mare di Bismarck con rotta nord ovest, per poi procedere verso nord nel Pacifico occidentale. Ora siamo nella zona degli atolli della Micronesia: abbiamo superato le isole Caroline e stiamo procedendo verso Guam. Velocità sempre tra i 19 e i 20 nodi.
Il meteo non è stato favorevole. Gran parte della giornata di ieri, tutta la nottata e anche oggi il cielo è stato coperto, con scarsa visibilità e frequenti rovesci di pioggia, a tratti anche intensi. Il vento in alcuni momenti ha raggiunto i 70 km/h. Il mare mosso. La temperatura dopo il grande caldo dei giorni scorsi si è abbassata, ma si mantiene alto il tasso di umidità. Nella serata di oggi qualche schiarita è un accenno di tramonto tra le nubi, piuttosto cupo.

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Riporto come al solito la posizione della nave e alcuni dati di navigazione.

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