Roberto B.
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Il Kelaniya Raja Maha Viharaya ha una storia millenaria e complessa, che risale al VI secolo a.C., secondo la tradizione buddista che intreccia antiche leggende con eventi storici documentati. Si dice che il Buddha stesso abbia visitato il sito durante il suo terzo viaggio in Sri Lanka.
La leggenda narra che durante il terzo viaggio in Sri Lanka del Buddha, avvenuto secondo la tradizione otto anni dopo l'illuminazione (quindi nel 522 a.C.), egli visitò Kelaniya insieme a un gruppo di bhikkhu, su invito del re di questo luogo. Durante la sua visita, il Buddha compì dei miracoli e insegnò la dottrina buddista alla popolazione locale, che accettò il Dharma con grande entusiasmo. Si dice che il Buddha abbia profetizzato che il sito sarebbe diventato un importante centro di venerazione e che sarebbe stato adornato da una reliquia del suo corpo.
Un altro racconto sul tempio è legato alla figura del re Vibhishana, fratello di Ravana, il leggendario sovrano dei demoni nell'epica del Ramayana. Dopo la sconfitta di Ravana per mano di Rama, Vibhishana si alleò con Rama e gli dei, diventando re di Lanka. Si dice che, dopo essersi convertito al Buddhismo, Vibhishana abbia ottenuto una reliquia del Buddha e l'abbia donata al tempio di Kelaniya. Questa reliquia è stata conservata nel tempio e ha contribuito a consolidare la sua importanza come luogo sacro.
Il tempio esisteva già nel IV secolo a.C., quando fu restaurato dal principe Uttiya, che fece costruire la prima residenza per i monaci. A quel tempo si racconta che esistesse già uno stupa all'interno del quale erano custoditi il trono sul quale sedeva Buddha quando predicava e altre reliquie del suo soggiorno in quel luogo.
Nel corso dei secoli, il tempio è stato oggetto di distruzione e ricostruzione più volte a causa di conflitti, invasioni straniere e calamità naturali. Una delle distruzioni più significative avvenne durante l'invasione del re Kalinga Magha nel XIII secolo. Ma fu sempre ricostruito o restaurato. Il tempio di epoca medievale venne distrutto nel 1510 dai Portoghesi, nell'ambito della politica di repressione delle religioni autoctone e di diffusione forzata del cristianesimo. Soltanto nel XVIII secolo, con la dominazione coloniale olandese, più tollerante nei confronti delle libertà religiose, fu ricostruito nelle forme che vediamo oggi.
La leggenda narra che durante il terzo viaggio in Sri Lanka del Buddha, avvenuto secondo la tradizione otto anni dopo l'illuminazione (quindi nel 522 a.C.), egli visitò Kelaniya insieme a un gruppo di bhikkhu, su invito del re di questo luogo. Durante la sua visita, il Buddha compì dei miracoli e insegnò la dottrina buddista alla popolazione locale, che accettò il Dharma con grande entusiasmo. Si dice che il Buddha abbia profetizzato che il sito sarebbe diventato un importante centro di venerazione e che sarebbe stato adornato da una reliquia del suo corpo.
Un altro racconto sul tempio è legato alla figura del re Vibhishana, fratello di Ravana, il leggendario sovrano dei demoni nell'epica del Ramayana. Dopo la sconfitta di Ravana per mano di Rama, Vibhishana si alleò con Rama e gli dei, diventando re di Lanka. Si dice che, dopo essersi convertito al Buddhismo, Vibhishana abbia ottenuto una reliquia del Buddha e l'abbia donata al tempio di Kelaniya. Questa reliquia è stata conservata nel tempio e ha contribuito a consolidare la sua importanza come luogo sacro.
Il tempio esisteva già nel IV secolo a.C., quando fu restaurato dal principe Uttiya, che fece costruire la prima residenza per i monaci. A quel tempo si racconta che esistesse già uno stupa all'interno del quale erano custoditi il trono sul quale sedeva Buddha quando predicava e altre reliquie del suo soggiorno in quel luogo.
Nel corso dei secoli, il tempio è stato oggetto di distruzione e ricostruzione più volte a causa di conflitti, invasioni straniere e calamità naturali. Una delle distruzioni più significative avvenne durante l'invasione del re Kalinga Magha nel XIII secolo. Ma fu sempre ricostruito o restaurato. Il tempio di epoca medievale venne distrutto nel 1510 dai Portoghesi, nell'ambito della politica di repressione delle religioni autoctone e di diffusione forzata del cristianesimo. Soltanto nel XVIII secolo, con la dominazione coloniale olandese, più tollerante nei confronti delle libertà religiose, fu ricostruito nelle forme che vediamo oggi.