• Benvenuto\a sul forum di Crocieristi.it, la più grande community italiana sulle crociere.

    Prendi confidenza con il forum leggendo le discussioni presenti, o ricerca l'argomento che più ti interessa attraverso l'apposito form. Per partecipare al forum è necessario registrarsi, ovviamente la registrazione è gratuita e non obbligatoria, non registrarti se per te non è davvero utile. Per eseguire eventuali cancellazioni il tempo previsto è di una settimana.

    Ricorda che il regolamento vieta l'uso di due o più nickname differenti relativi alla stessa persona. Se nel frattempo hai cambiato l'indirizzo e-mail di registrazione contattaci attraverso questo form e specifica il tuo problema assieme alla tua username, la tua vecchia e-mail ed il tuo nuovo indirizzo.

    Hai dimenticato la password? clicca qui

    Per qualsiasi problema TECNICO puoi contattare lo Staff attraverso questo form spiegando DETTAGLIATAMENTE il tuo problema
  • Nella sezione SONDAGGI potrai dare il tuo voto per il miglior itinerario! -->i sondaggi di Crocieristi.it
  • Questo sito raccoglie dati statistici anonimi sulla navigazione, mediante cookie installati da terze parti autorizzate, rispettando la privacy dei tuoi dati personali e secondo le norme previste dalla legge. Continuando a navigare su questo sito, cliccando sui link al suo interno o semplicemente scrollando la pagina verso il basso, accetti il servizio ed i cookie stessi.
  • Ospite, seguici anche sui social!
    Seguici su Facebook Seguici su Twitter Seguici su Instagram Seguici su YouTube

  • Ti andrebbe di condividere sui social, assieme a noi, le tue fotografie ed i tuoi video? Clicca qui!

  • Ciao Ospite e benvenuto su Crocieristi.it, siamo davvero felici di averti a bordo!

    ti invitiamo a leggere il regolamento per una migliore convivenza con gli altri utenti (clicca qui) mentre qui trovi qualche dritta sull'utilizzo del forum

    e poi... che ne dici di presentarti? Clicca qui per accedere alla sezione "Mi Presento" e presentati!

Animali maltrattati e parchi tema inerenti

  • Autore discussione Autore discussione RIC
  • Data d'inizio Data d'inizio
Ciao a tutti, oggi voglio auto commiserarmi, perché faccio parte di una razza che non sa più cosa fare per rimediare ai suoi danni..., nel mondo l’uomo fa pazzie senza senso ogni giorno ma a tutto c’è un limite…

Voglio raccontarvi della storia dei cammelli che forse qualcuno ha sentito ultimamente, di seguito un articolo molto bello:

“Se un cammello produce 45 kg di metano all’anno, l’equivalente di una tonnellata di biossido di carbonio, quanti cammelli servono per ottenere le emissioni di un'automobile che percorre 20.000 km all'anno? La risposta esatta è 4! Infatti un'automobile produce in media 4 tonnellate di biossido di carbonio all'anno.

Se un Paese elimina 4 cammelli può permettersi una nuova automobile oppure guadagnare 4 crediti da una tonnellata (i cosiddetti "carbon credit") per inquinare o da vendere sul mercato mondiale delle emissioni. Uccidere cammelli serve per rispettare i protocolli di Kyoto. Sono un ecopass naturale con le gobbe. La società australiana Northwest Carbon ha lanciato un progetto di sterminio dei cammelli per ottenere "carbon credit" per le industrie locali che potranno inquinare di più. Il progetto è all'esame del parlamento australiano e prevede l'uccisione dei cammelli da elicotteri o da macchine attrezzate per il deserto. La loro carne sarà utilizzata come cibo per cani. Il direttore della Northwest valuta la morte di un cammello in termini economici "un beneficio per la riduzione di emissioni". Il cammello non è consapevole di inquinare e produce escrementi senza curarsi del futuro del pianeta, ma non è l’unico a produrre enormi quantità di gas. La mucca lo segue a ruota con 35 kg di metano annui pari a 0,8 tonnellate di anidride carbonica. L’eliminazione di gran parte delle mucche del mondo darebbe una spinta formidabile alla produzione mondiale e allo sviluppo del PIL. Il problema però si riproporrebbe nel tempo. Lo sviluppo industriale infatti non conosce limiti. I Paesi più sovrappopolati saranno allora i più fortunati. Potranno permettersi una crescita a due e magari a tre cifre. "Ogni giorno il corpo umano produce 12-15 M di CO2 (288-360 litri) a riposo e fino a 50 M in intensa attività fisica" fonte Wikipedia.
Chi disporrà di qualche decina o centinaia di milioni di persone da abbattere dagli elicotteri o tramite bombardamenti mirati potrà incrementare il suo PIL a dismisura (frase ironica…)”.

Ora in tutto questo io penso (e spero non solo io…): invece di uccidere in massa dei cammelli e delle mucche, perché non ridurre l’inquinamento industriale e porre dei limiti agli allevamenti? Certo che se arrivassero gli alieni e ci dicessero, voi inquinate, vi ammazziamo tutti…cosa faremmo? C’è però una differenza sostanziale fra noi e i cammelli/mucche…quale? Che noi sappiamo di inquinare…loro no…

Comunque la pensiate…alle prossime…RIC.
 
Ciao Ric....quello che tu hai appena narrato ha dell'incredibile......spero con tutto il cuore che non si verifichi mai.....tutti gli animali vanno rispettati....curati......accuditi......se no i veri animali siamo NOI!!!
Ciao
 
Ciao, copio alcuni articoli importanti:

Fermiamo il trasporto di animali su lunga distanza:
Una firma per proporre una durata massima di 8 ore per i trasporti di animali destinati al macello negli Stati della UE
Ogni anno milioni di animali vengono trasportati per migliaia di chilometri sulle strade europee. Cavalli crollano a terra sfiniti, pecore muoiono lentamente di sete, maiali stramazzano a terra per il caldo e il freddo. L’attuale normativa consente trasporti che si protraggono giorni e giorni, per migliaia di chilometri.
Ma tutto questo deve cambiare.
Obiettivo dell’iniziativa “8hours” è la raccolta di un milione di firme per conseguire un tangibile miglioramento per gli animali nei trasporti: gli animali destinati al macello non devono essere trasportati oltre le 8 ore.
Per firmare la petizione:
http://www.8hours.eu

Un esempio di suicidio animale?:
Nei giorni scorsi la stampa cinese ha riportato un evento che ha particolarmente sconvolto l’opinione pubblica. Si tratta del disperato gesto compiuto da un esemplare femmina di orso della luna, che ha ucciso il suo cucciolo per proteggerlo dalla tortura all’interno di una fattoria della bile in un’area sperduta nel nord della Cina.Testimoni riferiscono che gli orsi sono qui rinchiusi in piccole gabbie tristemente note come “crush cages”, dotate di una sbarra d’acciaio che si abbassa violentemente sul dorso dell’animale e lo schiaccia a terra costringendolo alla totale immobilità.
La bile viene estratta con il metodo del free-dripping, l’unico consentito dalle autorità cinesi, che prevede una ferita permanente nell’addome attraverso la quale viene impiantato un catetere fino a perforare la cistifellea. Poiché la ferita non può rimarginarsi, gli orsi contraggono molto rapidamente svariate infezioni, tumori, setticemia e peritoniti, che li conducono lentamente, e fra atroci sofferenze, alla morte; spesso, inoltre, nonostante sia vietato, vengono rivestiti di uno speciale busto di ferro, noto come metal jacket, che provoca inenarrabili tormenti, al punto che gli orsi tentano di strapparsi le interiora perché incapaci di sopportare il dolore.
Durante una visita in una fattoria della bile, un testimone riferisce di aver assistito a un episodio veramente agghiacciante. Come riportato dal portale cinese Reminbao.com, un esemplare femmina di orso è riuscito a rompere le sbarre della sua gabbia, in seguito alle grida disperate del suo piccolo che in quel frangente subiva l’estrazione della bile. L’allevatore tuttavia, spaventato dalla reazione di mamma orsa, è corso via e l’animale, incapace di liberare il suo cucciolo, in un estremo gesto d’amore lo ha soffocato.
A questo punto – continua il racconto dell’uomo – mamma orsa si sarebbe violentemente strappata di dosso l’orribile pettorina metallica, lanciandosi intenzionalmente contro un muro. L’animale avrebbe battuto con forza il capo, stramazzando al suolo privo ormai di vita.
L’episodio non è purtroppo eccezionale, come ormai sappiamo dopo una lunga esperienza maturata in questo campo. E’ naturalmente impossibile determinare con un’attribuzione di senso – evidente sarebbe il riferimento a categorie che involgono l’assunzione d’intenzionalità, coscienza, ragione, sviluppo teleologico e persino moralità – la volontà talvolta addirittura suicida degli orsi nelle fattorie della bile. Ciò che probabilmente avviene è una sorta di epochè delle prerogative etologiche della specie, un meccanismo di difesa che interviene quando a rischio non è solo un individuo ma l’intero gruppo. Ciò che purtroppo si può evincere da questa triste storia, molto aldilà della ricorrente analogia con le sorti e la vita di noi umani, è l’estrema sofferenza di queste martoriate creature, alle quali la morte deve senz’altro sembrare una consolatoria liberazione.
Potete leggere qui l’intera storia ripresa dal portale cinese Reminbao.com.

Rinoceronti - primo articolo:
Prende piede, purtroppo sempre più rapidamente, l’allevamento dei rinoceronti per supplire alla mancanza del suo corno, utilizzato prevalentemente per gli scopi della Medicina Tradizionale.
Un recente articolo del Time Magazine ha svelato i dettagli di un grosso progetto d’importazione del rinoceronte bianco in Cina, acquistato da alcuni commercianti per la creazione di allevamenti su vasta scala, nonostante il commercio nazionale e internazionale di questo grosso ungulato sia rigorosamente vietato dalla convenzione CITES (Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora).
Secondo il blog rhino conservation esisterebbero già fattorie operanti sul suolo cinese, nella provincia di Hainan e nello Yunnan.
La domanda di corno di rinoceronte, che non è fatto d’osso ma di cheratina, continua ad aumentare e non esiste alcun modo per distinguere, e dunque identificare, i corni di rinoceronte provenienti da allevamenti: il rischio è che le fattorie rappresentino un incentivo al business e un abile sotterfugio per coprire il bracconaggio.
La Medicina Tradizionale impiega il corno di rinoceronte come antipiretico e per curare innumerevoli altri disturbi fra i quali epilessia, ascessi, malaria e persino avvelenamenti. Il prezzo per un solo un grammo di polvere di corno di rinoceronte può raggiungere anche i 60 dollari (almeno 30.000 dollari per l’intero corno).
Si calcola che il business di medicine e rimedi a base di corno di rinoceronte si aggiri intorno ai 60 milioni di dollari all’anno. Ricordiamo che il rinoceronte si trova solo in Africa e in Asia e che tutte le specie esistenti sono a rischio estinzione: allo stato brado il loro numero non supera le 15.000 unità, mentre ancora negli anni ’70 se ne contavano oltre 80.000. Solo nel 2010 in Sudafrica sono stati abbattuti 333 esemplari, alcuni dei quali appartenevano alla specie Diceros bicornis (poco più di 3.500 quelli rimasti al mondo).
In verità esiste un sistema che dovrebbe scoraggiare i cacciatori e consiste nella recisione chirurgica del corno, il quale ricresce di pochi centimetri all’anno. L’operazione costa però più di 1.000 dollari per ciascun esemplare e dev’essere ripetuta ogni due -tre anni, aspetto che rende il programma di difficile attuazione a causa degli scarsi fondi disponibili.

Secondo articolo sui rinoceronti:
Rhino wars: il Sud Africa schiera l’esercito al Kruger
A fronte della gravissima impennata del bracconaggio nel più importante parco nazionale sudafricano, il Kruger, si schiera l’esercito. Ormai é guerra tra bande internazionali di bracconieri militarizzati e truppe regolari. I metodi forti sembrano funzionare per il momento, ma tappare la falla al Kruger serve a poco finché persiste la forte domanda di corna di rinoceronte in Asia, Cina e Vietnam in particolare (03/08/11)
Con 193 rinoceronti uccisi in Sud Africa dai bracconieri nei primi sei mesi del 2011 – rispetto ai 13 di tutto il 2007 (vedi articolo di TutelaFauna) si é raggiunta una soglia tale di allarme che dal mese di aprile i soldati del Sud Africa sono stati dispiegati nel Kruger National Park per controllare il confine col Mozambico da dove bracconieri pesantemente armati e altamente organizzati partono per perpetrare il massacro di rinoceronti per alimentare il mercato nero asiatico di un «ingrediente» della medicina tradizionale.
"Non è solo il bracconiere a caccia di carne, o con trappole, lancia, frecce o un fucile da caccia", spiega Ken Maggs, un investigatore sui reati ambientali nel parco. "Arrivano in bande pronte a combattere con tattiche paramilitari, occhiali per la visione notturna, armi automatiche da guerra e in un caso addirittura con granate. »
Le pattuglie dell'esercito sono la prima linea di difesa. Lavorano in collegamento coi ranger del parco, si muovono attraverso la macchia nelle prime ore del mattino, allerta per la minaccia sia dei predatori che dei cacciatori di frodo che rappresentano una minaccia decisamente più mortale e in diverse occasioni non hanno esitato ad aprire il fuoco contro le pattuglie.
E mal gliene incorse. Quindici bracconieri sono stati uccisi in sparatorie nel Kruger, nove feriti e 64 arrestati. Il deterrente costituito dal pugno di ferro dell’esercito sembra funzionare.
Marzo 2011 è stato il mese più letale per i rinoceronti nella storia del Kruger, con 40 animali uccisi. Dal momento che il dispiegamento dell'esercito, il numero è costantemente sceso: 30 nel mese di aprile, 15 a maggio e solo due nel mese di giugno.
É il primo, e ancora cauto, segnale di miglioramento rispetto al 2007, quando «solo» 13 rinoceronti erano stati bracconati in Sud Africa - rispetto ai 333 del 2010.
Ma il successo nel parco risolverà solo una parte del problema. Con la crescente domanda di corna di rinoceronte da parte dei «nuovi ricchi» in Asia, in particolare Cina e Vietnam, per curare tutto, dalla epistassi di febbri, nessun luogo é sicuro per questo magnifico pachiderma.
"La recente crisi è stata attribuita a un aumento della domanda in Vietnam, dove é stato lanciato un nuovo uso del corno di rinoceronte come trattamento per il cancro", ha detto Alona Rivord, portavoce del gruppo ambientalista WWF. Proprietà terapeutica interessante per un ciuffo di peli…
I corni di rinoceronte sono fatti di cheratina, come unghie umane, e non hanno alcun valore medicinale scientificamente provato, ma questo non serve per frenare la domanda del mercato nero. La Cina ha messo al bando l'uso di corni di rinoceronti in medicina, ma l'applicazione della legge è lassista, denunciano le associazioni ambientaliste.
I prezzi elevati in Asia hanno portato a un problema aggiuntivo. Dato che con apposita autorizzazione é possibile cacciare il rinoceronte in Sud Africa, la relativa documentazione viene falsificata per esportare corna di rinoceronte che finiscono sul mercato nero. A dimostrazione di come aprire la porticina dello «sfruttamento minimo legale» della caccia, di fatto spalanchi la saracinesca del bracconaggio: un caso esemplare da ricordare a chi vorrebbe riaprire il commercio legale dell’avorio a partire da paesi con sistemi di vigilanza e pubbliche amministrazioni che sono un colabrodo di corruzione, inefficienza, disorganizzazione e mancanza di mezzi.
Secondo l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, i Rinoceronti neri (Diceros bicornis) sono in pericolo critico di estinzione con solo 4.838 esemplari nel mondo.
I Rinoceronti bianchi (Ceratotherium simum) sono più numerosi, con 17.480. Questi sono cacciati legalmente in Sud Africa, con un permesso che costa solo 50 rand (5 euro), ha detto Rynette Coetzee, funzionaria esecutiva del programma per la politica di conservazione dell’Endangered Wildlife Trust.
Ogni cacciatore è autorizzato ad uccidere “solo” un rinoceronte ogni anno, ma la polizia ha arrestato all'inizio del mese nazionale tailandese Chumlong Lemtongthai, accusandolo di lavorare con un’associazione a delinquere che aveva contrabbandato 40 corni ottenuti con licenze di caccia legali.
Secondo quanto emerso dalle indagini, il tailandese aveva pagato amici e persino prostitute per farsi intestare un permesso di caccia e ha lavorato con un commerciante sudafricano di fauna selvatica che acquistava all’asta rinoceronti per ucciderli subito dopo il loro arrivo nella sua fattoria.
Chumlong vendeva poi i corni per 55 mila dollari al chilo: letteralmente valgono tanto oro quanto pesano!
Secondo Maggs la corruzione all'interno del business della fauna selvatica è diffusissima: si tratta dei cosiddetti "colletti kaki" – commercianti di fauna, cacciatori professionisti, veterinari, proprietari di riserve, guardiacaccia – che sacrificano volentieri questi straordinari animali per i fotyi guadagni che possono garantire nel brevissimo periodo. Una conferma di questa attività è arrivata con l’arresto di un ranger del Kruger per connessione con bracconaggio.

Orsi polari e turisti avventurosi: chi rischia di più?
Alle Isole Svalbard (Norvegia) un gruppo di turisti inglesi viene attaccato da un orso bianco: un morto e quattro feriti. E ovviamente l’orso viene ucciso dai soccorritori. Qualche riflessione sul viaggiare in aree selvagge e il costo che puo’ avere per la fauna: quando il desiderio di avventura puo' diventare un pericolo per la fauna (05/08/11)
Un gruppo di turisti inglesi che partecipavano a un viaggio organizzato dalla British Schools Exploring Society é stato attaccato stamattina da un orso polare che ha ucciso uno di loro e ferito altri quattro.
L’incidente é avvenuto nell’area del ghiacciaio di Von Postbreen, a 40km da Longyearbyen, un’area selvaggia e senza vie di comunicazione, e proprio per questa particolarmente favorita da “viaggi avventura” e spedizioni scientifiche.
I soccorsi, chiamati via telefono satellitare, sono arrivati in elicottero e hanno portato i feriti prima all’ospedale di Longyearbyen e quindi a quello di Tromsoe.
Evento ovviamente drammatico, ma che spinge ad alcune riflessioni.
L’orso polare è il più grosso carnivoro esistente sul pianeta, ha i suoi grossi problemi a sopravvivere e abita alcune delle aree più remote e inospitali del pianeta. Se gli si finisce in bocca, la si è proprio andata a cercare e il plantigrado non puo’ certo essere biasimato per aver fatto quello che normalmente fa un predatore: uccidere per nutrirsi.
Chi partecipa a questi viaggi dovrebbe mettere questa eventualità in conto, cosi’ come chi va in montagna sulla neve rischia una valanga, un sub un’embolia o un ciclista di essere travolto da un’auto. Si prendono tutte le precauzioni del caso ma nello stesso tempo occorre essere consci del rischio.
E il gruppo di turisti si è mostrato almeno parzialmente pronto all’emergenza, chiamando col telefono satellitare i soccorsi, prontamente intervenuti magari a salvare la vita dei quattro feriti.
Quello che proprio non si riesce a capire è la necessità di “vendicarsi” dell’orso. Perché andava ucciso ad ogni costo? Per paura che diventasse un “mangiatore di uomini”, incallito predatore di quei bipedi lenti, con vista, udito e olfatto sottosviluppati, senza fauci e artigli, cosi’ facili da predare? Non si è mai sentita una favola simile!
Cio' che veramente anima il grilletto è un insano desiderio di vendetta verso un animale che si é permesso di attaccare un uomo, violando quella gerarchia che – dalle origini della filosofia occidentale – ci ha sempre voluto porre un bel pezzo sopra qualsiasi (altro) animale.
L’essere inferiore che, fosse anche solo per nutrirsi o difendersi, viola questo vero e proprio tabù deve essere punito con la morte secondo una logica che nulla ha di scientifico, ma tutto di tragicamente psicologico. Anche se è evidente che non si puo’ porre alcuna responsabilità su un animale che agisce solo per istinto, lo si fà lo stesso e si applica un ferrea legge del taglione, morte per morte.
Alla fine, oltre allo sfortunato turista - che comunque doveva essere conscio del rischio che si assumeva e partendo lo ha implicitamente accettato assumendosi quindi la corresponsabilità per quanto è successo – l’unico vero innocente che ci ha rimesso le penne è stato l’orso. Era nel suo territorio a fare l’unica cosa che sa e puo’ fare: preoccuparsi di sopravvivere.
Oggi, il solo fatto di essere orso e comportarsi come tale gli è stato fatale.
 
Le ultime tigri non ce la fanno più…il loro habitat continua a diminuire:
Le cause principali del declino della tigre non sono solo la deforestazione per il legno e l’olio di palma e il bracconaggio che rifornisce di pelli i magnati necrofili e di (presunti) farmaci i cultori della medicina tradizionale, c’è anche il fatto che ormai uomini e tigri vivono gomito a gomito. E le tigri, in mancanza di meglio, sono fortemente tentate di mangiare gli uomini, i quali ovviamente si difendono.
L’India, il Paese delle tigri per antonomasia, ospita un miliardo circa di esseri umani, per sfamarsi la gente disbosca e mette a coltura anche i luoghi in cui abitano le tigri e sono guai per tutti.
Per mettere insieme il pranzo con la cena (o per mettere insieme almeno il pranzo), i contadini indiani fanno esattamente quello che qui in Occidente abbiamo fatto per generazioni e generazioni ma ora serve un’altra strada e di corsa e deve essere la politica e il buon senso a trovarla…
Resta il fatto che la situazione delle tigri è drammatica. Sono diminuite del 97% in vent’anni. Le sottospecie di Bali, di Giava e del Caspio sono già sicuramente estinte. Dagli Anni 70 non si hanno più notizie certe dell’esistenza di un’altra sottospecie, la tigre della Cina meridionale.
Cent’anni fa le tigri abitavano un’area amplissima: dalla Turchia alla Siberia e a Sumatra. Ora il 93% del loro habitat è andato perduto e le popolazioni residue sono frammentate in poche aree che sembrano sparute cittadelle assediate.
Le percentuali fanno venire i brividi, forse nessuno si rende conto della velocità con cui stanno diminuendo. Quando l’umanità perderà questo stupendo felino come si sentirà? Rimarranno pochi esemplari negli zoo, esemplari che potremo guardare solo con grande tristezza…
 
oggi scusatemi il termine dei bastardi hanno lanciato da una Golf sulla A26 (Alessandria) una cagnetta gravida che è morta...chi avesse visto qualcosa è pregato di chiamare le forze dell'ordine, in zona stiamo facendo grossa informazione per trovarli...La notizia è visibile sul sito www.geapress.org (specializzato in notizie sugli animali)...Vi ringrazio.
 
vorrei riaprire questo argomento che si era fermato nel lontano 2011 perchè ieri è partita la seguente campagna molto importante visto che parla dei delfinari (che spesso fanno parte anche delle escursioni legate alle crociere), la notizia:

LAV e Marevivo lanciano in Italia la campagna europea SOS DELFINI con il sito internet dedicato www.sosdelfini.org, in occasione della Giornata mondiale contro la cattività dei mammiferi marini, oggi 4 luglio: "In Italia i delfinari non hanno alcuna funzione educativa né scientifica o di conservazione della specie, ovvero non rispettano queste caratteristiche obbligatorie per legge, facendo invece spettacolo: un inganno che i potenziali visitatori devono conoscere e a cui dobbiamo mettere fine, a tutela degli animali imprigionati in questa inaccettabile, forzata cattività", affermano LAV e Marevivo.

Il tradimento della funzione "scientifica-educativa" da parte dei delfinari è confermato da un'investigazione svolta dalla LAV, che ha messo in luce le violazioni delle disposizioni dettate dal Decreto Ministeriale 469/2001 in materia di condizioni per il mantenimento in cattività dei delfini Tursiopi (i Tursiops Truncatus sono la specie normalmente utilizzata nei delfinari per la sua intelligenza), requisiti minimi, sistemazione, comfort e benessere animale, equipaggiamenti all'interno delle vasche e loro costruzione e mantenimento, prevenzione di stress e/o danni ai delfini Tursiopi, manipolazione e addestramento.

Su queste irregolarità la LAV si riserva di adire le vie legali.

L'investigazione, svolta la scorsa estate, ha riguardato i delfinari attivi in Italia, ovvero il Delfinario di Fasanolandia (Fasano, Brindisi), Zoomarine (Torvajanica, Roma), il Delfinario di Oltremare (Riccione), il Delfinario di Rimini, Gardaland (Verona) il cui delfinario però è stato successivamente chiuso alla fine del 2012, dopo non pochi decessi di delfini (Hector, Violetta e Tango, per citarne alcuni) per gravi carenze nella gestione, nell'alimentazione e nel superlavoro richiesto loro, soprattutto durante la stagione estiva; il parco non è però rimasto senza animali in quanto ha aperto un Sea Life Acquarium. Presso l'Acquario di Genova, che già detiene alcuni delfini che però non vengono fatti esibire, è prevista la costruzione di un grande delfinario.

Al fianco di LAV e Marevivo per lanciare l'appello SOS DELFINI, l'attore Giorgio Panariello e la presentatrice Licia Colò che hanno realizzato un breve spot per www.sosdelfini.org, a sostegno della campagna europea promossa dall'associazione spagnola Faada e realizzata in collaborazione con Born Free Foundation:

"Per ogni delfino che sopravvive in un delfinario, la maggior parte muore nel tentativo di adattarsi - spiegano Giorgio Panariello e Licia Colò - La vita in cattività è fonte di stress e depressione, tanto che a volte è necessario dare loro tranquillanti e farmaci. Il pubblico che visita i delfinari, dove gli animali sono sottoposti ad addestramenti e costretti a fare spettacoli, a nuotare con le persone, a subire rumori molesti, non può continuare a ignorare questa sofferenza!"

"Consegneremo l'investigazione al Ministro dell'Ambiente Andrea Orlando sollecitandolo a prendere atto delle violazioni documentate, talmente evidenti da rendere inevitabile la chiusura dei delfinari in Italia", affermano LAV e Marevivo.

L'opinione pubblica disapprova questa forzata cattività: il 68% degli italiani vorrebbe proibire i delfinari in Italia, ritenendo che non contribuiscano affatto alla conservazione della biodiversità e dell'ambiente, lo rivela un sondaggio IPSOS commissionato da One Voice, associazione animalista francese. Il campione ha coinvolto quattro Paesi europei: Italia, Francia, Spagna e Germania.
L’81% degli italiani intervistati ha ammesso che i delfini sono più felici in natura e il 73% si è dichiarato contrario alla cattura dei delfini in natura per destinarli ad una vita in cattività nei delfinari o nei parchi di divertimento, fino ad arrivare al 96% degli italiani che si augura che in futuro la cattura dei delfini per essere esibiti nei delfinari e nei parchi di divertimento sia proibita o strettamente regolamentata.
Secondo il 66% di intervistati italiani, inoltre, la cattività aumenta il tasso di mortalità dei delfini e il 71% degli italiani pensa che i delfinari non permettano di comprendere come gli animali vivano in natura.
La maggior parte degli intervistati, infine, ha visitato un delfinario o assistito a un'esibizione di delfini in un parco d'attrazioni (65% in Italia), il 58% dei quali negli ultimi 5 anni.

Alcuni Paesi hanno già adottato provvedimenti in favore dei cetacei:

• non detengono cetacei in cattività: Austria, Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lussemburgo, Polonia, Irlanda, Slovacchia, Slovenia, Regno Unito;

• i seguenti Stati UE hanno una legislazione nazionale che vieta la detenzione di cetacei in cattività: Cipro, Slovenia e Croazia;

• altri Stati in Europa: nel 2012 la Svizzera ha introdotto una legislazione per vietare l'importazione di cetacei;

• nel mondo: India, Cile, Costa Rica e Israele non hanno introdotto una legislazione specifica sull'abolizione dei delfinari e, di fatto, non hanno autorizzato per molti anni l'importazione di cetacei per fini espositivi.
 
Ciao Ric, mi imbatto solo adesso in questo 3D, davvero interessante, grazie per tutte queste notizie che ci porti anche se purtroppo davvero terribili. Io sono dalla tua parte, nel senso che comunque non tollero la violenza sugli animali anzi ne soffro parecchio.
Spero che l'umanità riesca ad evolversi anche in questo senso prima o poi, ma è triste constatare che siamo ancora molto lontani.
Un saluto da parte mia e da Poldo, il mio riccio che ho adottato da 6 anni ormai e che vive nel mio giardino! :)
 
Le ultime tigri non ce la fanno più…il loro habitat continua a diminuire:
Le cause principali del declino della tigre non sono solo la deforestazione per il legno e l’olio di palma e il bracconaggio che rifornisce di pelli i magnati necrofili e di (presunti) farmaci i cultori della medicina tradizionale, c’è anche il fatto che ormai uomini e tigri vivono gomito a gomito. E le tigri, in mancanza di meglio, sono fortemente tentate di mangiare gli uomini, i quali ovviamente si difendono.
L’India, il Paese delle tigri per antonomasia, ospita un miliardo circa di esseri umani, per sfamarsi la gente disbosca e mette a coltura anche i luoghi in cui abitano le tigri e sono guai per tutti.
Per mettere insieme il pranzo con la cena (o per mettere insieme almeno il pranzo), i contadini indiani fanno esattamente quello che qui in Occidente abbiamo fatto per generazioni e generazioni ma ora serve un’altra strada e di corsa e deve essere la politica e il buon senso a trovarla…
Resta il fatto che la situazione delle tigri è drammatica. Sono diminuite del 97% in vent’anni. Le sottospecie di Bali, di Giava e del Caspio sono già sicuramente estinte. Dagli Anni 70 non si hanno più notizie certe dell’esistenza di un’altra sottospecie, la tigre della Cina meridionale.
Cent’anni fa le tigri abitavano un’area amplissima: dalla Turchia alla Siberia e a Sumatra. Ora il 93% del loro habitat è andato perduto e le popolazioni residue sono frammentate in poche aree che sembrano sparute cittadelle assediate.
Le percentuali fanno venire i brividi, forse nessuno si rende conto della velocità con cui stanno diminuendo. Quando l’umanità perderà questo stupendo felino come si sentirà? Rimarranno pochi esemplari negli zoo, esemplari che potremo guardare solo con grande tristezza…

La tigre è il mio animale selvatico preferito insieme al delfino.
Quando guardo una tigre, in foto od in tv, rimango ammaliata dalla potenza, dalla fierezza e dallo splendore di questo stupefacente animale.
 
Top