Si parte percorrendo l'ultimo tratto dell'A1, il raccordo per Salerno e poi la "famigerata" autostrada "Salerno - Reggio Calabria".
Al contrario delle aspettative questa autostrada è molto, ma moltooo, meglio delle autostrade liguri.
Lasciata l'autostrada abbiamo iniziato ad addentrarci verso l'interno dirigendoci verso Altomonte e poi ancora oltre, attraversando zone ricoperte di castagni.
Ed eccoci arrivati a Sant'Agata di Esaro, termine del nostro viaggio.
Si tratta di un piccolo borgo di circa 2000 abitanti, situato a 461 m sul livello del mare all'interno del Parco del Pollino.
E' arroccato su uno sperone di roccia che si protende sull'ampia valle del fiume Esaro dove doveva sorgere un grande invaso artificiale mai realizzato.
La tradizione fa risalire la fondazione del borgo all'VIII secolo da parte di monaci provenienti dalla Sicilia e spinti a nord dalla conquista mussulmana.
Le prime fonti storiche risalgono invece al 1075; in una cronaca del tempo si fa riferimento a questo borgo nel racconto di una battaglia che vide contrapposti l'esercito bizantino e quello normanno. Nel XII secolo diviene feudo del Monastero del Sagittario di Chiaromonte.
L'epoca feudale di Sant'Agata terminò nel 1806 quando Giuseppe Bonaparte abolì il feudalesimo e il borgo divenne un possedimento del Regno di Napoli.
La popolazione di Sant'Agata partecipò attivamente ai moti del 1848 e del 1860, scegliendo, attraverso il voto, per l'Unificazione d'Italia.
Ogni anno qui si svolge una importante festa: la sagra della castagna;; e ogni anno una delegazione parte dal paese in cui vivo in Liguria per onorare il gemellaggio che ci lega.
Durante la nostra visita c'è stato uno scambio di dolci tipici organizzato dalle rispettive pro loco. Noi abbiamo portato il pandolce genovese e loro ci hanno offerto dolcetti di castagne.
La sagra di Sant'Agata è considerata la più antica della Calabria nonostante la prima edizione risalga solamente al 1975. Proprio in quell'anno era tornato in paese un emigrato Santagatese e ha lanciato l'idea di organizzare una sagra come quelle che aveva visto svolgere al "nord".
Si è pensato alle castagne, principale fonte di reddito del paese, grazie ad alcune ricette di dolci fatti con le castagne trovate sul giornale "Famiglia Cristiana": fino ad allora a Sant'Agata non si sapeva che le castagne potessero essere usate per realizzare ricette. A Sant'Agata venivano vendute e date da mangiare ai maiali.
Per 5 giorni le strette vie del borgo si riempiono di banchetti dove si possono acquistare prodotti tipici locali. Inoltre tutte le cantine e i magazzini vengono aperti dai proprietari che preparano e vendono ogni tipo di leccornia: panini con salumi tipici, arrosticini, frittelle dolci e salate, pasta, carne, ecc.
Girando per le vie si mangia un po' qua e un po' là innaffiando tutto con vino del Cosentino o birre artigianali.
Il sabato sera si svolge il concerto di musiche popolari.
Ma a Sant'Agata non c'è solo cibo e musica. Lì vive un ex chef che ha lavorato in giro per il mondo e anche sulle navi, innamorato del suo paese, e che ha organizzato un museo diffuso all'interno del borgo: c'è il museo del fabbro, quello della lavorazione del legno, quello dove sono conservati vari oggetti della storia di Sant'Agata.
La lavorazione del legno è stata una delle attività più importanti del paese dove fino a non molti anni fa c'erano addirittura 135 falegnami. Oggi la sezione di lavorazione del legno della scuola professionale ha sede proprio a Sant'Agata.
Nel museo della storia di Sant'Agata si trovano abiti dell'800 realizzati con la seta prodotta proprio qui; molti strumenti musicali: sant'Agata ha dato i natali a molti musicisti che anche oggi suonano in importanti orchestre sinfoniche; ci sono diversi oggetti legati al cinema e alla televisione e il cinema con i suoi film più famosi è il tema dei murales che abbelliscono il borgo.
