Se parli di una normale partenza non vedo problemi, fai l'avviamento dei motori, li metti in parallelo con la rete elettrica esterna e dopo riprendi il controllo della nave, e questo lo puoi fare senza alcuna interruzione di carico..
Io invece mi riferivo al colpo di vento che stacca la nave dalla banchina e fa perdere il cavo di alimentazione: in quella situazione se non vuoi il Black out allora devi avere in moto, seppure a vuoto, un numero di generatori elettrici sufficienti a coprire la potenza base, facendo in questo modo se la nave si stacca dal cavo di alimentazione i generatori intervengono in qualche millisecondo per porre fine al problema, non è facilissimo, ma neanche impossibile..
Solo che per far questo i motori devono essere appunto in moto, ed anche più di uno.. (una unità copre appena la potenza base, poi ci sono i trusther).. a quel punto l'ambientalista che passa per il porto del fumo uscire dai fumaioli lo deve vedere..
E tu spendi venti milioni di Euro per vedere i motori che emettono fumo? Soprattutto sapendo a priori, visti i dati di quel rapporto, che le emissioni sono a norma?
Se lo fai è perchè la gente veda la nave totalmente prima di fumo, altrimenti non lo fai proprio..
Quindi mi viene da pensare ai motori fermi, se lo sono la storia è diversa..
Ti arriva il colpo di vento e stacca la nave dalla banchina.. colmo di Jella si stacca pure il cavo di alimentazione ed hai i motori spenti? Ed allora?
Non puoi farli partire insieme (qui rispondo anche ad Aleriva), ma devi farne partire uno per dare la frequenza e la fase al sistema, e questo da solo non può reggere tutto il carico, che va quindi ridotto..
Fatto l'inserimento, possibilmente prima con carico zero, poi crescente, del primo generatore, allora puoi mettere in parallelo il secondo ed aumentare il carico..
Considerando le navi Costa come esempio, queste dovrebbero utilizzare i seguenti motori della Wartsila:
http://www.wartsila.com/en/engines/medium-speed-engines/Wartsila46
Che possono generare 12.6 o 16.8 MW l'uno, quindi nel loro caso un solo motore potrebbe prendere in mano la situazione e risolverla in attesa dell'inserimento dell'altro per l'intervento dei Trusther..
Credo che il tempo di reinserimento dei carichi, considerando anche l'avviamento del motore, non possa essere immediato, ma sia qualcosa dell'ordine dei minuti..
Il punto nodale della questione è: il colpo di vento che stacca la nave dalla banchina può anche far interrompere l'alimentazione staccando il cavo?
Non mi sembra che i progettisti siano dei fessi, mi viene da pensare che il cavo si volga per diversi metri, che saranno (a naso) calcolati in modo da dare all'equipaggio il tempo di reagire ed inserire i generatori..
A parte questo, e tornando invece al Cold Ironing di Venezia, ho trovato un bel progetto, anche con qualche numero..
http://www.vtpengineering.it/allegati/ColdIroning/Brochure_cold_ironing_ita.pdf
che guarda caso riecheggia l'approccio che avevo proposto per l'Augustus.. ovvero generare all'esterno della nave calore ed elettricità ed utilizzarli anche per una distribuzione alle zone limitrofe al porto..
E' un modo per ottenere altri soldi, nel caso dell'AUgustus lo avevo pensato per svincolare la nave dal mantenimento tramite le visite turistiche, qui per abbassare i costi che pagheranno le compagnie..
Mi sembra una buona cosa..
Un salutone!
Manlio