Roberto B.
Well-known member
La nostra esperienza a terra di oggi a Colon è stata invece diversa.


Subito dopo il nostro arrivo nel grande porto che non dorme mai, dove merci di ogni tipo vengono sbarcate e imbarcate senza sosta, 24 ore al giorno, dalle infinite navi che vanno e vengono continuamente e che alimentano il grandissimo e affollatissimo porto franco di Colon. Imbocchiamo l'autostrada in direzione sud diretti a Panama City, attraversando via terra l'istmo largo meno di 80 chilometri che separa Atlantico e Pacifico. Il tempo non è dei migliori, acquazzoni si alternano a pause soleggiate, in compenso la temperatura è decisamente elevata e l'umidità a tratti rende l'aria soffocante.

Superiamo il grande fiume Chagres, le cui acque alimentano il grande lago Gatún, e in poco più di un'ora arriviamo Panama City.


Percorriamo poi la superstrada litoranea, avenida Vasco Nuñez de Balboa, fiancheggiata per tutta la sua lunghezza da una fila ininterrotta di grattacieli, e arriviamo alla nostra meta: il Casco Viejo di Panama.


Subito dopo il nostro arrivo nel grande porto che non dorme mai, dove merci di ogni tipo vengono sbarcate e imbarcate senza sosta, 24 ore al giorno, dalle infinite navi che vanno e vengono continuamente e che alimentano il grandissimo e affollatissimo porto franco di Colon. Imbocchiamo l'autostrada in direzione sud diretti a Panama City, attraversando via terra l'istmo largo meno di 80 chilometri che separa Atlantico e Pacifico. Il tempo non è dei migliori, acquazzoni si alternano a pause soleggiate, in compenso la temperatura è decisamente elevata e l'umidità a tratti rende l'aria soffocante.

Superiamo il grande fiume Chagres, le cui acque alimentano il grande lago Gatún, e in poco più di un'ora arriviamo Panama City.


Percorriamo poi la superstrada litoranea, avenida Vasco Nuñez de Balboa, fiancheggiata per tutta la sua lunghezza da una fila ininterrotta di grattacieli, e arriviamo alla nostra meta: il Casco Viejo di Panama.
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