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Costa Deliziosa - Il Regno della Luce (16/06/2011)

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
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22 GIUGNO 2011

Gia’ in fase di preparazione della crociera, leggendo la guida, ricordando documentari visti in tv o riviste di viaggi, era chiaro a tutti noi che una delle tappe piu’ belle sarebbe stata quella alle isole Lofoten. Nel tratto di navigazione tra Geiranger e Capo Nord (potremmo dire all’andata) avevamo visto in lontananza diverse isole e isolotti e, aiutandoci con la posizione della nave perennemente monitorata in tv, avevamo potuto individuare con precisione le Lofoten.
Dopo tanta attesa la giornata inizia con una delusione: piove.
Noi avevamo optato per l’escursione “Le panoramiche isole Lofoten” che ci terra’ impegnati praticamente per l’intera giornata; dopo le varie formalita’ all’interno della nave (controllo voucher, assegnazione del numero del pullman, chiamata, ecc.), tutte eseguite sempre con molta puntualita’, scendiamo a terra con le lance, a Leknes, dove ci attendono i pullman e le guide. La nostra e’ una ragazza norvegese che parla un discreto italiano. Dopo le presentazioni ci spiega il programma della giornata e ci dice che, per motivi organizzativi e per regolare il flusso delle varie escursioni, il pranzo e’ previsto alle ore 11,30 (!!!); la notizia coglie tutti impreparati e qualche voce critica si leva tra i passeggeri. Comunque partiamo.
Ponti e gallerie uniscono le varie isole cosi’ che sul pullman non si ha la sensazione di spostarsi da un’isola ad un’altra ma si procede con continuita’ tra paesaggi caratterizzati da un mare blu, casette colorate e…merluzzi essiccati. Centinaia, migliaia di merluzzi appesi ad essiccarsi e pronti per essere esportati in mezza europa e soprattutto in Italia, la maggior importatrice del merluzzo delle Lofoten, lo stoccafisso.

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(pecore sul tetto per tenere l'erba sotto controllo...)

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La prima tappa e’ un bellissimo villaggio di pescatori, Nusfjord, caratterizzato da casette colorate di bianco, rosso e giallo; il colore indica lo status di chi le abita. E’ curioso vedere che su qualche cassetta delle poste si leggono cognomi indiscutibilmente italiani.
Il villaggio e’ molto ben conservato ed anche se il tempo non e’ un granche’ mantiene intatto il suo fascino, anzi. Mi fa venire in mente l’isola dei gabbiani (ce ne sono tantissimi). Ad un certo punto mi sembra di trovarmi nel paese di Pippi Calzelunghe; si lo so che si svolge in Svezia ma vi posso assicurare che se i miei ricordi televisivi non mi ingannano l’ambiente e’ lo stesso e mi aspetto di veder sbucare fuori una bambina con le trecce rosse da un momento all’altro.

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Intanto si sono fatte le 11,30 e ci dirigiamo verso il ristorante; sara’ il freddo, sara’ la pioggia, sara’ l’ambiente, sara’ il profumo che si sente nell’aria ma tutti (noi compresi), anche quelli che avevano borbottato sul pullman (noi compresi), ci fiondiamo su un invitantissimo buffet dove, tra le altre cose, mangiamo del salmone realmente eccezionale.
Dopo il pranzo passeggiatina verso i pullman e si riparte verso un altro villaggio. Aa (credo che sia una delle prime localita’ al mondo in ordine alfabetico…); qui visitiamo il museo dello stoccafisso dove un tipo istrionico che parla molto bene l’italiano ci fornisce tutta una serie di notizie sullo stoccafisso, dalla pesca, alla lavorazione, all’esportazione. Di fatto verrebbe da dire che, come per il maiale, non si butta niente: con il fegato si fa il famigerato olio di fegato di merluzzo, le teste vengono spedite in africa dove costituiscono la base di alcuna ricette tipiche, il corpo e’ esportato principalmente in Italia e penisola Iberica e i “rimasugli” essiccati vengono venduti come snack (immangiabile) tipo sacchetto di patatine. Viene da pensare che per questo i Norvegesi sono tutti grossi e robusti subendo fin dall’infanzia delle prove di forza e di coraggio non indifferenti ogni volta che devono mangiare uno snack al merluzzo o bere l’olio di fegato…
Dopo il museo gironzoliamo un po’ per il villaggio: il Grande ed il Piccolo hanno fame (abbiamo mangiato alle 11,30), io e la Signora gradiremmo un caffe’; ed e’ così che, come un miraggio, ci compare davanti un’insegna non ben decifrabile ma che lascia capire che dentro troveremo una sorta di bar. E difatti troviamo un bancone molto spartano dove una signora spagnola (?) e suo figlio (?) vendono dei dolcetti da forno e del caffe’ americano. Non e’ un granche’ ma, almeno, e’ caldo.

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(il Piccolo si avventura tra le roccie)

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Abbiamo parlato dei Sami, dei Norvegesi moderni, dei pescatori, ecc. ma non dimentichiamoci che la Norvegia e’ anche la terra dei Vichinghi e queste zone sono tra quelle da dove partivano con le loro navi alla conquista di terre vicine e lontane. Normale quindi che lungo il tragitto di ritorno ci si possa imbattere in un qualche simbolo vichingo.

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Prima di ritornare alla nave resta il tempo di fare ancora una sosta su una spiaggia; il tempo e’ ancora brutto ma il luogo e’ affascinante; la guida ci dice che una settimana prima al largo di questa spiaggia e’ stato avvistato un gruppo di orche. Sarebbe stato bello vederle anche oggi.

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Si chiude cosi’ un’altra bellissima giornata (pioggia o non pioggia) e stavolta risaliamo sulla lancia lasciando un pezzetto di cuore in quest’angolo di paradiso.

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In posti cosi meravigliosi lasciamo sempre un pò di noi stessi. Confusi tra la speranza di tornarci e la consapevolezza che non è poi così probabile..
 
In posti cosi meravigliosi lasciamo sempre un pò di noi stessi. Confusi tra la speranza di tornarci e la consapevolezza che non è poi così probabile..

In effetti quando ero piu' giovane ed andavo in un posto, anche molto lontano, ne venivo via con la consapevolezza (direi quasi la certezza) che ci sarei ritornato, bastava solo che lo avessi voluto. Andando avanti queste certezze vacillano ed anzi in posti particolarmente lontani la consapevolezza e' quella che sara' difficile tornarci ancora. Questo e' il bello e il brutto del viaggiare: andare in un posto meraviglioso e poi venirne via sapendo di non tornarci piu'. Pero' credo che anche in questo caso, come in tutte le cose belle della vita, valgano le parole di Fabrizio De Andre' quando dice che "e' stato meglio lasciarsi che non essersi mai incontrati".
E' stato triste lasciare le Lofoten, piu' triste ancora sarebbe stato non vederle mai.
Scusate la divagazione, presto scrivero' un altro capitolo del mio diario (come vedete, mi prendo i miei tempi).
 
In effetti quando ero piu' giovane ed andavo in un posto, anche molto lontano, ne venivo via con la consapevolezza (direi quasi la certezza) che ci sarei ritornato, bastava solo che lo avessi voluto. Andando avanti queste certezze vacillano ed anzi in posti particolarmente lontani la consapevolezza e' quella che sara' difficile tornarci ancora. Questo e' il bello e il brutto del viaggiare: andare in un posto meraviglioso e poi venirne via sapendo di non tornarci piu'. Pero' credo che anche in questo caso, come in tutte le cose belle della vita, valgano le parole di Fabrizio De Andre' quando dice che "e' stato meglio lasciarsi che non essersi mai incontrati".
E' stato triste lasciare le Lofoten, piu' triste ancora sarebbe stato non vederle mai.
Scusate la divagazione, presto scrivero' un altro capitolo del mio diario (come vedete, mi prendo i miei tempi).

Concordo pienamente con quanto scritto!!
Nella vita è sempre meglio aver assaporato, vissuto e provato emozioni piuttosto che rimanere con l'amarezza di quello che si è perso...
 
In effetti quando ero piu' giovane ed andavo in un posto, anche molto lontano, ne venivo via con la consapevolezza (direi quasi la certezza) che ci sarei ritornato, bastava solo che lo avessi voluto. Andando avanti queste certezze vacillano ed anzi in posti particolarmente lontani la consapevolezza e' quella che sara' difficile tornarci ancora. Questo e' il bello e il brutto del viaggiare: andare in un posto meraviglioso e poi venirne via sapendo di non tornarci piu'. Pero' credo che anche in questo caso, come in tutte le cose belle della vita, valgano le parole di Fabrizio De Andre' quando dice che "e' stato meglio lasciarsi che non essersi mai incontrati".
E' stato triste lasciare le Lofoten, piu' triste ancora sarebbe stato non vederle mai.
Scusate la divagazione, presto scrivero' un altro capitolo del mio diario (come vedete, mi prendo i miei tempi).

Belle queste parole, per adesso non ci penso !!!!
Foto stupende, posti meravigliosi.

Un saluto.
 
Scusate la divagazione, presto scrivero' un altro capitolo del mio diario (come vedete, mi prendo i miei tempi).

Se poi i risultati sono questi, prenditi pure tutto il tempo necessario, purché continui a farci sognare! :-)

PS: La tua escursione alle Lofoten è proprio quella che non ho prenotato (ebbene si, ho già prenotato tutte le escursioni con un anno di anticipo, ma ormai sono ad uno stadio molto avanzato della crocierite), per il costo esorbitante, optando per quella di mezza giornata. Ma ora mi hai messo in crisi...
 
Ultima modifica:
23 giugno 2011

Diciamolo subito: Tromso sara’ pure la Parigi del nord e Trondheim sara’ pure la Venezia del nord ma, a parita’ di durata della crociera, noi avremmo tolto una delle due tappe ed aggiunto un giorno alle Lofoten. Anche perche’, non dimentichiamolo, tra le tappe c’e’ anche Bergen. Per carita’, sono cittadine graziose ma avremmo preferito stare di piu’ tra bellezze naturali così particolari; comunque sono pareri personali ed e’ probabile che ci sia qualcuno che la pensi diversamente.
A Trondheim ci sentiamo pronti per il fai da te: la nave attracca vicino al centro ed a piedi si raggiungono facilmente i posti piu’ interessanti da vedere che, fortunatamente, sono tutti molto vicini tra di loro; decidiamo anche di sperimentare un pranzo norvegese e, affidandoci alla solita “guida di cui non dico il nome per non fare pubblicita’” scegliamo un piccolo locale, raccomandato per il rapporto prezzo/qualita’ e che, anch’esso, si trova in centro.
Il tempo e’ discreto, certo non fa caldissimo ma, almeno, non piove; scendiamo dalla Deliziosa e costeggiando alcuni canali e seguendo la cartina fornitaci in cabina ci incamminiamo verso la nostra meta.

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Alcune delle cose interessanti da vedere a Trondheim sono tutte abbastanza vicine tra di loro e sono visitabili con un biglietto unico: la Cattedrale, il palazzo dell’Arcivescovo ed il museo; la cattedrale e’ la piu’ grande di tutta la Scandinavia ed e’ sicuramente un bell’esempalre di architettura gotica. Caratteristico il fatto che il giardino circostante la cattedrale altro non sia che un cimitero; questa particolarita’ la ritroviamo in tantissime chiese della Norvegia dove, di fianco alla chiesa c’e’ infatti il cimitero che in norvegese si chiama, non a caso, giardino della chiesa.

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Nel palazzo dell’rcivescovo e’ custodito il tesoro della Corona, pregevole se non si e’ visto quello di Londra, altrimenti il confronto e’ impietoso. Interessante il museo militare dove si possono ammirare armi antiche ed una interessante sezione dedicata alla resistenza norvegese durante la seconda guerra mondiale.
Dopo aver visitato tutto cio’ arriviamo ad un giardino con un bel panorama su uno dei canali di Trondheim e dei condomini che vi si affacciano e vi si riflettono.

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Poi, seguendo le indicazioni della “guida di cui non dico il nome per non fare pubblicita’” arriviamo al locale che abbiamo scelto per il pranzo; e’ piccolino, in tutto ci sono 6/7 tavoli, l’atmosfera e l’ambiente sono sicuramente locali; probabilmente siamo gli unici turisti.

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Perfetto, e’ quello che volevamo. Problema: il menu e’ in norvegese. Pero’ con il poco inglese che mastichiamo riusciamo a districarci e, alla fine, ordiniamo bacalao (!) per il Grande e tre zuppe di pesce per il Piccolo, la Signora e me. I prezzi, anche se scritti in norvegese erano ben chiari e ben cari.
Dopo un po’ arriva il bacalao (sarebbe un normale filetto di baccala’, sempre merluzzo) e tre minestre con qualche pezzetto di pesce. Anzi, per il Piccolo avevamo chiesto la mezza porzione. Il tutto innaffiato da due belle bottiglie di acqua minerale da mezzo litro…
Avendo letto i prezzi sul menu sapevamo gia’ a cosa andavamo incontro, ma pagare 802 corone (oltre 100 euro) per questo pranzetto e’ stato un duro colpo.
Siamo usciti che il Grande e il Piccolo avevano gia’ fame e la Signora rimpiangeva il Bimby!
Pero’ il posto era carino, accogliente, in un quartiere tipico pieno di localetti e, a detta della “guida di cui non dico il nome per non fare pubblicita’” era anche uno dei piu’ economici.
Abbiamo voluto la nostra full immersion norvegese e l’abbiamo avuta.
Si torna sulla nave a mangiare la pizza!!!
 
Ultima modifica:
Incredibile, riesco a scrivere due capitoli contemporaneamente e dopo Trondheim eccoci nella terra dei troll.....


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24 giugno 2011

Una delle tappe che ci lasciava piu’ perplessi nell’esame preliminare della crociera era quella ad Andalsnes; il nome della localita’ non ci diceva niente se non che si trattava della patria dei “Troll”, un po’ poco per suscitare il nostro entusiasmo, a parte il Piccolo che si dichiarava ben contento di incontrare un Troll.
Proprio queste perplessita’ ci hanno fatto rimandare la prenotazione dell’escursione da scegliere ripromettendoci di tornare in argomento. Qualche giorno prima della partenza esaminiamo di nuovo le tre opzioni e decidiamo di prenotare l’escursione in treno ma, purtroppo, scopriamo che e’ esaurita; ed allora ci tocca orientarci su un’altra escursione che pero’ dura 7 ore, ancora una volta l’intera giornata.
Non e’ quindi con la migliore predisposizione che la mattina ci prepariamo ad affrontare questa lunga escursione.
Sara’ una delle esperienze piu’ belle del viaggio (forse anche perche’ inaspettata) con un itinerario molto variegato che parte dal mare per arrivare in cima ad alte montagne dove nevica per 10 mesi all’anno, passando per caratteristici villaggi, chiesette, sperdute, campi di fragole (qui dicono che sono le piu’ buone del mondo), vedute panoramiche, discese mozzafiato su strade da brivido (tra cui la famigerata “strada del troll), valli incantevoli affiancate da ripide pareti tra le quali la piu’ nota e’, neanche a dirlo, la parete dei troll, la piu’ alta parete verticale rocciosa d’Europa.

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(il Piccolo, con l'impermeabile giallo, ed il Grande, vicino a lui, sospesi nel vuoto su una piattaforma panoramica)

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Il tutto inframmezzato da un gustoso pranzo a base di salmone e accompagnati da una brava guida, un ragazzo napoletano.

Credo che mai come in questo caso le fotografie possano spiegare meglio delle parole le sensazioni che abbiamo vissuto.

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Bellissime foto, grazie soprattutto per quella della piattaforma panoramica quando sono andata io l'anno scorso davanti a noi solo un muro di nebbia!!

Almeno adesso so cosa si vedeva da li!!:p

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25 giugno 2011

Bergen e’ stata per noi sicuramente la citta’ piu’ bella tra quelle che abbiamo visto (e proprio per questo ribadisco che si potrebbe eliminare la visita a Tromso o a Trondheim); per la visita abbiamo fatto un mix: la mattina siamo andati in giro da soli mentre il pomeriggio abbiamo fatto l’escursione in battello con visita del Bryggen. Questa escursione ci ha permesso di scattare foto interessanti e suggestive alle tante isole prospicienti la citta’ e di ascoltare le interessanti spiegazioni fornite dalla guida (stavolta un ragazzo siciliano) ma, obiettivamente, puo’ essere sufficiente girare la citta’ da soli con un buon libro-guida che spieghi le varie cose.
Al mattino, come detto, scendiamo a terra e, con la navetta, raggiungiamo il centro citta’; il tempo e’ discreto, la citta’ e’ incantevole circondata da montagne innevate. E’ bello passeggiare vicino al laghetto (che in inverno diventa una pista da pattinaggio) e attraverso le caratteristiche vie con tante belle fontane e monumenti dedicati alle celebrita’ della citta’ (musicisti e scrittori).

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Poi, finalmente, arriviamo al mercato del pesce, un trionfo di odori e colori. Il Piccolo, con la faccia tosta che lo contraddistingue, riesce ad assaggiare di tutto e alla fine compriamo del salmone sottovuoto da un ragazzo di Tortona che vende il pesce a Bergen da qualche anno.
Ma e’ l’atmosfera che e’ eccezionale.

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Due passi lungo il Bryggen, tanto ci torneremo nel pomeriggio, e invece niente funivia data la troppa fila per salire.
Al pomeriggio, come detto, escursione parte in battello e parte a piedi; tra i numerosi isolotti alla caccia (fotografica) di tante case e casette alcune delle quali veramente belle, insieme ad altre molto particolari.

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E poi ci siamo addentrati nel Bryggen, patrimonio dell’umanita’ dell’Unesco, pieno di localini e negozietti che ci invitano a fermarci.

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Ma la nave deve ripartire, e noi con lei, verso la fine della crociera.
 
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27 giugno 2011

E siamo arrivati al termine, Amsterdam, dove tutto era iniziato, con ben altro spirito; lasciamo la nostra splendida cabina con il cuore triste. Non tanto i ragazzi (che sono stati bene ma vogliono anche ritornare dai loro amici), quanto io e la Signora che siamo veramente depressi (avete presente la pubblicita’ Costa di qualche tempo fa?).
Per Amsterdam abbiamo scelto la classica escursione-trasferimento all’aeroporto che, nello specifico, include anche una gita in battello nei canali della citta’.
Amsterdam non e’ certo una citta’ che si puo’ visitare in 3 ore e quindi in pratica finiamo per non vedere quasi niente: io e la Signora ia’ la conosciamo, i ragazzi ci torneranno.
Scattiamo comunque delle foto dei canali a completare il ricordo della vacanza.
Siamo abbastanza stanchi dopo 11 giorni così intensi; il Grande addirittura sul battello dorme (ad Amsterdam!?!)

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Finita la crociera e’ tempo di tirare le somme sul confronto con le altre compagnie cosi’ come avevo premesso all’inizio:
specifico, ma e’ superfluo, che e’ un confronto che puo’ benissimo lasciare il tempo che trova per diverse ragioni: in primis perche’ e’ strettamente personale, e poi perche’ confrontiamo itinerari diversi fatti in anni diversi e prendendo a paragone una sola nave per compagnia. Mi auguro per il futuro di fare tante e tante altre crociere per rendere il campione rappresentativo…
Comunque direi che dal confronto tra le tre compagnie quella che esce sicuramente peggio, a nostro parere, e’ la MSC; per le altre due non saprei: la Navigator, come nave, mi colpi’ sicuramente di piu’, pero’ e’ anche vero che era la nostra prima crociera, mentre come itinerari direi che Costa stravince.
E allora la prossima crociera con chi la faremo? Vedremo; al prossimo diario.

Per i titoli di coda mi tornano in mente i versi di una canzoncina che ascoltavo da bambino e che ben si presta a descrivere le sensazioni provate:


"Finisce così, questa favola breve se ne va,
il disco fa click e vedrete tra un po’ si fermerà!
Ma aspettate e un’altra ne avrete…
‘C’era una volta…’ il cantastorie dirà
e un’altra favola comincerà"
 
Che bei posti, mamma mia!!
Questa sì che è una crociera da fare!
Complimenti vivissimi per la scelta, le splendide foto e il godibilissimo diario! :-)
 
Veramente notevole questo itinerario e bellissimo resoconto, ti posso chiedere se posso scaricarmi la tua foto nel fiordo nella valle di Flydal
 
Stato
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