Sabato 13 maggio
Ore 7.45 siamo pronti per l’ultima escursione programmata in questo viaggio.
“I mille volti di Barcellona”.
Tra le molte cose da vedere a Barcellona in questa occasione ho scelto la visita al “Poble Espanjol”.
In un precedente viaggio con scalo a Cadice, con escursione a Siviglia, avevo già apprezzato Piazza di Spagna, progettata e costruita in occasione dell'Esposizione iberoamericana del 1929 ( dal 9 maggio al 21 giugno 1930) che appresenta l’architettura andalusa con i suoi quattro ponti che riproducono i quattro regni della Spagna e il rapporto stretto con le sue antiche colonie.
Il Poble Espanyol ha attirato la mia curiosità perché si tratta di un museo architettonico all’aperto, costruito in occasione dell'Esposizione Universale del 1929 ( dal 20 maggio al 15 gennaio 1030) in coincidenza con l'Esposizione iberoamericana di Siviglia e concepito come un paese che racchiude le principali caratteristiche delle località spagnole.
L’escursione inizia con una passeggiata tra gli edifici e le vie più iconiche di Barcellona,
Prima sosta presso la Sagrada Familia, dove possiamo, con una visita esterna, ascoltare dalla guida, le caratteristiche di costruzione e la storia di questa famosissima e meravigliosa, opera di Gaudì.
Proseguiamo il nostro percorso e ci fermiamo ad osservare casa Milà, conosciuta come “La Pedrera”, un’altra opera simbolo di Barcellona.
La casa Milà si trova nel cuore dell'Eixample, quartiere sorto nella seconda metà del XIX secolo per risolvere le drammatiche emergenze abitative del barrio storico, con la costruzione di una fitta rete di larghe strade perpendicolari e uniformi e di complessi edilizi ampi, arieggiati e luminosi.
Gli appartamenti dell'Eixample divennero immediatamente la soluzione abitativa della ricca borghesia catalana, che iniziò a costruire i propri palazzi con i migliori architetti del periodo, soprattutto intorno all'asse costituito dal Passeig de Gràcia.
In questo contesto Gaudí fu incaricato di costruire una casa padronale per conto di Pere Milà i Camps, un ricco uomo d'affari proprietario di varie industrie tessili e dalla moglie, anch'essa borghese dal ricco patrimonio costruito dal precedente marito, emigrante spagnolo che aveva fatto fortuna in America con le piantagioni di caffè. Entrambi i coniugi godevano di una situazione economica e sociale privilegiata che volevano evidenziare, trasformando la propria dimora in un palazzo elegante, innovativo e ricco di dettagli lussuosi. Fu per questo motivo che, nel 1905, i Milà acquistarono il lotto sul Passeig de Gràcia e commissionarono il progetto ad Antoni Gaudí, architetto di prestigio che si era già fatto conoscere con progetti come il parco Güell (1900-1914) e la casa Batlló (1904-1906).
Casa Milà fu costruita tra il 1906 e il 1913 al numero 92 del Passeig de Gràcia, nella zona d'espansione dell'Eixample.
Nell'Eixample si trovano numerosi punti d'interesse turistico e culturale oltre alla Casa Milà , come la Sagrada Família, la Casa Batlló, il Teatre Nacional de Catalunya, l'Auditori, la plaza de toros La Monumental, la Casa de les Punxes, e numerosi altri teatri, cinema, ristoranti e negozi.
Fino agli inizi del XIX secolo la città di Barcellona si sviluppava solamente all'interno delle mura di epoca medievale. Il territorio a nord, verso le colline era una zona pressoché disabitata, una zona di transizione tra la città e i villaggi periferici, prevalentemente destinata alle coltivazioni e ai pascoli degli abitanti di Barcellona e del vicino villaggio di Gràcia.
A partire dai primi decenni del XIX secolo, con lo sviluppo industriale e il conseguente boom demografico, le mura medievali cominciarono ad andare strette agli abitanti, che cominciarono a trasferirsi in zone che all'epoca erano municipi indipendenti e che oggi sono quartieri o distretti della città: Sants, Sarrià-Sant Gervasi, Gràcia, Sant Andreu o Sant Martí. La necessità di comunicare con queste zone diede origine a una serie di strade che oggi fanno parte della trama urbana. Tra queste è chiaramente riconoscibile l'attuale Passeig de Gràcia, che collega Barcellona con Gràcia e che durante quell'epoca fu non solo una via di comunicazione ma anche un vero e proprio luogo di incontro, passeggio e svago, nacquero ai lati della via giardini e zone di ritrovo utilizzate dagli abitanti di Barcellona e da quelli di Gràcia.
Davanti all’edificio c’è un’opera d’arte che fa parte di una mostra temporanea di sculture moderne, al momento presente in città .
Proseguiamo la passeggiata, ascoltando le informazioni e le nozioni storico-culturali della nostra guida.
Casa Lleo Morera
Casa Batllò.
Lungo il viale di Passeig de Gracia ci fermiamo ad osservare un palazzo che rappresenta l’architettura moderna.
Con il bus passiamo ai piedi del quartiere di Montjuïc, nell'affollata Plaça Espanya, principale incrocio di traffico nella metà occidentale della città. vicino alle “Torri Veneziane”.
Le Torri Veneziane è il nome popolare della coppia di torri alte 47 metri, con una sezione quadrata di 7,2 metri.
La sezione inferiore di ciascuna è costruita in pietra artificiale, la sezione principale in mattoni rossi e la sezione superiore è una galleria panoramica colonnata, costruita in pietra artificiale e sormontata da un tetto piramidale in rame.
Le torri sono una imitazione del campanile della Basilica di San Marco a Venezia ed erano state originariamente previste nel piano di espansione della città .
Sono state poi costruite nel periodo 1927-1929, nell'ambito della riqualificazione dell'area per l'Esposizione Internazionale di Barcellona del 1929.
Avevano una funzione ornamentale per contrassegnare l'ingresso al quartiere delle mostre, oggi conosciuto come Fira de Barcelona, e l'inizio del grande viale che porta al Palau Nacional sul Montjuïc.
In origine le torri erano aperte al pubblico che poteva salire le scale interne e raggiungere le gallerie di osservazione.
Negli anni successivi, la torre occidentale ospitava le apparecchiature per il controllo dell'illuminazione della Font Màgica. L’attrezzatura in disuso è stata rimossa durante i lavori di restauro del 2013-14.
Le torri sono state costruite utilizzando materiali economici, per la loro prevista natura temporanea (si prevedeva di demolirle dopo la fine dell'esposizione).
Riflettono lo stile” noucentisme” dell'epoca, il movimento culturale che caratterizzò la Catalogna dei primi anni del XX secolo, in contrapposizione con il modernismo che aveva dominato il periodo precedente.
Successivi interventi di riparazione e restauro sono stati necessari per mantenere e migliorare le strutture.